15 Settembre, 2002
Carlo Muratori: la Sicilia nel cuore
“Sicily”: un disco – e “il folklore siciliano respira, sa di pulito”
Su uno scaffale speciale della Biblioteca di Welfare questa volta mettiamo un
disco. Che sia chiaro: non è per una sorta di “obbligo” in cambio della
cortesia di Carlo Muratori, le cui note hanno “accompagnato” il Natale e la
Pasqua di WelfareCremona. È per “obbligo” verso chi ama la musica bella e
intelligente e non ha ancora avuto la fortuna di incontrare il nuovo disco: “Sicily”.
Per non dovermi improvvisare critico musicale, potrei qui riportare una delle
tante recensioni elogiative uscite sulla stampa (specializzata e non).
Preferisco un articolo pubblicato da un “collega” – sito internet – “specializzato”
nel far vedere la bella - e tante, troppe volte addolorata - faccia di una
Sicilia che è nel nostro cuore.
M.T.
Carlo Muratori: la Sicilia nel cuore
Si intitola Sicily ed è nato per caso. "Bisogno di leggerezza", dice
Muratori, e voglia di recuperare un’essenza ignorata, ma ad una condizione:
rivitalizzarla. E così, come un appartamento appena imbiancato, il folklore
siciliano respira, sa di pulito. Via i tamburelli, spazio a chitarre, mandolini,
bouzouki, percussioni. Immancabilmente, al marranzano. I testi tradotti in due
lingue: italiano e inglese. Già, perché sembra che i più interessati al
folklore siciliano siano proprio i turisti stranieri. E allora, "Sicily".
La scelta promozionale è quella dell’incontro, del contatto diretto con la
gente.
Sabato 19, al liceo scientifico-tecnologico di Caltanissetta, Muratori parla
di musica, parole e luoghi; o meglio, di musica e parole che non hanno luoghi.
Un breve excursus sulla sua carriera rivela la costante ricerca dei colori della
Sicilia, nella consapevolezza che "il dialetto ha ancora un senso,
altrimenti si estinguerebbe da solo". Dall’esperienza de "I Cilliri"
alle più mature espressioni della sua creatività, il filo conduttore è sempre
lo stesso.
Sicily nasce dalla constatazione di un’esperienza trasversale che,
attraverso i canti folkloristici, tocca e coinvolge persone di tutte le età. L’indagine
di Muratori inizia con l’inserzione di alcuni brani della tradizione nel suo
repertorio. Il risultato è sorprendente: la gente canta, si emoziona, batte le
mani, diventa parte dello spettacolo; ma quasi nessuno sa dire come abbia
imparato quelle canzoni. E’ un repertorio comune, appreso con naturalezza,
chissà quando e chissà dove.
Un’altra nota sottolineata dal cantautore concerne i tempi. Dieci anni fa,
sostiene, una raccolta di questo tipo sarebbe stata improponibile, in quanto
schiacciata dalla vicinanza delle tematiche affrontate. Oggi invece,
impreziosita dalla patina della lontananza, sortisce l’effetto di un tuffo nel
passato.
Con straordinaria maestria ed efficacia, Muratori riesce a scivolare dalle
tematiche più leggere e giocose di canti come "Si maritau Rosa",
"Mi votu e mi rivotu" (introdotta da una simpatica digressione sul
sistema elettorale...), "’U sciccareddu", cantata con il prezioso
ausilio di uno spettatore, "E vui durmiti ancora" e "A lu mircatu",
alla storia tragica e sofferta di Rosa Balistreri, alla quale rende omaggio
reinterpretando "Rosa canta e cunta", vera e propria autobiografia
dell’autrice.
Parla molto, Muratori. Coglie spunti da ogni parte, e coinvolge. Il pubblico
ride, si diverte, si ritrova. "Rimbambinisce" suggerisce il
cantautore: ritorna bambino.
L’incontro si chiude con un’anticipazione sul prossimo lavoro sulle
miniere. Si tratta di un viaggio nelle profondità. La discesa in miniera
diventa pretesto per scavare nell’interiorità del siciliano, per svelarne i
segreti, le pulsioni, i desideri, le paure: in una parola, l’anima.
s.d.
Fonte: www.girodivite.it.
 
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