«La complessità delle condizioni sociali ed economiche delle città e dei
cittadini, non dissimili da quella di altre aree, pone quotidianamente
all'amministrazione comunale l'esigenza di fronteggiare nuovi bisogni o di
rispondere a consolidate domande ritornate impellenti. Le cittadine e i
cittadini portatori di queste esigenze avvertono spesso la difficoltà di
vederle risolte positivamente in ragione dell'esistenza del degrado in alcune
zone della città e della diffusione di pratiche illegali comportamenti illegali
che aumentano la percezione di insicurezza
Il programma di mandato ha definito per esteso e con dettaglio le azioni
necessarie per affrontare efficacemente e con consenso diffuso questi problemi
in essere per costruire le condizioni migliori per la Bologna del futuro. La
giunta e la maggioranza sono impegnate costantemente nella sua completa
realizzazione nonostante le difficoltà finanziarie generate dalle inefficaci ed
inique politiche economiche e di bilancio del governo.
Tuttavia si è evidenziata l'esistenza di comportamenti ed azioni mirate a
consolidare pratiche e situazioni non rispettose delle leggi e delle norme che
impediscono o rallentano la ricostruzione di un territorio urbano forte e
equilibrato e di una politica sociale inclusiva e solidale sostenuta da una
visibile idea di giustizia.
Per questo si impone nell'azione di giunta e di maggioranza la riconferma di
elementari principi indispensabili a dare credibilità ed efficacia nell'agire e
di un ulteriore sforzo di innovazione nelle politiche più esposte ai
condizionamenti esterni. L'attività amministrativa avviene in un complesso
reticolo legislativo esattamente come accade per la vita sociale.
La non condivisione di leggi che producono effetti negativi sulla persona o
sulle comunità, oppure la mancanza di norme efficaci in materie importanti,
deve portare all'azione per la loro modifica per la loro definizione in
Parlamento.
L'amministrazione e la comunità con i loro strumenti possono e devono agire
solidarmente per correggere gli effetti negativi o le ricadute non desiderate
delle leggi, ma non possono accettare la loro violazione come prassi politica.
l'illegalità, qualunque sia la ragione che la determina, non può trovare
giustificazioni.
Politiche fondamentali per il futuro di Bologna, come quelle abitative,
quelle per l'inclusione e l'accoglienza, quelle per il sostegno allo sviluppo,
sono tra le più condizionate dalle pratiche illegali. Nell'azione di giunta e
di maggioranza deve esser fermo l'obiettivo di tutelare i più deboli garantendo
loro piena cittadinanza anche attraverso azioni solidali mirate, ma nel contempo
deve essere chiara la discriminante verso chi si pone fuori dalla legge o si
sottrae dai percorsi di legalità che si possono attivare.
Ad esempio il bisogno abitativo e la regolarità dei rapporti di locazione
vanno risolti con strumenti efficaci nel rispetto delle proprietà pubbliche e
private come in quello dei diritti degli utenti. Così come il contrasto al
lavoro nero e clandestino compreso quello dei minori fonte di tante distorsioni
economiche e ingiustizie sociali ha bisogno di una precisa normativa nazionale
non prevista nella negativa ed incoerente legge Bossi-Fini.
Nel frattempo è possibile utilizzare l'articolo 18 del decreto legislativo del
25 luglio 1998 numero 286 relativo al soggiorno per motivi di protezione sociale
per garantire chi accetta spontaneamente di entrare nella legalità. Le stesse
politiche di accoglienza non devono essere attivate indistintamente, ma devono
essere assicurate alle persone che ne hanno diritto, ai minori e ai più deboli
e a chi accetta di entrare nei percorsi di regolarizzazione.
La giunta e la maggioranza si impegnano a garantire diritti di cittadinanza agli
immigrati anche attraverso il voto ai quartieri ancor prima dell'auspicabile
voto amministrativo che la legge nazionale dovrà stabilire.
In tutte le azioni amministrative non distinguere i diversi comportamenti e
le differenti condizioni, in ragione di un apparente univoco bisogno, rende
inefficace l'azione solidale. per contrastare lo sfruttamento illegale del
lavoro dei cittadini, immigrati e no, per sostenere l'emancipazione delle
persone dall'esclusione sociale, occorre ancorare l'azione amministrativa al
complesso del dettato costituzionale. Da quel dettato discendono le norme e le
leggi che tutelano i cittadini a partire dalle fasce più deboli della società
che rappresentano un valore fondante della democrazia. anche per questo
legalità e solidarietà, convivono nella nostra idea di sviluppo economico, di
coesione e di giustizia sociale».
Fonte: L’Unità