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15 Settembre, 2002
Furti ai danni di esercizi pubblici e demolizione Mulino delle Passere
Le risposte degli assessori alle interrogazioni di Giacomo Zaffanella

Nelle scorse settimane il Consigliere Giacomo Zaffanella ha inviato all’Amministrazione Comunale la seguente interrogazione con richiesta di risposta scritta:

“Premesso che negli ultimi tempi a Cremona vi è un crescendo di razzie notturne a danno di locali pubblici e negozi; premesso che, specialmente negli ultimi giorni si susseguono quasi quotidianamente furti ai danni di bar e negozi anche in zone centrali della città; premesso che sicuramente l’Amministrazione sarà già attiva con interventi, che però alla luce dei fatti si dimostrano gravemente insufficienti; si chiede se si intende incrementare, in concertazione con tutte le forze di pubblica sicurezza, una serie di interventi volti alla prevenzione di tali eventi e all’individuazione dei colpevoli, indicando come prioritarie le indagini per tali episodi”.
Entro i termini previsti, sentita la Giunta Comunale, l’Assessore alla Sicurezza e alla Polizia Municipale Caterina Ruggeri, ha inviato al Consigliere Zaffanella la seguente risposta scritta:

“In riferimento alla situazione rappresentata si deve premettere che questo Assessorato non dispone di dati necessari per una valutazione approfondita che permetta una lettura puntuale della gravità del fenomeno dal momento che la titolarità delle indagini, coperte naturalmente dal segreto istruttorio, è di competenza delle forze dell’ordine. Ciò detto, entrando nel merito dell’interrogazione, è opportuno inquadrare la problematica per verificare quale potrebbe essere il contributo dell’Amministrazione Comunale al tema trattato. L’attività di prevenzione e contrasto ai crimini si inscrive senza dubbio nella materia “ordine e sicurezza pubblica” che, secondo l’attuale ordinamento, rimane di competenza esclusiva dello Stato attraverso le Prefettura, Autorità provinciali di pubblica sicurezza da cui dipendono funzionalmente le Forze di Polizia. Il Comune, attraverso l’azione integrata dei propri settori amministrativi ed in particolare con il supporto specifico della propria Polizia Municipale, quest’ultima nei limiti delle specifiche attribuzioni disciplinate dalla Leggi dello Stato e della Regione Lombardia, ha tuttavia la possibilità di rappresentare le istanze di sicurezza dei cittadini, facendosi promotrice delle iniziative di prevenzione sociale e volte a migliorare la vivibilità e la qualificazione dei luoghi di vita che, pertanto, possano concorrere a prevenire fenomeni di disagio e comportamenti devianti.
Il Sindaco, rappresentando gli interessi della comunità locale, partecipa in veste consultiva al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ma non ha alcuna competenza tecnica in tema di ordine e sicurezza pubblica così come definita attualmente dalla Costituzione. La partecipazione del Sindaco al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica ha positivamente prodotto il Contratto di Sicurezza per la Città di Cremona, che rappresenta un importante strumento di coordinamento tra Stato e Comune finalizzato ad ottimizzare le risorse e coordinare interventi per il miglioramento della sicurezza in città.
Il Contratto, a conferma della netta divisione dei compiti di cui si è fatto cenno, prevede per il Comune i seguenti specifici compiti: collaborare con le Forze di Polizia anche tramite il Corpo di Polizia Municipale; proseguire ed ulteriormente intensificare l’attività di rilevamento degli incidenti stradali da parte della Polizia Municipale; garantire mediante il Corpo di Polizia Municipale l’azione a presidio degli istituti scolastici, nonché dei quartieri cosiddetti a rischio e dei parchi; garantire inoltre mediante il Corpo di Polizia Municipale l’attività di prevenzione e controllo dei fenomeni di disturbo alla quiete pubblica; sensibilizzare a fini preventivi su possibili forme di truffa ovvero raggiri; controllo sul rispetto delle ordinanze del Sindaco; monitoraggio del fenomeno degli insediamenti abusivi; prosecuzione nella sperimentazione dell’esperienza di polizia di prossimità nei quartieri; sviluppare, attesa l’importanza dell’economia locale e dello standard legale, il controllo ed il contrasto al fenomeno dell’abusivismo commerciale, anche per prevenire episodi di intolleranza e malcontento della categoria con eventuali turbative alle condizioni di sicurezza pubblica, richiedendo al Prefetto, se del caso, il concorso delle Forze di Polizia; in ordine alla consistente presenza di extracomunitari nel territorio, caratterizzata dall’impiego in agricoltura, a monitorare tale presenza, con particolare riferimento alla situazione abitativa ed all’inserimento lavorativo, favorendo l’integrazione degli stessi nel tessuto sociale cittadino; sviluppare intese congiunte per agevolare il monitoraggio degli appalti, delle autorizzazioni agli esercizi pubblici e commerciali, degli interventi urbanistici e delle iniziative di assetto urbanistico finalizzate al recupero ed alla qualificazione delle aree urbane; assumere iniziative di riqualificazione e di illuminazione degli spazi pubblici finalizzate a ridurre i fattori di insicurezza, collaborando con la Prefettura nella realizzazione del miglioramento dei servizi di controllo del territorio, anche attraverso l’impiego di tecnologie per la sorveglianza a distanza; potenziare, nell’ambito delle proprie competenze, le iniziative finalizzate ad accrescere la sicurezza della città dotandosi di idonee forme di coordinamento interassesorile e interdivisionale.
E’ inoltre opportuno chiarire, anche per evitare incomprensioni e luoghi comuni, che la Polizia Municipale, in tema di prevenzione e repressione dei crimini, ha un ambito di intervento puntualmente definito dalla Legge con riferimento alle materie specifiche della circolazione stradale, commercio e pubblici esercizi, urbanistica, edilizia ed ambiente. Le norme citate sono coerenti con il dettato costituzionale che riserva allo Stato le competenze in materia di ordine pubblico, sicurezza e contrasto della criminalità. In questo contesto normativo, va osservato tuttavia che la Polizia Municipale svolge un’importante funzione di prevenzione dei reati sia attraverso la presenza fisica sul territorio, sia con lo strumento della videosorveglianza. La Polizia Municipale, nei limiti accennati, assicura il compimento delle attività di polizia giudiziaria nell’ambito delle attribuzioni specifiche, nonché in flagranza di reati micro criminali anche in collaborazione con le forze dell’ordine. Alla Polizia Municipale è attribuita una competenza specifica di polizia amministrativa in tutte le materie attribuite alla competenza del Comune e per tutte le altre norme di legge eregolamenti non riservati specificamente ad organi dello Stato. Il ruolo della Polizia Municipale, per quanto riguarda la sicurezza urbana, è particolarmente importante in quanto parte delle politiche per la sicurezza attuate dal Comune in sede locale attraverso la partecipazione e collaborazione degli altri soggetti attivi nel settore”.

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Demolizione Mulino delle Passere: la risposta dell'Assessore Daniele Soregaroli

Nelle scorse settimane il Consigliere Comunale Giacomo Zaffanella ha presentato all’Amministrazione Comunale la seguente interrogazione con richiesta di risposta scritta:

“Premesso che tra via Pietro Negroni e via Naviglio era presente un impianto molitorio, denominato Mulino delle Passere, ultimo complesso di archeologia industriale della zona, con un passato di importanza rilevante nel contesto cittadino; premesso che l’impianto era in assoluto stato di degrado, ma a ridosso di una zona estremamente suggestiva della città e portava i segni riconoscibili dell’arte molitoria e funzionava grazie alla caratteristica ruota azionata dall’acqua del Naviglio civico; premesso che tale complesso è stato totalmente demolito per fare posto a nuovi insediamenti residenziali, si chiede come mai, vista anche la presenza del Sindaco alle ecelebrazioni dei 60 anni della OCRIM, grande realtà cremonese esportatrice di impianti molitori, durante le quali è stata riconosciuta la grande tradizione ed importanza per tutta la città, non si è tenuto conto di un possibile intervento di salvaguardia del mulino; se, al contrario dell’area Frazzi, per la quale il Comune prevede interventi di rallentamento del degrado, tale impianto non era considerato di importanza culturale e storica, e perché è stata concessa l’autorizzazione di demolizione”.
Nei tempi previsti, sentito il parere della Giunta Comunale, l’Assessore all’Urbanistica Daniele Soregaroli ha inviato al Consigliere Zaffanella la seguente risposta scritta:

“L’immobile di cui si tratta è localizzato in via Pietro Negroni, 3 ed è azzonato dal vigente Piano Regolatore Generale come sottozona B3 dove sono consentiti interventi di ristrutturazione edilizia, compresa quella riproduttiva, qualora venga dimostrato che non sia possibile mantenere in essere i muri perimetrali a causa della presenza di situazioni di gravi dissesti strutturali. Sull’immobile è inoltre presente un vincolo ai sensi dell’art. 146 del D. lgs. 490/99 (ex Legge Galasso) per la presenza del Naviglio Civico. In data 8 aprile 2005 veniva richiesto dalla società Bolina s.r.l. il rilascio di autorizzazione ambientale sub delegata per l’esecuzione di opere di ristrutturazione (mediante demolizione e ricostruzione) e realizzazione di autorimesse. L’immobile si presentava in assoluto stato di degrado, in parte crollato, ed in condizioni tali da non poterne prevedere alcuna opera di recupero materico o risanamento dell’esistente. Il progetto ha previsto pertanto la demolizione dell’edificio esistente e la sua ricostruzione mantenendo inalterata la sagoma, il numero dei piani ed il posizionamento dell’edificio preesistente. La Commissione Edilizia, integrata dall’esperto ambientale, ha esaminato il progetto nella seduta del 22 aprile 2005 esprimendo un parere favorevole con prescrizioni (tetti in coppi e persine a scomparsa), richiedendo di studiare una migliore soluzione per le finestre della scala. Per questo il progetto veniva riesaminato il 9 giugno 2005: nel confermare, anche per gli adeguamenti, il parere favorevole si aggiungevano prescrizioni per la tinteggiatura dell’edificio (terre rosse o arancio). Tali espressioni di parere presupponevano una presa d’atto dell’impossibilità materiale di un recupero statico funzionale dei ruderi dell’ex mulino, addentrandosi conseguentemente nella valutazione di compatibilità paesistica. In particolare veniva posta attenzione alla capacità del proposto edificio di porsi in composizione con il contesto sia per le scelte dimensionale che per le caratteristiche costruttive (di materiali e cromatismi) coerenti con i caratteri ed i valori del contesto garantendo inoltre una percezione visuale dell’unico elemento ancora caratterizzante il mulino. Infatti il progetto propone il ricollocamento della ruota idraulica dopo opportuni trattamenti di recupero della stessa. Non è il caso di trascurare che le aree circostanti hanno da tempo subito una conversione funzionale dei suoli essendo state edificate su di esse alcuni condomini. L’autorizzazione ambientale rilasciata il 24 giugno 2005, come previsto dalla normativa vigente, è stata trasmessa alla Soprintendenza ai Beni Architettonici e per il Paesaggio di Brescia il 30 giugno 2005 per consentire l’esercizio del controllo entro i successivi 60 giorni. La Soprintendenza non ha annullato il provvedimento riconoscendone pertanto la piena conformità alle prescrizioni e condizioni di esercizio della delega. Il 10 agosto 2005 veniva presentata dalla Società Bolina s.r.l. una Denuncia di Inizio Attività (DIA) con allegata asseverazione dell’arch. Gianfranco Del Bon. Questa DIA riproponeva i contenuti già sottoposti per l’acquisizione dell’autorizzazione ambientale. Dalla documentazione in atti risulta evidente l’impossibilità di salvaguardare le strutture murarie dell’ex mulino. L’attenzione si è pertanto rivolta a garantire il mantenimento delle sole testimonianze, peraltro significative, sulle quali il recupero e la conservazione potevano garantire un certo risultato. Non si fa riferimento soltanto ad un risultato concreto, ma anche di carattere simbolico, costituendo la ruota dell’ex mulino un segno importante della preesistenza. Il confronto richiamato con l’area Frazzi mette in luce aspetti non trascurabili. Troppo spesso è demandato al solo ente pubblico il compito di salvaguardare strutture, immobili ed impianti aventi una qualche importanza culturale e storica. Nell’area Frazzi, peraltro di proprietà comunale e di diversa consistenza, ciò è stato possibile in quanto la sensibilità comunale ha indotto ad investire risorse per la salvaguardia ed il mantenimento delle presenze di archeologia industriale. Altrettanta sensibilità è difficile riscontrare nel caso in cui le testimonianze appartengano ai privati. Neppure la previsione vincolistica è in grado di sortire i risultati sperati rischiando di scoraggiare e differire ad oltranza gli interventi se non funzionali alle aspettative dei privati. La funzione che l’Amministrazione ha svolto è stata quella di sensibilizzare al mantenimento degli aspetti e delle testimonianze significative del luogo”.

 


       



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