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 Cronaca

15 Settembre, 2002
Consiglio Comunale - Seduta di lunedì 18 aprile 2005
Respinta la proposta di intitolare una via ad Aldo Protti. Tutto rimesso alla Commissione Toponomastica per gli opportuni approfondimenti

La seduta del Consiglio comunale si è aperta con l’esame, per la convalida, delle condizioni di eleggibilità e di compatibilità alla carica di Consigliere Comunale di Daniele Burgazzi, in sostituzione del dimissionario Consigliere Eduardo Poles, nominato dal Sindaco quale componente del nuovo Consiglio di Amministrazione di AEM Cremona S.p.A. Il Consiglio Comunale ha approvato ed il nuovo Consigliere ha fatto il suo ingresso in aula.
Successivamente il Presidente del Consiglio Comunale Mauro Fanti ha ricordato la figura di Mario de Vidovich, scomparso il 16 aprile scorso, al quale è stato dedicato un minuto di silenzio in segno di omaggio.
Mozione in data 17 gennaio 2005 presentata da Consiglieri Comunali diversi (primo firmatario Alberto Cappellini) con cui si richiede sostegno agli enti locali in termini di risorse e strumenti nella gestione del fenomeno dei minori stranieri non accompagnati (Testo della mozione: Premesso che la questione dei minori stranieri non accompagnati è a tutti gli effetti un preoccupante fenomeno di “migrazione precoce”; che negli ultimi anni ha assunto le caratteristiche di un flusso migratorio non programmato, non prevedibile e quindi difficilmente governabile e spesso espressione di situazioni gravi e variegate; che il fenomeno conta circa 15.000 presenze sul territorio nazionale secondo il Documento congiunto ANCI  Conferenza dei Presidenti delle Regioni del 5/7/2004; che i Comuni italiani sono chiamati a garantire i servizi essenziali  - accoglienza, salute, alloggio e scolarizzazione - e che le relative spese sono totalmente a loro carico; che il Comune di Cremona nel corso del 2004 ha registrato la presenza costante di 20 minori e ha affrontato una spesa di € 220.000 circa a fronte di una spesa di € 35.000 sostenuta nel 2003. Considerato che l’Amministrazione centrale non sostiene adeguatamente le responsabilità che gli enti locali si assumono nella gestione del fenomeno; che non sono state definite procedure standardizzate, strumenti giuridici e di coordinamento a livello interistituzionale; che l’esposizione degli enti locali che si trovano a dover sostenere i minori non accompagnati senza poterlo programmare in anticipo; visti la normativa vigente, il Documento congiunto ANCI  Conferenza dei Presidenti delle Regioni del 5/7/2004, il documento sul fenomeno dei minori non accompagnati, il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta ad attivarsi affinché venga riconosciuto il fenomeno come prioritario nelle politiche migratorie e sociali da diversi livelli istituzionali competenti siano individuate risorse aggiuntive al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per sostenere i servizi di accoglienza messi in atto quotidianamente dagli enti locali siano specificate nei documenti di programmazione economica le risorse da impegnare per gli interventi connessi alle problematiche in oggetto; sia previsto l’inserimento delle Regioni nella composizione del Comitato minori stranieri attraverso la modifica del D. lsg 286/98; vengano stipulati accordi interistituzionali in cui si definiscano con precisione ruoli e competenze delle diverse amministrazioni anche a livello locale).
Dopo che la mozione è stata illustrata dalla Consigliera Luciana Carini, si è aperto un breve dibattito che ha visto gli interventi dei consiglieri Enrico Manfredini, Pierluigi Rossetti, Matteo Lodi, che hanno tutti manifestato la loro condivisione verso la mozione presentata. Sull’argomento è quindi intervenuta l’Assessore ai Servizi alla Persona Maura Ruggeri. “La mozione  ha detto l’Assessore - centra perfettamente il tema: la questione dei minori non accompagnati ha effettivamente assunto le caratteristiche di un flusso migratorio non programmato, non governato e che ricade interamente sulle spalle dei Comuni. L’impressione è quella di una sottovalutazione generale del fenomeno, sia rispetto alle sue proporzioni che alla specificità dei problemi che pone sul territorio: il Comitato Minori Stranieri non svolge una funzione di raccordo tra le diverse istituzioni competenti in materia, manca un adeguato raccordo interistituzionale, inoltre si confermano particolarmente critici i rapporti, in termini di rapidità, efficienza e concertazione, con il Comitato Minori Stranieri. Di fatto gli Enti Locali, che si assumono tutta la responsabilità e l’onere della gestione del fenomeno, non dono sostenuti, mancano indirizzi chiari, rilevanti sono le difficoltà operative connesse all’espletamento della misura del rimpatrio assistititi: ci sono tempi lunghi per l’adozione del provvedimento, c’è poca chiarezza in merito alle modalità concrete del rientro. E’ necessario invece: 1) che il fenomeno venga assunto come questione prioritaria nella gestione delle politiche migratorie; 2) che si stabilisca in maniera chiara chi fa che cosa, i distinti ruoli e compiti delle amministrazioni centrali, regionali e locali, anche attraverso l’istituzione di un apposito coordinamento; 3) che si mettano a disposizione risorse per garantire un sostegno alle realtà interessate in maniera pressante dal fenomeno; 4) una modifica sostanziale dell’istituto del rimpatrio assistito: è evidente infatti che, affinché l’istituto funzioni davvero “nel superiore interesse del minore”, deve esserci una certezza dei tempi, una condivisione del processo decisionale con l’ente locale fin dall’inizio, e la possibilità di progettare il reinserimento nell’area di origine”.
Terminato il dibattito, la mozione è stata posta ai voti ed approvata con 24 voti a favore e 13 astensioni (FI, AN, Lega Nord e UDC).
Mozione in data 24 gennaio 2005 presentata da Consiglieri vari circa l’incentivazione dell’attività della polizia locale nel presidio del territorio (Testo della mozione: Premesso che anche la nostra città è oggetto di numerosi fenomeni di microcriminalità - truffe, furti in appartamenti - i destinatari di tali azioni sono prevalentemente soggetti deboli, quali ad esempio gli anziani soli; un deterrente importante rispetto al proliferare di fenomeni criminosi è costituito dal presidio del territorio e dei quartieri cittadini; la polizia comunale, se presente puntualmente nei quartieri cittadini, può divenire un punto di riferimento per le persone più deboli e scoraggiare nel contempo le azioni criminose; il Consiglio Comunale impegna la Giunta affinché venga incrementata la presenza degli agenti della polizia comunale sul territorio e nei quartieri cittadini, privilegiando l’attività di prevenzione rispetto a quella repressiva, ed avviando nel contempo una campagna informativa diretta agli anziani al fine di tutelarli da fenomeni di microcriminalità, dando loro riferimenti certi e facilmente raggiungibili).
Dopo che la mozione è stata illustrata dal primo firmatario, il consigliere Carlo Salvatore Malvezzi, sull’argomento è intervenuta innanzitutto l’Assessore alla Polizia Municipale Caterina Ruggeri: “A partire dall’anno 2000 il Corpo della Polizia Municipale di Cremona ha orientato il proprio servizio alla prossimità istituendo, dopo una necessaria riorganizzazione del corpo, le unità di comparto. L’intervento riorganizzativo è stato effettuato con l’obiettivo di rendere più efficace il controllo del territorio e la conoscenza dei fenomeni che creano insicurezza, attraverso il dialogo e la partecipazione dei cittadini con i quali condividere il bene sicurezza. Il personale è stato adeguatamente formato, attraverso specifici corsi predisposti dall’Istituto Regionale di Formazione per la Polizia Locale, per poter offrire alla collettività, soprattutto nelle periferie, un nuovo modo di essere polizia locale partendo dall’ascolto dei cittadini e dalla presa in carico dei problemi del territorio, consolidando l’attività di rete della polizia municipale, allo scopo di coinvolgere nelle problematiche di sicurezza, sia i cittadini singoli che le agenzie presenti sul territorio. Per un servizio di polizia, operare con prossimità, significa da un lato collocarsi in una prospettiva di vicinanza al cittadino e dall’altro sviluppare una sensibilità all’ascolto delle problematiche ed una capacità di progettazione di risposte rassicuranti. L’attuale struttura territoriale, può essere riassunta nel seguente schema: suddivisione della città in tre comparti territoriali, ciascuno dei quali coordinato da un ufficiale responsabile di un nucleo di agenti (complessivamente sono 16 i vigili di quartiere che operano sui 3 comparti); attribuzione delle competenze amministrative agli agenti assegnati al comparto, allo scopo di consentire la totale integrazione/conoscenza nelle problematiche del territorio, sfruttando, per questo scopo, anche le competenze settoriali (annonaria, anagrafe, tributi, stradale, infortunistica, ambiente), disponendo in tal modo di più agenti in grado di corrispondere alle specifiche necessità amministrative e dotati di una profonda conoscenza del territorio in tutte le sue sfaccettature; predisposizione di una rete di contatti con la cittadinanza, visite ed incontri con le agenzie sociali del territorio, condivisione e compartecipazione, fra cittadini e polizia municipale, nelle scelte che riguardano la vita e la sicurezza del quartiere. Secondo lo standard di servizio attuale, i cittadini possono contattare i vigili di quartiere nelle seguenti modalità: presso l’ufficio per il territorio  sportello ad alta accessibilità presso il piano terra del Comando; presso l’ufficio mobile localizzato in punti fissi nei quartieri in orari e giorni pubblicizzati nelle sedi delle agenzie del territorio; telefonicamente al comando contattando l’ufficiale responsabile presso le sedi dei centri civici visitate periodicamente dai vigili di quartiere. Ciò premesso si deve aver ben chiaro che per migliorare questo standard di operatività dei vigili di quartiere e della loro presenza sul territorio, significa necessariamente pensare ad una rinforzo di operatori, attraverso nuove assunzioni, considerato che l' attuale dotazione organica  e la sua organizzazione non permette in alcun modo di sottrarre personale alle altre unità operative del Comando. Questa premessa è indispensabile per poter  meglio entrare  nel merito delle questioni poste dalla mozione Riguardo alla specifica richiesta di avviare compagne informative dirette agli anziani, si trova giusto osservare che la Polizia Municipale di Cremona, ha dato avvio a questa attività di vicinanza agli anziani per la prima volta nell’anno 1997 quando furono organizzati incontri specifici per la prevenzione delle truffe in tutti i centri civici, i centri parrocchiali, i circoli, le sedi sindacali e delle associazioni. L’attività è stata ripresa e riproposta nell’anno 2004 ed inserita nelle progettazione dell’anno 2005. Obiettivo dell’attività è la rassicurazione e la diffusione di una sensazione di sicurezza a cittadini anziani, spesso vittime di truffe, raggiri e piccoli furti, attraverso azioni continuative di informazione in ordine ai reati microcriminali indirizzati ai loro danni. Il Comando della Polizia Municipale in collaborazione all’Ufficio Periferie cura la promozione e l’organizzazione di incontri con i cittadini anziani presso le sedi dei centri civici, dei centri parrocchiali ed altri luoghi caratterizzati dalla presenza di persone anziane quali, circoli, università della terza età ecc. L’ufficiale incaricato coadiuvato dal vigile di quartiere tiene normalmente un incontro di circa due ore nel quale viene svolta una efficace azione informativa sulle più comuni truffe di cui sono vittima gli anziani fornendo nel contempo preziosi consigli per difendersi dalle persone malintenzionate e indicando anche i numeri di telefono di pronto intervento delle forze dell’ordi-ne e della Polizia Municipale. Nell’occasione viene distribuito un opuscolo divulgativo contenente un riassunto dei contenuti trattati, condiviso e predisposto in collaborazione con le Forze dell'Ordine. Nell’ambito di questi incontri, a richiesta vengono anche proposte tematiche relative alla circolazione stradale con particolare riferimento all’aggiornamento del codice della strada, obbligo del patentino per la guida dei ciclomotori, le interrelazioni fra l’uso dei farmaci e la guida; si tratta in buona sostanza di un aggiornamento in tema di circolazione stradale ad una categoria di utenza debole, come gli anziani, particolarmente colpita dagli incidenti stradali. Quest'anno, in occasione degli incontri, verrà lanciata una nuova iniziativa progettuale inerente la formazione gratuita per l’ottenimento del patentino a favore di anziani che guidano il ciclomotore senza essere in possesso di alcun tipo di patente, di categoria A o superiore. Gli incontri avranno anche la funzione di ascolto per l’individuazione di problematiche degli anziani da rinviare ad altri settori della pubblica amministrazione (verde pubblico, strade, traffico, trasporti, affari sociali, ecc.) o da prendere direttamente in carico, con metodologia operativa della prossimità, da parte dei vigili di quartiere, se riguardanti la sicurezza e la vivibilità del quartiere. E’ giusto osservare che questa attività di vicinanza agli anziani ha dato in più di una occasione riscontri positivi, dal momento che, su segnalazione di persone anziane, sono stati svolti interventi per l’identificazione di persone la cui presenza nel quartiere aveva destato particolare allarme. Partecipando a diversi di questi momenti di “prossimità”, è visibile e immediato il gradimento dei cittadini  nei confronti  degli operatori della Polizia Municipale, vissuti come presenza amica e rassicurante, ma anche come occasione per socializzare e per rimuovere situazioni  di solitudine e di abbandono”.
Dopo l’intervento dell’Assessore ha preso la parola il Consigliere Giuseppe Bosio che, nella sua veste di Presidente della Commissione Consiliare attinente la Polizia Municipale, ha ricordato come l’argomento sollevato dalla mozione sia già stato ampiamente dibattuto in sede di commissione. E’ successivamente intervenuto il consigliere Goffredo Iachetti, che ha ribadito come l’Amministrazione Comunale stia già da tempo lavorando sui temi sollevati dalla mozione. Concetto ribadito dal consigliere Matteo Lodi. Il consigliere Malvezzi, dal canto suo, ha dichiarato che la maggioranza non è disponibile al dialogo.
Concluso il dibattito, la mozione è stata messa ai voti ed è stata respinta a larga maggioranza.
Mozione datata 12 gennaio 2005 presentata dal Consigliere del Gruppo Consiliare “Forza Italia” Arrigo Frassi e dal Consigliere Matteo Lodi in ordine al monitoraggio dei terreni circostanti l’inceneritore (Testo della mozione:  Posto che anche le emissioni del termocombustore, è noto, contribuiscono ad alimentare notevolmente la presenza di pericolosi inquinanti in condizioni atmosferiche particolari, al fine di rassicurare la cittadinanza del corretto funzionamento dell’impianto, essendo sempre possibili miglioramenti tecnologici nell’abbattimento degli inquinanti, il Consiglio Comunale di Cremona impegna la Giunta ad una monitorizzazione di terreni incolti circostanti il suddetto impianto, da affidare all’ARPA di Cremona, di concerto con una apposita commissione da costituire a breve termine nell’ambito di quella dell’ambiente).
Su questo argomento è stato presentato il seguente ordine del giorno, prima firmataria Cinzia Zampini, condiviso da tutta la maggioranza: Preso atto della mozione sul monitoraggio dei terreni circostanti l’inceneritore presentata dai consiglieri Frassi e Lodi, considerando gli aspetti sollevati dalla mozione quale parte di un problema più generale riguardante il ruolo svolto da AEM Cremona S.p.A. attraverso l’analisi dei dati che essa affida ad un istituto specializzato che provvede alla validazione degli stessi; la necessità di avere un controllo capillare sulla quantità, qualità e provenienza dei rifiuti conferiti all’impianto in relazione alle normative vigenti; la certezza che il Comune di Cremona, pur non essendo l’organo preposto all’effettuazione dei controlli, non può disinteressarsi di tutti gli aspetti sopra elencati. Tutto ciò premesso, il Consiglio Comunale impegna la Giunta ad intrattenere rapporti permanenti con l’Amministrazione provinciale e l’ARPa al fine di avere informazioni dettagliate e precise sui punti contenuti in premessa, a relazionare alla commissione consiliare competente circa le informazioni raccolte ogni tre mesi, anche prevedendo la convocazione congiunta delle Commissioni Ambiente Provinciale e Comunale e della Commissione di Controllo Sociale istituita dalla Provincia il 22 luglio 1997.
Per offrire chiarimenti di carattere tecnico sul tema in discussione, è intervenuto il Presidente di AEM Cremona S.p.A. Giuseppe Tiranti. Qui di seguito una sintesi del suo intervento:
L’Amministrazione Comunale di Cremona riceve puntualmente copia di tutti i rapporti di analisi affidati da AEM a laboratori esterni accreditati, sulla base di tre campionamenti all’anno per ogni linea di combustione. L’impianto di Cremona è infatti controllato secondo le norme specifiche di settore e secondo le prescrizioni delle autorizzazioni all’esercizio ai sensi del D.Lgs. 22/97, le quali stabiliscono controlli quadrimestrali degli inquinanti. Inoltre l’esercizio dell’impianto è soggetto ai controlli delle autorità preposte, per quanto di specifica competenza (ARPA, Provincia, ASL). Le metodiche utilizzate per il campionamento e le analisi degli inquinanti al camino sono quelle indicate dalle norme nazionali. In aggiunta al monitoraggio periodico di tutti gli inquinanti, sono sottoposti a monitoraggio in continuo 6 parametri (Ossidi di azoto, Ossidi di zolfo, Polveri, Monossido di Carbonio, Acido Cloridrico, Sostanze organiche volatili). I risultati del monitoraggio periodico vengono inviati da AEM a tutti gli Enti competenti (Regione, ARPA, Provincia). I dati di sintesi vengono resi pubblici da AEM sia via web (www.aemcremona.it), sia mediante apposite pubblicazioni. I dati relativi alle concentrazioni di  inquinanti nei fumi risultano essere largamente al di sotto dei valori limite di legge: in particolare le  policlorodibenzodiossine e i policlorodibenzofurani hanno valori inferiori al limite più restrittivo stabilito dal DM 503/97, che è pari ad un miliardesimo di grammo per metro cubo di gas emesso. Fin dall’avviamento dell’impianto, AEM ha provveduto a far compiere ulteriori accertamenti sia dall’Università di Parma sia dal Politecnico di Milano sulle verifiche ambientali e l’impatto sul territorio. Da tali studi si evince un quadro molto positivo in cui l’apporto dell’impianto, anche per i microinquinanti, è da considerarsi marginale. In particolare il più recente studio del Politecnico, realizzato dopo due anni di esercizio della prima linea di impianto, ha esaminato sia la qualità dell’aria sia il contenuto di inquinanti da deposizione al suolo. Un analogo studio è previsto per l’anno 2005, dopo tre anni di esercizio di entrambe le linee di impianto. AEM provvede al monitoraggio periodico del contenuto di policlorodibenzodiossine anche nei residui di combustione dei rifiuti (scorie) e di trattamento dei fumi (ceneri leggere). Il contenuto risulta essere al di sotto del valore di riferimento di 2 milionesimi di grammo per ogni kg di rifiuto, in vigore per l’eventuale smaltimento in discariche per rifiuti non pericolosi. Le ceneri leggere vengono comunque inviate a impianti che trattano il materiale per ridurne ulteriormente la pericolosità prima dello smaltimento finale.
AEM ha commissionato al Politecnico di Milano, preventivamente alla messa in esercizio dell’impianto (che risale al settembre 1997), uno studio di valutazione dell’impatto dell’impianto stesso, sia in termini di concentrazione di inquinanti in atmosfera che in termini di deposito di inquinanti sul suolo. Tale studio è stato ultimato nel maggio del 1997. Le stime di concentrazioni massime nel terreno valutate per gli inquinanti erano basate sull’ipotesi cautelativa che l’impianto emettesse inquinanti a valori pari ai limiti consentiti; in realtà le emissioni degli inquinanti in questione, come da monitoraggio ai camini, sono di almeno un ordine di grandezza inferiori ai limiti. Per approfondire le valutazioni relative alle inquinanti, prima dell’entrata in funzione dell’impianto, AEM ha commissionato al Politecnico un ulteriore studio (da aprile a luglio 1997) per misurare la presenza di fondo di diossine nell’area circostante l’impianto, sia nell’aria che al suolo: il risultato è in linea con quanto riscontrato in letteratura scientifica con riferimento ad aree rurali (58-125 fg TEQ/mc in aria, e 0,67-0,95 pg/g nel suolo). I valori in aria risultano compatibili con le linee guida WHO (max 440 fg TEQ/mc), e i valori al suolo compatibili con lo standard italiano proposto da CTN (max 10 pg/g per terreno coltivabile).  AEM ha commissionato al Politecnico di Milano una serie di rilevazioni ed elaborazioni relative alla qualità dell’ambiente dopo un biennio di attività della prima linea di impianto. La relazione finale del Politecnico è stata resa nota ai vari Enti competenti nelle fasi di autorizzazione alla messa in esercizio della seconda linea, che è partita a novembre 2001. Le misure, effettuate nel 2000 nei punti valutati di massima ricaduta, non hanno rilevato contributi da parte dell’impianto: i valori di diossina in aria e al suolo (22-38 fg TEQ/mc in aria, e 0,85-1,54 pg/g nel suolo) risultano  sempre in linea con i valori di letteratura scientifica per le aree rurali, e sono influenzati dalle oscillazioni indotte dalla meteorologia e dalla variabilità delle sorgenti. Anche per i metalli pesanti non è rilevabile un apporto significativo da parte dell’impianto. AEM ha già provveduto a commissionare al Politecnico di Milano un ulteriore studio per l’anno 2005, dopo tre anni di esercizio di entrambe le linee di impianto. Le misure verranno svolte negli stessi punti scelti per i campionamenti del 2000, per permettere confronti diretti, con la conseguente valutazione di eventuali apporti da parte dell’impianto. Gli studi del Politecnico sono sempre stati forniti in copia, insieme ai dati di emissione e di qualità dell’aria, anche al Comitato intercomunale di controllo dell’impianto, che è stato costituito per mantenere il controllo e la valutazione dei dati di monitoraggio garantiti da AEM. Infine, corre l’obbligo di segnalare che l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto (DGR 53418 del 3175/94) dispone che la Provincia di Cremona effettui periodiche campagne di rilevamento della concentrazione di inquinanti al suolo.
Dopo l’intervento del Presidente Tiranti, si è aperto un breve dibattito che ha visto intervenire Matteo Lodi, Alessia Mafredini, nella veste di Presidente della Commissione Politiche Ambientali, ed Arrigo Frassi, che ha dichiarato lacunoso l’ordine del giorno della maggioranza poiché non prevede prelievi nel terreno, sostenendo inoltre la necessità di verifiche. Il dibattito si è concluso con l’intervento del consigliere Cinzia Zampini che ha ribattuto sulle critiche mosse da Arrigo Frassi.
La mozione, messa ai voti, è stata respinta: 14 voti favorevoli, 14 voti contrari e 10 astensioni. Approvato a larga maggioranza invece l’ordine del giorno presentata da Cinzia Zampini (si sono espressi contro FI, AN e UDC, astenuta la Lega Nord).
*Mozione in data 23 gennaio 2005 presentata dal Gruppo Consiliare “Alleanza Nazionale” con cui si chiede di intitolare una via o una piazza di Cremona ad Aldo Protti (Testo della mozione: In considerazione del fatto che nel 2005 ricorrerà il decennale della scomparsa di Aldo Protti; che egli fu il più illustre artista lirico della nostra terra: lo testimonia un curriculum di rilievo internazionale, dal debutto nel 1948 fino alle collaborazioni con i più importanti teatri lirici d’Europa e d’America, alle incisioni discografiche con i più grandi artisti lirici e direttori d’orchestra della sua epoca. Egli fu tra i baritoni prediletti da Herbert Von Karajan, con il quale fu Jago in una memorabile incisione dell’Otello; che Aldo Protti ha lasciato il segno della sua arte non solo sui palcoscenici di tutto il mondo ma anche nella sua città, che non ha mai abbandonato: non c’è musicista, non c’è corista lirico a Cremona che non ricordi la sua arte, il suo temperamento, la sua generosità; che contribuì, anche, alla creazione dell’Associazione Monteverdi, offrendo le prime stanze per la sede dell’Associazione; che per amore della sua terra fu anche Consigliere provinciale per il MSI, rappresentando un caso pressoché unico di artista di calibro internazionale che non rinunciava ad operare per il bene del territorio e che perseguiva, nelle istituzioni, il suo ideale politico; il Consiglio Comunale impegna la Giunta a intitolare una via o una piazza di Cremona a questo illustre concittadino che grazie alla potenza della sua voce, alle sue capacità interpretative e alle doti umane di lealtà, onestà, determinazione fece grande la nostra città nel mondo).
*Mozione in data 24 gennaio 2005 presentata dal Consigliere Comunale del Gruppo Consiliare “I Democratici di Sinistra” Gino Carnesella con cui si chiede alla Giunta Comunale di sottoporre alla Commissione Toponomastica l’ipotesi di intitolare una via cittadina al grande artista scomparso Aldo Protti (Testo della mozione: Dieci anni fa ci lasciava Aldo Protti, uno dei più significativi ed illustri esponenti del Bel Canto Italiano. Nei lunghi anni di attività artistica, Protti ha rappresentato ed esportato nel migliore dei modi Cremona nel mondo. È per questo che la sua città intende ora celebrarne e onorarne la memoria. A tale fine si chiede alla Giunta di sottoporre alla Commissione Toponomastica, con parere favorevole, l’ipotesi di intestare il nome di una via cittadina al Grande Artista Scomparso).
Questa mozione è stata sostituita dalla seguente: Dieci anni fa ci lasciava Aldo Protti, uno dei più significativi ed illustri esponenti del Bel Canto Italiano. Nei lunghi anni di attività artistica, Protti ha rappresentato ed esportato nel migliore dei modi Cremona nel mondo. E’ per questo che da più parti è venuta la proposta di celebrarne ed onorarne la memoria valutando anche l’ipotesi di dedicargli una via. Ciò ha suscitato un vivace dibattito e polemiche sulla stampa e nell’opinione pubblica. Si rende perciò necessario, anche alla luce delle notizie emerse in questi giorni, chiedere alla Giunta di sottoporre la questione alla Commissione Toponomastica per gli opportuni approfondimenti.
*Le due mozioni sono state trattate congiuntamente
Prima ad intervenire è stata Irene Nicoletta De Bona, capogruppo di AN, che ha stigmatizzato l’ostracismo al quale è stato sempre sottoposto Aldo Protti per le sue convinzioni politiche. Ha quindi citato alcuni brani della biografia del famoso baritono a smentita della sua partecipazione ad azioni contro i partigiani in Val di Susa. A conclusione ha chiesto scusa alla famiglia del cantante lirico per i dubbi che, attraverso dichiarazioni rilasciate alla stampa, alcuni esponenti di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani hanno sollevato sull’attività di Aldo Protti durante la Repubblica Sociale Italiana.
A seguire è intervenuto il consigliere Gino Carnesella che si è limitato ad illustrare la sua mozione e ha invitato ad un dibattito improntato alla correttezza.
Primo ad intervenire è stata il Sindaco che ha esordito dicendo che Cremona ha un figlio illustre come Protti, di fama internazionale. Ricordando di averlo conosciuto alla fine degli Anni Settanta, Corada ha invitato a non darne un’immagine distorta. Alcuni gruppi hanno avanzato la proposta di intitolare una via: le obiezioni avanzate, l’essere stato fascista nel Ventennio e quindi iscritto al MSI, non sono accettabili. A seguito del dibattito sollevato sulla stampa, sono state fatte comunque delle verifiche che, in base a dichiarazioni dello stesso Protti, ne accertano la presenza a Firenze e poi continuativamente presente ad Avigliana, da cui partivano le squadre per i rastrellamenti in Val di Susa. Non è più il periodo di guerre civili, ha ribadito il Sindaco, ma è comunque necessario, alla luce di questi episodi, che la Commissione Toponomastica faccia i necessari approfondimenti.
Il Presidente del Consiglio Comunale ha auspicato che tutta la materia riguardante l’intitolazione di vie, piazze, ecc., nonché il conferimento della cittadinanza onoraria e di altre onorificenze comunali venga appositamente regolamentata per evitare discussioni e polemiche e per evitare che il tutto si tramuti in mozioni da portare in aula.
Per Cinzia Zampini, nulla da dire sul lato di Protti artista, ma intitolare una via assume una valenza di carattere civico. Nulla da dire nemmeno sull’appartenenza del cantante al MSI, partito riconosciuto come facente parte dell’arco costituzionale, ma sussistono dei dubbi sulla passata attività di Aldo Protti. Giuseppe Ceraso si è dichiarato imbarazzato dalla piega che ha preso il dibattito nei giorni precedenti il Consiglio Comunale e ha annunciato l’astensione sulla mozione di AN. Il dibattito è proseguito con gli interventi dei consiglieri Ferdinando Quinzani per cui molte vie sono intitolate a dei grandi nel loro campo, domanda che occorre farsi nel caso di Protti, se cioè Protti è stato un grande nel suo campo. Quinzani ha stigmatizzato l’eccessiva attenzione agli aspetti ideologici della vicenda e ha chiesto al Sindaco di anticipare quale sarà il suo atteggiamento in sede di Commissione Toponomastica. Il consigliere Malvezzi ha definito pilatesco l’atteggiamento della maggioranza in quanto rinviare alla Commissione Toponomastica significa insabbiare il tutto: a suo giudizio c’è ancora troppa ideologia e nei giorni scorsi alcune dichiarazioni di esponenti della maggioranza hanno riportato alla luce un clima di guerra civile, fondato sul dubbio. Il consigliere Malvezzi ha chiesto al Sindaco di fare pertanto una proposta che evitasse una “brutta figura” al Consiglio Comunale. Chiara Cappelletti, per AN, a questo punto, ha dichiarato di togliere dalla mozione ogni riferimento all’attività politica di Aldo Protti. Piergiorgio Bergonzi, Comunisti Italiani, ha dichiarato che l’intitolazione di una via deve essere accettata da tutti i cittadini cremonesi e non può essere ragione di divisione, come invece accade nel caso di Aldo Protti: nel dubbio non si può dedicare una via, perché il dubbio è nella città, nei cittadini e nelle famiglie. La dedicazione di una via acquisisce un carattere politico, è inevitabile. Quindi, nel caso di Protti, è meglio soprassedere, pensando a quale sia il modo migliore per celebrare il grande baritono.  Guido Borsella, UDC, ha dichiarato che sarebbe opportuno fare un esame di coscienza per dire basta a queste forme di dibattito politico in Consiglio Comunale che sfociano in veri e propri processi, meglio lavorare sulle cose concrete: sarebbe meglio, quando si tratta di intitolare una via, passare da un metodo estetizzante ad un metodo etico. Il dibattito è stato concluso da Pierluigi Rotelli che ha criticato duramente il modo in cui Irene Nicoletta De Bona ha illustrato la sua mozione, insistendo solo sul ruolo politico di Aldo Protti e non sui suoi meriti artistici. La maggioranza non ha fatto retromarcia ha dichiarato Rotelli: non spetta al Consiglio Comunale intitolare strade, ma fare segnalazioni, in quanto spetta alla Commissione Toponomastica esprimere un parere e alla Giunta decidere. Il Consiglio Comunale può esprimere dei dubbi, da qui la decisione di affidare il compito di un approfondimento alla Commissione Toponomastica. Il Presidente del Consiglio Mauro Fanti a questo punto ha deciso di ritenere chiuso il dibattito, ma il consigliere Quinzani si è opposto sostenendo che, essendo stata emendata la mozione di AN, era possibile intervenire sulla nuova formulazione. Dopo una breve sospensione, il Presidente, considerata la difficoltà interpretativa su questo punto del Regolamento, ha dato la parola al consigliere Quinzani.
Successivamente è stato posto in votazione l’emendamento alla mozione di AN, che è stato respinto (con l’astensione di Giuseppe Bosio, Daniele Burgazzi, Enrico Manfredini, Giuseppe Ceraso e Matteo Lodi) ed è stata messa ai voti la mozione di AN nella sua versione originale, respinta sempre con l’astensione dei consiglieri Bosio, Ceraso, Manfredini, Burgazzi e Lodi. E’ stata poi messa ai voti la mozione presentata dalla maggioranza che è stata approvata (si sono espressi contro Chiara Capelletti e Domenico Maschi di AN, mentre Irene Nicoletta De Bona è uscita dall’aula, si sono invece astenuti Guido Borsella e Giacomo Zaffanella, mentre, pur rimanendo in aula, per protesta, non hanno espresso alcun voto gli esponenti di Forza Italia).
Convenzione per il diritto di sepoltura nel Cimitero di Bonemerse delle salme di cittadini cremonesi residenti nel quartiere Bagnara, in quanto appartenenti alla Parrocchia di Bonemerse.
La Giunta Comunale, dopo avere espresso parere favorevole il 23 marzo scorso, ha rassegnato al Consiglio Comunale questo oggetto che riguarda l’approvazione, per il triennio 2005/2007 della bozza di convenzione per il diritto di sepoltura nel Cimitero del Comune di Bonemerse delle salme dei cittadini cremonesi residenti nel quartiere Bagnara, in quanto appartenenti alla parrocchia di Bonemerse, stabilendo in € 3.098,74 il concorso annuo del Comune di Cremona per l’effettuazione del servizio. La spesa complessiva per questa convenzione ammonta ad € 9.296,22. Con deliberazione consiliare del 2 giugno 1997 veniva rinnovato, per il quinquennio 1998/2002, con il Comune di Bonemerse il diritto di sepoltura in quel cimitero delle salme dei cittadini cremonesi stabilendo in L. 6.000.000 annui il contributo del Comune di Cremona per l’effettuazione del servizio. Questo diritto di sepoltura è scaduto di diritto il 31 dicembre 2002 ed il Comune di Cremona non ha ritenuto opportuno rinnovarlo. Il 15 novembre 2004, nell’incontro tra il Sindaco del Comune di Bonemerse ed il Vice Sindaco di Cremona Luigi Baldani, delegato per questo dal Sindaco, è stato evidenziato come il numero delle richieste di sepoltura di cittadini cremonesi nel cimitero di Bonemerse determini un aumento della spesa con ripercussioni negative sul bilancio di quel Comune. Nello stesso incontro è stata accolta la richiesta di riproporre la convenzione con la quale il Comune di Cremona riconosce un contributo a titolo di “diritto di sepoltura” per la gestione del cimitero per il triennio 2005/2007, tenuto conto anche del fatto che non è possibile usufruire del cimitero di Gerre Borghi dove i lavori si sono protratti per cause riguardanti l’appalto.
L’oggetto è stato approvato all’unanimità
Approvazione dello schema di convenzione per la gestione associata delle attività socio-assistenziali denominate “servizio sociale territoriale” e “servizio di assistenza domiciliare”.
Dopo che la Giunta Comunale, il 31 marzo scorso, ha espresso parere favorevole, questo oggetto è stato assegnato al Consiglio Comunale per l’approvazione. L’esperienza di gestione associata condotta nello scorso triennio è risultata sostanzialmente positiva e pertinente alla programmazione distrettuale, avviata quasi contestualmente con il Piano di Zona. Questa modalità di gestione dei servizi socio-assistenziali si è nel frattempo diffusa nel Distretto di Cremona, per cui altri comuni tra loro limitrofi si sono associati. Tra questi compaiono anche amministrazioni che in un primo momento avevano aderito alla convenzione con il Comune di Cremona ma che, per la distanza dal capoluogo, hanno ritenuto più conveniente aggregarsi ad una più vicina organizzazione. E’ stato così rivisto il programma di gestione associata per il prossimo biennio, predisponendo un nuovo accordo con i Comuni che hanno richiesto di proseguire nella collaborazione per la fruizione della gestione associata dei servizi socio-assistenziali denominati Servizio Sociale Territoriale e Servizio di Assistenza Domiciliare. La convenzione riguarda pertanto i Comuni di Bonemerse, Gerre de’ Caprioli, Malagnino e Spinadesco. Le quantificazioni delle prestazioni richieste saranno definite sulla base dei singoli progetti di intervento che, in quanto variabili, non consentono una specifica definizione all’interno della convenzione. La gestione della stessa sarà ovviamente condotta in rapporto alla programmazione di Bilancio del Comune che gestirà direttamente il Servizio Sociale Territoriale, attraverso l’Azienda Speciale Cremona Solidale, ed il servizio di assistenza Domiciliare. La stipula di questa convenzione comporta una spesa presunta di € 50.000,00 così suddivisa: € 16.600,00 per il 2005, € 25.000,00 per il 2006, € 8.400,00 per il 2007.
L’oggetto è stato approvato a larga maggioranza con l’astensione di AN
Approvazione degli atti fondamentali dell’Azienda Speciale Comunale Cremona Solidale (Piano programma, contratto di servizio e bilanci di previsione).
Dopo il parere favorevole della Giunta, questo oggetto è stata assegnato al Consiglio Comunale per l’approvazione. L’art. 21 dello Statuto dell’Azienda Speciale “Cremona Solidale” prevede che gli atti fondamentali dell’Azienda siano soggetti ad approvazione da parte del Consiglio Comunale. A seguito degli indirizzi strategici che l’Amministrazione Comunale ha deliberato sulla gestione dei servizi nell’anno 2005, il Consiglio di Amministrazione di “Cremona Solidale” ha approvato il Piano Programma, il contratto di servizio che regola i rapporti con il Comune di Cremona, nonché i Bilanci di previsione annuale e pluriennale. Gli uffici competenti hanno provveduto ad esaminare i contenuti di questi documenti, trasmessi dal Direttore Amministrativo dell’Azienda, che sono risultati in linea con gli indirizzi espressi dal Comune di Cremona e, per gli aspetti economici, con le previsioni del Bilancio comunale approvato per il 2005. Il contratto di servizio da sottoscrivere avrà efficacia per il periodo da aprile a dicembre 2005 in quanto nel primo trimestre 2005 ha avuto validità, in quanto prorogato, il contratto già attivo lo scorso anno. L’oggetto è stato ampiamente illustrato dal Presidente dell’Azienda Speciale “Cremona Solidale”, Franco Verdi, che si è soffermato sugli aspetti del Bilancio di Previsione.
L’oggetto è stato approvato con l’astensione della minoranza.

 


       



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