15 Settembre, 2002
ANCI Lombardia sulla Finanziaria 2006
«Sancita l’illegittimità dell’ingerenza dello Stato nei bilanci delle Autonomie locali»
I conti pubblici vanno risanati, ma il Governo non può d’imperio dire ai
Comuni - che la stessa Corte dei Conti riconosce essere rispettosi del patto di
stabilità e quindi degli accordi di Maastricht - quanto, come e dove tagliare
nei bilanci di quelle che ancor oggi, sino a prova contraria, vengono definite
Autonomie locali.
Con grande interesse e condivisione è stata quindi accolta la recente
sentenza della Corte Costituzionale che pone un deciso «stop» alla linea di
tendenza, che di Finanziaria in Finanziaria si fa più marcata, di mettere mano
da parte del Governo in maniera pesantemente riduttiva ai bilanci dei Comuni,
che pure non sono in disavanzo e che hanno i conti in ordine.
«Anci Lombardia - sottolinea il presidente Lorenzo Guerini - concorda
pienamente con l’iniziativa congiunta assunta dai presidenti degli organismi
di rappresentanza di Regioni, Province, Comuni e Comunità montane, a seguito
della recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha sancito l’illegittimità
dell’ingerenza dello Stato centrale nella pianificazione della spesa degli
enti locali. Il criterio censurato dalla Consulta, in riferimento al cosiddetto
decreto “tagliaspese” del luglio 2004, ispira infatti anche buona parte
delle previsioni formulate nella finanziaria 2006 a riguardo dei bilanci delle
autonomie locali: appare allora indispensabile aprire una approfondita
riflessione sull’opportunità di apportare significative modifiche a tali
previsioni, riavviando il confronto tra il Governo e il sistema delle autonomie
locali sulla base di una reciproca disponibilità».
«Anci Lombardia - dichiara ancora il presidente Guerini - esprime pertanto
il suo convinto sostegno alla posizione assunta dal presidente nazionale dell’associazione,
Leonardo Domenici, d’intesa con i presidenti di Conferenza delle Regioni, Upi
e Uncem, auspicando l’apertura di un tavolo sul patto di stabilità interno.
Tutto ciò con l’obiettivo di individuare misure di intervento e meccanismi di
applicazione che consentano di conseguire l’obiettivo, da tutti condiviso, di
un riequilibrio generale della finanza pubblica senza che ciò comporti drastici
ridimensionamenti dei livelli quali-quantitativi dei servizi garantiti alla
popolazione, né rigidi vincoli che precludano l’effettiva possibilità degli
enti di dotarsi di una programmazione decisa in autonomia e nel rispetto della
pari dignità che nel nostro ordinamento viene riconosciuta a tutte le
istituzioni dello Stato».
Milano, 18 novembre 2005
 
|