15 Settembre, 2002
Consiglio Comunale dell’11 dicembre 2006
Mozioni e ordini del giorno su trasporti pubblici e parcheggi; risultati del sondaggio IPSOS «Cosa i cittadini pensano…»
In apertura di seduta il Presidente del Consiglio Comunale Mauro Fanti ha
fatto una dichiarazione riguardante i costi del Consiglio, dichiarando che i
dati forniti sono pubblici e verranno inoltre consegnati nel prossimo Ufficio di
Presidenza. Nel 2005 le riunioni consiliari sono state complessivamente 174
(compresi i 19 Consigli Comunali), nel 2006 143 (di cui 18 Consigli Comunali).
Questa riduzione del 18% ha comportato una diminuzione della spesa che nel 2005
è stata di € 130.500,00 e nel 2006 di € 118.000,00 (ipotesi stimata sino ad
ora). Vi è stata dunque una riduzione dei costi pari al 9,4%, tenuto conto che
il gettone di presenza ha subito una decurtazione del 10%. Gli oneri pagati per
i consiglieri che svolgono lavoro dipendente sono invece aumentati, con un
incremento di circa € 6.000,00. Nel 2005 infatti sono stati versati per questi
oneri € 13.000,00, in parte erogati nel corso di quest’anno nel quale è previsto
su questo fronte l’esborso di € 10.500,00.
Interrogazione in data 6 novembre 2006 presentata dai consiglieri comunali
Piergiorgio Bergonzi e Maria Rosa Zanacchi in ordine all’intervento edilizio
sull’edificio situato in via Manzoni già sede dell’Azienda Farmaceutica (Testo
dell’interrogazione: Premesso che si sta completando in questi giorni
l’intervento edilizio sull’edificio sito in via Manzoni già sede dell’Azienda
Farmaceutica, indi occupato da uffici distaccati della Banca Popolare, già
oggetto di pesanti interventi di ristrutturazione; la parte di intervento
relativa alla facciata ha portato alla demolizione delle vecchie cornici ed alla
asportazione delle inferriate liberty; la stessa facciata si caratterizza ora
per la realizzazione di finestre strette e lunghe il cui parapetto è costituito
da una lastra di materiale trasparente vivacemente colorata e conformata a guisa
di “nuvole farfallone”; l’intervento, obiettivamente di gusto discutibile, si
realizza in pieno centro storico alterando una facciata che aveva apprezzabili
caratteristiche di disegno tradizionale; per sapere se la sistemazione della
facciata sia stata preventivamente approvata dalla competente Commissione
Edilizia; se non sia opportuno introdurre norme atte a scongiurare l’ipotesi che
simili singolari alterazioni abbiano a ripetersi in futuro; nel caso
l’intervento sia stato eseguito sulla base di una semplice denuncia di inizio
lavori, eludendo così l’esame preventivo da parte della Commissione Edilizia,
cosa intenda fare l’Amministrazione al fine di poter esercitare un controllo
effettivo su interventi di questo tipo).
Dopo l’illustrazione, il consigliere Piergiorgio Bergonzi ha precisato che la
qualità dell’intervento non è il tema principale, ma il fatto che su questo
intervento edilizio vi sia la sensazione che il Comune non abbia preso
posizione. Da qui la necessità che interventi “discutibili” siano oggetti di un
parere, per evitare una libertà generalizzata d’intervento senza regole.
All’interrogazione ha risposto l’Assessore Daniele Soregaroli: L’intervento è
stato avviato con una DIA (Denuncia di Inizio di Attività) all’inizio del 2004
che prevedeva una riqualificazione con relativo cambio d’uso dell’immobile.
Negli anni Ottanta lo stesso edificio è stato interessato da una pesante
ristrutturazione, volta ad adeguarne le strutture per trasformarlo in archivio
della Banca Popolare di Cremona, che ne era allora proprietaria La DIA è stata
variata nel maggio 2005, perché si chiedevano modifiche, compresi i parapetti di
forma irregolare. Sono state così chieste integrazioni dagli uffici comunali.
Trattandosi di una DIA, la pratica non è passata dalla Commissione Edilizia,
tuttavia gli elaborati delle facciate sono stati mostrati ai componenti della
Commissione perché ne potessero prendere visione ed esserne così al corrente,
senza la facoltà però di esprimere un parere. Vi è stato un confronto
dialettico, a più riprese, tra progettisti e Amministrazione, perché la proposta
presentata poteva prestare il fianco a qualche discussione. Il cantiere è ancora
in corso, dunque suscettibile di cambiamenti e miglioramenti: il confronto è
aperto e prosegue. D’altro canto è solo tramite specifiche modifiche al
regolamento edilizio - appena iniziato - che il Comune avrà lo strumento con cui
intervenire in caso di DIA. E’ bene però ricordare che indicazioni troppo
specifiche potrebbero sfociare in eccessivi vincoli. A parte la mia personale
opinione, non tutti hanno espresso un giudizio negativo su questo intervento,
quanto meno il committente e i clienti lo hanno accolto favorevolmente.
L’Amministrazione è comunque sempre a conoscenza della portata degli interventi,
però vi deve essere qualcuno che decide: sono tutti aspetti che vanno valutati e
discussi. L’impostazione legislativa attuale ha una dose di controllo tutto
sommato accettabile; vi sono interventi che suscitano divergenze di opinioni, ma
non vi sono situazioni sfuggite al controllo. In ogni caso continueremo il
dialogo con i progettisti: l’obiettivo è però rimanere nelle norme e nei
regolamenti.
Il consigliere Piergiorgio Bergonzi si è detto parzialmente soddisfatto della
risposta ottenuta, auspicando che, senza cadere nel dirigismo, vi sia da parte
dell’Amministrazione un controllo per quanto le compete.
Interrogazione in data 11 novembre 2006 presentata dal capogruppo del Gruppo
Consiliare Comunisti Italiani Piergiorgio Bergonzi in cui si chiede che il
Consiglio Comunale venga tenuto periodicamente informato circa i lavori che
interesseranno corso Garibaldi (Testo dell’interrogazione: Premesso
che nei giorni scorsi la stampa locale dava notizia degli impegnativi lavori che
interesseranno Corso Garibaldi, una delle direttrici più importanti del centro
cittadino; in tale contesto venivano illustrate le ragioni dell’intervento
finalizzato al rifacimento di tutti i sottoservizi: dalla rete fognaria,
all’acqua, al gas, all’energia elettrica; sempre in tale contesto si
descrivevano le modalità di realizzazione dello stesso volte a ridurre al minimo
i disagi di cittadini, residenti, commercianti; la durata del cantiere è
prevista in due anni e la realizzazione avverrà in quattro lotti; secondo le
dichiarazioni dell’Assessore all’urbanistica al termine dei lavori, previsto nel
dicembre 2008, un tratto di corso Garibaldi verrà inglobato nell’isola pedonale;
all’epoca si prevede siano in stato di avanzata realizzazione anche i lavori per
il parcheggio di piazza Marconi, opera pure funzionale all’allargamento
dell’isola pedonale; che l’estensione dell’isola pedonale è da tempo oggetto di
confronto fra le forze sociali, politiche e produttive della nostra città e
costituisce per la città stessa, per la sua vivibilità una scelta di grande
rilievo; che tale estensione viene valutata dall’interrogante come scelta
necessaria e positiva, si chiede di sapere se l’Amministrazione comunale non
intenda tenere periodicamente aggiornato il Consiglio Comunale - qualora se ne
presenti la necessità ed eventualmente all’interno della commissione preposta -
sull’andamento dell’impegnativo cantiere che interesserà un’arteria tanto
vitale; se non intenda coinvolgere quanto prima il Consiglio Comunale -
eventualmente tramite la commissione preposta - nel confronto relativo alla
proposta di estensione dell’isola pedonale nella nostra città).
All’interrogazione ha risposto l’Assessore Daniele Soregaroli: Prima di tutto
il cantiere su corso Garibaldi non è ancora iniziato, vi è tempo per parlarne,
anche se è già stato avviato un tavolo di carattere informativo con le categorie
coinvolte, vista la portata dell’intervento. La nostra città ha bisogno di
mettere in ordine gli ultimi tre assi, cioè corso Garibaldi, corso Matteotti e
corso Vittorio Emanuele, in fatto di allacci alle fognature. Si è deciso,
d’accordo con AEM, di partire con quello più urgente e complesso, cioè corso
Garibaldi, dove vi sono stati dei cedimenti della sede stradale, evitando così
di operare nell’emergenza. Vi sono ancora i tempi per affrontare la questione,
visto che il cantiere dovrebbe partire nella seconda metà di febbraio. Bisognerà
preoccuparsi non solo delle attività ma anche dei residenti e l’intervento
riguarderà tutti i sottoservizi. Il tratto di corso interessato per il 2007 sarà
quello da viale Trento e Trieste fino a via dei Mille. E’ ragionevole pensare
che, a fine cantiere, si arrivi lì con la zona a traffico limitato: questo è
quanto contenuto del resto nel programma del Sindaco. Se si desidera rimettere
in discussione il tutto, io sono aperto al confronto. Bisogna comunque valutare
se modificare l’assetto di piano o il programma del Sindaco. Per quanto riguardo
la commissione competente, ritengo che la commissione pertinente sia quella
Politiche Ambientali, trattandosi di viabilità.
Il consigliere Piergiorgio Bergonzi ha ringraziato per le informazioni
ricevute e ha definito positiva la strada intrapresa dall’Amministrazione su
questo versante. Per quanto riguarda l’isola pedonale, il consigliere ha
dichiarato di non avere avuto alcun intento polemico: in ogni caso per questo
aspetto va fatta una riflessione di carattere generale soprattutto alla luce
della realizzazione del parcheggio di piazza Marconi.
Mozione in data 15 maggio 2006 presentata dal capogruppo del Gruppo
Consiliare Forza Italia Ferdinando Quinzani circa la possibilità di introdurre
abbonamenti per il parcheggio (Testo della mozione: Il problema dei
parcheggi a Cremona è ben noto e nonostante alcuni interventi già realizzati e
altri in fase di costruzione, trovare un posto auto specie in centro non è
affatto agevole. Tale disagio esiste per tutti, ma per talune categorie di
lavoratori esso rappresenta un vero limite nell’esercizio della propria
professione. Infatti pur riconoscendo logico l’utilizzo di parcheggi perimetrali
- ad esempio il foro boario, quello di via dante stazione pullman, l’area di via
S. Maria in Betlem - per chi svolge un lavoro presso una sede fissa, è
necessario considerare chi per necessità deve utilizzare le zone blu a pagamento
e magari spostare decine di volte il veicolo nell’arco della giornata. Si fa
riferimento in particolare a rappresentanti, agenti di commercio, agenti
assicurativi, agenti immobiliari, informatori farmaceutici, broker finanziari
ecc. A queste categorie di dipendenti e professionisti alla difficoltà di
reperire un posto nelle zone blu si somma quella di dover ogni volta pagare il
ticket presso le apposite colonnine, con perdita ulteriore di tempo, oltre la
necessità di dover far moneta e all’impossibilità pratica di scaricare
fiscalmente il coso del parcheggio, che se moltiplicato per ore risulta tutt’altro
che irrilevante. Per ciò si ritiene opportuno studiare la possibilità di
proporre a queste categorie delle tessere abbonamento pre pagate mensili,
semestrali o annuali, che dietro adeguato compenso, consentano la sosta in tutte
le zone blu della città. Pertanto, il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la
Giunta ad elaborare assieme al gestore AEM un progetto volto a sperimentare
abbonamenti per la sosta per determinate categorie di lavoratori).
Mozione in data 30 agosto 2006 presentata dal consigliere comunale del Gruppo
Consiliare Forza Italia Salvatore Carlo Malvezzi in merito all’introduzione del
trasporto pubblico urbano gratuito per la durata del parcheggio a pagamento (Testo
della mozione: Premesso che la città di Cremona manifesta da tempo
problemi di mobilità interna; l’Amministrazione Comunale ha recentemente
istituito numerosi parcheggi a pagamento sia nel centro storico, sia nelle zone
limitrofe; e’ necessario individuare forme di incentivazione del trasporto
pubblico urbano attualmente poco utilizzato sia dai cittadini cremonesi, sia dai
turisti; in altre città italiane è stata sperimentata con successo la
combinazione del trasporto gratuito del parcheggio a pagamento, per esempio il
Comune di Brescia; A.E.M. S.p.A. di Cremona gestisce i parcheggi a pagamento sul
territorio comunale di Cremona; il Consiglio Comunale impegna la Giunta affinché
proceda a stipulare un accordo sperimentale con la KM S.p.A. e l’A.E.M. S.p.A.
al fine di consentire l’accesso gratuito al trasporto pubblico urbano per i
cittadini che parcheggiano la propria auto in zona a pagamento per l’intero
periodo della sosta).
Ordine del giorno presentato da consiglieri vari del Gruppo Consiliare
Democratici di Sinistra - primo firmatario Alessia Manfredini - in ordine alla
possibilità di introdurre un sistema di bigliettazione a bordo dei mezzi
pubblici urbani (Testo dell’ordine del giorno: Premesso che il
trasporto pubblico locale è una componente essenziale per lo sviluppo ordinato e
efficiente di una città e rappresenta anche l’unica soluzione reale ai problemi
della congestione del traffico, dell’inquinamento atmosferico, dell’incidentalità
e dello sviluppo sostenibile; considerato che nel corso degli anni, in generale,
nelle varie città si è registrata una crisi strutturale del trasporto pubblico
tale da provocare una diminuzione significativa degli utenti del trasporto
pubblico locale; convinti che il rilancio della domanda di trasporto pubblico
non può, però essere basato esclusivamente su provvedimenti di disincentivazione
all’utilizzo dell’automobile, ma dipende soprattutto anche dal miglioramento
competitivo del servizio offerto; rilevato che nel 2004 il Comune di Cremona ha
sottoscritto con Km S.p.A., impresa affidataria del trasporto pubblico locale
urbano, un contratto di servizio che prevede di realizzare degli standard di
qualità del servizio per incentivare gli utenti all’utilizzo del trasporto
pubblico; sottolineato che la vendita dei ticket a bordo è possibile nelle città
a Cremona limitrofe come: Piacenza, Milano, Pavia, Brescia, Parma, Mantova,
Milano, Bologna; il Consiglio Comunale impegna la Giunta in sede di revisione
del contratto di servizio, come previsto dall’art. 13 – aspetti tariffari – a
valutare la possibilità di introdurre un sistema di bigliettazione
tecnologicamente innovativo, come la presenza di sistemi elettronici automatici
di erogazione dei biglietti a bordo dei mezzi o la semplice e vendita di
biglietti urbani e integrati a bordo dei mezzi da parte degli autisti; a
sollecitare KM S.p.A., affinché utilizzi il cablaggio presente nella nostra
città, dotando progressivamente tutte le fermate con sistemi informativi e
paline elettroniche).
Le due mozioni e l’ordine del giorno sono stati trattati congiuntamente. In
fase preliminare il dibattito è stato aperto dall’Assessore Daniele Soregaroli
sostenendo che vi sono sollecitazioni interessanti in tutti e tre i documenti.
E’ bene ricordare, ha proseguito l’Assessore, che vi è un contratto tra stazione
appaltante e gestore, con vincoli contrattuali: per i ticket a bordo il gestore
è inadempiente, pertanto rilasceremo fatture di sanzione. In ogni caso qualche
passo avanti si sta facendo. L’Azienda, anche recentemente, ha manifestato
difficoltà per raggiungere un accordo sindacale con i lavoratori per arrivare al
rilascio del biglietto a bordo: a breve un accordo dovrebbe risolvere questo
problema. Esiste quindi il vincolo contrattuale che riguarda l’integrazione tra
biglietto e parcheggio pubblico: vi sono infatti degli obblighi legislativi ai
quali attenersi. I nostri principali parcheggi a corona sono inoltre gratuiti e
quando si è fatto un tentativo con il Massarotti i risultati sono stati davvero
insignificanti: un’operazione di integrazione non è pertanto fattibile oggi a
Cremona. Esiste poi il vincolo del 35% della tariffa. La proposta di Quinzani,
ha detto poi Soregaroli, va approfondita, anche se andrebbe accompagnata da un
aggiornamento tariffario delle zone blu, allargando le tipologie se però vi è un
riequilibrio tra la tariffa base, tenendo conto del trasporto pubblico e delle
aree di pregio, attraverso un riordino della sosta a pagamento. Per l’Assessore
si può arrivare ad una proposta da discutere negli organismi competenti. Il
consigliere Salvatore Carlo Malvezzi, Forza Italia, intervenendo nel dibattito,
ha sollevato la necessità che vi sia un accordo di integrazione tra AEM S.p.A.,
che gestisce i parcheggi, e KM S.p.A., gestore del trasporto pubblico, così da
superare la difficoltà attualmente esistente. Matteo Lodi, Verdi per la Pace, ha
detto che ben venga la distribuzione a bordo del biglietto a bordo, mentre,
riferendosi alle altre due mozioni ha dichiarato che le aree blu devono rimanere
a rotazione. Per Daniele Burgazzi, La Margherita, tutto ciò che agevola i
cittadini è interessante e degno di essere preso in considerazione, ricordando
però che a Cremona le zone blu sono in centro, mentre i parcheggi a corona sono
gratuiti: inutile dunque istituire titoli di viaggio gratuiti in questo caso.
Ferdinando Quinzani, Forza Italia, ha chiarito tra l’altro che la proposta di
sperimentazione avanzata è da intendersi rivolta solo a chi utilizza la sosta
per lavoro e per specifiche categorie, così da evitare un impatto eccessivo
sulla sosta in centro ed ha quindi auspicato che nei parcheggi corona vi sia un
distributore automatico dei biglietti per i bus. Maria Rita Balsamo ha chiesto
di valutare l’ipotesi di istituire fermate nei pressi di rivendite di biglietti
per il trasporto pubblico. Il consigliere Ferdinando Quinzani ha quindi
modificato la prima parte della propria mozione, togliendo la frase “trovare
un posto auto specie in centro non è affatto agevole”. Il dibattito è stato
chiuso dall’Assessore Daniele Soregaroli: per la mozione presentata da Quinzani
la tariffa agevolata non deve essere ristretta a particolari categorie, si
rischierebbe di dimenticarne qualcuna, meglio pensare ad un allargamento che
interessi un po’ tutti; per la mozione di Malvezzi le condizioni della nostra
città sono diverse rispetto ad altre realtà, in quanto vi sono tre gestori
diversi, non esistono pertanto le condizioni per lo svolgimento di questo tipo
di servizio; per la tariffazione a bordo, il problema si risolve se viene fatta
l’erogazione del biglietto sul bus oppure se vi è la distribuzione automatica
sul mezzo. Il consigliere Quinzani si è detto infine disponibile ad apportare
ulteriori modifiche alla sua mozione, togliendo alcune frasi che nel testo sono
evidenziate in giallo.
Terminato il dibattito, è stata posta in votazione la mozione Quinzani,
approvata all’unanimità, mentre la mozione Malvezzi è stata respinta: si sono
astenuti Giacomo Zaffanella e Claudio Demicheli (Lega Nord) e hanno votato a
favore solo gli altri esponenti della minoranza presenti in aula. Messo ai voti
anche l’ordine del giorno Manfredini, è stato approvato all’unanimità.
Dismissione del servizio comunale di trasporto funebre a partire dal 9
febbraio 2007 e conseguente modifica del vigente Regolamento di Polizia
Cimiteriale.
In base alla normativa vigente il Comune non può più effettuare il servizio
di trasporto funebre con diritto di privativa in quanto, oltre a non essere
previsto da norme di legge, introdurrebbe nel mercato distorsioni contrarie alla
libera concorrenza. Dal 9 febbraio 2007, in base al Regolamento Regionale n°
6/2004, potranno esercitare l’attività di trasporto funebre soltanto le ditte
individuali, le società o le altre persone giuridiche in possesso dei requisiti
di cui all’art. 32 del sopra citato regolamento regionale, Inoltre, in base
all’art. 9 comma 3 della Legge Regionale n°22/2003, se gli esercenti l’attività
di trasporto sono soggetti pubblici, gestori anche di Cimiteri, deve essere
operata la separazione societaria. Le valutazioni finora effettuate rendono
opportuno per il Comune la dismissione del servizio di trasporto poiché, se
venisse esercitato in libera concorrenza con le imprese funebri private, secondo
quanto stabilito dalla normativa regionale, richiederebbe eccessivi investimenti
in termini di personale, formazione, mezzi, non commisurati al numero di
trasporti che, si stima, verrebbero in tal caso ancora richiesti al servizio
comunale; inoltre, i quattro operatori attualmente addetti al trasporto verranno
collocati in altra funzione nell’ambito dei Servizi Cimiteriali, risolvendo i
problemi legati alla ormai cronica carenza di organico. Il Consiglio Comunale è
stato pertanto chiamato ad esprimersi sulla dismissione del servizio di
trasporto funebre a decorrere dal 9 febbraio 2007, dando pertanto atto che tale
servizio sarà svolto in regime di libero mercato, così come stabilito dalla
Legge Regionale del 18 novembre 2003, n° 22 e dal Regolamento Regionale della
Lombardia del 9 febbraio 2004, n° 6. Il Consiglio ha dovuto pertanto modificare,
come segue, l’art. 73/bis “Trasporti funebri” del vigente Regolamento di
Polizia Cimiteriale n° 4637/118 del 21 febbraio 1966 e successive modifiche:
“Il trasporto funebre all’interno del Comune è effettuato come stabilito
dalla Legge Regionale della Lombardia del 18 novembre 2003, n° 22 e dal
Regolamento Regionale della Lombardia del 9 febbraio 2004, n° 6. Il costo
complessivo relativo al servizio obbligatorio di trasporto di salma o di
cadavere, nei casi di indigenza del defunto o di stato di bisogno della famiglia
attestati dai Servizi Sociali, rimane a carico del Comune che affiderà
l’esecuzione dello stesso nei modi previsti dalla vigente normativa. Nei casi in
cui vi sia disinteresse da parte dei familiari, il servizio sarà svolto ai sensi
del comma precedente, salvo eventuale rivalsa nei confronti degli obbligati. Il
Comune, tramite l’Ufficio Cimiteriale, determina i criteri per la fissazione
degli orari per il trasporto dei cadaveri, le modalità e i percorsi consentiti
nonché il luogo e le modalità per eventuali soste.” Il Consiglio è stato
quindi chiamato ad abrogare l’art. 73/ter “Trasporti funebri gratuiti e a
pagamento, nonché ad abrogare il “Regolamento Municipale per il servizio
trasporti funebri con annesse tariffe”, approvato con propria deliberazione n°
146 bis /9719 del 26 aprile 1960, come successivamente modificata ed integrata.
Per garantire alla cittadinanza il regolare svolgimento del servizio di
trasporto funebre, il Comune esercita il servizio stesso affiancando le Imprese
private fino al 9 febbraio 2007.
La proposta di deliberazione è stata brevemente illustrata dall’Assessore
Stefano Campagnolo chiarendo che, per quanto riguarda le possibili ripercussioni
sull’aumento dei costi, vi è l’impegno ad eseguire un monitoraggio costante, a
tenere sotto controllo la situazione e riferire quindi in sede di commissione.
Messo in votazione, l’oggetto è stato approvato all’unanimità.
Integrazione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni per le attività
di somministrazione di alimenti e bevande, approvati con deliberazione
consiliare del 19 dicembre 2005.
Il Consiglio Comunale, il 19 dicembre 2005, ha approvato i criteri e le norme
generali per l’insediamento, l’esercizio e la valorizzazione delle attività di
somministrazione di alimenti e bevande, ai sensi dell’art. 8 della Legge
Regionale 24 dicembre 2003 n. 30. L’art. 3 comma 2 delle norme regolamentari
contenute nella parte quarta di tale provvedimento demandava alla Giunta
Comunale di individuare la casistica e le modalità di applicazione delle
limitazioni a cui può essere subordinato il rilascio delle autorizzazioni, al
fine di tutelare le tradizioni locali e le vocazioni delle diverse parti del
territorio, nonché per salvaguardare i diritti dei residenti. In questo modo il
Consiglio Comunale ha inteso limitare, in ossequio ai principi di trasparenza ed
imparzialità, la discrezionalità degli uffici, nell’esercizio dei poteri di cui
sopra, tenuto conto che le situazioni in cui la norma in argomento può trovare
effettiva applicazione sono riconducibili ad alcune fattispecie generali,
individuabili a priori. Con deliberazione n. 276 del 5 luglio 2006, la Giunta
Comunale ha dato attuazione a questa disposizione, individuando puntualmente, ed
in via generale ed astratta, i casi a cui applicare tale limitazione.
Successivamente è stato rilevato che questa misure non risultano sufficienti ad
assicurare un’adeguata tutela delle aree in cui, per la presenza e/o l’elevata
concentrazione di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, ad
apertura serale e notturna, che, spesso, organizzano anche trattenimenti
musicali, si registra un oggettivo disagio per i residenti. In effetti, per
quanto concerne il centro storico, dove maggiore è la concentrazione di
attività, lo stesso documento di programmazione adottato nel dicembre 2005,
valutate sia la consistenza della rete esistente e le sue prospettive di
sviluppo futuro, che le esigenze di tutela degli interessi dei residenti, ha
limitato, comunque, la possibilità di nuove aperture ad un unico esercizio, da
localizzare esclusivamente in vie e piazze sprovviste di attività di questo
tipo. Per una maggiore efficacia della norma, si ritiene opportuno stabilire, in
via integrativa, che nelle vie e piazze del centro storico dove già esistono
altre attività di somministrazione di alimenti e bevande, nonché nelle altre
aree del territorio comunale, in cui si registrano analoghe situazioni di
disagio, non sia consentito, non solo l’insediamento di nuovi esercizi, ma
neppure il trasferimento di quelli già esistenti, all’interno del territorio
comunale. Ciò appare anche coerente con la recente circolare del Ministero dello
Sviluppo Economico con la quale si evidenzia che, anche dopo l’entrata in vigore
delle disposizioni sulla liberalizzazione delle attività commerciali resta
fermo, in capo ai Comuni, il potere di programmare l’insediamento delle attività
di somministrazione di alimenti e bevande, sulla base dei parametri fissati
dalla legge 287/91 o dalle norme regionali che hanno sostituito la relativa
disciplina nazionale. La normativa regionale attualmente in vigore stabilisce
che i Comuni sono competenti a fissare “i criteri localizzativi dei nuovi
insediamenti degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande con
particolare riguardo a fattori di mobilità, traffico, inquinamento acustico e
ambientale, all’armonica integrazione con le altre funzioni ed alla
disponibilità di spazi pubblici o di uso pubblico”. Risulta inoltre opportuno,
in base ai principi di trasparenza ed imparzialità, procedere alla preventiva
individuazione delle aree da inibire alle nuove attività, in quanto interessate
da una situazione di grave e perdurante turbativa, dovuta alla presenza di altri
esercizi pubblici, e suffragata da riscontri tecnici oggettivi. Gli uffici hanno
quindi predisposto una specifica mappatura, che individua le vie e zone urbane
in cui, a motivo della concentrazione di attività già presenti, esiste
un’oggettiva criticità, comprovata e documentata da reiterate doglianze dei
residenti, e da specifici referti dell’ARPA e delle forze dell’ordine, per cui
si ha ragione di ritenere che l’insediamento di nuovi esercizi andrebbe
sicuramente ad aggravare il disagio. A conclusione del percorso istruttorio,
acquisiti i pareri favorevoli espressi dagli organi competenti, il Consiglio
Comunale, su proposta del Vice Sindaco Luigi Baldani, è stato chiamato ad
integrare i criteri per il rilascio delle autorizzazioni per attività di
somministrazioni di alimenti e bevande, approvati il 19 dicembre 2005, nonché ad
integrare le norme di attuazione contenute nella parte quarta dei criteri per
l’insediamento, l’esercizio e la valorizzazione delle attività di
somministrazione di alimenti e bevande, approvati con deliberazione del
Consiglio Comunale del 19 dicembre 2005, aggiungendo all’art. 3 “condizioni per
il rilascio dell’autorizzazione”, dopo il comma 2, il seguente nuovo comma: “In
ogni caso, non è mai possibile l’insediamento di nuovi esercizi pubblici per la
somministrazione di alimenti e bevande (anche a seguito di trasferimento)
nell’ambito delle aree residenziali evidenziate nella planimetrie allegati A) e
B), in quanto interessate da una situazione di grave e perdurante turbativa,
dovuta alla presenza di altre attività di quel tipo, e comprovate da riscontri
tecnici oggettivi”. Queste disposizioni mirano ad assicurare una maggiore
trasparenza ed imparzialità delle procedure autorizzatorie, nonché la loro
semplificazione, in quanto, con la predeterminazione delle aree precluse ai
nuovi insediamenti, verrà meno la necessità, per l’ufficio, di verificare di
volta in volta l’idoneità di un sito; la riduzione dei conflitti fra esercenti e
residenti; uno sviluppo equilibrato della rete di somministrazione, che sia
rispettoso anche delle esigenze dei residenti. Inoltre, le imprese interessate
all’attivazione di nuovi esercizi saranno messe in condizione di conoscere
immediatamente la fattibilità dell’iniziativa, senza dover attendere l’esito
dell’istruttoria.
L’Assessore Luigi Baldani, illustrando la proposta di deliberazione, si è
scusato con il Consiglio Comunale per i tempi stretti con i quali l’argomento è
stato portato all’attenzione dei consiglieri, specificando che però si tratta di
un’integrazione e non di un nuovo regolamento, che interessa soprattutto la zona
circostante piazza del Comune. Non vi è la volontà di chiudere il centro storico
ad attività che lo possano animare, ha precisato il Vice Sindaco, ma nemmeno si
vuole permettere di far mancare la giusta presenza di pubblici esercizi in zone
meno centrali che rischiano di rimanere “scoperte”, creando uno squilibrio tra
le varie aree cittadine. Il relatore si è detto quindi disponibile ad accogliere
i due emendamenti presentati da Ferdinando Quinzani, Forza Italia, cioè quello
di stralciare dalla microzona 1 (cioè la zona immediatamente a ridosso di piazza
del Comune) la Galleria 25 Aprile e anche quello di consentire il trasferimento
dell’attività all’interno della microzona 1 per chi già esercita attività
all’interno della stessa; disponibilità anche ad accogliere l’emendamento,
presentato dal consigliere Pierluigi Rotelli (DS), di limitare l’area di divieto
di nuovi insediamenti per somministrazione di alimenti e bevande ai margini di
piazza Marconi, escludendo dal provvedimento i portici di questa piazza. Il Vice
Sindaco ha infine dichiarato che il regolamento ha una durata triennale,
pertanto ci sarà modo di mettere mano ai vari dettagli e fare fronte a tutte le
esigenze che potrebbero nel frattempo emergere. Questa modifica si è resa
necessaria in quanto non si vuole che si verifichi uno sbilanciamento sul
territorio (cioè eccesso di richieste di aperture richieste di esercizi nella
zona immediatamente circostante piazza del Comune, a discapito di altre zone del
centro storico): non ci sono comunque pratiche urbanistiche pendenti, ma solo
delle volontà dichiarate. Il Vice Sindaco ha chiarito al riguardo, rispondendo
ad una specifica domanda, che per la zona in questione non sono state presentate
ai competenti uffici comunali domande nelle quali si chiedono trasformazioni di
attività commerciali in pubblico esercizio.
I tre emendamenti proposti sono stati quindi messi in votazione ed approvati
tutti all’unanimità, così come all’unanimità è stato approvato anche l’oggetto.
Comunicazione del Presidente del Consiglio in ordine alla deliberazione n°
143 del 15 novembre 2006 emessa dalla Corte dei Conti - Sezione Regionale di
Controllo per la Lombardia con la quale si dichiara che il bilancio di
previsione per l’anno 2006 del Comune di Cremona risulta essere stato approvato
con l’osservanza dei commi 138 e seguenti dell’art. 1 della legge 23 dicembre
2005 n° 266 (Patto di stabilità interno).
Comunicazione del Sindaco in ordine alla presentazione dei risultati del
recente sondaggio svolto da IPSOS Milano per conto del Comune di Cremona sul
tema “Cosa i cittadini pensano sia prioritario nell’ambito del programma
dell’Amministrazione e come valutano quanto già realizzato”.
La comunicazione è stata fatta dall’Assessore Lorenzo Saradini: i risultati
sono interessanti e non banali le risposte date alle domande sul lavoro degli
uffici comunali e sull’attività dell’Amministrazione, di rilievo anche
l’apprezzamento riservato al Sindaco. L’architettura delle domande è sta
organizzata per fare in modo che i cittadini avessero modo di esprimersi ed è
stato chiesto di indicare delle priorità. A Cremona, l’unico problema veramente
sentito è quello della mobilità in genere e solo collateralmente solo ai
problemi di inquinamento: su questo si sta lavorando. Tre quarti dei cittadini
ha poi ritenuto elevata l’offerta culturale e di sicurezza. Sorprende la
mancanza attribuita ai problemi del lavoro e dell’occupazione. Il sondaggio
smentisce che ci sia un allarme sociale in città. Brillano i dati dell’offerta
culturale, educativa, del turismo e dei servizi sociali, con una ridotta
richiesta di potenziamento di questo servizio, nonostante la maggior parte della
popolazione cremonese sia fatta da anziani. Esiste la fiducia dei cittadini sul
lavoro che l’Amministrazione sta facendo.
Sono quindi seguite alcune dichiarazioni dei consiglieri. Matteo Lodi
(Verdi): sono state evidenziate problematiche sulle quali vengono chieste più
attenzione, come la mobilità e l’ambiente e su queste occorre fare il punto.
Guido Borsella (UDC): non ha senso portare questo sondaggio in Consiglio
Comunale, già ampiamente pubblicizzato. Chiara Capelletti (AN): la maggioranza
ha respinto la richiesta della minoranza di non portare questo sondaggio
all’attenzione del Consiglio Comunale, quindi è stato chiesto di avere la
possibilità di fare una dichiarazione; contesto il metodo utilizzato, non è
questa la sede dove presentare il sondaggio, saranno i cittadini ad esprimersi
nel 2009, alla scadenza del mandato di questa Amministrazione. Giacomo
Zaffanella (Lega Nord): era necessario commissionare alla IPSOS un sondaggio per
conoscere la validità dell’azione amministrativa? Questa comunicazione è
superflua: l’analisi dei risultati spetta alla Giunta e ai competenti uffici
comunali. Piergiorgio Bergonzi (Comunisti Italiani): è giusto che questo
sondaggio presentato al Consiglio Comunale, uno strumento giusto per fare una
verifica sul lavoro svolto sino ad ora, verifica che dovrebbe servire
soprattutto per il futuro. Da questo punto di vista il Consiglio Comunale deve
essere prioritariamente coinvolto, così da avere delle indicazioni di impegno
per il futuro anche per tutti i consiglieri: questo è il significato del
sondaggio, necessario a misurare il consenso dell’Amministrazione. Pierluigi
Rotelli (DS): il campione sul quale è stato fatto il sondaggio è significativo,
inoltre si tratta di uno strumento utile anche al Consiglio Comunale. Esistono
certamente dei dati critici: questa Amministrazione deve investire maggiori
risorse sulla mobilità e il traffico, maggior attenzione sullo sviluppo
economico (anche se il giudizio su questo non è negativo). Si tratta di
sollecitazioni che devono essere fatte proprie anche dal Consiglio Comunale,
luogo istituzionale deputato alla discussione tra i rappresentanti dei
cittadini. Ferdinando Quinzani (FI): i sondaggi in politica servono, sono uno
strumento nuovo e legittimo che chiunque possa avvalersi degli strumenti che
meglio crede. Inutile discuterne però in questa sede: il Consiglio Comunale non
ha mai commissionato un sondaggio, i cittadini hanno risposto alle domande che
sono state formulate dalla Giunta, a noi non è mai stato chiesto un parere su
che tipo di domande fare. Coinvolgere un’istituzione in qualcosa che non l’ha
mai riguardata mi pare una scorrettezza. Il sondaggio è uno strumento, non se ne
può fare un uso distorto: un’altra volta coinvolgeteci. Il rispetto che dobbiamo
alla sede nella quale ci troviamo, ci ha indotto a rimanere, anche se il
dibattito di oggi non serve a nulla. Avremmo preferito una comunicazione da
parte del Sindaco, cosa che non è avvenuta. L’augurio è che questa “caduta di
stile” sia isolata. Pierluigi Rossetti (Rifondazione Comunista): non entro nel
merito dei dati, strumento di riflessione comunque per tutti, ma il sondaggio è
comunque una scelta legittima messa poi in atto da un rispettabile istituto di
ricerca. Questo strumento non va utilizzato per manipolare “alla Berlusconi” la
realtà, né per scavalcare, “alla Berlusconi”, la partecipazione democratica dei
cittadini.
Ha replicato infine il Sindaco Gian Carlo Corada: è stata fraintesa la nostra
intenzione; il Consiglio ha un ruolo di indirizzo e di controllo, perciò il
sondaggio ci è sembrato come un aiuto ad individuare meglio questo ruolo. Il
sondaggio è divenuto un metodo moderno, ormai consolidato, è uno degli elementi
per capire, per entrare nel dettaglio delle opinioni e dei pareri; vi è in
questo sondaggio una ricchezza notevole dalla quale possono essere tratte delle
considerazioni utili. Le domande fatte sono quelle classiche, non quelle che
voleva la Giunta. E’ un peccato che la volontà della Giunta sia stata male
interpretata. In ogni caso i risultati verranno attentamente analizzati con la
struttura amministrativa già nei prossimi giorni. Noi lo intendiamo non come una
dimostrazione di mera soddisfazione per il risultati positivi che ne emergono,
ma come uno stimolo ad innovare, ad approfondire nella direzione che ci siamo
dati.
Mozione in data 23 ottobre 2006 presentata da consiglieri vari - primo
firmatario Roberto Galletti - in ordine alla sensibilizzazione dell’opinione
pubblica circa il consumo di acqua di rubinetto e l’utilizzo di materiali
riciclabili (Testo della mozione: Ricordato che il consumo dell’acqua
in bottiglia è salito di circa il 60 per cento negli ultimi cinque anni e che
l’Italia è prima nella classifica mondiale per consumo pro-capite di acqua
minerale; per produrre le bottiglie di plastica si consumano grandi quantità di
barili di greggio, risorsa energetica inquinante, ma preziosa ed esauribile
secondo recenti studi nel giro di qualche decina di anni; lo smaltimento in
discarica delle bottiglie, una volta diventate rifiuti, provoca inquinamento e
il loro riciclaggio è un’operazione dispendiosa, difficile e non priva di
impatti ambientali. Tenuto conto che l’utilizzo di bottiglie di plastica è
un’attività poco sostenibile dal punto di vista socio-ambientale. Valutato
inoltre che l’acqua in bottiglia non è affatto più salubre dell’acqua del
rubinetto, anzi è soggetto a minori controlli di qualità e a maggiori rischi
legati all’essere contenuta in bottiglie di plastica spesso trasportate per
parecchi km e conservate dai diversi soggetti commerciali in maniera non sempre
adeguata. Al contrario, nei paesi industrializzati come il nostro si può contare
su di un sistema articolato e capillare – gli acquedotti – che presenta anche il
vantaggio di essere facilmente monitorabile; l’acqua minerale costa molto di più
di quella del rubinetto;l’acqua è un bene comune e un diritto universale.
Constatato che su questi temi, anche a livello locale, tra la cittadinanza sta
crescendo la necessità di informazione e la richiesta alle amministrazioni
locali di porre in essere strategie concrete e quotidiane di salvaguardia delle
risorse naturali, come l’acqua. Per tutti questi motivi il Consiglio Comunale di
Cremona fa proprio il principio del consumo critico, del risparmio e della
condivisione e tutela dell’acque che è un bene comune primario dell’umanità e
che, in quanto tale, deve esser gestito senza sprechi, con logiche diverse da
quelle esclusive del profitto. Impegna il Presidente del Consiglio Comunale, il
Sindaco e la Giunta a promuovere una campagna di informazione e
sensibilizzazione rivolta ai cittadini cremonesi incentivando il consumo di
acqua del rubinetto, spiegando contemporaneamente gli interventi finora
apportati per migliorare la qualità dell’acqua potabile ed esplicitare in modo
chiaro ed efficace che a Cremona è possibile bere l’acqua del rubinetto; a
mettere in atto modalità idonee affinché all’interno dei locali del Comune,
degli edifici pubblici, delle scuole e delle mense scolastiche venga incentivato
il consumo di acqua di rubinetto di buona qualità; a favorire l’utilizzo di
materiali riciclabili, in modo da garantire all’Amministrazione Comunale e ai
cittadini un risparmio e una minore produzione di rifiuti di plastica; a
contribuire così a sensibilizzare l’opinione pubblica e in particolare i giovani
e gli studenti in materia di utilizzo, risparmio, consumo critico e tutela
dell’acqua in quanto diritto umano e bene comune di importanza vitale).
Dopo una breve dibattito, concluso dall’intervento dall’Assessore Carlo Dal
Conte, la mozione è stata approvata a larga maggioranza.
 
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