Organizziamo la Solidarietà Umanitaria - con le Comunità Locali colpite
dalla catastrofe
Di fronte alla tragedia immane, moltiplichiamo l'impegno della società
civile internazionale sostenendo l'azione delle Organizzazioni Non Governative
che sono già presenti nei paesi colpiti e che cooperano con le Comunità Locali
e le organizzazioni sociali dei popoli del sud-est asiatico.
In particolare, invitiamo dunque tutti i cittadini, i lavoratori, i giovani,
le organizzazioni sociali, gli enti locali a sottoscrivere contributi di
solidarietà a:
Save the children - Conto Corrente Bancario - n° 114442 c/o Banca Etica
(Abi 5018 - Cab3200 - Cin N) causale “Emergenza terremoto sud est asiatico” - www.savethechildren.it/donazioni
Medici Senza Frontiere Numero verde 800996655 - Conto Corrente Postale n° 87486007
- (causale Maremoto Asia) - www.medicisenzafrontiere.it
Mani Tese - Telefono 02 4075165 - Conto Corrente Postale n° 291278 -
(causale Maremoto India) - www.manitese.it
Le notizie e le immagini che giungono dai paesi dell’Oceano Indiano
sconvolti dal maremoto lasciano tutti noi sgomenti. Siamo di fronte ad una
catastrofe senza precedenti con centinaia di migliaia di vittime ed interi
centri cancellati.
Una catastrofe umanitaria che ci urla drammaticamente - con la forza
stavolta devastante della natura - che la Terra è un Pianeta vivo, e dunque che
ci ricorda i nostri limiti. Ma anche che ci grida -
nell'angoscia come nella speranza - che noi siamo Umanità, e dunque che ci
richiama alla nostra responsabilità.
Una sciagura di dimensioni apocalittiche che si accanisce su popolazioni fra
le più povere del pianeta e su un continente già devastato dalla miseria e
dalle speculazioni.
Una vera tragedia globale, che ha travolto insieme milioni
di abitanti delle poverissime comunità di pescatori e contadini
dell'oceano indiano e migliaia di ricchi turisti
occidentali. Emblematicamente accomunati in una sorte tragica, diversi ed
uguali, esseri umani di un Mondo uno.
Ci sarà, ci dovrà essere il tempo per ragionare anche di questa
catastrofe "naturale".
Del come e del perché anche l'effetto devastante di questi eventi
"inevitabili" venga amplificato dalle condizioni di
miseria, sradicamento ed espropriazione a cui sono sottoposti i poveri
della terra.
Di una tragedia globale per l'Umanità che evidenzia ancora una volta
l'assoluta insufficienza della capacità di azione umanitaria delle Istituzioni
Internazionali, l'inesistenza di un'organizzazione planetaria del coordinamento
degli interventi umanitari, quelli veri.
Nell'éra della tanto decantata globalizzazione, anche di fronte ad una
catastrofe di dimensioni planetarie, l'inadeguatezza delle vecchie forme di
organizzazione non consente alla Comunità Internazionale di rispondere
come si dovrebbe e come si potrebbe con il pieno ed efficace dispiegarsi di
risorse umane, tecnologiche ed economiche al grido di dolore di milioni di
esseri umani: la finanza, le merci, i mercati si globalizzano in un
istante, la solidarietà umanitaria no.
Davanti a tutto ciò, in queste ore lasciano perplessi
l'impostazione del Governo Italiano e l'atteggiamento di tanta parte dell’informazione
nostrana, che sembrano occuparsi solo del destino delle mete turistiche e della
sorte dei nostri connazionali vacanzieri, aggirando sostanzialmente e
lasciando senza risposte la tragedia immane delle popolazioni indigene come l’angoscia
di tanti immigrati che vivono nel nostro Paese e non hanno più notizie dei loro
cari.
Ci sarà tempo per ragionare criticamente e responsabilmente. Per continuare
anche con queste nuove terribili ragioni a costruire un mondo migliore, a
lavorare per un altro mondo possibile.
Adesso, qui e ora, occorre prima di tutto imparare a condividere il dolore.
Per imparare a condividere la speranza.
Adesso, qui e ora, occorre prima di tutto contribuire a salvare vite,
ricostruire villaggi, sostenere comunità.
A ciascuno di fare qualcosa. Con ogni mezzo possibile.