15 Settembre, 2002
Vicenda Cardaminopsis
Dichiarazione congiunta del Comune della Provincia di Cremona: «Nulla è rimasto intentato a tutela del commercio cittadino »
 In relazione agli esiti della Conferenza di Servizio tenutasi
giovedì 1° settembre in Regione sull’autorizzazione all’apertura della
struttura di vendità di proprietà della società Cardaminopsis - realtà
costituita da una media struttura di vendita di metri quadrati 600 non
alimentari e di negozi fino a 250 metri quadrati non alimentari, che si
svilupperà su una superficie totale di 10.000 metri quadrati in via
Castelleone, angolo via Picenengo - il Comune e la Provincia di Cremona
ribadiscono che, nonostante il loro parere negativo espresso in sede di prima
valutazione, stante la sentenza del Consiglio di Stato (che ha indotto a
riattivare il procedimento riguardante la domanda presentata nel 2001 dalla
Società Immobiliare Cardaminopsis), in sede di Conferenza di Servizio non hanno
potuto che ratificare la decisione. Anche la sospensiva richiesta dal Comune di
Cremona, giustificata dalla necessità di approfondire la richiesta già
autorizzata al gruppo GS per l’insediamento, nella stessa area, di una
struttura di 3.400 metri quadrati a destinazione non alimentare, si è rivelata
non percorribile perché, ormai, un mancato pronunciamento avrebbe fatto
scattare il silenzio assenso.
Il vero problema è che le Amministrazioni hanno dovuto esaminare la domanda
alla luce della normativa vigente alla data della sua presentazione, ovvero del
regolamento regionale 3/2000, nella sua originaria formulazione, senza tenere
conto delle modifiche intervenute successivamente e fatta comunque salva la
facoltà della Conferenza di richiedere al proponente cosa che è avvenuta
elementi integrativi di valutazione per quanto riguarda eventuali mutamenti
significativi del contesto generale di riferimento che potessero incidere in
particolare sull’assetto territoriale e viabilistico dell’area interessata
dall’intervento. Nel regolamento regionale 3/2000 era infatti previsto l’assenso
a questo tipo di domanda che veniva considerata fuori contingente rispetto alla
disponibilità di superficie stabilita dalla Regione stessa.
Pertanto, tutto ciò che si poteva fare a tutela del commercio cittadino da
parte dei due Enti Locali coinvolti è stato fatto. Si ricorda infine che il
Comune e la Provincia di Cremona hanno opposto resistenza anche in sede
amministrativa, ma l’esito dapprima da parte del TAR e poi del Consiglio di
Stato è stato, purtroppo, sfavorevole. Nulla dunque è rimasto intentato in
ogni sede da parte degli Enti Locali che si sono mossi esclusivamente nell’interesse
del bene pubblico e dello sviluppo economico e commerciale del territorio.
 
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