15 Settembre, 2002 La Finanziaria non può avere effetti retroattivi ANCI si fa interprete della protesta del Comune di Morbegno
Il rispetto del patto di stabilità per il 2005 non può
essere retroattivo ed interessare impegni di spesa riguardanti il 2004, anno in
cui i vincoli del patto non esistevano ma che vengono ad incidere
inevitabilmente in termini di pagamento nel 2005, bilancio assoggettato al patto
di stabilità.
La richiesta, che ha importanti ripercussioni sui drastici
tagli imposti ai Comuni dalla Finanziaria 2005, viene avanzata dal Comune di
Morbegno in una delibera inviata all’Anci affinché “si faccia carico e
portatrice della problematica lamentata ponendo in essere tutte le necessarie
azioni presso i competenti Organi governativi richiedendo espressamente la non
applicabilità delle previste sanzioni in caso di mancato rispetto
dell'obiettivo programmatico della gestione di cassa per l'anno 2005”.
“La fondatezza dell’iniziativa del Comune di Morbegno e
del suo assessore Mauro Del Barba - evidenzia Aurelio Ferrari, presidente di
ANCI Lombardia - è evidente per tutti gli amministratori e la richiesta di
sospensione dei provvedimenti in caso di sforamento del patto di stabilità
determinato dal computo nella verifica di cassa del 2005 anche degli impegni
presi nel bilancio 2004 ne è la logica conseguenza. In caso contrario
significherebbe che la Finanziaria 2005 ha anche effetti retroattivi e ciò ben
configura anche un’ipotesi di incostituzionalità”.
“La delibera del Comune di Morbegno - aggiunge ancora il presidente Ferrari
- mette in rilievo il fatto che se la norma non verrà cambiata si arrecherà
danno economico, di immagine e di credibilità del Comune e che non é nemmeno
lontanamente pensabile una sospensione dei pagamenti giustamente dovuti a
soggetti che si sono prestati in favore dell'Ente. Insomma quanto il Comune di
Morbegno afferma, e che sarà esposto domani nel corso di una conferenza stampa,
rappresenta un ulteriore danno al già durissimo colpo inferto agli enti locali.
Anche di questo l’ANCI si farà interprete nelle opportune sedi di confronto,
confidando che ci sia ancora spazio per il dialogo e la ragionevolezza e che non
prevalga all’interno del Governo la volontà di “blindare” un
provvedimento che rischia di avere pesantissime conseguenze, forse non ancora
interamente valutate nella loro globalità, sulle tasche dei cittadini e sull’esistenza
stessa delle istituzioni locali”.