15 Settembre, 2002
Acqua disponibile, acqua concessa
La Provincia offre le basi conoscitive
La Commissione Consiliare Ambiente, convocata da Andrea Ladina, ha
partecipato ieri in Sala Zanoni, a Cremona, all'incontro del Laboratorio sul
bilancio idrogeologico provinciale, con Sindaci, rappresentanti dei Consorzi,
Associazioni di categoria, autorità di bacino, aziende partecipate. Organizzava
il Settore Ambiente della Provincia di Cremona, rappresentato dalla Dirigente
Mara Pesaro. Durante l'incontro è stata presentata la ricerca su "Sviluppo dei
sottomodelli suolo - vegetazione ed acquiferi, finalizzato alla realizzazione di
un modello preliminare del flusso idrico nel sistema acquifero della provincia
di Cremona". La ricerca è stata condotta - su incarico della Provincia - allo
scopo di elaborare uno strumento scientificamente fondato per la valutazione
della sostenibilità delle piccole derivazioni di acque pubbliche di competenza
provinciale. E' stata presentata dai Prof. Claudio Gandolfi e Mauro Giudici
dell'Istituto di Idraulica dell'Università Statale di Milano. L'indagine, che
sarà completata il prossimo anno, con la formulazione di un modello per la
pianificazione delle risorse idriche della provincia di Cremona interessa
un'area di 2160 Km2, di cui il 5,7% urbanizzati, coincidente soprattutto con la
Provincia di Cremona e parti di Lodi, Mantova e Bergamo, per un totale di 179
comuni, 4 comprensori di bonifica, 4 fiumi, 18 derivazioni superficiali, 900
derivazioni secondarie, e 210 fontanili (altrettanti oltre i confini bergamaschi).
Puntuale la rilevazione rispetto al concetto di acqua prodotta e acqua
utilizzata su "quadrati" di territorio 100 per 100 mt, fino ad un massimo di 500
per 500mt. Lo studio, hanno spiegato i tecnici, serve a capire il fabbisogno
irriguo di una data porzione di territorio, coltivata ad es. a mais, e le sue
relazioni con le fonti irrigue. In generale il modello servirà a leggere in
forma dinamica i fabbisogni e a capire come risponde il sistema in caso di
aumento del prelievo di acqua, aumento dell'irrigazione, mutamenti
meteorologici. "L'interesse sulla materia è altissimo - ha rilevato la Dirigente
Mara Pesaro -, per trovare risposte scientifiche ai problemi di
approvvigionamento idrico e darsi una base strutturale. La Provincia ha
competenza rispetto alle concessioni di acque superficiali. Noi ci siamo posti
il problema di avere una base decisionale: lo studio serve a questo".
"Quantificare il problema in un quadro coerente e controllato - ha aggiunto
Gandolfi." Ciò risponde anche alla domanda che ha formulato il consigliere Carlo
Rusca rispetto all'abbassamento dell'acqua nei fiumi e alla dispersione
dell'acqua dopo ad esempio i temporali. Non incide invece sul flusso dell'acqua,
l'eventuale presenza di una cava, Ladina citava Caravaggio, a meno che non vi
sia prelievo di acqua. Ildebrando Bonacini, della Libera Agricoltori chiedeva
invece come si pone lo studio rispetto ai provvedimenti regionali. Gandolfi ha
risposto che costituisce una evoluzione e un approfondimento rispetto al Piano
di Tutela Regionale. Stefano Loffi del Consorzio Irrigazioni Cremonesi ha
apprezzato il lavoro della Provincia di Cremona, la prima in Lombardia a porsi
il problema di capire "quanta è l'acqua disponibile, quanta è l'acqua concessa".
Dall'incontro, a più voci, è giunto l'invito a sollecitare le province limitrofe
a lavorare in sinergia, vista la stretta relazione che esiste tra le fonti e i
territori. Lo studio dell'Università Statale di Milano per la Provincia di
Cremona con il modello applicativo sarà pronto a febbraio 2007.
 
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