15 Settembre, 2002
Al via la campagna dei DS per promuovere il Pacs
“C’è chi condivide casa e sentimenti, ma non i diritti”
 C’è chi condivide casa e sentimenti, ma non i diritti. È l’Italia
delle coppie di fatto, costituite soprattutto da unioni eterosessuali ma anche
da tante convivenze omosessuali. Più di due milioni di persone sono prive di
alcuni diritti fondamentali, che potrebbero venir riconosciuti se una legge
depositata alla Camera e già calendarizzata in commissione Giustizia, venisse
rapidamente approvata.
I Ds che l’hanno promossa in Parlamento (primi firmatari sono Franco Grillini
e Barbara Pollastrini) hanno presentato oggi una campagna per far conoscere la
proposta di legge sul Pacs, ovvero il Patto civile di solidarietà.
La sigla sottintende un concetto di ampio respiro, con cui si vuole concedere
identità giuridica, diritti fiscali, sanitari, di lavoro e previdenziali a
tutte le coppie che hanno scelto di stare insieme. Affinché possano
condividere, oltre alla casa e agli affetti, anche alcuni elementari diritti
civili.
Alla conferenza stampa di presentazione della campagna, tenutasi presso l'Hotel
Nazionale di Piazza Montecitorio a Roma, erano presenti il Segretario dei DS
Piero Fassino, Barbara Pollastrini, coordinatrice delle Democratiche di
sinistre, Andrea Benedino, Portavoce nazionale del Coordinamento Omosessuali Ds
(Cods), Anna Paola Concia, della Direzione Nazionale. Tra i partecipanti Anna
Finocchiaro, responsabile giustizia DS, Franco Grillini Presidente onorario ARCI
gay, Gianni Cuperlo, responsabile comunicazione DS.
La proposta di legge regolamenta i rapporti giuridici, in particolare in
relazione al patrimonio e alla eredità, fra le coppie. «Siamo ben
consapevoli che la Costituzione riconosce con l'articolo 29 il valore della
famiglia fondato sul matrimonio. Per cui - ha spiegato il segretario dei Ds
- non proponiamo un’altra forma matrimoniale, ma una soluzione di buon
senso: una legge che regola i rapporti patrimoniali e di convivenza. Due persone
che convivono di fatto, possono trasmettersi ereditariamente i beni, assistersi
reciprocamente, condividere la vita con tutte le opportunità e possibilità e
avere le stesse prerogative che hanno altri nuclei familiari. È una scelta di
buon senso e di civiltà perché, quale che sia la scelta di vita di ciascuno,
di sposarsi o di non farlo, di convivere come coppia di fatto, ognuno abbia quei
diritti minimi essenziali indispensabili a garantire una vita serena». Se
approvata la legge colmerebbe una lacuna, dato che, ha ricordato il segretario
dei Ds, quasi tutti i paesi europei hanno affrontato e risolto la questione.
L'esigenza diffusa di colmare questo vuoto, è stata di recente raccolta da
alcune regioni, che hanno inserito norme ad hoc nei propri statuti. Norme che
per il governo sarebbero di dubbia costituzionalità, che ha impugnato gli
statuti, rinviandoli al giudizio della Corte Costituzionale. Il tema - ha
ricordato Fassino - è così sentito che molte regioni, in assenza di una
legislazione nazionale, hanno provveduto con una legislazione propria. Credo che
questo debba ulteriormente sollecitare il Parlamento a provvedere, poiché
sarebbe ben strano che i diritti delle coppie di fatto fossero giudicati
legittimi in alcuni territori e non in altri».
Per Andrea Benedino, si è raggiunta «una tappa importante nella battaglia
civile nel nostro Paese». Quindi ricordando che l'iniziativa ricalca la
legislazione francese, Benedino si è detto convinto che si tratta «di un buon
terreno di dialogo con la parte più avanzata del cattolicesimo democratico» e
con essa «i Ds si caratterizzano come la vera forza della libertà, della
laicità e dei diritti contro la “Casa delle libertà… vigilate”».
«Il senso comune - sottolinea Anna Paola Concia - identifica l’omosessualità
con quella maschile. Con questa campagna vogliamo anche sensibilizzare l’opinione
pubblica sulla reale situazione delle coppie omosessuali, per dare la giusta
visibilità anche alle donne, che in questo caso come in altri, vengono messe in
secondo piano».
 
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