15 Settembre, 2002
La pittura tedesca a Cremona
Tre quadri del Kunst Palast Duesseldorf in mostra alla Pinacoteca
In occasione della mostra in corso su Caravaggio (Caravaggio. Originale und
Kopiem im Spiegel der Forshung), cui la Pinacoteca Ala Ponzone ha prestato il
proprio San Francesco, il Museum Kunst Palast di Duesseldorf ha cortesemente
concesso in cambio tre opere significative della pittura tedesca del primo
Novecento. Si tratta di tre dipinti collocabili tra Expressionismus e Neue
Sachlichkeit (Nuova oggettività), opere di maestri indiscussi dell'arte
contemporanea e fonbdatori del movimento della Neue Sachlichkeit.
I tre dipinti saranno presentati ed illustrati al pubblico martedì 12 dicembre,
alle ore 17.30, nella Sala di San Domenico della Pianacoteca, via Ugolani dati n.4,
dall'esperta Martina Mazzotta (ingresso libero).
L'iniziativa è organizzati dall'Assessorato alla Cultura - Settore Affari
Culturali e Museali.
Il primo dipinto, di Gert Heinrich Wollheim (1894-1974), è Die Siegerin (La
vincitrice), realizzato nel 1924, è un olio su tela. Il quadro fu realizzato un
anno dopo La belle jardinère di Max Ernst che venne dato in cambio da Johanna Ey
al Kunstmuseum di Duesseldorf e nel 1937 venne sequestrato dai nazisti. E'
evidente in questa opera di Wollheim il Surrealismo tipico di Ernst che
caratterizò la fase inziale del pittore, La rappresentazione della coppia appare
qui secondo una radicalizzazione del rapporto tra i generi come spesso accade
nella poetica surrealista.
Una specie di danza macabra in cui le due figure agiscono in una sorta di
meccanismo brutale e umiliante, che pare negare la libertà individuale. Lo stile
del dipinto si rivela in sintonia con il linguaggio grottesco e i contenuti
satirici del periodo giovanile dell'artista.
Il secondo dipinto, una tempera su compensato, è stato realizzato nel 1928 da
Otto Dix (1891-1969) e s'intitolata Bldnis des Malesr Franz Radziwill (Ritratto
del pittore Radziwill. Franz Radziwill (1895-1983), dopo aver studiato
architettura si rivose alla pittura divenendo amico di Dix. A partire dal 1933
tenne un corso di pittura all'Accademia di Duesseldorf, ma dopo soli due anni di
insegnamento venne accusato di essere un artista degenerato ed allontanato dal
proprio incarico. Il ritratto, eseguito durante il soggiorno di Radziwill a
Dresda, ripropone modelli del Rinascimento tedesco, da Baldung Grien a Cranach,
e rivela le straordinarie doti di introspezione psicologico di Otto Dix. Il
dipinto venne sequestrato nel 1937 ed esposto alla mostra di Monaco Entartete
Kunst (Arte Degenerata).
Il terzo dipinto esposto alla Pinacoteca e proveienente da Duesselsorf è Quappi
in Blau und Grau (Quappi in blu e gricio), olio su tela del 1944 dell'artista
Max Beckmann (1884-1950). Nel quadro è ritratta Quappi, la compagna di Beckmann
che più volte ha posato nelle sue tele e che si trova in diversi ruoli, sia
mitologici che realistici, dipinta col suo abito blu, una lettera o un libro tra
le mani. Quappi rappresenta per Beckmann l'incarnazione della bellezza in fiore,
ribadita dalla relazione con il vaso di iris che le sta a fianco, e appare qui
quasi messaggera o dispensatrice di arcani segreti. Il dipinto è un bell'esempio
della libertà pittorica delle opere tarde dell'artista, caratterizzate dal
ritorno di un intenso cromatsimo e rivela i mai sopiti legami con
l'Espressionismo di Kirchner.
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