15 Settembre, 2002
Provincia – ATO – La gestione dell’acqua
L'acqua a «gara» per la nuova legge regionale. In attesa del ricorso nazionale
Importante incontro informativo della Commissione Ambiente convocato dal
Presidente Andrea Ladina, insieme ai Sindaci del Comitato ristretto dell'Ato,
per una valutazione sulle politiche per la gestione dell'acqua, soprattutto,
alla luce delle novità introdotte della legge regionale dell'11agosto 2006, dove
primeggia un modello in cui da un lato vi sono la proprietà dei beni e la
gestione delle reti (assegnati da Comuni e Società all'Ato) e dall'altro
l'erogazione del servizio (assegnata per gara). Ad illustrare le novità il
Dirigente dell'Ato, Claudio Boldori. Ricco il commento politico, stimolato
dall'Assessore Giovanni Biondi, che ha evidenziato alcuni "nodi". La Regione
unisce patrimonio e investimenti. "Ciò apre - ha detto - problematiche con molte
realtà locali che hanno adottato il modello 'Galli' con patrimoniali leggere e
investimenti legati alle erogazioni". L'Ato ha già riunito le società
immobiliari per avviare il processo di adeguamento. Sul versante immobiliare, va
fatta "una sintesi unitaria dei patrimoni delle società esistenti: obbligatorio
andare verso la razionalizzazione per ridurre i costi. Si potrebbe partire dalla
società che ha già sotto di sé i 2/3 dei comuni, come Padania Acque,
coinvolgendo anche le altre realtà". Infine, il nodo della messa gara del
servizio: "forse era meglio la proposta regionale precedente, fare noi da Ato
pilota accettare la società mista e il sostegno agli investimenti, oggi la gara
viene colta in maniera traumatica". Biondi ha quindi riferito che esiste la
possibilità che lo Stato "blocchi" la legge regionale. Il consigliere dell'Udc
Pierfranco Patrini è intervenuto riprendendo la questione "erogazione". "c'erano
due possibilità - ha detto - la società mista o la gara, ora c'è solo la gara:
ciò rappresenta uno stimolo forte per far superare le resistenze delle società
ad unirsi, con beneficio per i cittadini". Per Patrini: "l'idea che il
territorio sia appetibile per le multinazionali, dovrebbe indurre le società ad
unirsi per competere". In disaccordo il consigliere del Prc Giampaolo Dusi: "non
mi immagino che vengano qui le multinazionali, sarebbe deleterio, ma non
griderei contro di loro, quanto contro chi ha messo in campo queste politiche".
Dusi auspica che lo Stato faccia ricorso. La legge è incostituzionale. Mette in
difficoltà le aziende locali e le amministrazioni. "Ero sicuro che sarebbe
finita così - ha incalzato Giuseppe Fontanella di Forza Italia -, verifichiamo
se lo Stato fa o meno ricorso, e poi lanciamoci senza indugi nella gara, le
multinazionali non arrivano, resta la contesa tra le 'nostre' tre società".
Patrini ha quindi chiesto quale disciplina viene ad imporsi nel caso lo Stato
annulli l'effetto della legge regionale. "Il gestore può avere affidamento in
house, gara, o società mista - ha risposto Boldori -". La parola è passata
quindi a Pierluigi Tamagni dei DS: "Non credo si torni indietro, la politica va
verso la liberalizzazione. Avere un'unica azienda che faccia gestione e
proprietà è positivo perché così si fanno le manutenzioni: un'azienda pubblica
rispetta le volontà politiche di migliorare i parametri mentre il privato resta
al limite, per massimizzare il profitto. Non è corretto che l'azienda erogatrice
copra il territorio di un solo Ato dato che ci sarebbe coincidenza tra
controllato (Società Pubbliche dei Comuni) e Ato (dei Comuni)". Tamagni ha
quindi auspicato che si apra un dibattito più ampio su una materia di questo
tipo anche in relazione al regime tariffario. Biondi ha risposto che è già in
programma un'audizione nel Consiglio del 25 ottobre. La Commissione ha quindi
incontrato i rappresentatati dell'Associazione di volontariato di Spino d'Adda,
Albatros, che ha presentato la propria riflessione culturale sulla gestione
dell'acqua, alla quale ha fatto seguito un apprezzato confronto
 
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