15 Settembre, 2002
Corpo della Polizia Municipale di Cremona
I discorsi del Comandante e del Sindaco per il 146° anniversario; premiazioni
Oggi si commemora il 146° anniversario della fondazione del Corpo della
Polizia Municipale di Cremona.
146 anni di storia testimoniano una grande tradizione e costituiscono già da
sé le ragioni di quella che per noi una festa;
ma quest’anno, nella ricorrenza del 60° della Repubblica, la festa vuole
anche rappresentare che il nostro senso di appartenenza alla Repubblica è vivo e
forte. Così come lo è il rispetto che portiamo alla Carta Costituzionale su cui
si fonda la Repubblica Italiana.
A nome del Corpo inoltre, in questa sede, intendo ricordare il sacrificio dei
militari italiani caduti in Iraq con un ideale e solidale abbraccio che ci
unisca alle loro famiglie.
Come dicevo, quella di oggi è la festa della Polizia Municipale e quindi,
innanzitutto, vorrei ringraziare gli appartenenti al Corpo per il loro lavoro e
per l’impegno costante che accompagna la loro attività.
In tempi in cui gli organici si riducono fisiologicamente senza che sia
consentito intervenire per reintegrarli, mentre le esigenze aumentano e la
domanda di servizi cresce costantemente, è doveroso ringraziare chi sceglie di
lavorare con dedizione e spesso anche oltre il normale orario di lavoro per
permetterci di erogare un servizio di buona qualità alla comunità cittadina.
Voglio essere più chiaro. Se non vi fossero agenti ed ufficiali disposti ogni
giorno a dare il massimo e spesso ad impegnare il proprio tempo oltre l’orario
di lavoro, non ci sarebbe possibile essere nelle scuole con l’educazione
stradale, o tra i giovani a fare prevenzione sui consumi di alcool e sostanze, o
nelle periferie a parlare con gli anziani delle truffe per prevenirle, o nelle
associazioni ad ascoltare e risolvere i problemi dei quartieri, o con gli
stranieri ad parlare di legalità ed integrazione.
La nostra attività, verosimilmente, dovrebbe limitarsi alle attività
strettamente istituzionali del controllo stradale, di polizia giudiziaria, di
informazione e di polizia amministrativa.
Per questo, prima di parlare dell’attività svolta dalla polizia municipale di
Cremona da un anno a questa parte, desidero – fuori da ogni retorica – cogliere
questa occasione pubblica per ringraziare personalmente ognuno degli agenti e
degli ufficiali, ognuno degli uomini e delle donne che lavorano in polizia
locale, per il contributo che personalmente forniscono alla vita civile di
questa città.
La attività della polizia locale del Comune di Cremona, anche nel corso del
2005 è stata caratterizzata da un costante contatto con la cittadinanza.
Il dato emblematico di questa costante è il numero dei contatti (oltre
32000) che la nostra Centrale Operativa registra di cui quasi 31000
sono richieste di intervento che vengono regolarmente soddisfatte.
Significa che a Cremona, in un anno, statisticamente, ogni nucleo familiare
si rivolge almeno una volta alla Polizia della città per richiedere la soluzione
di un suo problema.
Significa anche che ogni giorno, mediamente, quasi 90 cittadini ci chiedono
una mano e ci danno una mano a farli sentire meglio e più sicuri.
Da questo numero, naturalmente, sono esclusi tutti i contatti che avvengono
per nostra iniziativa nelle diverse sedi in cui abbiamo scelto di portare la
nostra attività di prossimità al cittadino.
Il 2005 è stato, quindi, un anno molto intenso per la polizia municipale di
Cremona, nel quale, come ormai accade da qualche anno, alle attività
istituzionali di controllo del territorio, di polizia stradale e di polizia
amministrativa, si sono affiancate attività progettuali mirate alla sicurezza
urbana.
Vorrei evitare, quest’anno, di citare, a supporto di questa affermazione,
molti dati statistici, peraltro già diffusi attraverso la stampa locale nello
scorso febbraio, soprattutto perché vorrei lanciare il messaggio che l’attività
di controllo del territorio, con le implicazioni di tipo sanzionatorio e quelle
di polizia giudiziaria, sono ormai un compito così quotidiano e assestato da non
fare più notizia.
Anzi, in un contesto organizzativo che assicura, senza il pericolo di
sorprese, un’elevata qualità del controllo del territorio e delle attività
istituzionali, direi che le vere attività sfidanti e innovative sono proprio
quelle che riscoprendo la relazione con le persone, l’ascolto e l’attenzione
alla fenomenologia del disagio, rendono la polizia locale più vicina ai reali
problemi vissuti dai cittadini.
Si tratta indubbiamente di una trasformazione del ruolo della polizia locale
che ha radici nella evoluzione normativa dell’ultimo decennio, ma anche, e
soprattutto, nelle mutate attese della società verso le Istituzioni.
È una trasformazione che porta con se, giocoforza, anche nuove modalità di
relazione e di collaborazione tra le istituzioni. Anzi, direi che gradualmente
le imporrà vincendo quelle fisiologiche resistenze che tendono, talvolta, alla
conservazione delle consuetudini.
Se fosse possibile in poche parole, vorrei mettere a fuoco quanto il ruolo e
l’attività della polizia locale siano cambiati e stiano cambiando rispetto a
quelli presenti nell’immaginario collettivo e nell’opinione comune.
Un nuovo ruolo che anche la riforma del titolo V° della Costituzione che sarà
oggetto di referendum nelle prossime settimane, ha contribuito ad identificare
con maggiore chiarezza, distinguendolo nettamente da quello degli organi di
polizia dello Stato, preposti a materie, l’Ordine Pubblico e la Sicurezza
Pubblica, che sono esclusiva competenza dello Stato, in un contesto in cui la
competenza in materia di Polizia Amministrativa Regionale e Locale risulta
attribuita in via esclusiva alle Regioni.
Se dessimo per assodato che il ruolo è strettamente connesso al profilo
professionale, alle competenze che questo implica, per farsi un’idea basterebbe
pensare che oggi, chi decide di partecipare ad un concorso per diventare agente
di polizia locale, deve acquisire conoscenze in un campo vastissimo di materie,
che spazia dal diritto amministrativo, al diritto penale ed alla procedura
penale, al codice della strada (dall’accertamento degli illeciti alla
rilevazione degli incidenti stradali) , al T U L P S, alla polizia
amministrativa che comprende tutte le competenze di vigilanza, prevenzione,
accertamento e repressione degli illeciti amministrativi in materia di
occupazioni, attività produttive, polizia commerciale, annonaria, edilizia,
ambientale ecc.
Partendo proprio da questa elencazione, che è carente in quanto non considera
le competenze relazionali che oggi sono indispensabili nel rapporto con la
molteplicità di interlocutori, si pensi che le competenze di polizia
amministrativa, quelle meno conosciute, sono tutt’altro che un compito
secondario o residuale rispetto agli altri –più noti- che comunque rimangono in
capo alle polizie locali.
Si tratta di attività che assorbono ingenti risorse e che muovono un volume
di lavoro ragguardevole (oltre 10.000 pratiche), in un campo di materie
smisurato, dominato dal silenzio. Intendo dire che sono attività “invisibili”,
per le quali difficilmente qualcuno esprimerà una qualsiasi parola di
apprezzamento. Sono anche attività che non producono entrate significative, che
non fanno cassa, ma nessuno lo farà mai notare.
Sono però attività della massima importanza, anche ai fini della sicurezza
urbana, in quanto attraverso di esse si opera un primo filtro sulla valutazione
di presenze e di attività sospette; si opera spesso un primo intervento di
mediazione e di controllo preventivo su iniziative ed attività che potrebbero,
se mal gestite, diventare problematiche, pericolose o moleste.
Vi sono poi le competenze di polizia stradale che nel centro abitato sono
pressoché completamente svolte dalla polizia municipale.
Non mi riferisco, credo sia chiaro, solo alla attività sanzionatoria con cui
spesso e ingiustamente si identifica l’attività della polizia municipale, ma a
tutte quelle attività di controllo del traffico, di prevenzione, di rilevazione
e di soccorso che ogni giorno costituiscono la grande parte del nostro lavoro
sulle strade.
Alcuni esempi:
la P.M. da quasi due anni, secondo gli accordi contenuti nel Contratto di
sicurezza tra Comune e Prefettura, ha raddoppiato, negli orari di maggior
rischio, il numero delle pattuglie addette alla rilevazione degli incidenti
stradali (attività in cui vanta, tra l’altro, il merito di un’innovazione
tecnico-specialistica all’avanguardia) nel 2005 ha rilevato quasi 930 incidenti
con oltre 2000 persone coinvolte, di cui 690 ferite.
La P.M. presidia giornalmente, in diverse fasce orarie, gli incroci e le
rotatorie più a rischio, e tra queste in particolare quelle interessate da
cantieri stradali per prevenire il verificarsi di incidenti, oltre agli
attraversamenti all’ingresso e uscita dalle scuole (quasi 6300 servizi
complessivamente in un anno). Inoltre presidia con frequenza quei tratti della
viabilità di scorrimento dove la velocità eccessiva è frequente causa di
incidenti e di lesioni.
Anche nel centro storico, la presenza della Polizia Municipale è un
deterrente al verificarsi di sinistri a danno delle utenze deboli. Ciò avviene
mediante la tutela dei percorsi ciclabili, il controllo delle aree verdi urbane
dalla circolazione dei veicoli, la tutela della aree pedonali e delle zone a
traffico limitato.
Sempre per inquadrare il nuovo ruolo, si deve pensare alle competenze legate
alla sicurezza urbana, rispetto alle quali, a Cremona, la Polizia Municipale
riveste un ruolo particolarissimo.
Nel nostro Comune, infatti, l’attuazione delle politiche mirate alla
sicurezza urbana che, deve essere ricordato, è uno degli obiettivi di governo
dell’Amministrazione, passa attraverso il coordinamento intersettoriale svolto
dall’Ufficio Sicurezza Urbana, che fa capo alla direzione del Settore della P.M.
Questo Ufficio, recentemente potenziato, ha come obiettivi la coprogettazione
e l’integrazione delle politiche e delle azioni finalizzate alla sicurezza,
oltre al monitoraggio del disagio e dell’insicurezza.
Così il tema della sicurezza urbana viene affrontato attraverso più linee
d’azione: da un lato le attività dell’ufficio Sicurezza Urbana, dall’altro le
attività di polizia giudiziaria, stradale e di controllo del territorio,
dall’altro ancora, le attività di progetto, alcune già molto note e richieste
dalla comunità, che vedono la PM in prima fila a dare il proprio contributo a
creare rassicurazione attraverso la vicinanza, attraverso la partecipazione di
giovani, di studenti, di anziani, di donne, di immigrati in un disegno comune
che – e richiamo la Carta Costituzionale- vede nella giustizia e
nell’uguaglianza davanti alle istituzioni e alla Legge i presupposti di una
società civile e libera.
In questa direzione, i progetti per la sicurezza cui ho fatto riferimento si
muovono e portano gli operatori della PM, insieme a quelli di molti altri uffici
e settori comunali (mi riferisco all’ufficio periferie, all’ufficio stranieri
del settore affari sociali, all’ufficio politiche giovanili, all’agenzia
informagiovani, ai C.A.G., al settore politiche educative ed a numerosi altri
uffici che non cito per brevità ma che saluto e ringrazio), nelle periferie e
nelle scuole, tra i giovani e gli anziani oppure nei parchi e nei luoghi di
aggregazione a prevenire e a combattere il rischio dell’emarginazione, del
degrado e dell’abbandono.
Citerò ad esempio solo il caso del Patto locale di Borgo Loreto, sperimentato
nel 2005, quando era la prima esperienza del genere in un capoluogo della
Regione, e sottoscritto nuovamente, in seconda edizione solo pochi giorni fa dai
primi sottoscrittori e da nuovi soggetti, a significare quanto, a ragion veduta,
chi ci ha già creduto una volta, ci voglia ricredere.
Si tratta di 18 soggetti sottoscrittori che, grazie al coordinamento della
P.M., per la prima volta con il Patto Locale si sono parlati ed hanno deciso di
ricercare soluzioni comuni per i problemi degli abitanti di un piccolo
quartiere, producendo un effetto domino positivo che fa in modo che,
indirettamente, i problemi gestiti localmente non si “travasino” nelle zone
circostanti e quindi non si trasferiscano ad altre parti della città.
A me non sembra poco.
Si pensi che alle riunioni di consuntivazione del primo anno di
sperimentazione, i rappresentanti di un’associazione rappresentativa dei
residenti hanno affermato che grazie alle collaborazioni nate con il Patto, si
erano risolti problemi che perduravano irrisolti da 20 anni.
Si pensi anche che in quel quartiere, non si erano mai visti, prima d’ora,
poliziotti (e colgo l’occasione per rivolgere un particolare ringraziamento alla
Polizia di Stato) e vigili di quartiere insieme in riunioni pubbliche a parlare
ai cittadini ed agli anziani di truffe con un linguaggio comune e diretto.
Anche questo non mi sembra poco.
Altri progetti hanno caratterizzato l’attività rivolta alla sicurezza urbana
ed alla rassicurazione. Difficile, se non impossibile, citarli esaurientemente.
Vi bastino alcuni dati per farne sintesi:
POLIZIA DI PROSSIMITA’
obiettivo del progetto
Migliore controllo del territorio e conoscenza dei fenomeni che creano
insicurezza. Coinvolgimento diretto dei cittadini. Erogare un servizio di
Polizia a partire dall'ascolto delle persone. Consolidare l'attività di rete con
le agenzie presenti sul territorio.
indicatori
Ore servizio |
Ore |
17.733 |
Interventi |
n. |
13.297 |
Contatti con Agenzie del Territorio |
n. |
1.359 |
GIOVANI IN STRADA
obiettivo del progetto
Coproduzione di sicurezza con azioni integrate sui giovani e con l'educazione
stradale. Svolgere un'azione di vicinanza e prossimità verso i giovani nelle
strade, piazze, parchi, centri di aggregazione giovanile, nell'ambito di eventi,
fuori dagli esercizi pubblici allo scopo di contrastare il consumo di sostanza
psicoattive, episodi di bullismo, danneggiamenti alla proprietà pubblica e di
disturbo alla pubblica quiete. Accrescere la cultura della sicurezza
stradale tra i giovani contribuendo alla diminuzione degli incidenti stradali
che vedono coinvolti i giovani. Entrare nelle scuole, attraverso l'educazione
stradale, per prevenire comportamenti a rischio e stabilire rapporti di fiducia
con i ragazzi.
indicatori
Alunni coinvolti |
n. |
2.057 |
Classi coinvolte |
n. |
90 |
Incontri didattici |
n. |
191 |
Aula e sperimentazione esterna |
Ore |
413 |
Formazione personale |
Ore |
15 |
Scuole coinvolte |
n. |
41 |
Gruppi giovanili trattati |
n. |
6 |
Interventi con area delle politiche giovanili |
n. |
4 |
INCREMENTO DELLA PRESENZA NEL PERIODO ESTIVO CON PATTUGLIA SERALI E NOTTURNE
AGGIUNTIVE
obiettivo del progetto
Incrementare la presenza esterna della Polizia Municipale raddoppiando nel
periodo estivo, in alcuni giorni della settimana, le pattuglie in orario
serale/notturno con servizi finalizzati alla prevenzione di molestie, atti
di microcriminalità, anche nei parchi pubblici.
indicatori
Servizi aggiuntivi di pattuglia |
n. |
30 |
Controlli nei parchi |
n. |
44 |
TUTELA DI MANIFESTAZIONI ED EVENTI
obiettivo del progetto
Qualificata presenza della Polizia Municipale sul territorio per la tutela
di manifestazioni ed eventi. Prevenire molestie e atti di microcriminalità.
indicatori
Manifestazioni ed eventi |
n. |
394 |
Ore di servizio per manifestazioni |
ore |
4.143 |
VIGILANZA PARCO “FORESTE DI PIANURA”
obiettivo del progetto
Garantire un'attività di vigilanza nella nuova area boschiva allo scopo di
prevenire danneggiamenti e favorire la frequentazione dei cittadini rimuovendo
le attuali situazioni di disagio. Avviare un'attività di educazione
ambientale in collaborazione con il Settore Affari Culturali e Museali.
indicatori
CAMPAGNE INFORMATIVE SU TRUFFE E SCIPPI AGLI ANZIANI
obiettivo del progetto
Diffondere sensazione di sicurezza e rassicurazione agli anziani,
categoria di cittadini spesso vittima di truffe e raggiri, attraverso la
vicinanza in una costante azione informativa.
indicatori
Incontri presso i Centri per anziani |
n. |
38 |
UFFICIO MOBILE DELLA POLIZIA MUNICIPALE
obiettivo del progetto
Incrementare le presenze del presidio mobile della Polizia Municipale
nelle Periferie ed in Zone Centrali particolarmente interessate da problematiche
sulla sicurezza al fine di svolgere un efficace azione di visibilità e
contatto con i cittadini.
indicatori
Presenze sul territorio del presidio mobile |
n. |
428 |
Persone contattate |
n. |
807 |
Ed altre ancora…
Realizzazione di corsi per l’ottenimento del patentino per gli anziani in
collaborazione al centro anziani “L. Pinoni” e l’Associazione Unitaria
Pensionati AUP
Contatti preparatori con le associazioni immigrati finalizzate ad iniziative
di integrazione degli stranieri, recente realizzazione di incontri di
informazione su diversi temi di interesse
Gestione congiunta del patto locale Borgo Loreto con assidua presenza nel
quartiere unitamente ad uff. periferie e serv. Sociali (accompagnamento sociale)
Collaborazione con l’agenzia Servizi Informagiovani nella realizzazione di
iniziative di comunicazione presso il salone dello studente finalizzate alla
diffusione della cultura della sicurezza stradale tra i giovani
Realizzazione di corsi per l’ottenimento del patentino presso le scuole medie
inferiori e superiori
Realizzazione di corsi per l’ottenimento del patentino ai 3 CAG Cascinetto –
Ghisiotto – Cambonino
Incontri presso i CAG unitamente alla Polizia di Stato finalizzati alla
educazione alla legalità
Realizzazione progetto “skaters” finalizzato ad incontri di educazione alla
legalità al gruppo di ragazzi utilizzatori delle tavole (skateboards) sulle
strade ed aree pubbliche
Iniziative finalizzate alla prevenzione della guida in stato di ebbrezza
(motorock)
Ciò detto, certo di avere omesso buona parte delle attività che
contribuiscono a descrivere le peculiarità di un ruolo così complesso come
quello della polizia locale, per concludere sinteticamente ribadisco l’assunto
principale di questo intervento, ovvero che il nostro ruolo sta cambiando, così
come sta cambiando quello degli altri organi di polizia dello Stato che lavorano
prevalentemente all’interno dei confini dettati dalle competenze esclusive in
materia di Ordine e Sicurezza Pubblica.
Vedere nella polizia locale solo un semplice serbatoio di riserva dal quale
attingere personale per colmare altre carenze, senza cogliere le opportunità che
un organismo così radicato nel territorio può offrire, sarebbe una chiara
sottovalutazione.
Se fino a qualche anno fa la polizia locale. nel passaggio dal modello della
vigilanza urbana al ruolo di polizia, si ispirava al modello della Polizia di
sicurezza e, senza una adeguate legittimazione, rischiava di diventarne solo una
brutta imitazione, oggi possiamo serenamente e orgogliosamente dire che il
nostro modello è semplicemente diverso e complementare.
Oggi dobbiamo riconoscere che vi sono attività che sono peculiari del nostro
ruolo ed altre che non ci appartengono, che gradualmente saranno lasciate, senza
mai venir meno, sia chiaro, alle scelte di collaborazione che caratterizzano
l’ottimo rapporto che oggi ci unisce alle altre forze di polizia.
Si tratta di un cambiamento ineluttabile che porta la Polizia locale a
mantenere il proprio ruolo di controllo del territorio, a migliorare la propria
capacità nelle attività di polizia giudiziaria, e soprattutto ad esporsi sempre
di più nel rapporto con la comunità, con la gente alla quale offre ascolto e
supporto ricavandone fiducia e collaborazione. Un’arma a doppio taglio, se si
vuole, che potrebbe ferire chi la possiede qualora, per il continuo
depauperamento delle risorse venissero meno lo standard qualitativo e la
capacità di relazione che oggi ci caratterizzano.
Relativamente a quest’ultimo punto, voglio ricordare che tra le numerose e
qualificate attività di formazione realizzate in collaborazione con IReF
(istituto regionale Formazione PA), tra cui alcune di particolare livello
rivolte alla formazione del personale impegnato in attività di prossimità ed in
particolare nella gestione dei patti locali di sicurezza, si deve evidenziare la
realizzazione di un corso sperimentale, reso possibile anche dalla preziosa
collaborazione del Settore Personale, per la costituzione di una graduatoria
regionale per l’assunzione di personale a tempo determinato, da cui il Comune di
Cremona attingerà per l’assunzione di almeno 5 agenti, cercando così di porre un
temporaneo rimedio alle carenze di organico del settore.
Con queste considerazioni e con l’auspicio che le norme sulla finanza locale
consentano in futuro di colmare le carenze richiamate, chiudo il mio intervento,
rinnovando il ringraziamento al Corpo, alla Cittadinanza ed alle Istituzioni qui
rappresentate.
*
Festa della Polizia Municipale
Intervento di saluto del Sindaco
Giovedì 8 giugno 2006
In occasione del 146° anniversario della sua fondazione, porgo a nome della cittadinanza tutta, dell’Amministrazione Comunale e mio personale il più sincero e cordiale saluto a tutti i componenti del Corpo della Polizia Municipale, ai quali esprimo il ringraziamento più sentito per l’impegno che costantemente mettono al servizio dell’intera comunità.
Rivolgo inoltre un caloroso benvenuto a tutte le autorità, ai famigliari degli agenti in servizio e a riposo che, con la presenza alla cerimonia odierna, hanno voluto rendere così omaggio a tutto il Corpo della Polizia Municipale e al ruolo prezioso e insostituibile che riveste.
La Festa del Corpo della Polizia Municipale è sempre un appuntamento importante non solo per il suo carattere celebrativo, ma anche perché costituisce un momento di aggregazione, di partecipazione e di giusto riconoscimento per tutti gli agenti che si sono distinti nel corso dell’anno. Un momento importante per la città, che trova così occasione per riconoscere il prezioso ed indispensabile lavoro svolto dai suoi “vigili urbani”.
Ho usato volutamente questo termine in quanto per la cittadinanza non esiste la Polizia locale, ma il Vigile, la persona sempre a lui vicina, pronta a dargli la giusta informazione, un costante punto di riferimento, un volto amico che da’ sicurezza.
Non a caso nel programma di questa Amministrazione vi è un intero e corposo capitolo dedicato alla sicurezza, che non può essere ridotta a soli problemi di criminalità, anche se questi non vanno certo sottovalutati, ma affrontati e risolti in una logica complessiva.
La sicurezza è connessa ai problemi dell’ambiente, dell’educazione, del degrado o meno di una zona, della cultura e del modo di vivere delle persone; è connessa alla politica dell’accoglienza e dell’integrazione.
Ma il costante impegno dei nostri agenti in molte iniziative è finalizzato proprio a questo.
Voglio ricordare solamente un settore di intervento per tutti: l’impegno nelle scuole e con le scuole che ha portato, tra l’altro, alla grande festa finale del corso di educazione stradale tenutasi pochi giorni fa. Anche l’impegno nelle scuole è un modo di declinare il tema della sicurezza.
Educare i bambini a muoversi sicuri sul territorio, contribuirà a fare di loro dei cittadini migliori che hanno imparato a riconoscere negli agenti un punto di riferimento
Anche da qui deriva l’impegno per una città sicura e dallo sviluppo armonioso, ma anche la determinazione a costruire una città di libertà e di diritti, dove tutti possono vivere tranquilli, sereni e prosperare.
Promuovere la sicurezza significa quindi sviluppare un bene comune, un comune sentirsi bene.
È necessaria una politica di repressione, quando necessario, ma innanzitutto di prevenzione, di moltiplicazione dei servizi e di riduzione dei rischi, e in questo ritengo che Cremona sia all’avanguardia, tenuto conto dei molteplici attestati di riconoscenza per il prezioso lavoro svolto dai nostri agenti, con grande abnegazione anche in occasione delle numerose manifestazioni che annualmente vengono organizzate nella nostra città, si pensi solamente al Giro d’Italia ed alla Mille Miglia.
Queste politiche di sicurezza si fondano anche sui servizi pubblici di prossimità che funzionano nella trasparenza e nel rispetto del diritto degli utenti, un modo anche questo per essere sempre più vicini alla gente ed ai suoi bisogni.
Garantire livelli possibili di sicurezza richiede anche che tutti gli attori svolgano in pieno il proprio ruolo, lavorando insieme per obiettivi comuni e si mettano quotidianamente in discussione per migliorare i servizi dati alla collettività.
Come ho già avuto modo di ricordare in altre circostanze, il tema della sicurezza, pur comprendendolo, non coincide con quello dell’ordine pubblico.
La competenza in materia di ordine e sicurezza pubblica e di contrasto alla criminalità appartiene allo Stato, ma importante è dunque il ruolo dell’Amministrazione Comunale, grazie alle funzioni degli agenti di Polizia Municipale e facendosi promotrice di iniziative di prevenzione sociale e volte a migliorare la vivibilità e la qualificazione dei luoghi di vita, che, pertanto, possano concorrere a prevenire fenomeni di disagio.
Il Patto Locale di Sicurezza di Borgo Loreto, il nuovo Ufficio di Sicurezza Urbana, divenuto finalmente operativo, sono altri tasselli importanti nella politica tesa a rendere i cittadini partecipi delle dinamiche della sicurezza.
Ci siamo posti una sfida importante, ma sono certo che la professionalità raggiunta da tutti i componenti del Corpo permetterà di vincerla.
Doverosi, a questo punto, i ringraziamenti, che non sono di mera circostanza, ma davvero sinceri e partecipati.
All’Assessore Caterina Ruggeri, al Comandante Franco Chiari, al Vice Comandante Pierluigi Sforza, a tutti gli agenti in forze, senza distinzione alcuna, perché tutti prima o poi si sono trovati o si troveranno di fronte a situazioni delicate e complesse nelle quali occorrono non solo preparazione, pazienza e nervi saldi, ma anche comprensione, buon senso, umanità e sensibilità. Queste sono sempre più le doti necessarie ad ogni agente di Polizia Municipale.
Agli appartenenti al Corpo che hanno lasciato il servizio dico grazie per la generosa collaborazione mostrata e auguro loro un futuro sereno.
Agli agenti in servizio e a coloro che oggi riceveranno un riconoscimento chiedo di continuare a lavorare con dedizione, professionalità ed onestà, come hanno dimostrato in tantissime occasioni.
L’Amministrazione e l’intera cittadinanza ne saranno profondamente riconoscenti.  
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