15 Settembre, 2002
Cap Anamur
Salvarono 37 migranti: rinviati a giudizio

L’accusa, almeno per il momento, ha vinto. I tre ufficiali
della motonave Cap Anamur che due anni fa soccorsero in mare e portarono in
Italia 37 profughi sudanesi, saranno processati per «favoreggiamento dell’immigrazione
clandestina». Così ha deciso il gup del Tribunale di Agrigento Luisa Turco,
che ha disposto il rinvio a giudizio per Elias Bierdel, presidente dell'omonima
associazione umanitaria proprietaria della nave, Vladimir Dachkevitce, primo
ufficiale, e Stefan Schmdt, comandante. Tutti dovranno rispondere (a partire dal
prossimo 26 novembre) all’accusa di aver violato una legge italiana: la legge
Bossi-Fini.
La vicenda risale a due anni fa, a fine giugno 2004, quando la nave umanitaria
«Cap Anamur», battente bandiera tedesca, soccorre nel mar Mediterraneo un
gommone in difficoltà provenente dalle coste libiche, a 100 miglia da Lampedusa
e a 180 miglia da Malta. A bordo ci sono 37 cittadini africani. Dopo aver atteso
per circa 20 giorni l’autorizzazione a far sbarcare i migranti (dato che
Italia, Malta e Germania si scaricavano addosso accuse e responsabilità) mentre
l’emergenza sanitaria a bordo si fa più pressante, alla Cap Anamur viene
concessa l’autorizzazione ad attraccare a Porto Empedocle.
Non appena giunti in porto i tre ufficiali della nave umanitaria vengono
arrestati, sottoposti a interrogatorio e poi rilasciati. Nel frattempo i 37
migranti vengono portati Cpt di Agrigento e poi smistati in altri centri di
accoglienza. Ma solo per poco. Per la maggior parte di loro la permanenza in
Italia dura solo pochi giorni: 25 vengono infatti immediatamente espulsi e
rispediti in Ghana dove vengono accusati di alto tradimento.  
Fonte: L'Unità
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