15 Settembre, 2002
No a cave «mascherate»,
Il Consiglio a maggioranza rivendica il potere di controllo per la Provincia
Respingere progetti di escavazione del territorio, finalizzati alla
commercializzazione di sabbia e ghiaia, in qualsiasi veste siano presentati, che
non siano contenuti nel Piano Cave. L'indirizzo politico alla Provincia di
Cremona, formulato dalla Commissione Ambiente all'interno di una mozione, ha
raccolto il favore del Consiglio Provinciale a maggioranza. 25 i votanti: 18
favorevoli, 7 astenuti: Ancorotti, Benelli, Fontanella, Mazzocco Poli, Redegalli
e Rusca).
Il Consigliere Andrea Ladina, nel presentare la mozione al Consiglio,
nella seduta del 12 luglio, ha ricordato che: "negli ultimi anni sono stati
presentati in Provincia diversi progetti di escavazione con commercializzazione
di sabbia e ghiaia, finalizzati a presunte sistemazioni agroambientali, a
laminazioni, a realizzazioni di laghetti di pesca…". In particolare, la
Commissione Ambiente nella riunione del 22 giugno 2006 ha preso in
considerazione un progetto presentato da privati nel comune di Castelvisconti
per la realizzazione di un laghetto per la pesca. Si legge quindi nella mozione:
"I tecnici del Settore Ambiente si sono espressi criticamente rispetto a questa
tipologia di trasformazione e di manomissione dell'ambiente che risultano
essere, nel concreto, nient'altro che cave vere e proprie 'mascherate' da
obiettivi di valorizzazione ambientali". Dunque, si chiede "di non accogliere
alcun progetto di escavazione del territorio con commercializzazione di sabbia e
ghiaia a qualunque titolo presentata, al di fuori del Piano Cave della Provincia
di Cremona a suo tempo approvato".
Nel dibattito il cons. Giuseppe Fontanella (Fi) ha ammesso che "si sa che si
costruiscono gli agriturismi con l'escavazione di qualche magliaio di metri cubi
di ghiaia" e ha sottolineato un problema: "un chilo di inerti costa 0,46
centesimi, contro 0,25 di un chilo di farina". La sua riflessione è "se una
parte esistono esigenze quantitative, dall'altra non si deve scavare in maniera
indiscriminata, non conosco il piano cave, non c'ero quando è stato redatto,
vorrei però sapere quanti sono i metri cubi, quanto è il fabbisogno e che cosa
si intende fare, perché si approssimano i lavori della Paullese". E ha concluso:
"Mi astengo perché non conosco il problema, vorrei però si riprendesse in mano
il piano cave. Ci sono fiumi da regimare, bisogna fare qualcosa. I tecnici hanno
spiegato che se viene solo tolta ghiaia, non esiste danno ambientale, c'è danno
se viene tolta l'acqua".
Pierluigi Tamagni (Ds) ha preso la parola per ribadire che il problema è quello
di restituire alla Provincia, ente di governo di programmazione del territorio,
il controllo. "Un privato può fare richiesta di autorizzazione, la Provincia non
può dire né sì né no, l'autorità è la Regione, e addirittura i comuni
autorizzano lo scavo prima che il titolare faccia domanda di autorizzazione del
laghetto, in luoghi magari protetti dal Ptcp". Tamagni nel concordare con
Fontanella sul fatto che ci siano dei bisogni, ha ribadito che il territorio va
controllato. "C'è problema degli inerti, vero è che la Regione Lombardia ha
bocciato le cave di prestito del nostro piano cave, pensate vicino ai fiumi,
adesso c'è da fare la Paullese, la Brebemi, ecc…". Per Tamagni: "Portare in capo
alla Provincia il governo del territorio, questo è il senso della mozione. Il
laghetto magari è fattibile, ma la Provincia deve dire la sua".
"La mozione stigmatizza l'abuso che si sta facendo sul territorio e
l'illegittimità delle richieste di interventi di escavazione - ha incalzato
Giampaolo Dusi (Prc) -". "E' nello specifico un laghetto di 4 ettari: una cava.
400/500 mila mt cubi di ghiaia significa avere una cava attiva per un paio di
anni. Di fatto è una escavazione senza possibilità di controllo da parte della
Provincia. La mozione vuole dare senso al suo intervento".
L'Assessore Fiorella Lazzari ha precisato che la Provincia ha una visione del
problema laghetti di pesca che è di area vasta, mentre il singolo comune ce l'ha
sul suo comune. "Paradossalmente ci sono 115 comuni, ci potrebbero essere 115
laghetti. Servirebbe una visione d'insieme. La legge sui laghetti di pesca
prevede che l'introito delle escavazioni sia quello della commercializzazione
legate al pesce e non degli inerti. Il rischio è che uno faccia il laghetto non
tanto per allevare pesci, ma per vendere gli inerti che è molto più redditizio.
Si arriva a proporre laghetti al limite della VIA, oppure ne fanno due o tre
piccoli, al posto di uno!". Nel ribadire fermamente il valore del controllo
rispetto a questi interventi, ha risposto a Fontanella in merito alle cave di
prestito: "Erano nel piano cave la Regione le ha tolte, le cave di prestito non
sono finalizzate alla commercializzazione di ghiaia e sabbia, sono cave
d'appoggio alla costruzione di strade, l'autorizzazione la dà la Regione su
parere della Provincia e del Comune. La mozione chiede invece di rifiutare cave
escavazione con commercializzazione di sabbia e ghiaia, che siano fuori piano".
 
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