“Premesso che negli ultimi tempi a Cremona vi è un crescendo di razzie
notturne a danno di locali pubblici e negozi; premesso che, specialmente negli
ultimi giorni si susseguono quasi quotidianamente furti ai danni di bar e negozi
anche in zone centrali della città; premesso che sicuramente l’Amministrazione
sarà già attiva con interventi, che però alla luce dei fatti si dimostrano
gravemente insufficienti; si chiede se si intende incrementare, in concertazione
con tutte le forze di pubblica sicurezza, una serie di interventi volti alla
prevenzione di tali eventi e all’individuazione dei colpevoli, indicando come
prioritarie le indagini per tali episodi”.
Entro i termini previsti, sentita la Giunta Comunale, l’Assessore alla
Sicurezza e alla Polizia Municipale Caterina Ruggeri, ha inviato al Consigliere
Zaffanella la seguente risposta scritta:
“In riferimento alla situazione rappresentata si deve premettere che questo
Assessorato non dispone di dati necessari per una valutazione approfondita che
permetta una lettura puntuale della gravità del fenomeno dal momento che la
titolarità delle indagini, coperte naturalmente dal segreto istruttorio, è di
competenza delle forze dell’ordine. Ciò detto, entrando nel merito dell’interrogazione,
è opportuno inquadrare la problematica per verificare quale potrebbe essere il
contributo dell’Amministrazione Comunale al tema trattato. L’attività di
prevenzione e contrasto ai crimini si inscrive senza dubbio nella materia “ordine
e sicurezza pubblica” che, secondo l’attuale ordinamento, rimane di
competenza esclusiva dello Stato attraverso le Prefettura, Autorità provinciali
di pubblica sicurezza da cui dipendono funzionalmente le Forze di Polizia. Il
Comune, attraverso l’azione integrata dei propri settori amministrativi ed in
particolare con il supporto specifico della propria Polizia Municipale, quest’ultima
nei limiti delle specifiche attribuzioni disciplinate dalla Leggi dello Stato e
della Regione Lombardia, ha tuttavia la possibilità di rappresentare le istanze
di sicurezza dei cittadini, facendosi promotrice delle iniziative di prevenzione
sociale e volte a migliorare la vivibilità e la qualificazione dei luoghi di
vita che, pertanto, possano concorrere a prevenire fenomeni di disagio e
comportamenti devianti.
Il Sindaco, rappresentando gli interessi della comunità locale, partecipa in
veste consultiva al Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ma non ha
alcuna competenza tecnica in tema di ordine e sicurezza pubblica così come
definita attualmente dalla Costituzione. La partecipazione del Sindaco al
Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica ha positivamente prodotto il
Contratto di Sicurezza per la Città di Cremona, che rappresenta un importante
strumento di coordinamento tra Stato e Comune finalizzato ad ottimizzare le
risorse e coordinare interventi per il miglioramento della sicurezza in città.
Il Contratto, a conferma della netta divisione dei compiti di cui si è fatto
cenno, prevede per il Comune i seguenti specifici compiti: collaborare con le
Forze di Polizia anche tramite il Corpo di Polizia Municipale; proseguire ed
ulteriormente intensificare l’attività di rilevamento degli incidenti
stradali da parte della Polizia Municipale; garantire mediante il Corpo di
Polizia Municipale l’azione a presidio degli istituti scolastici, nonché dei
quartieri cosiddetti a rischio e dei parchi; garantire inoltre mediante il Corpo
di Polizia Municipale l’attività di prevenzione e controllo dei fenomeni di
disturbo alla quiete pubblica; sensibilizzare a fini preventivi su possibili
forme di truffa ovvero raggiri; controllo sul rispetto delle ordinanze del
Sindaco; monitoraggio del fenomeno degli insediamenti abusivi; prosecuzione
nella sperimentazione dell’esperienza di polizia di prossimità nei quartieri;
sviluppare, attesa l’importanza dell’economia locale e dello standard
legale, il controllo ed il contrasto al fenomeno dell’abusivismo commerciale,
anche per prevenire episodi di intolleranza e malcontento della categoria con
eventuali turbative alle condizioni di sicurezza pubblica, richiedendo al
Prefetto, se del caso, il concorso delle Forze di Polizia; in ordine alla
consistente presenza di extracomunitari nel territorio, caratterizzata dall’impiego
in agricoltura, a monitorare tale presenza, con particolare riferimento alla
situazione abitativa ed all’inserimento lavorativo, favorendo l’integrazione
degli stessi nel tessuto sociale cittadino; sviluppare intese congiunte per
agevolare il monitoraggio degli appalti, delle autorizzazioni agli esercizi
pubblici e commerciali, degli interventi urbanistici e delle iniziative di
assetto urbanistico finalizzate al recupero ed alla qualificazione delle aree
urbane; assumere iniziative di riqualificazione e di illuminazione degli spazi
pubblici finalizzate a ridurre i fattori di insicurezza, collaborando con la
Prefettura nella realizzazione del miglioramento dei servizi di controllo del
territorio, anche attraverso l’impiego di tecnologie per la sorveglianza a
distanza; potenziare, nell’ambito delle proprie competenze, le iniziative
finalizzate ad accrescere la sicurezza della città dotandosi di idonee forme di
coordinamento interassesorile e interdivisionale.
E’ inoltre opportuno chiarire, anche per evitare incomprensioni e luoghi
comuni, che la Polizia Municipale, in tema di prevenzione e repressione dei
crimini, ha un ambito di intervento puntualmente definito dalla Legge con
riferimento alle materie specifiche della circolazione stradale, commercio e
pubblici esercizi, urbanistica, edilizia ed ambiente. Le norme citate sono
coerenti con il dettato costituzionale che riserva allo Stato le competenze in
materia di ordine pubblico, sicurezza e contrasto della criminalità. In questo
contesto normativo, va osservato tuttavia che la Polizia Municipale svolge un’importante
funzione di prevenzione dei reati sia attraverso la presenza fisica sul
territorio, sia con lo strumento della videosorveglianza. La Polizia Municipale,
nei limiti accennati, assicura il compimento delle attività di polizia
giudiziaria nell’ambito delle attribuzioni specifiche, nonché in flagranza di
reati micro criminali anche in collaborazione con le forze dell’ordine. Alla
Polizia Municipale è attribuita una competenza specifica di polizia
amministrativa in tutte le materie attribuite alla competenza del Comune e per
tutte le altre norme di legge eregolamenti non riservati specificamente ad
organi dello Stato. Il ruolo della Polizia Municipale, per quanto riguarda la
sicurezza urbana, è particolarmente importante in quanto parte delle politiche
per la sicurezza attuate dal Comune in sede locale attraverso la partecipazione
e collaborazione degli altri soggetti attivi nel settore”.
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Demolizione Mulino delle Passere: la risposta dell'Assessore Daniele Soregaroli
Nelle scorse settimane il Consigliere Comunale Giacomo Zaffanella ha
presentato all’Amministrazione Comunale la seguente interrogazione con
richiesta di risposta scritta:
“Premesso che tra via Pietro Negroni e via Naviglio era presente un
impianto molitorio, denominato Mulino delle Passere, ultimo complesso di
archeologia industriale della zona, con un passato di importanza rilevante nel
contesto cittadino; premesso che l’impianto era in assoluto stato di degrado,
ma a ridosso di una zona estremamente suggestiva della città e portava i segni
riconoscibili dell’arte molitoria e funzionava grazie alla caratteristica
ruota azionata dall’acqua del Naviglio civico; premesso che tale complesso è
stato totalmente demolito per fare posto a nuovi insediamenti residenziali, si
chiede come mai, vista anche la presenza del Sindaco alle ecelebrazioni dei 60
anni della OCRIM, grande realtà cremonese esportatrice di impianti molitori,
durante le quali è stata riconosciuta la grande tradizione ed importanza per
tutta la città, non si è tenuto conto di un possibile intervento di
salvaguardia del mulino; se, al contrario dell’area Frazzi, per la quale il
Comune prevede interventi di rallentamento del degrado, tale impianto non era
considerato di importanza culturale e storica, e perché è stata concessa l’autorizzazione
di demolizione”.
Nei tempi previsti, sentito il parere della Giunta Comunale, l’Assessore
all’Urbanistica Daniele Soregaroli ha inviato al Consigliere Zaffanella la
seguente risposta scritta:
“L’immobile di cui si tratta è localizzato in via Pietro Negroni, 3 ed
è azzonato dal vigente Piano Regolatore Generale come sottozona B3 dove sono
consentiti interventi di ristrutturazione edilizia, compresa quella
riproduttiva, qualora venga dimostrato che non sia possibile mantenere in essere
i muri perimetrali a causa della presenza di situazioni di gravi dissesti
strutturali. Sull’immobile è inoltre presente un vincolo ai sensi dell’art.
146 del D. lgs. 490/99 (ex Legge Galasso) per la presenza del Naviglio Civico.
In data 8 aprile 2005 veniva richiesto dalla società Bolina s.r.l. il rilascio
di autorizzazione ambientale sub delegata per l’esecuzione di opere di
ristrutturazione (mediante demolizione e ricostruzione) e realizzazione di
autorimesse. L’immobile si presentava in assoluto stato di degrado, in parte
crollato, ed in condizioni tali da non poterne prevedere alcuna opera di
recupero materico o risanamento dell’esistente. Il progetto ha previsto
pertanto la demolizione dell’edificio esistente e la sua ricostruzione
mantenendo inalterata la sagoma, il numero dei piani ed il posizionamento dell’edificio
preesistente. La Commissione Edilizia, integrata dall’esperto ambientale, ha
esaminato il progetto nella seduta del 22 aprile 2005 esprimendo un parere
favorevole con prescrizioni (tetti in coppi e persine a scomparsa), richiedendo
di studiare una migliore soluzione per le finestre della scala. Per questo il
progetto veniva riesaminato il 9 giugno 2005: nel confermare, anche per gli
adeguamenti, il parere favorevole si aggiungevano prescrizioni per la
tinteggiatura dell’edificio (terre rosse o arancio). Tali espressioni di
parere presupponevano una presa d’atto dell’impossibilità materiale di un
recupero statico funzionale dei ruderi dell’ex mulino, addentrandosi
conseguentemente nella valutazione di compatibilità paesistica. In particolare
veniva posta attenzione alla capacità del proposto edificio di porsi in
composizione con il contesto sia per le scelte dimensionale che per le
caratteristiche costruttive (di materiali e cromatismi) coerenti con i caratteri
ed i valori del contesto garantendo inoltre una percezione visuale dell’unico
elemento ancora caratterizzante il mulino. Infatti il progetto propone il
ricollocamento della ruota idraulica dopo opportuni trattamenti di recupero
della stessa. Non è il caso di trascurare che le aree circostanti hanno da
tempo subito una conversione funzionale dei suoli essendo state edificate su di
esse alcuni condomini. L’autorizzazione ambientale rilasciata il 24 giugno
2005, come previsto dalla normativa vigente, è stata trasmessa alla
Soprintendenza ai Beni Architettonici e per il Paesaggio di Brescia il 30 giugno
2005 per consentire l’esercizio del controllo entro i successivi 60 giorni. La
Soprintendenza non ha annullato il provvedimento riconoscendone pertanto la
piena conformità alle prescrizioni e condizioni di esercizio della delega. Il
10 agosto 2005 veniva presentata dalla Società Bolina s.r.l. una Denuncia di
Inizio Attività (DIA) con allegata asseverazione dell’arch. Gianfranco Del
Bon. Questa DIA riproponeva i contenuti già sottoposti per l’acquisizione
dell’autorizzazione ambientale. Dalla documentazione in atti risulta evidente
l’impossibilità di salvaguardare le strutture murarie dell’ex mulino. L’attenzione
si è pertanto rivolta a garantire il mantenimento delle sole testimonianze,
peraltro significative, sulle quali il recupero e la conservazione potevano
garantire un certo risultato. Non si fa riferimento soltanto ad un risultato
concreto, ma anche di carattere simbolico, costituendo la ruota dell’ex mulino
un segno importante della preesistenza. Il confronto richiamato con l’area
Frazzi mette in luce aspetti non trascurabili. Troppo spesso è demandato al
solo ente pubblico il compito di salvaguardare strutture, immobili ed impianti
aventi una qualche importanza culturale e storica. Nell’area Frazzi, peraltro
di proprietà comunale e di diversa consistenza, ciò è stato possibile in
quanto la sensibilità comunale ha indotto ad investire risorse per la
salvaguardia ed il mantenimento delle presenze di archeologia industriale.
Altrettanta sensibilità è difficile riscontrare nel caso in cui le
testimonianze appartengano ai privati. Neppure la previsione vincolistica è in
grado di sortire i risultati sperati rischiando di scoraggiare e differire ad
oltranza gli interventi se non funzionali alle aspettative dei privati. La
funzione che l’Amministrazione ha svolto è stata quella di sensibilizzare al
mantenimento degli aspetti e delle testimonianze significative del luogo”.