15 Settembre, 2002
Consiglio Comunale - Seduta di lunedì 18 aprile 2005
Respinta la proposta di intitolare una via ad Aldo Protti. Tutto rimesso alla Commissione Toponomastica per gli opportuni approfondimenti
 La seduta del Consiglio comunale si è aperta con l’esame,
per la convalida, delle condizioni di eleggibilità e di compatibilità alla
carica di Consigliere Comunale di Daniele Burgazzi, in sostituzione del
dimissionario Consigliere Eduardo Poles, nominato dal Sindaco quale componente
del nuovo Consiglio di Amministrazione di AEM Cremona S.p.A. Il Consiglio
Comunale ha approvato ed il nuovo Consigliere ha fatto il suo ingresso in aula.
Successivamente il Presidente del Consiglio Comunale Mauro Fanti ha ricordato la
figura di Mario de Vidovich, scomparso il 16 aprile scorso, al quale è
stato dedicato un minuto di silenzio in segno di omaggio.
Mozione in data 17 gennaio 2005 presentata da Consiglieri Comunali diversi
(primo firmatario Alberto Cappellini) con cui si richiede sostegno agli enti
locali in termini di risorse e strumenti nella gestione del fenomeno dei minori
stranieri non accompagnati (Testo della mozione: Premesso che la questione
dei minori stranieri non accompagnati è a tutti gli effetti un preoccupante
fenomeno di “migrazione precoce”; che negli ultimi anni ha assunto le
caratteristiche di un flusso migratorio non programmato, non prevedibile e
quindi difficilmente governabile e spesso espressione di situazioni gravi e
variegate; che il fenomeno conta circa 15.000 presenze sul territorio nazionale
secondo il Documento congiunto ANCI Conferenza dei Presidenti delle
Regioni del 5/7/2004; che i Comuni italiani sono chiamati a garantire i servizi
essenziali - accoglienza, salute, alloggio e scolarizzazione - e che le
relative spese sono totalmente a loro carico; che il Comune di Cremona nel corso
del 2004 ha registrato la presenza costante di 20 minori e ha affrontato una
spesa di € 220.000 circa a fronte di una spesa di € 35.000 sostenuta nel
2003. Considerato che l’Amministrazione centrale non sostiene adeguatamente le
responsabilità che gli enti locali si assumono nella gestione del fenomeno; che
non sono state definite procedure standardizzate, strumenti giuridici e di
coordinamento a livello interistituzionale; che l’esposizione degli enti
locali che si trovano a dover sostenere i minori non accompagnati senza poterlo
programmare in anticipo; visti la normativa vigente, il Documento congiunto ANCI
Conferenza dei Presidenti delle Regioni del 5/7/2004, il documento sul fenomeno
dei minori non accompagnati, il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la
Giunta ad attivarsi affinché venga riconosciuto il fenomeno come prioritario
nelle politiche migratorie e sociali da diversi livelli istituzionali competenti
siano individuate risorse aggiuntive al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali
per sostenere i servizi di accoglienza messi in atto quotidianamente dagli enti
locali siano specificate nei documenti di programmazione economica le risorse da
impegnare per gli interventi connessi alle problematiche in oggetto; sia
previsto l’inserimento delle Regioni nella composizione del Comitato minori
stranieri attraverso la modifica del D. lsg 286/98; vengano stipulati accordi
interistituzionali in cui si definiscano con precisione ruoli e competenze delle
diverse amministrazioni anche a livello locale).
Dopo che la mozione è stata illustrata dalla Consigliera Luciana Carini, si è
aperto un breve dibattito che ha visto gli interventi dei consiglieri Enrico
Manfredini, Pierluigi Rossetti, Matteo Lodi, che hanno tutti manifestato la loro
condivisione verso la mozione presentata. Sull’argomento è quindi intervenuta
l’Assessore ai Servizi alla Persona Maura Ruggeri. “La mozione ha
detto l’Assessore - centra perfettamente il tema: la questione dei minori non
accompagnati ha effettivamente assunto le caratteristiche di un flusso
migratorio non programmato, non governato e che ricade interamente sulle spalle
dei Comuni. L’impressione è quella di una sottovalutazione generale del
fenomeno, sia rispetto alle sue proporzioni che alla specificità dei problemi
che pone sul territorio: il Comitato Minori Stranieri non svolge una funzione di
raccordo tra le diverse istituzioni competenti in materia, manca un adeguato
raccordo interistituzionale, inoltre si confermano particolarmente critici i
rapporti, in termini di rapidità, efficienza e concertazione, con il Comitato
Minori Stranieri. Di fatto gli Enti Locali, che si assumono tutta la
responsabilità e l’onere della gestione del fenomeno, non dono sostenuti,
mancano indirizzi chiari, rilevanti sono le difficoltà operative connesse all’espletamento
della misura del rimpatrio assistititi: ci sono tempi lunghi per l’adozione
del provvedimento, c’è poca chiarezza in merito alle modalità concrete del
rientro. E’ necessario invece: 1) che il fenomeno venga assunto come questione
prioritaria nella gestione delle politiche migratorie; 2) che si stabilisca in
maniera chiara chi fa che cosa, i distinti ruoli e compiti delle amministrazioni
centrali, regionali e locali, anche attraverso l’istituzione di un apposito
coordinamento; 3) che si mettano a disposizione risorse per garantire un
sostegno alle realtà interessate in maniera pressante dal fenomeno; 4) una
modifica sostanziale dell’istituto del rimpatrio assistito: è evidente
infatti che, affinché l’istituto funzioni davvero “nel superiore interesse
del minore”, deve esserci una certezza dei tempi, una condivisione del
processo decisionale con l’ente locale fin dall’inizio, e la possibilità di
progettare il reinserimento nell’area di origine”.
Terminato il dibattito, la mozione è stata posta ai voti ed approvata con 24
voti a favore e 13 astensioni (FI, AN, Lega Nord e UDC).
Mozione in data 24 gennaio 2005 presentata da Consiglieri vari circa l’incentivazione
dell’attività della polizia locale nel presidio del territorio (Testo
della mozione: Premesso che anche la nostra città è oggetto di numerosi
fenomeni di microcriminalità - truffe, furti in appartamenti - i destinatari di
tali azioni sono prevalentemente soggetti deboli, quali ad esempio gli anziani
soli; un deterrente importante rispetto al proliferare di fenomeni criminosi è
costituito dal presidio del territorio e dei quartieri cittadini; la polizia
comunale, se presente puntualmente nei quartieri cittadini, può divenire un
punto di riferimento per le persone più deboli e scoraggiare nel contempo le
azioni criminose; il Consiglio Comunale impegna la Giunta affinché venga
incrementata la presenza degli agenti della polizia comunale sul territorio e
nei quartieri cittadini, privilegiando l’attività di prevenzione rispetto a
quella repressiva, ed avviando nel contempo una campagna informativa diretta
agli anziani al fine di tutelarli da fenomeni di microcriminalità, dando loro
riferimenti certi e facilmente raggiungibili).
Dopo che la mozione è stata illustrata dal primo firmatario, il consigliere
Carlo Salvatore Malvezzi, sull’argomento è intervenuta innanzitutto l’Assessore
alla Polizia Municipale Caterina Ruggeri: “A partire dall’anno 2000 il Corpo
della Polizia Municipale di Cremona ha orientato il proprio servizio alla
prossimità istituendo, dopo una necessaria riorganizzazione del corpo, le
unità di comparto. L’intervento riorganizzativo è stato effettuato con l’obiettivo
di rendere più efficace il controllo del territorio e la conoscenza dei
fenomeni che creano insicurezza, attraverso il dialogo e la partecipazione dei
cittadini con i quali condividere il bene sicurezza. Il personale è stato
adeguatamente formato, attraverso specifici corsi predisposti dall’Istituto
Regionale di Formazione per la Polizia Locale, per poter offrire alla
collettività, soprattutto nelle periferie, un nuovo modo di essere polizia
locale partendo dall’ascolto dei cittadini e dalla presa in carico dei
problemi del territorio, consolidando l’attività di rete della polizia
municipale, allo scopo di coinvolgere nelle problematiche di sicurezza, sia i
cittadini singoli che le agenzie presenti sul territorio. Per un servizio di
polizia, operare con prossimità, significa da un lato collocarsi in una
prospettiva di vicinanza al cittadino e dall’altro sviluppare una sensibilità
all’ascolto delle problematiche ed una capacità di progettazione di risposte
rassicuranti. L’attuale struttura territoriale, può essere riassunta nel
seguente schema: suddivisione della città in tre comparti territoriali,
ciascuno dei quali coordinato da un ufficiale responsabile di un nucleo di
agenti (complessivamente sono 16 i vigili di quartiere che operano sui 3
comparti); attribuzione delle competenze amministrative agli agenti assegnati al
comparto, allo scopo di consentire la totale integrazione/conoscenza nelle
problematiche del territorio, sfruttando, per questo scopo, anche le competenze
settoriali (annonaria, anagrafe, tributi, stradale, infortunistica, ambiente),
disponendo in tal modo di più agenti in grado di corrispondere alle specifiche
necessità amministrative e dotati di una profonda conoscenza del territorio in
tutte le sue sfaccettature; predisposizione di una rete di contatti con la
cittadinanza, visite ed incontri con le agenzie sociali del territorio,
condivisione e compartecipazione, fra cittadini e polizia municipale, nelle
scelte che riguardano la vita e la sicurezza del quartiere. Secondo lo standard
di servizio attuale, i cittadini possono contattare i vigili di quartiere nelle
seguenti modalità: presso l’ufficio per il territorio sportello ad alta
accessibilità presso il piano terra del Comando; presso l’ufficio mobile
localizzato in punti fissi nei quartieri in orari e giorni pubblicizzati nelle
sedi delle agenzie del territorio; telefonicamente al comando contattando l’ufficiale
responsabile presso le sedi dei centri civici visitate periodicamente dai vigili
di quartiere. Ciò premesso si deve aver ben chiaro che per migliorare questo
standard di operatività dei vigili di quartiere e della loro presenza sul
territorio, significa necessariamente pensare ad una rinforzo di operatori,
attraverso nuove assunzioni, considerato che l' attuale dotazione organica
e la sua organizzazione non permette in alcun modo di sottrarre personale alle
altre unità operative del Comando. Questa premessa è indispensabile per
poter meglio entrare nel merito delle questioni poste dalla mozione
Riguardo alla specifica richiesta di avviare compagne informative dirette agli
anziani, si trova giusto osservare che la Polizia Municipale di Cremona, ha dato
avvio a questa attività di vicinanza agli anziani per la prima volta nell’anno
1997 quando furono organizzati incontri specifici per la prevenzione delle
truffe in tutti i centri civici, i centri parrocchiali, i circoli, le sedi
sindacali e delle associazioni. L’attività è stata ripresa e riproposta nell’anno
2004 ed inserita nelle progettazione dell’anno 2005. Obiettivo dell’attività
è la rassicurazione e la diffusione di una sensazione di sicurezza a cittadini
anziani, spesso vittime di truffe, raggiri e piccoli furti, attraverso azioni
continuative di informazione in ordine ai reati microcriminali indirizzati ai
loro danni. Il Comando della Polizia Municipale in collaborazione all’Ufficio
Periferie cura la promozione e l’organizzazione di incontri con i cittadini
anziani presso le sedi dei centri civici, dei centri parrocchiali ed altri
luoghi caratterizzati dalla presenza di persone anziane quali, circoli,
università della terza età ecc. L’ufficiale incaricato coadiuvato dal vigile
di quartiere tiene normalmente un incontro di circa due ore nel quale viene
svolta una efficace azione informativa sulle più comuni truffe di cui sono
vittima gli anziani fornendo nel contempo preziosi consigli per difendersi dalle
persone malintenzionate e indicando anche i numeri di telefono di pronto
intervento delle forze dell’ordi-ne e della Polizia Municipale. Nell’occasione
viene distribuito un opuscolo divulgativo contenente un riassunto dei contenuti
trattati, condiviso e predisposto in collaborazione con le Forze dell'Ordine.
Nell’ambito di questi incontri, a richiesta vengono anche proposte tematiche
relative alla circolazione stradale con particolare riferimento all’aggiornamento
del codice della strada, obbligo del patentino per la guida dei ciclomotori, le
interrelazioni fra l’uso dei farmaci e la guida; si tratta in buona sostanza
di un aggiornamento in tema di circolazione stradale ad una categoria di utenza
debole, come gli anziani, particolarmente colpita dagli incidenti stradali.
Quest'anno, in occasione degli incontri, verrà lanciata una nuova iniziativa
progettuale inerente la formazione gratuita per l’ottenimento del patentino a
favore di anziani che guidano il ciclomotore senza essere in possesso di alcun
tipo di patente, di categoria A o superiore. Gli incontri avranno anche la
funzione di ascolto per l’individuazione di problematiche degli anziani da
rinviare ad altri settori della pubblica amministrazione (verde pubblico,
strade, traffico, trasporti, affari sociali, ecc.) o da prendere direttamente in
carico, con metodologia operativa della prossimità, da parte dei vigili di
quartiere, se riguardanti la sicurezza e la vivibilità del quartiere. E’
giusto osservare che questa attività di vicinanza agli anziani ha dato in più
di una occasione riscontri positivi, dal momento che, su segnalazione di persone
anziane, sono stati svolti interventi per l’identificazione di persone la cui
presenza nel quartiere aveva destato particolare allarme. Partecipando a diversi
di questi momenti di “prossimità”, è visibile e immediato il gradimento
dei cittadini nei confronti degli operatori della Polizia
Municipale, vissuti come presenza amica e rassicurante, ma anche come occasione
per socializzare e per rimuovere situazioni di solitudine e di abbandono”.
Dopo l’intervento dell’Assessore ha preso la parola il Consigliere Giuseppe
Bosio che, nella sua veste di Presidente della Commissione Consiliare attinente
la Polizia Municipale, ha ricordato come l’argomento sollevato dalla mozione
sia già stato ampiamente dibattuto in sede di commissione. E’ successivamente
intervenuto il consigliere Goffredo Iachetti, che ha ribadito come l’Amministrazione
Comunale stia già da tempo lavorando sui temi sollevati dalla mozione. Concetto
ribadito dal consigliere Matteo Lodi. Il consigliere Malvezzi, dal canto suo, ha
dichiarato che la maggioranza non è disponibile al dialogo.
Concluso il dibattito, la mozione è stata messa ai voti ed è stata respinta a
larga maggioranza.
Mozione datata 12 gennaio 2005 presentata dal Consigliere del Gruppo
Consiliare “Forza Italia” Arrigo Frassi e dal Consigliere Matteo Lodi in
ordine al monitoraggio dei terreni circostanti l’inceneritore (Testo della
mozione: Posto che anche le emissioni del termocombustore, è noto,
contribuiscono ad alimentare notevolmente la presenza di pericolosi inquinanti
in condizioni atmosferiche particolari, al fine di rassicurare la cittadinanza
del corretto funzionamento dell’impianto, essendo sempre possibili
miglioramenti tecnologici nell’abbattimento degli inquinanti, il Consiglio
Comunale di Cremona impegna la Giunta ad una monitorizzazione di terreni incolti
circostanti il suddetto impianto, da affidare all’ARPA di Cremona, di concerto
con una apposita commissione da costituire a breve termine nell’ambito di
quella dell’ambiente).
Su questo argomento è stato presentato il seguente ordine del giorno, prima
firmataria Cinzia Zampini, condiviso da tutta la maggioranza: Preso atto della
mozione sul monitoraggio dei terreni circostanti l’inceneritore presentata dai
consiglieri Frassi e Lodi, considerando gli aspetti sollevati dalla mozione
quale parte di un problema più generale riguardante il ruolo svolto da AEM
Cremona S.p.A. attraverso l’analisi dei dati che essa affida ad un istituto
specializzato che provvede alla validazione degli stessi; la necessità di avere
un controllo capillare sulla quantità, qualità e provenienza dei rifiuti
conferiti all’impianto in relazione alle normative vigenti; la certezza che il
Comune di Cremona, pur non essendo l’organo preposto all’effettuazione dei
controlli, non può disinteressarsi di tutti gli aspetti sopra elencati. Tutto
ciò premesso, il Consiglio Comunale impegna la Giunta ad intrattenere rapporti
permanenti con l’Amministrazione provinciale e l’ARPa al fine di avere
informazioni dettagliate e precise sui punti contenuti in premessa, a
relazionare alla commissione consiliare competente circa le informazioni
raccolte ogni tre mesi, anche prevedendo la convocazione congiunta delle
Commissioni Ambiente Provinciale e Comunale e della Commissione di Controllo
Sociale istituita dalla Provincia il 22 luglio 1997.
Per offrire chiarimenti di carattere tecnico sul tema in discussione, è
intervenuto il Presidente di AEM Cremona S.p.A. Giuseppe Tiranti. Qui di seguito
una sintesi del suo intervento:
L’Amministrazione Comunale di Cremona riceve puntualmente copia di tutti i
rapporti di analisi affidati da AEM a laboratori esterni accreditati, sulla base
di tre campionamenti all’anno per ogni linea di combustione. L’impianto di
Cremona è infatti controllato secondo le norme specifiche di settore e secondo
le prescrizioni delle autorizzazioni all’esercizio ai sensi del D.Lgs. 22/97,
le quali stabiliscono controlli quadrimestrali degli inquinanti. Inoltre l’esercizio
dell’impianto è soggetto ai controlli delle autorità preposte, per quanto di
specifica competenza (ARPA, Provincia, ASL). Le metodiche utilizzate per il
campionamento e le analisi degli inquinanti al camino sono quelle indicate dalle
norme nazionali. In aggiunta al monitoraggio periodico di tutti gli inquinanti,
sono sottoposti a monitoraggio in continuo 6 parametri (Ossidi di azoto, Ossidi
di zolfo, Polveri, Monossido di Carbonio, Acido Cloridrico, Sostanze organiche
volatili). I risultati del monitoraggio periodico vengono inviati da AEM a tutti
gli Enti competenti (Regione, ARPA, Provincia). I dati di sintesi vengono resi
pubblici da AEM sia via web (www.aemcremona.it), sia mediante apposite
pubblicazioni. I dati relativi alle concentrazioni di inquinanti nei fumi
risultano essere largamente al di sotto dei valori limite di legge: in
particolare le policlorodibenzodiossine e i policlorodibenzofurani hanno
valori inferiori al limite più restrittivo stabilito dal DM 503/97, che è pari
ad un miliardesimo di grammo per metro cubo di gas emesso. Fin dall’avviamento
dell’impianto, AEM ha provveduto a far compiere ulteriori accertamenti sia
dall’Università di Parma sia dal Politecnico di Milano sulle verifiche
ambientali e l’impatto sul territorio. Da tali studi si evince un quadro molto
positivo in cui l’apporto dell’impianto, anche per i microinquinanti, è da
considerarsi marginale. In particolare il più recente studio del Politecnico,
realizzato dopo due anni di esercizio della prima linea di impianto, ha
esaminato sia la qualità dell’aria sia il contenuto di inquinanti da
deposizione al suolo. Un analogo studio è previsto per l’anno 2005, dopo tre
anni di esercizio di entrambe le linee di impianto. AEM provvede al monitoraggio
periodico del contenuto di policlorodibenzodiossine anche nei residui di
combustione dei rifiuti (scorie) e di trattamento dei fumi (ceneri leggere). Il
contenuto risulta essere al di sotto del valore di riferimento di 2 milionesimi
di grammo per ogni kg di rifiuto, in vigore per l’eventuale smaltimento in
discariche per rifiuti non pericolosi. Le ceneri leggere vengono comunque
inviate a impianti che trattano il materiale per ridurne ulteriormente la
pericolosità prima dello smaltimento finale.
AEM ha commissionato al Politecnico di Milano, preventivamente alla messa in
esercizio dell’impianto (che risale al settembre 1997), uno studio di
valutazione dell’impatto dell’impianto stesso, sia in termini di
concentrazione di inquinanti in atmosfera che in termini di deposito di
inquinanti sul suolo. Tale studio è stato ultimato nel maggio del 1997. Le
stime di concentrazioni massime nel terreno valutate per gli inquinanti erano
basate sull’ipotesi cautelativa che l’impianto emettesse inquinanti a valori
pari ai limiti consentiti; in realtà le emissioni degli inquinanti in
questione, come da monitoraggio ai camini, sono di almeno un ordine di grandezza
inferiori ai limiti. Per approfondire le valutazioni relative alle inquinanti,
prima dell’entrata in funzione dell’impianto, AEM ha commissionato al
Politecnico un ulteriore studio (da aprile a luglio 1997) per misurare la
presenza di fondo di diossine nell’area circostante l’impianto, sia nell’aria
che al suolo: il risultato è in linea con quanto riscontrato in letteratura
scientifica con riferimento ad aree rurali (58-125 fg TEQ/mc in aria, e
0,67-0,95 pg/g nel suolo). I valori in aria risultano compatibili con le linee
guida WHO (max 440 fg TEQ/mc), e i valori al suolo compatibili con lo standard
italiano proposto da CTN (max 10 pg/g per terreno coltivabile). AEM ha
commissionato al Politecnico di Milano una serie di rilevazioni ed elaborazioni
relative alla qualità dell’ambiente dopo un biennio di attività della prima
linea di impianto. La relazione finale del Politecnico è stata resa nota ai
vari Enti competenti nelle fasi di autorizzazione alla messa in esercizio della
seconda linea, che è partita a novembre 2001. Le misure, effettuate nel 2000
nei punti valutati di massima ricaduta, non hanno rilevato contributi da parte
dell’impianto: i valori di diossina in aria e al suolo (22-38 fg TEQ/mc in
aria, e 0,85-1,54 pg/g nel suolo) risultano sempre in linea con i valori
di letteratura scientifica per le aree rurali, e sono influenzati dalle
oscillazioni indotte dalla meteorologia e dalla variabilità delle sorgenti.
Anche per i metalli pesanti non è rilevabile un apporto significativo da parte
dell’impianto. AEM ha già provveduto a commissionare al Politecnico di Milano
un ulteriore studio per l’anno 2005, dopo tre anni di esercizio di entrambe le
linee di impianto. Le misure verranno svolte negli stessi punti scelti per i
campionamenti del 2000, per permettere confronti diretti, con la conseguente
valutazione di eventuali apporti da parte dell’impianto. Gli studi del
Politecnico sono sempre stati forniti in copia, insieme ai dati di emissione e
di qualità dell’aria, anche al Comitato intercomunale di controllo dell’impianto,
che è stato costituito per mantenere il controllo e la valutazione dei dati di
monitoraggio garantiti da AEM. Infine, corre l’obbligo di segnalare che l’autorizzazione
alla costruzione dell’impianto (DGR 53418 del 3175/94) dispone che la
Provincia di Cremona effettui periodiche campagne di rilevamento della
concentrazione di inquinanti al suolo.
Dopo l’intervento del Presidente Tiranti, si è aperto un breve dibattito che
ha visto intervenire Matteo Lodi, Alessia Mafredini, nella veste di Presidente
della Commissione Politiche Ambientali, ed Arrigo Frassi, che ha dichiarato
lacunoso l’ordine del giorno della maggioranza poiché non prevede prelievi
nel terreno, sostenendo inoltre la necessità di verifiche. Il dibattito si è
concluso con l’intervento del consigliere Cinzia Zampini che ha ribattuto
sulle critiche mosse da Arrigo Frassi.
La mozione, messa ai voti, è stata respinta: 14 voti favorevoli, 14 voti
contrari e 10 astensioni. Approvato a larga maggioranza invece l’ordine del
giorno presentata da Cinzia Zampini (si sono espressi contro FI, AN e UDC,
astenuta la Lega Nord).
*Mozione in data 23 gennaio 2005 presentata dal Gruppo Consiliare “Alleanza
Nazionale” con cui si chiede di intitolare una via o una piazza di Cremona ad
Aldo Protti (Testo della mozione: In considerazione del fatto che nel 2005
ricorrerà il decennale della scomparsa di Aldo Protti; che egli fu il più
illustre artista lirico della nostra terra: lo testimonia un curriculum di
rilievo internazionale, dal debutto nel 1948 fino alle collaborazioni con i più
importanti teatri lirici d’Europa e d’America, alle incisioni discografiche
con i più grandi artisti lirici e direttori d’orchestra della sua epoca. Egli
fu tra i baritoni prediletti da Herbert Von Karajan, con il quale fu Jago in una
memorabile incisione dell’Otello; che Aldo Protti ha lasciato il segno della
sua arte non solo sui palcoscenici di tutto il mondo ma anche nella sua città,
che non ha mai abbandonato: non c’è musicista, non c’è corista lirico a
Cremona che non ricordi la sua arte, il suo temperamento, la sua generosità;
che contribuì, anche, alla creazione dell’Associazione Monteverdi, offrendo
le prime stanze per la sede dell’Associazione; che per amore della sua terra
fu anche Consigliere provinciale per il MSI, rappresentando un caso pressoché
unico di artista di calibro internazionale che non rinunciava ad operare per il
bene del territorio e che perseguiva, nelle istituzioni, il suo ideale politico;
il Consiglio Comunale impegna la Giunta a intitolare una via o una piazza di
Cremona a questo illustre concittadino che grazie alla potenza della sua voce,
alle sue capacità interpretative e alle doti umane di lealtà, onestà,
determinazione fece grande la nostra città nel mondo).
*Mozione in data 24 gennaio 2005 presentata dal Consigliere Comunale del
Gruppo Consiliare “I Democratici di Sinistra” Gino Carnesella con cui si
chiede alla Giunta Comunale di sottoporre alla Commissione Toponomastica l’ipotesi
di intitolare una via cittadina al grande artista scomparso Aldo Protti
(Testo della mozione: Dieci anni fa ci lasciava Aldo Protti, uno dei più
significativi ed illustri esponenti del Bel Canto Italiano. Nei lunghi anni di
attività artistica, Protti ha rappresentato ed esportato nel migliore dei modi
Cremona nel mondo. È per questo che la sua città intende ora celebrarne e
onorarne la memoria. A tale fine si chiede alla Giunta di sottoporre alla
Commissione Toponomastica, con parere favorevole, l’ipotesi di intestare il
nome di una via cittadina al Grande Artista Scomparso).
Questa mozione è stata sostituita dalla seguente: Dieci anni fa ci lasciava
Aldo Protti, uno dei più significativi ed illustri esponenti del Bel Canto
Italiano. Nei lunghi anni di attività artistica, Protti ha rappresentato ed
esportato nel migliore dei modi Cremona nel mondo. E’ per questo che da più
parti è venuta la proposta di celebrarne ed onorarne la memoria valutando anche
l’ipotesi di dedicargli una via. Ciò ha suscitato un vivace dibattito e
polemiche sulla stampa e nell’opinione pubblica. Si rende perciò necessario,
anche alla luce delle notizie emerse in questi giorni, chiedere alla Giunta di
sottoporre la questione alla Commissione Toponomastica per gli opportuni
approfondimenti.
*Le due mozioni sono state trattate congiuntamente
Prima ad intervenire è stata Irene Nicoletta De Bona, capogruppo di AN,
che ha stigmatizzato l’ostracismo al quale è stato sempre sottoposto Aldo
Protti per le sue convinzioni politiche. Ha quindi citato alcuni brani della
biografia del famoso baritono a smentita della sua partecipazione ad azioni
contro i partigiani in Val di Susa. A conclusione ha chiesto scusa alla famiglia
del cantante lirico per i dubbi che, attraverso dichiarazioni rilasciate alla
stampa, alcuni esponenti di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani
hanno sollevato sull’attività di Aldo Protti durante la Repubblica Sociale
Italiana.
A seguire è intervenuto il consigliere Gino Carnesella che si è limitato ad
illustrare la sua mozione e ha invitato ad un dibattito improntato alla
correttezza.
Primo ad intervenire è stata il Sindaco che ha esordito dicendo che Cremona ha
un figlio illustre come Protti, di fama internazionale. Ricordando di averlo
conosciuto alla fine degli Anni Settanta, Corada ha invitato a non darne un’immagine
distorta. Alcuni gruppi hanno avanzato la proposta di intitolare una via: le
obiezioni avanzate, l’essere stato fascista nel Ventennio e quindi iscritto al
MSI, non sono accettabili. A seguito del dibattito sollevato sulla stampa, sono
state fatte comunque delle verifiche che, in base a dichiarazioni dello stesso
Protti, ne accertano la presenza a Firenze e poi continuativamente presente ad
Avigliana, da cui partivano le squadre per i rastrellamenti in Val di Susa. Non
è più il periodo di guerre civili, ha ribadito il Sindaco, ma è comunque
necessario, alla luce di questi episodi, che la Commissione Toponomastica faccia
i necessari approfondimenti.
Il Presidente del Consiglio Comunale ha auspicato che tutta la materia
riguardante l’intitolazione di vie, piazze, ecc., nonché il conferimento
della cittadinanza onoraria e di altre onorificenze comunali venga appositamente
regolamentata per evitare discussioni e polemiche e per evitare che il tutto si
tramuti in mozioni da portare in aula.
Per Cinzia Zampini, nulla da dire sul lato di Protti artista, ma intitolare una
via assume una valenza di carattere civico. Nulla da dire nemmeno sull’appartenenza
del cantante al MSI, partito riconosciuto come facente parte dell’arco
costituzionale, ma sussistono dei dubbi sulla passata attività di Aldo Protti.
Giuseppe Ceraso si è dichiarato imbarazzato dalla piega che ha preso il
dibattito nei giorni precedenti il Consiglio Comunale e ha annunciato l’astensione
sulla mozione di AN. Il dibattito è proseguito con gli interventi dei
consiglieri Ferdinando Quinzani per cui molte vie sono intitolate a dei grandi
nel loro campo, domanda che occorre farsi nel caso di Protti, se cioè Protti è
stato un grande nel suo campo. Quinzani ha stigmatizzato l’eccessiva
attenzione agli aspetti ideologici della vicenda e ha chiesto al Sindaco di
anticipare quale sarà il suo atteggiamento in sede di Commissione
Toponomastica. Il consigliere Malvezzi ha definito pilatesco l’atteggiamento
della maggioranza in quanto rinviare alla Commissione Toponomastica significa
insabbiare il tutto: a suo giudizio c’è ancora troppa ideologia e nei giorni
scorsi alcune dichiarazioni di esponenti della maggioranza hanno riportato alla
luce un clima di guerra civile, fondato sul dubbio. Il consigliere Malvezzi ha
chiesto al Sindaco di fare pertanto una proposta che evitasse una “brutta
figura” al Consiglio Comunale. Chiara Cappelletti, per AN, a questo punto, ha
dichiarato di togliere dalla mozione ogni riferimento all’attività politica
di Aldo Protti. Piergiorgio Bergonzi, Comunisti Italiani, ha dichiarato che l’intitolazione
di una via deve essere accettata da tutti i cittadini cremonesi e non può
essere ragione di divisione, come invece accade nel caso di Aldo Protti: nel
dubbio non si può dedicare una via, perché il dubbio è nella città, nei
cittadini e nelle famiglie. La dedicazione di una via acquisisce un carattere
politico, è inevitabile. Quindi, nel caso di Protti, è meglio soprassedere,
pensando a quale sia il modo migliore per celebrare il grande baritono.
Guido Borsella, UDC, ha dichiarato che sarebbe opportuno fare un esame di
coscienza per dire basta a queste forme di dibattito politico in Consiglio
Comunale che sfociano in veri e propri processi, meglio lavorare sulle cose
concrete: sarebbe meglio, quando si tratta di intitolare una via, passare da un
metodo estetizzante ad un metodo etico. Il dibattito è stato concluso da
Pierluigi Rotelli che ha criticato duramente il modo in cui Irene Nicoletta De
Bona ha illustrato la sua mozione, insistendo solo sul ruolo politico di Aldo
Protti e non sui suoi meriti artistici. La maggioranza non ha fatto retromarcia
ha dichiarato Rotelli: non spetta al Consiglio Comunale intitolare strade, ma
fare segnalazioni, in quanto spetta alla Commissione Toponomastica esprimere un
parere e alla Giunta decidere. Il Consiglio Comunale può esprimere dei dubbi,
da qui la decisione di affidare il compito di un approfondimento alla
Commissione Toponomastica. Il Presidente del Consiglio Mauro Fanti a questo
punto ha deciso di ritenere chiuso il dibattito, ma il consigliere Quinzani si
è opposto sostenendo che, essendo stata emendata la mozione di AN, era
possibile intervenire sulla nuova formulazione. Dopo una breve sospensione, il
Presidente, considerata la difficoltà interpretativa su questo punto del
Regolamento, ha dato la parola al consigliere Quinzani.
Successivamente è stato posto in votazione l’emendamento alla mozione di AN,
che è stato respinto (con l’astensione di Giuseppe Bosio, Daniele Burgazzi,
Enrico Manfredini, Giuseppe Ceraso e Matteo Lodi) ed è stata messa ai voti la
mozione di AN nella sua versione originale, respinta sempre con l’astensione
dei consiglieri Bosio, Ceraso, Manfredini, Burgazzi e Lodi. E’ stata poi messa
ai voti la mozione presentata dalla maggioranza che è stata approvata (si sono
espressi contro Chiara Capelletti e Domenico Maschi di AN, mentre Irene
Nicoletta De Bona è uscita dall’aula, si sono invece astenuti Guido Borsella
e Giacomo Zaffanella, mentre, pur rimanendo in aula, per protesta, non hanno
espresso alcun voto gli esponenti di Forza Italia).
Convenzione per il diritto di sepoltura nel Cimitero di Bonemerse delle salme
di cittadini cremonesi residenti nel quartiere Bagnara, in quanto appartenenti
alla Parrocchia di Bonemerse.
La Giunta Comunale, dopo avere espresso parere favorevole il 23 marzo scorso, ha
rassegnato al Consiglio Comunale questo oggetto che riguarda l’approvazione,
per il triennio 2005/2007 della bozza di convenzione per il diritto di sepoltura
nel Cimitero del Comune di Bonemerse delle salme dei cittadini cremonesi
residenti nel quartiere Bagnara, in quanto appartenenti alla parrocchia di
Bonemerse, stabilendo in € 3.098,74 il concorso annuo del Comune di Cremona
per l’effettuazione del servizio. La spesa complessiva per questa convenzione
ammonta ad € 9.296,22. Con deliberazione consiliare del 2 giugno 1997 veniva
rinnovato, per il quinquennio 1998/2002, con il Comune di Bonemerse il diritto
di sepoltura in quel cimitero delle salme dei cittadini cremonesi stabilendo in
L. 6.000.000 annui il contributo del Comune di Cremona per l’effettuazione del
servizio. Questo diritto di sepoltura è scaduto di diritto il 31 dicembre 2002
ed il Comune di Cremona non ha ritenuto opportuno rinnovarlo. Il 15 novembre
2004, nell’incontro tra il Sindaco del Comune di Bonemerse ed il Vice Sindaco
di Cremona Luigi Baldani, delegato per questo dal Sindaco, è stato evidenziato
come il numero delle richieste di sepoltura di cittadini cremonesi nel cimitero
di Bonemerse determini un aumento della spesa con ripercussioni negative sul
bilancio di quel Comune. Nello stesso incontro è stata accolta la richiesta di
riproporre la convenzione con la quale il Comune di Cremona riconosce un
contributo a titolo di “diritto di sepoltura” per la gestione del cimitero
per il triennio 2005/2007, tenuto conto anche del fatto che non è possibile
usufruire del cimitero di Gerre Borghi dove i lavori si sono protratti per cause
riguardanti l’appalto.
L’oggetto è stato approvato all’unanimità
Approvazione dello schema di convenzione per la gestione associata delle
attività socio-assistenziali denominate “servizio sociale territoriale” e
“servizio di assistenza domiciliare”.
Dopo che la Giunta Comunale, il 31 marzo scorso, ha espresso parere
favorevole, questo oggetto è stato assegnato al Consiglio Comunale per l’approvazione.
L’esperienza di gestione associata condotta nello scorso triennio è risultata
sostanzialmente positiva e pertinente alla programmazione distrettuale, avviata
quasi contestualmente con il Piano di Zona. Questa modalità di gestione dei
servizi socio-assistenziali si è nel frattempo diffusa nel Distretto di
Cremona, per cui altri comuni tra loro limitrofi si sono associati. Tra questi
compaiono anche amministrazioni che in un primo momento avevano aderito alla
convenzione con il Comune di Cremona ma che, per la distanza dal capoluogo,
hanno ritenuto più conveniente aggregarsi ad una più vicina organizzazione. E’
stato così rivisto il programma di gestione associata per il prossimo biennio,
predisponendo un nuovo accordo con i Comuni che hanno richiesto di proseguire
nella collaborazione per la fruizione della gestione associata dei servizi
socio-assistenziali denominati Servizio Sociale Territoriale e Servizio di
Assistenza Domiciliare. La convenzione riguarda pertanto i Comuni di Bonemerse,
Gerre de’ Caprioli, Malagnino e Spinadesco. Le quantificazioni delle
prestazioni richieste saranno definite sulla base dei singoli progetti di
intervento che, in quanto variabili, non consentono una specifica definizione
all’interno della convenzione. La gestione della stessa sarà ovviamente
condotta in rapporto alla programmazione di Bilancio del Comune che gestirà
direttamente il Servizio Sociale Territoriale, attraverso l’Azienda Speciale
Cremona Solidale, ed il servizio di assistenza Domiciliare. La stipula di questa
convenzione comporta una spesa presunta di € 50.000,00 così suddivisa: €
16.600,00 per il 2005, € 25.000,00 per il 2006, € 8.400,00 per il 2007.
L’oggetto è stato approvato a larga maggioranza con l’astensione di AN
Approvazione degli atti fondamentali dell’Azienda Speciale Comunale Cremona
Solidale (Piano programma, contratto di servizio e bilanci di previsione).
Dopo il parere favorevole della Giunta, questo oggetto è stata assegnato al
Consiglio Comunale per l’approvazione. L’art. 21 dello Statuto dell’Azienda
Speciale “Cremona Solidale” prevede che gli atti fondamentali dell’Azienda
siano soggetti ad approvazione da parte del Consiglio Comunale. A seguito degli
indirizzi strategici che l’Amministrazione Comunale ha deliberato sulla
gestione dei servizi nell’anno 2005, il Consiglio di Amministrazione di “Cremona
Solidale” ha approvato il Piano Programma, il contratto di servizio che regola
i rapporti con il Comune di Cremona, nonché i Bilanci di previsione annuale e
pluriennale. Gli uffici competenti hanno provveduto ad esaminare i contenuti di
questi documenti, trasmessi dal Direttore Amministrativo dell’Azienda, che
sono risultati in linea con gli indirizzi espressi dal Comune di Cremona e, per
gli aspetti economici, con le previsioni del Bilancio comunale approvato per il
2005. Il contratto di servizio da sottoscrivere avrà efficacia per il periodo
da aprile a dicembre 2005 in quanto nel primo trimestre 2005 ha avuto validità,
in quanto prorogato, il contratto già attivo lo scorso anno. L’oggetto è
stato ampiamente illustrato dal Presidente dell’Azienda Speciale “Cremona
Solidale”, Franco Verdi, che si è soffermato sugli aspetti del Bilancio di
Previsione.
L’oggetto è stato approvato con l’astensione della minoranza.
 
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