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15 Settembre, 2002
Consiglio Comunale - Seduta di lunedì 31 gennaio 2005
In primo piano: l’illustrazione del Bilancio

Illustrato il Bilancio di Previsione 2005

Interrogazione in data 13 gennaio 2005 presentata da Consiglieri Comunali diversi (primo firmatario Irene Nicoletta De Bona) in merito a Reindustria Soc. Cons. a.r.l. (Testo dell’interrogazione: In considerazione del fatto che Reindustria ha esaurito il compito per cui era stata creata, vista la situazione di forte difficoltà finanziaria di Reindustria, caratterizzata da una consistente situazione debitoria nei confronti della Regione Lombardia, si chiede quale sia l’origine del contenzioso tra Reindustria e la Regione Lombardia, come si intenda risolvere la situazione, con quali modalità e tempi, se è stata fatta un’analisi costi e benefici, dalla quale sia emerso il vantaggio, per il territorio, di continuare “l’esperienza” di Reindustria e, se si, quale sarà il nuovo ruolo che Reindustria andrà a ricoprire e in che modo e con che risorse).
All’interrogazione, illustrata dalla consigliera Chiara Capelletti in assenza della collega De Bona, ha risposto il Vice Sindaco Luigi Baldani: Nel 1992 a Crema chiude lo stabilimento Olivetti. Nel 1995 nasce Reindustria come Agenzia d’Area - partecipata dalla Amministrazione Provinciale, dalla Camera di Commercio, dal Comune di Crema e dalle associazioni di categoria ed i sindacati  per la riattivazione del sito dimesso dall’Olivetti. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali stanzia, ai sensi della legge 236/93 un contributo di circa 10 miliardi di vecchie lire. I risultati a chiusura programma (2004) sono: 196 aziende coinvolte, 4 aree dismesse, 735 nuovi addetti, investimenti per circa 70 milioni di euro. La Regione Lombardia, attraverso l’Assessorato alle Attività Produttive, stanzia per questo un importante contributo per circa 5 miliardi e mezzo di lire. Dal 1998 al 2001 l’area viene riattivata: 32 PMI, 40 miliardi di lire di investimento complessivo, 650 addetti di cui circa 200 nuovi assunti. Nel frattempo l’area, sempre grazie al sostegno regionale, si insedia il Polo Universitario di Informatica della Statale di Milano. Un risultato complessivo di grande prestigio per la Regione! Tutto bene allora? Non proprio, purtroppo. Cinque insedianti, tra cui la Banca Popolare di Crema, ora Popolare di Lodi, alla fine del progetto risultano inadempienti. In particolare la Banca ha provveduto alla costruzione dell’immobile (peraltro non ancora agibile) ma non ha aperto uno sportello e nemmeno ha assunto personale come da programma. La Regione chiede a Reindustria la restituzione della quota di contributo erogata alla Banca (pari a circa € 230.000,00). Il Comitato di Valutazione, presso l’Assessorato alle Attività Produttive della Regione, con Comune di Crema, Provincia, Camera di Commercio e Reindustria, unanimente decide per la restituzione delle somme indebitamente percepite dagli insedianti inadempienti (oltre alla Banca risultavano inadempienti le aziende Ogliar Badessi, Panini & Vacchi snc, Imbapallets che avevano ricevuto un contributo superiore a quello previsto dalla normativa “de minimis” e Di Domenico Mario e Figli snc, che ha dichiarato fallimento prima dello scadere dei tre anni previsti dal programma, per untotale di circa € 160.000,00). Reindustria reclama a sua volta le restituzioni, anche tramite fideiussione (quella della Popolare di Crema viene rilasciata dalla Banca Popolare di Cremona che, nel frattempo, è acquisita dalla Popolare di Lodi), ma si trova davanti al diniego degli interessati, e quindi a dovere affrontare dei contenziosi legali, attualmente ancora pendenti. Nel frattempo la Direzione Attività Produttive della Regione trasferisce a sua volta la documentazione all’Ufficio Legale della Regione che ha avviato l’azione di recupero crediti nei confronti di Reindustria (esattamente pari a € 398.742,84, compresi gli interessi legali) con lettera del 6 maggio 2004. A questo punto, se a Reindustria fosse data ragione, incasserebbe e restituirebbe alla Regione. Se avesse torto, andrebbe in Regione a chiedere come procedere.
La consigliera Chiara Capelletti si è detta soddisfatta della risposta ottenuta, ma si è riservata di ulteriori approfondimenti e di eventuali future richieste di chiarimento.

Interrogazione in data 11 gennaio 2005 presentata da Consiglieri Comunale diversi (primo firmatario Irene Nicoletta De Bona) relativa ad iniziative da realizzarsi in occasione dei 500 anni dalla nascita di Andrea Amati (Testo dell’interrogazione: In considerazione del fatto che nel 2005 ricorrono i 500 anni dalla nascita di Andrea Amati, capostipite della famiglia dei liutai Amati di Cremona, che il violino Carlo IX da lui costruito è di proprietà del nostro Comune, si chiede se questa Amministrazione intende ricordare l’evento e in che modo).
All’interrogazione, illustrata dalla consigliera Chiara Capelletti in assenza della collega De Bona, ha risposto l’Assessore Gianfranco Berneri che ha illustrato nel dettaglio tutto quanto l’Amministrazione ha programmato in collaborazione con la città di Maastricht, all’insegna di un interessante gemellaggio di carattere culturale, con la provincia di Cremona, la Camera di Commercio, l’Ente Triennale Internazionale per gli Strumenti ad Arco, CremonaFiere, Università di Pavia (Facoltà di Musicologia di Cremona), Fondazione “Walter Stauffer e Fondazione Teatro A. Ponchielli.
La consigliere Chiara Capelletti si è detta soddisfatta della dettagliata risposta ottenuta e delle numerose iniziative programmate.

Mozione in data 12 gennaio 2005 presentata da Consiglieri Comunali diversi (primo firmatario Irene Nicoletta De Bona) relativa al giorno della memoria e della testimonianza (Testo della mozione: Considerato che il 10 febbraio 1947, con il Trattato di Parigi, l’Italia cedette alla Jugoslavia i territori dell’Istria, della Dalmazia, della città di Fiume e delle isole quarnerine di Cherso e Lussino; considerato che questa data è stata riconosciuta “Giorno della memoria e della testimonianza” e come l’occasione ufficiale per ricordare e testimoniare alle nuove generazioni una pagina dolorosa e drammatica della nostra storia; considerato che il dovere del ricordo deve unire la Nazione e le coscienze nel rendere omaggio alle centinaia di migliaia di italiani che in quegli anni, pagando un prezzo altissimo, scelsero di restare italiani e perciò furono costretti a lasciare le loro terre e le loro case, passate sotto la sovranità della Jugoslavia; considerato che accanto al dramma dell’esodo di quasi 350.000 persone, esiste anche la tragedia delle foibe che ha visto massacrati dai comunisti di Tito oltre 15.000 nostri connazionali; considerate anche le affermazioni del Ministero degli Esteri  Gianfranco Fini  in riferimento agli esuli e alle vittime delle foibe e cioè: “l’Italia tutta ha un debito ancora insoluto nei confronti di quegli italiani”; Il Consiglio Comunale impegna l’Amministrazione a promuovere la realizzazione, in tale data, di manifestazioni finalizzate a far conoscere e rinnovare il ricordo della tragedia delle foibe e dell’esodo di 350 mila italiani, anche in omaggio ai tanti esuli che hanno trovato riparo nella nostra città).
Dopo che la mozione è stata illustrata dalla consigliera Chiara Capelletti, in assenza della collega De Bona, ha preso la parola l’Assessore Gianfranco Berneri. L’Amministratore ha dichiarato che, in importanti occasioni, le Amministrazioni locali non sono rimaste in silenzio di fronte al dramma delle foibe, mettendo in campo alcune iniziative di notevole livello storico e culturale, e ne ha elencate alcune tra le più significative. Il 12 febbraio prossimo, ha quindi ricordato l’Assessore, alle 17.30, verrà apposta una targa all’ex Asilo Martini per ricordare l’esodo e l’accoglienza riservata dalle autorità cremonesi alla comunità giuliano dalmata, una cerimonia realizzata in pieno accordo con il Comitato Provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.  Il consigliere Giuseppe Ceraso, considerato questo impegno, ha chiesto alla proponente di ritirare la mozione. Ipotesi respinta da Chiara Capelletti che, pur riconoscendo la bontà dell’iniziativa, ha dichiarato che vanno ricordati non solo gli esuli, ma anche i morti. Ha preso poi la parola il Sindaco Gian Carlo Corada dichiarando che porterà, insieme a Mario de Vidovich, una corona di fiori a Basovizza, anche se non il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, causa la concomitanza di altri impegni istituzionali. Da qui la richiesta a ritirare la mozione, a meno che non vi sia una volontà di speculazione strumentale.  Chiara Capelletti, alla fine, pur respingendo l’utilizzo del termine speculazione, ha ritirato la mozione per senso di “responsabilità”.

Mozione presentata da Consiglieri vari (primo firmatario Goffredo Iachetti) in ordine alla gestione dei rinnovi dei permessi di soggiorno ai cittadini stranieri presenti a Cremona (Testo della mozione: Premesso che il testo unico sull’immigrazione (decreto legislativo 286/98) prevede che il permesso di soggiorno sia rinnovato entro venti giorni dalla data in cui è stata presentata la domanda; che la richiesta di rinnovo avviene ogni anno per gli stranieri con un contratto a tempo determinato ogni nove mesi per i lavoratori stagionali, ogni due anni per i contratti di lavoro subordinati a tempo indeterminato; che la tariffa prevista comporta che ogni domanda ci si debba presentare tre volte in Questura per fissare l’appuntamento per: consegna documento, ritiro della ricevuta, ritiro rinnovo. Per poi dover andare al Comune e all’agenzia delle Entrate per avere documenti e codice fiscale; che i tempi di attesa alla Questura di Cremona, pur considerando la solerzia degli uffici preposti, sono circa dai 4 ai 6 mesi; che in molti casi ciò provoca il paradosso che quando viene rilasciato il permesso è già ora di chiedere il successivo; considerato che lo spirito che informa il Testo Unico sull’Immigrazione affida agli Enti Locali le pratiche necessarie all’accoglienza degli stranieri; che la situazione attuale causa forti disagi anche dal punto di vista del rispetto della dignità delle persone; visto inoltre che i cittadini stranieri, una volta in possesso del permesso di soggiorno, diventano a tutti gli effetti utenti delle Amministrazioni locali, pagando le imposte; che alcuni comuni lombardi quali Brescia e Como si sono organizzati per una collaborazione con la Questura che ha drasticamente diminuito i tempi di attesa riducendoli a un mese; si invita il Sindaco e gli Assessori competenti a prendere in considerazione le esperienze delle altre città ed attivare le risorse e le iniziative necessarie perché il Comune adotti ogni collaborazione possibile con la Questura; a suggerire al Governo, almeno in via transitoria, l’aumento della durata della validità del permesso di soggiorno a due anni per tutti; a prendere in considerazione di affidare ai Comuni la gestione dei rinnovi dei permessi di soggiorno).
Dopo l’illustrazione della mozione da parte del consigliere Iachetti, è intervenuta l’Assessore Daniela Polenghi. L’Amministratore ha ammesso che anche nel nostro territorio nei mesi scorsi vi sono stati disagi per gli immigrati con code davanti agli uffici della Questura. La Questura di Cremona ha rilasciato oltre 9.000 permessi di soggiorno, al punto che i possessori di permessi di soggiorno sono ora oltre ventimila. Oggi sembra che l’emergenza sia rientrata, soprattutto per il fatto che è possibile prenotare con largo anticipo rispetto alla scadenza del permesso. Vi è però che il timore che questo miglioramento non possa avere lunga vita, soprattutto se si tiene conto dei flussi di immigrati previsti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’ANCI nazionale si è fatta carica di proporre al Governo un preciso percorso, naturalmente non a costo zero. Il Governo ha preferito assegnare alle Poste questo percorso, previo pagamento da parte del cittadino straniero dell’importo necessario. Il singolo Comune non può pertanto sostituirsi alla Questura. Ma gli Enti Locali, attraverso gli sportelli stranieri, come avviene a Cremona, offrono assistenza agli stranieri per le varie pratiche, in questo affiancato da alcune associazioni, nel limite delle disponibilità finanziarie di cui dispongono. L’impegno dell’Amministrazione è di verificare interventi per favorire l’espletamento della pratica per il rinnovo del permesso di soggiorno, anche se cercando di contenere i costi. Hanno fatto seguito gli interventi dei consiglieri Carlo Malvezzi, Pierluigi Rossetti e il consigliere Andrea Virgilio che ha proposto un’integrazione all’ultimo punto della mozione. L’integrazione è stata accolta dal proponente. Anche il consigliere Rossetti ha proposto una propria integrazione. La mozione  che nel paragrafo finale è risultata così formulata: “ a prendere in considerazione di affidare ai Comuni la gestione dei rinnovi dei permessi di soggiorno dietro un adeguato supporto finanziario e organizzativo; a sollecitare una regolare ed efficace convocazione del consiglio territoriale per l’immigrazione; a porsi quali mediatori e garanti presso la Questura affinché vengano garantiti modalità e tempi certi per il rilascio dei permessi di soggiorno” - è stata approvata a larga maggioranza con il voto contrario di FI, AN, Lega Nord e UDC.
Approvazione definitiva della variante parziale al Piano Regolatore Generale vigente ai fini dell’ampliamento della Residenza Sanitaria Assistenziale di via Brescia.
Il Consiglio Comunale è stato chiamato ad esprimersi in via definitiva su questa variante urbanistica che nasce dalla sottoscrizione, tra il Comune di Cremona, l’Azienda Speciale Comunale “Cremona Solidale” e la Fondazione “Città di Cremona”, di un protocollo d’intesa, siglato il 15 giugno scorso, riguardante la realizzazione di una nuova palazzina destinata a residenza sanitaria assistenziale (R.S.A.) da 120 posti letto, necessaria per adeguare agli standard regionali la struttura già accreditata. Tra i diversi impegni reciproci contenuti nel protocollo di intesa figurano: la Fondazione Città di Cremona (proprietaria delle aree e degli immobili) provvederà alla realizzazione della nuova palazzina che verrà poi concessa in locazione all’Azienda “Cremona Solidale”; l’Amministrazione Comunale si impegna, qualora necessario, ad attivare le procedure di adozione della variante urbanistica entro il mese di settembre 2004 sulla base del documento preliminare alla progettazione nonché di un piano della logistica aziendale da definire tra Azienda Speciale e Fondazione. Il documento preliminare alla progettazione individua, per la realizzazione della palazzina R.S.A. un’area parzialmente azionata in zona F2 (ospedale e presidi sanitari) ed in parte in zona E1 (agricola). Si rende quindi necessaria questa parziale variante al PRG vigente che va ad ampliare la zona F2. All’interno di questo procedimento si coglie l’occasione per intervenire sull’azzonamento del comparto eliminando le indicazioni di quei corsi d’acqua che, ancora indicati in planimetria, non sono più esistenti in quanto intubati o rettificati nel loro percorso. La procedura di approvazione della variante urbanistica è così schematicamente riassumibile: approvazione del progetto preliminare dell’opera da parte della Fondazione Città di Cremona (approvazione avvenuta con deliberazione del CdA della Fondazione Città di Cremona il 9 settembre scorso); espressione del parere della Commissione Consiliare permanente attinente le Politiche Urbanistiche e territoriali (in questo caso non essendo ancora insediatasi è stato posto all’attenzione dell’Ufficio di Presidenza) nonché del parere della Commissione Edilizia; adozione della variante urbanistica da parte del Consiglio Comunale (avvenuta in data odierna); richiesta di conformità al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Cremona; approvazione della variante da parte del Consiglio Comunale costituente efficacia della variante; pubblicazione della deliberazione consiliare di approvazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. All’interno della procedura individuata l’avviso di avvio del procedimento da inviare al proprietario del bene si intende sostituito dalla stipula del Protocollo d’intesa del 15 giugno scorso. L’ambito di variante relativo alla realizzazione della nuova RSA ha una superficie totale di 16.360 metri quadrati, mentre l’ambito di variante relativo all’eliminazione dei corsi d’acqua non esistenti ha una superficie totale di 2.055 metri quadrati.
L’oggetto è stato approvato all’unanimità.
Adozione del Piano di Lottizzazione di iniziativa privata “Rastello”,  in variante al P.R.G. vigente ai sensi dell’art. 2, comma 2, lett. b), della Legge Regionale n. 23/97, presentato dalla Soc. Coop. Edilizia “Bernardino Zelioli” a.r.l. per un’area in zona omogenea C (nuovi insediamenti residenziali) sita in località Cavatigozzi. Approvazione dell’individuazione delle aree in cessione da destinare a interventi di edilizia economico-popolare.
Questa variante nasce dalla necessità di razionalizzare ed aggiornare le previsioni dello strumento urbanistico generale conseguentemente all’avvenuta realizzazione del prolungamento di Via G. Paulli. L’avvenuta realizzazione di questo prolungamento ridimensiona infatti la necessità di una fascia di rispetto per le caratteristiche dimensionali e di strada locale che la contraddistinguono. Pertanto questa variante propone un adeguamento delle originarie previsioni di localizzazione dello strumento urbanistico generale vigente, consistente in una riduzione della fascia di rispetto stradale sul lato nord del prolungamento di via Paulli dagli attuali 20 metri a 10 metri. Questo adeguamento è tale infatti da garantire comunque le destinazioni previste nelle zone di rispetto stradale: corsie di servizio, ampliamenti delle carreggiate esistenti, parcheggi pubblici, percorsi pedonali e ciclabili, piantumazione e sistemazione a verde, conservazione dello stato di natura, analogamente a quanto già previsto dal vigente strumento urbanistico generale per strade con simili caratteristiche d’uso.
L’oggetto è stato approvato all’unanimità. 
Atto di indirizzo in merito alla sottoscrizione degli “Aalborg Commitments”, impegni europei definiti nel corso della Conferenza della Campagna delle Città Europee Sostenibili che si è svolta ad Aalborg nel mese di giugno 2004.
Il Consiglio Comunale è stato chiamato a deliberare la sottoscrizione degli “Aalborg Commitments”, impegni europei definiti dalle autorità locali presenti alla Conferenza della Campagna delle Città Europee Sostenibili, adottando il documento quale atto di indirizzo e verifica delle scelte del Comune nell’ambito delle iniziative e dei progetti di attuazione della sostenibilità locale. Nel mese di giugno 2004 si è svolta ad Aalborg la Conferenza della Campagna delle Città europee sostenibili a cui hanno partecipato più di mille delegati provenienti da tutta Europa e nel corso della quale sono stati messi a punto i cosiddetti Aalborg Commitments. Le amministrazioni che intendono sottoscrivere questo documento si impegnano a: rafforzare i processi decisionali tramite una migliore democrazia partecipatoria; mettere in atto cicli di gestione efficienti, dalla loro formulazione alla loro implementazione e valutazione; assumersi la responsabilità della protezione, conservazione delle risorse; adottare ed incentivare un uso prudente ed efficiente delle risorse; svolgere un ruolo strategico nella pianificazione affrontando anche problematiche ambientali, sociali, economiche, sanitarie e culturali; promuovere scelte di mobilità sostenibile; promuovere la salute ed il benessere dei cittadini; assicurare una vivace economia locale senza danneggiare l’ambiente; costruire comunità solidali ed aperte a tutti; farsi carico delle responsabilità per conseguire pace, giustizia, equità, sviluppo sostenibile e protezione del clima per tutto il pianeta. Il Comune di Cremona ha già aderito alla Carta di Aalborg con ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale nell’aprile 1999, impegnandosi così ad attuare programmi locali di sostenibilità. Ha successivamente aderito al Coordinamento Nazionale di Agenda 21 e ha sottoscritto la Carta di Ferrara. Recentemente è stato attivato il percorso di Agenda 21 locale del Comune di Cremona che darà la possibilità, tra l’altro, di fare confluire in una visione di più ampio respiro l’impegno già profuso in termini di azione e progetti di sviluppo sostenibile (La documentazione riguardante Agenda 21 può essere chiesto all’Ufficio Stampa, n.d.r.).
L’oggetto è stato approvato con l’astensione della minoranza.
Illustrazione del Bilancio di Previsione 2005 e del Triennale 2005/2007 da parte dell’Assessore al Bilancio Celestina Villa.
Il Bilancio di Previsione 2005 viene presentato dopo qualche  mese dal rinnovo degli organi di governo del nostro Comune e quindi nella fase iniziale del nuovo mandato amministrativo. Gli elettori nel giugno 2004 hanno dato fiducia alle proposte programmatiche del nuovo centrosinistra (nuovo perché allargato al Partito della Rifondazione Comunista), con una duplice prospettiva: da un lato continuare il percorso intrapreso negli ultimi anni, dall'altro mettere in atto nuove e diverse azioni per rispondere alle esigenze dei nostri cittadini.
Questa previsione di bilancio si cala in un quadro internazionale caratterizzato da un forte  stato di insicurezza, legato al timore di nuovi attacchi terroristici,  timore non placato, né dalle scelte di politica estera compiute da alcuni importanti paesi  alle quali l'Italia si è accodata, né dalla  guerra preventiva, ed in un momento di forte  incertezza  dell’economia italiana.
L'economia italiana, e chi ne ha le responsabilità di governo, a differenza di altri paesi europei, non è stata in grado, prima di gestire il passaggio all'Euro e poi di mettere in cantiere politiche pubbliche atte a rilanciare l'economia nazionale e ad offrire nuove prospettive alla popolazione. Anche la scelta di ridurre  le tasse,  appare fuori luogo,  non in linea con lo stato dell'economia nazionale e sbagliata. Innanzitutto ridurre le tasse in un momento in cui la comunità vive in uno stato di incertezza non permetterà di certo di rilanciare i consumi e, in secondo luogo, compiere questa scelta in una fase di stagnazione economica e di perdita di competitività della nazione, significa sottrarre risorse importanti al welfare e quindi alla sanità, alla previdenza sociale, alla scuola, nonché agli enti locali.
Sbagliata perché si è tradotta in una pesante ed iniqua redistribuzione del reddito da tutti i cittadini a favore  di una parte ristretta della società. Le tante persone che già faticavano ad arrivare alla fine del mese sia per le loro precarie condizioni di lavoro, che per l’aumento dell’inflazione reale, non compensato da un pari incremento del reddito, si ritroveranno ancora più povere. Avere un’occupazione non significherà più uscire dallo stato di povertà.
Tale scelta governativa peserà come un macigno sulle comunità e sugli enti locali. Un governo centrale che chiede meno lascia ai governi locali l'incombenza di risolvere il problema delle risorse mancanti. Per questo il peso dei minori trasferimenti costringerà molti comuni e province a chiedere sacrifici ai propri cittadini per poter continuare a investire e a mantenere inalterato il livello qualitativo dei servizi.
Inoltre la limitazione dell'autonomia impositiva, quale  il blocco dell'addizionale Irpef,  pone i comuni di fronte a scelte non facili: agire sull’ICI, sugli altri canoni o tributi, sulle tariffe dei servizi a domanda individuale,  su tutti?
La nuova impostazione del patto di stabilità, che da quest’anno si traduce in un  tetto alla spesa degli Enti locali, anche quelli virtuosi, come è risultato essere il Comune di Cremona, significa anche  tetto alla spesa per investimenti.
 Il rischio è quello di bloccare il paese,  nel momento in cui gran parte  degli investimenti pubblici viene finanziata  proprio dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni.
In questo contesto anche gli enti virtuosi, quelli nei quali non sussistono sprechi o spese fuori controllo, si trovano di fronte ad un bivio: tagliare drasticamente i servizi alle persone e alle famiglie, oppure aumentare le entrate per continuare ad offrire ed estendere servizi di qualità.
Pertanto abbiamo scelto di puntare  sui servizi alla persona, sulla risposta ai nuovi bisogni della comunità, senza chiedere sacrifici esagerati e mettendo in atto una manovra in grado di fornire risposte, sia in termini di spesa corrente che di investimento.
Questa nostra manovra finanziaria non solo consentirà di mantenere inalterato il livello e la qualità dei servizi, ma consentirà di mettere in atto una serie importante di progetti per realizzare il primo grande obiettivo che questa amministrazione si è data nel momento in cui si è presentata agli elettori: mantenere un welfare in grado di rispondere ai sempre nuovi bisogni del territorio.
Welfare non significa solo asili nido, scuole materne, case di riposo, servizi all’handicap, alla tossicodipendenza, al disagio giovanile, ma anche  istruzione cultura e politiche per lo sviluppo.
Le politiche sociali sono politiche di sviluppo fortemente ancorate ai territori. Perché questi siano competitivi non basta più che lo siano le singole aziende, ma debbono esserlo i sistemi territoriali intesi come pluralità di soggetti: istituzioni, imprese, terzo settore, ecc., che interagiscono in un disegno di sviluppo e di crescita competitiva di cui le politiche di welfare sono parte integrante.
Lo  sviluppo della piccola e media impresa e dei distretti industriali più produttivi  si è  giovato del valore aggiunto portato dai servizi sociali ed educativi, a partire da quelli per l’infanzia, nonché dei servizi a rete per il territorio.
A riprova di quanto affermato, basta vedere come il sistema della piccola e media impresa e dei distretti produttivi non abbia attecchito nello stesso modo al sud, come invece si è verificato per il centro nord, proprio perché al sud sono fortemente deficitari i servizi di welfare locale e quelli a rete.
Ma la complessità della situazione in atto, la spinta alla competizione internazionale rischiano di far perdere coesione ai sistemi territoriali: alcune imprese, quando non sono controllate da società straniere, aprono nuovi stabilimenti produttivi in altri paesi, delocalizzano del tutto la loro produzione, si rivolgono ai paesi emergenti. Spostano la loro attenzione solo sui grandi fattori di competitività quali i porti, gli aeroporti, le grandi strade, il sostegno all’internazionalizzazione, il credito.
Quello che era un sistema territoriale coeso rischia di rompersi, di impoverirsi. Aumentano le forme di disuguaglianza sociale, economica e culturale.
Noi dobbiamo evitare che questi fenomeni diventino una perdita secca per i territori. Senza metterci di traverso possiamo condizionarli, dovremo fare in modo che alcune funzioni strategiche di ricerca, di servizi, di commercializzazione rimangano sul territorio. Ecco che torna il tema dell’istruzione, della qualità delle risorse umane e di quella intrinseca ad un territorio, con un welfare che è quindi chiamato a sapersi rinnovare.
Non solo, perché le imprese resistano, si modifichino, migliorino la loro qualità, è determinante  il ruolo centrale delle autonomie locali, ma anche e soprattutto quello più importante e diverso delle regioni, che non dovrà consistere in un rapporto tra imprese eccellenti e regione, con la conseguente marginalizzazione dei territori ed il loro  impoverimento sociale, ma in una sussidiarietà tra livelli istituzionali e nel rapporto tra società ed istituzioni.
E’ in questo difficile contesto che è stato predisposto il progetto di bilancio per l’anno 2005.
La scelta è stata quella di mettere in campo obiettivi ed azioni che siano equi, solidali e di tenuta del tessuto sociale, ma che nello stesso tempo diano spazio anche alle aspirazioni collettive ed individuali della nostra comunità.
Per lo studio e l’analisi dei progetti rimando agli incontri con i singoli assessori ed alla lettura della relazione previsionale e programmatica, perché il confronto, più che sui freddi numeri, si fa  sulle idee.
Le idee per tradursi in fatti abbisognano di “ vil pecunia” e quindi  approvarle e condividerle significa approvare e condividere la destinazione che viene assegnata al pubblico denaro.
La manovra finaziaria che si propone prevede di :

·       aumentare l’aliquota ordinaria ICI al 7 per mille, prima casa esclusa, mantenendo le agevolazioni già introdotte e riducendo dello 0,50 l’aliquota agevolata del 3,65 per mille per chi sottoscrive canoni di locazione  degli alloggi in base ai patti territoriali previsti dalla legge 431/98;

·       aumentare le tariffe del canone per l’occupazione delle superfici ed aree  pubbliche
·       aumentare l’imposta permanente di pubblicità e pubbliche affissioni
·       aumentare il costo di costruzione.
Non vengono aumentate le tariffe dei servizi a domanda individuale, che più incidono sull’economia familiare, e la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Gli aumenti proposti possono sembrare eccessivi, ma così non è. Chi era presente nel precedente mandato sa che Cremona, all’interno di una indagine tra 12 Comuni capoluogo di provincia, aventi caratteristiche omogenee, delle regioni Piemonte, Lombardia e Liguria, promossa dal Comune di Alessandria per gli anni 2001 e 2003, si è collocata al terzo posto per la minore incidenza percentuale della pressione tributaria locale sul reddito familiare.
Anche i nuovi importi, dalle verifiche effettuate, risultano inferiori a quelli praticati in altre città capoluogo di provincia della nostra Regione e non solo.
Per l’ICI le tante e diverse condizioni riscontrate ci portano a dire che siamo nella media.
Si tenga presente che i dati di raffronto per gli altri comuni sono quelli in vigore nel 2004. Non è detto che in fase di predisposizione del bilancio 2005 non cambino.
Nel corso dell’anno 2005 saranno rinnovati tutti gli  appalti per la  fornitura di beni e  servizi, tra i quali anche quelli assai rilevanti  per  il servizio mensa delle nostre scuole (dalle materne alle medie inferiori) e per i servizi delle politiche giovanili, che, senz’altro, comporteranno un incremento della spesa, dovuto al maggior costo della manodopera e dei beni forniti. Ciò nonostante si è scelto di non aumentare le rette, proprio per non gravare ulteriormente sulle già provate finanze familiari dei nostri cittadini.
Si cercherà di dare una risposta all’emergenza casa, scoppiata soprattutto sul finire dello scorso anno a causa della mancata proroga degli sfratti determinata dalle scelte  del nostro governo nazionale,  istituendo un capitolo vincolato alla manutenzione programmata degli alloggi di edilizia residenziale pubblica ed uno desinato a sostenere gli inquilini, soprattutto anziani, che non riescono a pagare l’affitto, senza nulla togliere al  Fondo sociale affitti ed alle agevolazioni previste per le giovani coppie.
Nella spesa per gli investimenti, che saranno più ampiamente illustrati dal signor Sindaco, abbiamo destinato un cospicuo importo per gli interventi di manutenzione straordinaria e recupero di parte  degli alloggi.
Nell’ottica di conseguire la maggiore trasparenza possibile nei confronti dei propri amministrati verrà pubblicato, previo studio di fattibilità, il piano esecutivo di gestione, nel quale sono contenuti tutti gli obiettivi che l’Amministrazione  si prefigge di realizzare nel corso dell’anno, con l’indicazione dei tempi e delle risorse umane ed economiche da impiegare.
Sarà predisposto un progetto che consentirà di costruire il Bilancio 2006 anche attraverso lo strumento del Bilancio partecipativo.
Questo bilancio, pur procedendo per certi versi nel solco tracciato dalle precedenti amministrazioni di centrosinistra, fonda  la propria impostazione sulle linee programmatiche di mandato 2004-2009 approvate da questo Consiglio Comunale. La sua caratteristica unificante è dunque quella di essere rivolto ad uno sviluppo che sia di qualità, sostenibile e solidale. Perché solo una comunità accogliente e solidale è più sicura.

*Dopo l’illustrazione generale del Bilancio di Previsione da parte dell’Assessore Celestina Villa
i seguenti oggetti sono stati rinviati alla doppia seduta consiliare in programma il 21 o 23 febbraio (la data è ancora da confermare)

Modifica e integrazione del Regolamento per l’applicazione del canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche
Modifiche e integrazioni del regolamento per l’applicazione della imposta comunale sulla pubblicità e per l’effettuazione del servizio delle pubbliche affissioni
Modifica del regolamento di attuazione del piano generale degli impianti pubblicitari e delle pubbliche affissioni
Modifica alle disposizioni regolamentari in materia di Imposta Comunale sugli Immobili (I.C.I.)
Verifica della quantità e della qualità di aree e fabbricati che potranno essere ceduti in proprietà o in diritto di superficie dei prezzi di cessione per l’anno 2005
Approvazione del Programma delle Alienazioni di Immobili facenti parte del patrimonio comunale (art. 7 del regolamento per la disciplina dei contratti) per l’anno 2005
Approvazione del Bilancio di Previsione 2005 e relativi allegati: Relazione Previsionale e Programmatica e Bilancio pluriennale 2005-2007.
Approvazione del Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2005-2007 e dell’elenco annuale dei lavori per l’anno 2005.

Mozione in data 22  novembre 2004  presentata da Consiglieri vari del Gruppo Consiliare “Democratici di Sinistra” (primo firmatario Gino Carnesella) in ordine alla realizzazione di un parcheggio multipiano nell’area delle ex tramvie (Testo della mozione: Il Consiglio Comunale, premesso che il progetto di città posto in essere d questa amministrazione prevede il miglioramento negli anni della qualità della vita; considerato che tale ambizioso obiettivo passa anche attraverso l’adozione di importanti strumenti di lavoro quali il P.R.G.; il Piano della Sosta e della Mobilità; il Piano dei Parcheggi; il Piano delle Piste ciclabili; sottolineato che l’impegno programmatico di questa maggioranza prevede il riordino del sistema viabilistico cittadino attraverso una serie di interventi mirati tra i quali l’allargamento della ZTL e della Zona Pedonale e la creazione di nuovi parcheggi; sensibili al problema oggettivo di chi deve comunque spostarsi con mezzi di trasporto propri e chiede un maggior numero di aree di sosta; sensibili altresì ai problemi di chi lavora e svolge la propria attività commerciale, artigiana, dipendente o autonoma che sia chiede a questa Amministrazione di impegnarsi perché al più presto si possa dar seguito alla realizzazione di un parcheggio multipiano nell’area delle ex tranvie che integri l’ormai insufficiente spazio esistente, tale da favorire le più che legittime richieste dei cittadini pendolari in uscita dalla città e quelle di chi comunque nella città vive, lavora, si muove e desistere un punto di riferimento per la sosta alternativo e certo ai parcheggi del Foro Boario e Piazza Marconi, dove peraltro è prevista la realizzazione di un parcheggio sotterraneo. Si provveda inoltre a individuare altre zone della città idonee alla realizzazione ed al completamento dei parcheggi corona).
Dopo l’illustrazione della mozione, il dibattito è stato aperto dall’intervento del consigliere Ferdinando Quinzani, cui hanno fatto seguito i consiglieri Pierluigi Rotelli, Matteo Lodi, Laura Carlino, Domenico Maschi, Carlo Salvatore Malvezzi, Italico Maffini. Il dibattito è stato concluso dall’Assessore Daniele Soregaroli, che ha parlato della futura realizzazione del cosiddetto fast park nelle ex tramvie da parte di AEM S.p.A.
La mozione è stata quindi messa ai voti ed approvata all’unanimità.
Mozione in data 28 novembre 2004 presentata dal Consigliere Comunale del Gruppo Consiliare “Lega Nord” Giacomo Zaffanella con cui si chiede la promozione di una vasta campagna di raccolta fondi da destinare ai Comuni di Salò, Gardone Riviera e Toscolano Maderno, colpiti dal terremoto del 24 novembre 2004 (Testo della mozione: Mercoledì 24 novembre alle ore 23.59 si è verificato un forte sisma di magnitudo 5.2 della scala Richter, 8 della scala Percalli, con epicentro i Comuni di Salò, Gardone Riviera e Toscolano Maderno. I criteri antisismici di costruzione degli edifici seguono il principio per il quale non debba crollare per potere salvare la vita agli abitanti dello stesso, seppur subendo forti danni alla struttura e alla conseguente agibilità. Considerato che il sisma non ha fortunatamente provocato vittime ma comunque ingenti danni alle strutture di migliaia di abitazioni costruite con criteri antisismici; che la popolazione locale la notte stessa si è rimboccata le maniche e ha lavorato incessantemente fino a quando, il pomeriggio all’indomani del sisma, le strade ed i paesi erano perfettamente sgombre da tutte le macerie; che i negozianti un’ora dopo il sisma si sono preoccupati per le loro attività sistemando e ripulendo affinché il giorno dopo si potesse tornare al lavoro; che i telegiornali nazionali, a causa del mancato vittimismo della popolazione (la parte sottolineata è stata tolta dal proponente al termine del dibattito), hanno ritenuto che i problemi potessero risolverli da soli gli abitanti delle zone colpite, contrariamente a quanto avvenuto in occasione di recenti sismi di pari intensità in altre zone d’Italia, lanciando iniziative di raccolta fondi via sms della durata di qualche mese; che nel caso di Salò, due giorni dopo il terremoto è calato il silenzio vergognoso dei media nazionali, lasciando sole quelle popolazioni di lavoratori silenziosi; preso atto che moltissimi cremonesi trascorrono le loro vacanze in quelle zone, in particolare a Gardone Riviera e Maderno, per questo Cremona dovrebbe sentirsi particolarmente coinvolta e toccata dagli eventi; si chiede che questa Amministrazione promuova nei modi ritenuti più opportuni una vasta campagna di raccolta fondi da destinare ai Comuni più colpiti come minimo gesto per dimostrare la nostra solidarietà verso luoghi e genti ospitali in questo momento difficile abbandonati dall’opinione pubblica nazionale).
Sull’argomento ha preso la parola il Sindaco che ha detto di condividere lo spirito solidaristico della mozione, ma di non condividere il raffronto con altre popolazioni di altre zone del Paese. Per quanto riguarda la richiesta specifica, immediatamente dopo vi è stata la tragedia dello tsunami per cui il Comune ha aperto una campagna di raccolta di fondi: aprirne un’altra ora potrebbe non avere molto seguito. Per quanto avvenuto sulla riviera gardesana sarebbe più opportuno, secondo il Sindaco, sentire i primi cittadini delle località colpite per conoscere i bisogni reali dei vari Comuni per una possibile collaborazione di carattere tecnico.
Terminato il breve dibattito, la mozione è stata messa ai voti ed approvata con la sola astensione del consigliere Pierluigi Rossetti.

Mozione in data 6 dicembre 2004 presentata dai Consiglieri Comunali del Gruppo Consiliare “Alleanza Nazionale” relativa alla richiesta di maggiore illuminazione e manutenzione del parcheggio del Foro Boario (Testo della mozione: In considerazione del fatto che questa Amministrazione sta cercando di incentivare l’utilizzo del Foro Boario come parcheggio di sosta lunga, vista la scarsa illuminazione e la carente manutenzione di questa zona della città, che crea anche insicurezza e diffidenza nell’utilizzare l’area come parcheggio, il Consiglio Comunale impegna questa Amministrazione ad aumentare e migliorare l’illuminazione esistente nonché la manutenzione del manto stradale, della recinzione esterna, delle zone verdi e la disposizione dei parcheggi al fine di incentivare la fruibilità della zona).
Sull’argomento è intervenuto l’Assessore Daniele Soregaroli che ha affermato che sull’illuminazione pubblica è stato avviato un confronto con AEM per verificare i miglioramenti da apportare in alcune zone. Disponibilità ad intervenire ogni qualvolta si sarà la necessità di farlo attraverso la manutenzione ordinaria, anche se è da escludere, per ragioni economiche, l’asfaltatura completa del parcheggio. 
Messa ai voti, la mozione è stata approvata con l’astensione dei consiglieri Zampini e Rossetti.

 


       



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