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15 Settembre, 2002
Elezioni Regionali del 3-4 aprile 2005
Le riflessioni della Presidenza Provinciale ACLI di Cremona

Le elezioni regionali del 3-4 aprile prossimo sono un banco di prova dell’attività amministrativa della Regione che gestisce funzioni importanti che incidono sulla vita e sul benessere delle persone e delle comunità.

Come ACLI intendiamo fornire alcune riflessioni su tre importanti materie regionali: lavoro, formazione professionale e il comparto socio sanitario assistenziale, che costituiscono le sicurezze portanti nella vita delle famiglie e della loro crescita umana e sociale.

Sappiamo che per legge, il Presidente della Regione costituisce il centro dell’attività politica regionale. Dopo dieci anni consecutivi del governo Formigoni è opportuno verificare se le sue politiche, in nome del principio della libertà di scelta del cittadino, hanno tutelato effettivamente le fasce più deboli dei cittadini.

La politica sanitaria Regionale

La Regione pensa di aumentare l’efficienza del sistema d’offerta ospedaliera attraverso un modello di mercato.

La legislazione nazionale aveva già introdotto il principio dei Livelli Essenziali di Assistenza, ossia l'elenco di prestazioni minime che le Regioni sono tenute a rimborsare, garantendo in questo modo a tutti i cittadini condizioni di protezione sociale e tutela del diritto alla salute. Il Piano Socio sanitario regionale ha trasformato i livelli minimi in un problema di risorse economiche così, quanto non è riconosciuto come minimo livello garantito, dovrà essere pagato daI cittadino attraverso forme di assistenza integrativa. Allora una cura diventa essenziale o no, a seconda delle disponibilità di risorse finanziarie e la sanità viene differenziata, per qualità e quantità di prestazioni, in base alle possibilità economiche dei cittadini, in dispregio di qualsiasi principio di solidarietà (sociale e nazionale).

Il Piano socio sanitario vuole la trasformazione delle Aziende ospedaliere in "Fondazioni in partecipazione" (pubblico e privato). La Regione vuole porsi come unico ente regolatore e controllore del mercato sanitario, che verrà affidato ai privati o ad ospedali costituiti in fondazioni. Secondo questo nuovo modello, scompare il ruolo primario regionale di garanzia e tutela della salute dei cittadini.

Inoltre la Regione sta realizzando:

·        la privatizzazione dei servizi appaltando servizi sino ad ora complementari alla sanità e, in prospettiva, anche la radiologia e Ia diagnostica;

·        i tagli di posti letto negli ospedali e nelle case di riposo (RSA), a vantaggio delle strutture private; la riduzione delle cure per lungodegenti; l'introduzione del buono per le spese sociosanitarie delle famiglie che cureranno a casa i propri malati; i tagli al personale medico e infermieristico;

·        interventi socio-assistenziali applicati con criteri aziendali che non tengono conto delle differenti dimensioni sociali dei problemi;

La Regione dopo aver quasi attuato completamente i punti sopra riportati, avrebbe dovuto valutare l'efficacia, l'efficienza e i costi dell’ intero sistema. Nulla è stato prodotto in proposito. Gli unici dati a disposizione sono relativi ai bilanci, ove i costi hanno subito una crescita esponenziale. Esistono studi di carattere internazionale che riconoscono che la commercializzazione dei servizi sanitari determini effetti peggiorativi sullo stato di salute delle classi meno avvantaggiate. Sappiamo che le forme tumorali in Lombardia sono in aumento e che invece diminuiscono i posti letto e l'offerta riabilitativa. Si percepisce una sempre maggiore influenza delle lobby che intravedono un grande affare sulla sanità.

Le ACLI ritengono pertanto indispensabili:

una revisione totale del sistema dei ticket;

la riduzione delle liste d'attesa qualificando l'offerta delle prestazioni;

una qualificazione degli interventi per la sicurezza nei luoghi di lavoro e la tutela ambientale;

una integrazione socio-sanitaria delle prestazioni invertendo la tendenza in atto, dando piena attuazione alla L. 328/2000 e garantendo le risorse adeguate;

una revisione della logica dei voucher come strumento integrativo e non sostitutivo dei servizi;

la creazione del fondo per la non autosufficienza;

una gestione democratica dell’intero sistema sanitario ove comuni, rappresentanze dei malati e i sindacati svolgano un ruolo di indirizzo e di controllo.

Non riteniamo accettabile che la parte più redditizia delle prestazioni sanitarie venga trasferita al privato, mentre al pubblico e al no profit resti la parte meno qualificata, assegnata  attraverso gare al massimo ribasso.

Lavoro

Per quanto riguarda il lavoro le Acli denunciano che spesso la flessibilità del lavoro si trasforma per molti in un serio rischio di scivolare verso una condizione di precarietà.

Pertanto chiedono di:

• rivisitare la legislazione del mercato del lavoro e (per quanto attiene alla competenza regionale) attenuare l’impatto sociale negativo di molte norme, con particolare attenzione ai bisogni delle fasce deboli;

• favorire lo sviluppo della rete di agenzie pubbliche di incontro fra domanda e offerta e coordinare e controllare la rete di agenzie private al fine di evitare distorsioni ed illegalità;

• sottolineare la forte preoccupazione per il pesante ridimensionamento dei finanziamenti pubblici destinati alle attività formative;

• sollecitare l’attuazione della riforma degli ammortizzatori sociali perché venga istituito un sistema di sostegno al reddito per chi perde il lavoro, svincolato dall’appartenenza di settore, dalla dimensione dell’impresa e dalla tipologia di contratto in cui ciascun lavoratore è inquadrato;

• sviluppare con decisione la cultura della legalità (in Italia quasi un terzo della ricchezza è prodotta con lavoro sommerso e la Lombardia fa la sua parte). Poiché è la scarsa cultura della legalità la piaga degli infortuni sul lavoro, la Regione con le sue competenze non può sfuggire alla sue responsabilità.

Formazione professionale

La formazione professionale è uno strumento decisivo a supporto delle politiche attive del lavoro e dello sviluppo. In Lombardia si è avviato il processo di liberalizzazione di accesso ai pubblici finanziamenti anche a soggetti con finalità di lucro, tramite lo strumento dell’accreditamento (oltre 2000 soggetti) e il finanziamento a bando. E’ prevalsa la volontà di apertura indiscriminata con filtri di controllo e verifica solo formali e spesso basati su autodichiarazioni. Questa impostazione ha comportato anche il prosciugamento delle risorse finanziarie, pregiudicando il futuro prossimo, compresa l’attuazione della riforma Moratti, che privilegia la formazione per i ragazzi dimenticando quella per gli adulti.

Auspichiamo pertanto che la formazione professionale mantenga il suo ruolo di sostegno alle politiche del lavoro, oltre che a quelle dell’istruzione.

Famiglia

La tutela della famiglia è un punto cardine delle politiche sociali. Nonostante i ripetuti richiami a mantenere alta l'attenzione all'istituto familiare, non sempre sono state prodotte politiche adeguate ed efficaci in sua difesa. Gli sgravi fiscali e i premi di natalità si sono dimostrati strumenti costosi e inefficaci per l'assenza di criteri di selettività in base al reddito. Occorre che non ci si dimentichi che sulla famiglia oggi ricadono le conseguenze della discontinuità del reddito e i problemi dell’abitazione, soprattutto per le giovani coppie, gli immigrati, le persone con redditi bassi, le famiglie monoparentali. Le giovani donne che lavorano con contratti flessibili, quasi sempre a tempo determinato, sono fortemente esposte al ricatto di non vedersi confermare il lavoro semplicemente perché si sposano e potrebbero diventare madri. La necessità primaria quindi è quella della stabilità del lavoro per entrambi i coniugi e di un deciso rilancio dell'assegno di sostegno al nucleo familiare modulato sulla base del reddito.

Occorre aggiungere poi che l’introduzione dei voucher come forma di finanziamento dell’assistenza domiciliare non può soddisfare una domanda estremamente differenziata che chiede anche di migliorare i servizi per la custodia e l'educazione dei figli piccoli.

Per noi il voto non può che essere orientato alla politica del bene comune, non dichiarata ma realizzata. Un richiamo dunque a riflettere sulla situazione generale (in particolare quella socio-sanitaria) della nostra regione e un invito anche a non lasciarsi ingannare da una pubblicità fallace che promette giustizia, diritti e perfino bellezza per tutti.

 


       



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