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 Attualità

15 Settembre, 2002
Il coraggio delle donne
Anche quest'anno, ICS vuole ricordare «la festa delle donne» senza retorica, ma con iniziative concrete

Anche quest'anno, ICS vuole ricordare “la festa delle donne” senza retorica, ma con iniziative concrete.

Per sostenere le donne nel loro difficile percorso di rifugiate, per favorire il loro reinserimento sociale e lavorativo nei paesi da cui provengono, per dare loro voce come protagoniste della società civile in aree di crisi ed emergenza.

Il cammino delle donne di cui parliamo richiede il loro coraggio, ma anche il sostegno dei nostri donatori. Potrebbe essere un modo nuovo di festeggiare: camminare per un tratto di strada con queste donne, facendo sentire loro che non sono sole.
Per dare un significato alla "festa delle donne", fai anche tu la tua parte.
Coinvolgi le colleghe, le amiche, le persone che ti stanno vicine. Chiedi anche a loro un po' di coraggio.

Quali sono le donne di cui parliamo?

ATTIVISTE PER LA PACE IN IRAQ
Il sostegno ad associazioni femminili irachena ha consentito di avviare attività a favore di donne vedove e ragazze vulnerabili nell’area di Bagdad. L'accompagnamento di ICS permette a queste donne di inserirsi nel mondo del lavoro e garantirsi forme di sussistenza minime per sé e per le rispettive famiglie.
A causa della guerra, l’Iraq si è trovato in una situazione di grande caos, che persiste tuttora e che rischia di portare alla disgregazione totale del paese. E’ in questo contesto che sono nate e si sono sviluppate decine di associazioni e di organizzazioni non governative. Molte di loro sono impegnate su aiuti umanitari e promozione sociale, altre su emergenza e protezione dei diritti umani: tutte hanno un obbiettivo comune, la ricostruzione dell’Iraq su basi di pace e di stabilità.
Un ruolo particolare è rivestito in Iraq dalle associazioni di donne. Sono loro a costituire una delle componenti più determinate e coraggiose della società civile locale. La loro concretezza, il senso civico che ha caratterizzato la loro azione in questi anni di difficoltà, la capacità di mobilitarsi e far sentire la loro voce nelle occasioni più importanti sono un patrimonio importante su cui costruire il nuovo Iraq.
Ma essere donne e insieme attiviste nell'Iraq di oggi è difficile e pericoloso. L'insicurezza le costringe spesso a restare in casa, per paura di rapimenti e violenze. Il rischio di essere arrestate o subire molestie sessuali è costante, mentre il ritorno di sentimenti religiosi fondamentalisti limita seriamente la loro libertà nella vita quotidiana. Non è raro poi, per una donna irachena, vivere il dolore per la perdita di un figlio o del marito ed essere lasciate completamente sole a tenere in piedi la parte restante della famiglia.
In questo contesto, il sostegno allo sviluppo delle organizzazioni di donne è una delle priorità più importanti su cui ICS ha da subito concentrato le proprie attenzioni. A partire dal febbraio 2005, lo staff iracheno di ICS ha affiancato le attiviste dell'Associazione Irachena per le famiglie delle Vittime e degli Esiliati e di Donne per la Pace assistendole nella formazione ed erogando piccole somme di contributo finanziario per sostenere le attività delle due associazioni di donne.
L'Associazione Irachena per le famiglie delle Vittime e degli Esiliati è stata fondata nel 2001 nel Kurdistan iracheno. A seguito della caduta del regime di Saddam Hussein, l'Associazione si è trasferita a Baghdad per meglio svolgere le sue attività di sostegno finanziario e materiale alle famiglie delle vittime del regime e degli esiliati. Grazie al supporto di ICS, è stato possibile avviare un laboratorio di sartoria per donne vedove e ragazze vulnerabili nell'area di Baghdad. Le attrezzature del laboratorio e la formazione professionale aiutano queste donne ad inserirsi nel mondo del lavoro e garantirsi forme di sussistenza minime per sé e per le rispettive famiglie.
Donne per la Pace è un'associazione nata nel 2004 che si propone di promuovere programmi ed iniziative per la risoluzione non violenta dei conflitti e la lotta alla discriminazione sociale. L'Associazione opera soprattutto a sostegno delle donne vittime di violenza, localizzate nelle aree rurali intorno alla capitale. ICS sostiene i programmi di assistenza legale per le donne e l'equipaggiamento di un centro informatico per le giovani studentesse di una scuola femminile di Baghdad.

RIFUGIATE IN ITALIA

La produzione di cesti tradizionali, facendo uso di carta di giornale lavorata e intrecciata come se fosse vimini e colorata e rafforzata con vernici o smalti. Un laboratorio per recuperare antichi mestieri e dare sostegno economico alle donne rifugiate e richiedenti asilo nella zona dell'Alto Vicentino.
Oggi in Italia per i richiedenti asilo, i rifugiati ed i titolari di protezione umanitaria è sempre più difficile ottenere l’indipendenza economica. Le donne, specie se sole o con figli a carico, affrontano le difficoltà più grandi, emarginate nell’emarginazione.
Nel Alto Vicentino, ICS, attraverso l’associazione Il Mondo nella Città, lavora da anni per creare un’attività autonoma per le donne rifugiate e richiedenti asilo recuperando saperi e manualità tradizionali dei loro paesi di provenienza.
Da alcuni mesi l’associazione sta lavorando per mettere a punto e rendere operativa un’attività artigianale di intreccio di materiali di scarto (nello specifico carta e plastica) per confezionare cesti. L’attività, partita già da alcuni mesi, vede le donne attive in prima persona sia nel lavoro di intreccio che in quello di sponsorizzazione dei propri prodotti nei mercatini locali.
L’associazione Il Mondo nella Città sostiene l’iniziativa fornendo i locali nei quali svolgere i lavori, mettendo a disposizione personale competente nella formazione delle donne e finanziando la creazione del logo Nuele, “treccia” in lingua Kiswali. Visto il primo positivo riscontro (dal punto di vista lavorativo e, parzialmente, anche economico, per via delle offerte ricavate dai cesti) si è pensato di provare a proseguire l’esperienza strutturandola in un’attività più stabile, più amplia e sistematica. Purtroppo non sono disponibili al momento attuale i fondi per portare avanti il progetto se non sotto forma di co-finanziamento.
La metodologia di lavoro consiste nella creazione di laboratori permanenti della durata di 2/3 mesi ciascuno per un totale di 15 ore settimanali (120/180 ore totali previste per ciascun ciclo laboratoriale) ai quali vengono chiamate a partecipare da un minimo di 3 a un massimo di 5 donne per ciascun laboratorio.
I laboratori riguardano la creazione di oggetti quali cesti intrecciati con la carta di giornale lavorata, borse confezionate con ritagli di stoffe, bigiotteria etnica realizzata con l’ausilio di piccoli telai.
Al termine dei primi cicli di laboratori, le partecipanti che vorranno proseguire nell’attività verranno sostenute nella eventuale creazione di una cooperativa.
Un tutor che si occuperà dell’organizzazione di incontri di orientamento con rappresentanti di associazioni e cooperative, della creazione di reti di vendita attraverso i soggetti organizzati presenti sul territorio come, ad esempio, la cooperativa di commercio equo e solidale Unico Mondo che si è resa disponibile ad offrire alle donne un lavoro di confezionamento di bomboniere.
Ci si attende di formare da un minimo di 12 a un massimo di 20 donne nell’arco dei 12 mesi durante i quali si svilupperà il progetto, che abbiano maturato esperienza pratica e teorica sull’organizzazione del lavoro indipendente, sull’organizzazione di una cooperativa e sulle modalità di inserimento nel mercato del lavoro. Si prevede di sviluppare il progetto nel corso di 12 mesi con il risultato di creare le condizioni per la nascita di un gruppo di donne che si orienti nel mercato del lavoro locale e si costituisca eventualmente in cooperativa.


VITTIME DELLA TRATTA IN MOLDOVA
Dalla Moldova provengono la maggior parte delle vittime della tratta di esseri umani in Europa. Una delle cause di questa terribile forma di sfruttamento è la difficoltà per moltissime giovani donne moldave di inserirsi nel mercato del lavoro. ICS realizza progetti di microimprenditorialità femminile, offrendo formazione e sostegno economico.
Una delle conseguenze della crisi economica in Moldova è una emigrazione di massa, tentativo estremo di risolvere i problemi legati a disoccupazione, povertà, indigenza. Circa 1 milione di moldavi sono attualmente all’estero e la maggior parte sono donne. Molte restano vittime di varie forme di sfruttamento, primo tra tutti il traffico di esseri umani. La Moldova infatti è il paese di origine della maggior parte di donne e bambini trafficati nel Sud-est Europa: si tratta per lo più di donne giovani (16-30 anni), provenienti da famiglie molto povere, da aree rurali estremamente disagiate, con episodi di violenza alle spalle, alla ricerca disperata di un lavoro e di uno status sociale dignitoso che non riescono più a trovare nel loro paese.
ICS lavora da anni accanto alle donne moldave, sopratutto accanto a quelle residenti in aree rurali, particolarmente a rischio di essere trafficate. L’obiettivo è fornire loro un’alternativa, una possibilità di avviare una micro-impresa sostenibile che gli consenta di avere un reddito fisso.
L’azione, sempre realizzata in collaborazione con associazioni locali, si articola attraverso un percorso di formazione (come scrivere un business plan, come gestire una piccola impresa); assistenza tecnica su base individuale nella fase di ideazione e avvio delle microimprese. L’utilizzo del contributo viene deciso insieme alla beneficiaria e viene utilizzato per coprire le spese di avvio delle imprese;
fondo di emergenza per assistenza diretta a casi particolarmente vulnerabili (acquisto di generi di prima necessità, sostegno a spese legali), aiuto scolastico per i figli, borse di studio per giovani donne.
Oltre all’impegno per la prevenzione e la lotta al fenomeno del traffico di esseri umani, ICS lavora per la riabilitazione psicologica e la reintegrazione delle donne vittime della tratta che rientrano in Moldova dai paesi in cui erano state trafficate (prevalentemente i Balcani, ma anche paesi della UE).  Aiutiamo queste giovani donne assistendole nel loro percorso di: reintegrazione economica attraverso la formazione professionale, l’inserimento lavorativo presso aziende ed il sostegno all’avvio di micro-imprese gestite dalle donne stesse;  riabilitazione psico-sociale, con seminari ed incontri finalizzati alla elaborazione del trauma subito ed al recupero di autostima e motivazioni;  assistenza materiale, gestita attraverso un fondo di emergenza per l'acquisto di generi di prima necessità, sostegno a spese legali, aiuto scolastico per i bambini delle donne assistite, borse di studio per giovani donne che intendono proseguire i loro studi.

Festeggia l'8 marzo con un gesto importante: sostenere l'impegno di ICS a favore delle donne rifugiate in Italia, delle vittime della tratta in Moldova, delle attiviste per la pace in Iraq.


Puoi effettuare un versamento attraverso le seguenti modalità:

in posta: CCP 10234169 - intestato a ICS, Via Salaria 89 - 00198 Roma - (specificare la causale "Campagna Donne 2006")

in banca: CCB 509090 presso Banca Popolare Etica - CIN P - ABI 05018 - CAB 12100 - (specificare la causale "Campagna Donne 2006")

con assegno non trasferibile:intestato a ICS – Consorzio Italiano di Solidarietà Onlus, da inviare tramite assicurata convenzionale a ICS – Via Salaria, 89 00198 Roma.

on line: specificando la categoria "Fondo interventi di emergenza " (dedicata per questo periodo alla Campagna Donne 2006)


Per maggiori informazioni:
Ufficio Stampa ICS: Monica Mara m.mara@icsitalia.org o 06 85355081
www.icsitalia.org

 


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