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15 Settembre, 2002
Acli Cremona: sostegno allo sciopero generale del 30 novembre
Le Acli cremonesi sottolineano la necessità che il Governo riveda gli orientamenti di politica economica contenuti nella legge finanziaria in discussione in Parlamento

Le Acli Provinciali di Cremona esprimono la loro adesione ed il loro sostegno allo sciopero generale proclamato da CGIL – CISL - UIL del 30 novembre p.v.

Condividendo le motivazioni di fondo espresse dalle Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori, le Acli cremonesi sottolineano la necessità che il Governo riveda gli orientamenti di politica economica contenuti nella legge finanziaria in discussione in Parlamento.

Sviluppo dell’economia

In particolare è indispensabile individuare misure efficaci per rilanciare lo sviluppo economico produttivo del paese, prestando una particolare attenzione alla condizione sempre più difficile in cui versa il Mezzogiorno. L’attuale manovra non sembra proprio ispirata dalla consapevolezza, ormai diffusa tra tutti gli attori economici, che non ci può essere sviluppo duraturo ed innalzamento della competitività se non si affronta il tema dell’elevazione della qualità dei prodotti attraverso massicci investimenti nella ricerca, nella formazione, nelle risorse umane. Questa prospettiva è completamente assente dai provvedimenti governativi. Così come, il Governo non sembra cogliere la gravità della condizione in cui versano i conti dello Stato. Infatti spera di ottenere risultati efficaci sul controllo della spesa semplicemente introducendo il plafond generalizzato di crescita del 2%, senza alcun criterio di priorità, considerando ad esempio le spese militari al pari di quelle per la sanità, la scuola, le pensioni, la casa e l’assistenza, senza porre attenzione ai bisogni delle famiglie e delle attività produttive. Trascurando il fatto che solo attraverso adeguate politiche di risanamento, all’interno del patto di stabilità previsto dall’UE, si possono creare le condizioni per fare uscire dalla attuale condizione di stagnazione la nostra economia.

Fisco

Gli orientamenti contenuti nella proposta di riduzione delle tasse sono tanto gravi nei principi quanto inefficaci per il rilancio dell’economia. Innanzitutto non vi è traccia di una minima volontà di perseguire efficacemente l’evasione fiscale. Dopo anni di "tolleranza infinita", di condoni ingiusti, di iniquità nei confronti dei cittadini onesti, l’evasione ha toccato soglie ineguagliate. L’eliminazione della progressività delle aliquote, intacca i principi costituzionali di giustizia e di solidarietà, premia i redditi più elevati i quali non hanno bisogno di sgravi fiscali per aumentare i consumi. Analogamente i redditi medio bassi, non vedranno aumentare i loro consumi, per la modestia degli sgravi fiscali, per la condizione di incertezza occupazionale, per l’aumento vertiginoso del costo della vita e dei servizi sociali, per il timore dell’aumento del rischio di precarietà.

Potere d’acquisto dei salari e delle pensioni

Occorre innanzitutto perseguire un’incisiva azione di controllo e di riduzione dei prezzi e di contenimento delle tariffe dei servizi.

In secondo luogo è sempre più indilazionabile la chiusura dei contratti di lavoro ancora aperti e procedere alla restituzione del fiscal drag sia ai lavoratori che ai pensionati.

Il riequilibrio del loro potere d’acquisto è uno degli obiettivi di giustizia sociale irrinunciabile, dopo il colossale trasferimento di risorse che si è verificato negli ultimi anni, dai redditi fissi ai lavoratori autonomi, commercianti e imprenditori, prima di parlare di qualsiasi riedizione di una nuova stagione di politica dei redditi.

Welfare state

E’ infine indispensabile riprendere le fila della discussione sul futuro del sistema di protezione sociale. Arrestare il processo di ristrutturazione del welfare che vede il disimpegno del pubblico, la concessione al privato dei settori pregiati come sanità, scuola, pensioni, che possono garantire un business cospicuo e lasciare al privato sociale e al no-profit tutto ciò che difficilmente potrebbe stare sul mercato.

Occorre infine garantire la tutela della salute dei cittadini adeguando le risorse a disposizione, provvedere al finanziamento del fondo nazionale per la non autosufficienza, garantire i trasferimenti agli enti locali condizione indispensabile per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza sociale, prevedere una nuova stagione dove la politica abitativa sia posta al centro delle iniziative delle regioni, finanziare la realizzazione di ammortizzatori sociali per tutti coloro che perdono il lavoro indipendentemente dai settori e dalla dimensione dell’impresa e varare adeguati provvedimenti di contrasto alla povertà e alla esclusione sociale.

Cremona, 25 novembre 2004

 


       



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