Le Acli Provinciali di Cremona esprimono la loro adesione ed il loro sostegno
allo sciopero generale proclamato da CGIL – CISL - UIL del 30 novembre p.v.
Condividendo le motivazioni di fondo espresse dalle Organizzazioni Sindacali
dei Lavoratori, le Acli cremonesi sottolineano la necessità che il Governo
riveda gli orientamenti di politica economica contenuti nella legge finanziaria
in discussione in Parlamento.
Sviluppo dell’economia
In particolare è indispensabile individuare misure efficaci per rilanciare
lo sviluppo economico produttivo del paese, prestando una particolare attenzione
alla condizione sempre più difficile in cui versa il Mezzogiorno. L’attuale
manovra non sembra proprio ispirata dalla consapevolezza, ormai diffusa tra
tutti gli attori economici, che non ci può essere sviluppo duraturo ed
innalzamento della competitività se non si affronta il tema dell’elevazione
della qualità dei prodotti attraverso massicci investimenti nella ricerca,
nella formazione, nelle risorse umane. Questa prospettiva è completamente
assente dai provvedimenti governativi. Così come, il Governo non sembra
cogliere la gravità della condizione in cui versano i conti dello Stato.
Infatti spera di ottenere risultati efficaci sul controllo della spesa
semplicemente introducendo il plafond generalizzato di crescita del 2%, senza
alcun criterio di priorità, considerando ad esempio le spese militari al pari
di quelle per la sanità, la scuola, le pensioni, la casa e l’assistenza,
senza porre attenzione ai bisogni delle famiglie e delle attività produttive.
Trascurando il fatto che solo attraverso adeguate politiche di risanamento, all’interno
del patto di stabilità previsto dall’UE, si possono creare le condizioni per
fare uscire dalla attuale condizione di stagnazione la nostra economia.
Fisco
Gli orientamenti contenuti nella proposta di riduzione delle tasse sono tanto
gravi nei principi quanto inefficaci per il rilancio dell’economia.
Innanzitutto non vi è traccia di una minima volontà di perseguire
efficacemente l’evasione fiscale. Dopo anni di "tolleranza
infinita", di condoni ingiusti, di iniquità nei confronti dei cittadini
onesti, l’evasione ha toccato soglie ineguagliate. L’eliminazione della
progressività delle aliquote, intacca i principi costituzionali di giustizia e
di solidarietà, premia i redditi più elevati i quali non hanno bisogno di
sgravi fiscali per aumentare i consumi. Analogamente i redditi medio bassi, non
vedranno aumentare i loro consumi, per la modestia degli sgravi fiscali, per la
condizione di incertezza occupazionale, per l’aumento vertiginoso del costo
della vita e dei servizi sociali, per il timore dell’aumento del rischio di
precarietà.
Potere d’acquisto dei salari e delle pensioni
Occorre innanzitutto perseguire un’incisiva azione di controllo e di
riduzione dei prezzi e di contenimento delle tariffe dei servizi.
In secondo luogo è sempre più indilazionabile la chiusura dei contratti di
lavoro ancora aperti e procedere alla restituzione del fiscal drag sia ai
lavoratori che ai pensionati.
Il riequilibrio del loro potere d’acquisto è uno degli obiettivi di
giustizia sociale irrinunciabile, dopo il colossale trasferimento di risorse che
si è verificato negli ultimi anni, dai redditi fissi ai lavoratori autonomi,
commercianti e imprenditori, prima di parlare di qualsiasi riedizione di una
nuova stagione di politica dei redditi.
Welfare state
E’ infine indispensabile riprendere le fila della discussione sul futuro
del sistema di protezione sociale. Arrestare il processo di ristrutturazione del
welfare che vede il disimpegno del pubblico, la concessione al privato dei
settori pregiati come sanità, scuola, pensioni, che possono garantire un
business cospicuo e lasciare al privato sociale e al no-profit tutto ciò che
difficilmente potrebbe stare sul mercato.
Occorre infine garantire la tutela della salute dei cittadini adeguando le
risorse a disposizione, provvedere al finanziamento del fondo nazionale per la
non autosufficienza, garantire i trasferimenti agli enti locali condizione
indispensabile per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza sociale,
prevedere una nuova stagione dove la politica abitativa sia posta al centro
delle iniziative delle regioni, finanziare la realizzazione di ammortizzatori
sociali per tutti coloro che perdono il lavoro indipendentemente dai settori e
dalla dimensione dell’impresa e varare adeguati provvedimenti di contrasto
alla povertà e alla esclusione sociale.
Cremona, 25 novembre 2004