15 Settembre, 2002
Aler (ex Iacp): prove di federalismo al contrario della Regione Lombardia
La Lega polemizza sull'aria fritta, mentre il centrodestra regionale punta alla "polpa".
Prove di federalismo al contrario della Regione Lombardia anche sul terreno dell’edilizia sociale, settore nel quale l’Italia è diventata fanalino di coda in Europa per investimenti e innovazione.
Il Pirellone ha impiegato quasi quattro anni per avviare il programma (PRERP) con cui utilizzare gli ultimi finanziamenti ex Gescal ed almeno altri due anni saranno necessari per l’avvio dei cantieri.
Nel frattempo chi è nelle liste di attesa dei Comuni e dell’ALER deve aspettare ed accontentarsi delle briciole.
Ma coraggio, dopo questa occasione li aspetta il buio: nessuno sa quante e quali risorse la regione destinerà a questo settore.
Nella sola provincia di Cremona sono più di 1500 le famiglie sotto la soglia di povertà (14.000€) che hanno chiesto un alloggio sociale, ma l’ALER rischia di non poter presentare richieste di intervento perché commissariata e limitata all’ordinaria amministrazione.
Un commissariamento che dura da un anno, in attesa di una riforma che non c’è.
L’unico punto chiaro è, per ora, l’aumento dei consiglieri di amministrazione passati da 5 a 7 (alla faccia della semplificazione).
Un’operazione di vero centralismo visto che la Regione si è assicurata la nomina di ben 5 componenti: Comuni e Provincia ridotti al rango di spettatori.
Presidente e Vicepresidente saranno (finalmente!?) conformi alla giunta Formigoni, la tradizione locale degli ex IACP (90 anni di storia nata a Casalmaggiore) non conta nulla.
Nell’aria ristagna l’intenzione di portare la proprietà degli immobili (oltre 250.000.000 di € il valore per la sola Cremona) sotto la diretta tutela regionale.
Scaduti i consigli di amministrazione all’inizio del 2002 si è aperto il “bailamme” della corsa alle nomine ed alle cariche che ha visto “soffrire” i partiti che con Formigoni presidiano la Lombardia. Giostra di secondo livello, ha dovuto attendere i segnaposti della sanità.
Ora la Lega Lombarda locale invita Formigoni a far presto: ma non sono pure loro con le redini in mano? Non sono pure i suoi esponenti parte del “bailamme per le cariche” nelle ALER?
Si allarmano perché l’Azienda cerca di porre rimedio all’incerto consolidando i canoni minimi, anziché rasserenarsi per la non completa deriva, ma sono essi stessi parte della negligenza politica che ha portato la Lombardia al primato: unica regione con una legge vecchia di 20 anni (1983) ed un vuoto dopo il trasferimento dei pieni poteri ottenuto dallo stato (1998), senza decisione di cosa sia l’edilizia sociale e sul come e da chi debbano essere coperti i costi (inquilini? Comuni? Aziende? Regione?).
La Lega è forse dimentica della filosofia di fondo che aleggia in Regione: canoni oggettivi, con una lievitazione probabile del 200%? In pratica succederà che la Regione dirà: il costo della affitto è questo. Siano poi i Comuni a coprire i più deboli. Ma con quali risorse? Chissà?
Come non pensare che tutto questo tempo perso, tutto questo limitare l’attività di aziende (ALER) radicate sul territorio, l’assenza di risorse certe (pensiamo alla manutenzione straordinaria del patrimonio il cui costo è stimato attorno ai 15-20 milioni di euro per i prossimi anni) non sia alla fine parte di un disegno che porti all’esternalizzazione anziché alla valorizzazione, con buonapace degli inquilini, dei loro canoni minimi e di chi, senza casa, aspetta?
Aldo Boccaccia
 
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