Modifica del “Regolamento per la concessione di sovvenzioni: contributi,
sussidii (concorsi finanziari) ed ausilii finanziari e per l’attribuzione di
vantaggi economici di qualunque genere”. Ridenominazione di tale regolamento
quale: “Regolamento per la concessione di sovvenzioni e del patrocinio”.
Si è reso necessario modificare il Regolamento per la concessione di
sovvenzioni, contributi, sussidii (concorsi finanziari) ed ausilii finanziari e
per l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere alla luce delle
nuove disposizioni di legge in materia, nonché delle deliberazioni consiliari
assunte in applicazione dell’art. 96 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n.
267 per gli anni 2003, 2004 e 2005. Inoltre si è ritenuto opportuno introdurre,
nell’ambito di questo regolamento, il concetto, i principi e le procedure per la
concessione del patrocinio che, sino ad ora, non era stato normato in modo
organico. A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli
espressi dagli organi competenti, il Consiglio Comunale ha approvato
all’unanimità le modifiche regolamentari apportate. Tali modifiche entreranno in
vigore il primo giorno del mese successivo a quello di esecutività, ad ogni
effetto, di questa deliberazione.
Approvazione del regolamento comunale per la tutela e la valorizzazione
delle attività agro-alimentari territoriali locali. Istituzione della De.C.O.
(Denominazione Comunale di Origine).
Il Comune di Cremona intende consolidare e rafforzare sempre più il proprio
impegno nell’azione di valorizzazione e tutela delle eccellenze imprenditoriali
del territorio, nella convinzione che ciò, oltre a contribuire al sostegno e al
rilancio economico dei comparti produttivi interessati, costituisce anche un
efficace strumento di promozione dell’immagine della Città, da cui possono
derivare importanti occasioni di marketing territoriale, con ricadute positive
sull’intera comunità. In tale ottica, pur in mancanza di qualsiasi obbligo di
legge, l’Amministrazione Comunale ha deciso di avviare concrete iniziative di
tutela, a carattere strutturale, e quindi non meramente occasionali od
episodiche, anche nel settore delle attività agro-alimentari tradizionali del
territorio, che costituiscono una risorsa di sicuro valore economico, culturale
e turistico. Al riguardo occorre osservare che, attualmente, né la legislazione
nazionale né quella comunitaria in materia di protezione delle produzioni
tipiche agro-alimentari attribuiscono specifiche funzioni amministrative ai
Comuni. Nonostante questo è possibile dedurre dallo stesso quadro istituzionale
generale una sicura ed incisiva competenza comunale anche in tale campo. Il
Comune è sicuramente legittimato ad assumere autonome iniziative, anche di tipo
regolamentare, a sostegno delle produzioni tipiche locali dell’agricoltura e
dell’artigianato, purché, ovviamente, non invadano la sfera di competenza di
altri Enti. Sulla scorta di tali considerazioni e di tali presupposti,
l’Amministrazione Comunale ha deciso quindi di verificare la possibilità di
istituire anche a Cremona, così come già attuato da altri Comuni, la
denominazione comunale di origine “De.C.O.”, per i prodotti tipici e
tradizionali del territorio. Si tratta di un innovativo strumento, finalizzato a
censire e valorizzare quei prodotti agro-alimentari, che sono legati
indissolubilmente alla storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio
comunale in cui hanno origine, costituendo, quindi, un motivo di sicuro
interesse e una fonte importante di attrattiva per il turismo enogastronomico e
di qualità, che è in continua crescita. Attraverso la De.C.O. si mira a
valorizzare le risorse del territorio (tra queste le risorse economiche
indirizzate verso un modello di sviluppo sostenibile) e a salvaguardare le
peculiarità produttive locali, nei settori dell’agricoltura e dell’ artigianato,
in considerazione della rilevanza pubblica dei relativi interessi. La De.C.O. si
pone anche l’obiettivo di dare visibilità all’opera di tutti quei piccoli e
piccolissimi produttori presenti nel territorio comunale e a i loro prodotti,
spesso veramente unici e straordinari, che, a motivo della limitata estensione
geografica dell’area di produzione, non sono sufficientemente conosciuti dal
grande pubblico, ma restano confinati in un mercato di nicchia. Inoltre
costituisce anche una forma di garanzia per il consumatore, in quanto vale ad
attestare l’origine, la genuinità, la composizione e le modalità di preparazione
dei prodotti, che vengono codificate da specifici disciplinari di produzione,
stabiliti dal Comune, nel rigoroso rispetto degli usi, delle consuetudini e
delle tradizioni locali. Sulla base degli indirizzi formulati dalla Giunta
Comunale, si è così provveduto ad affidare ad un consulente qualificato
l’incarico di effettuare una prima indagine sul territorio, per la rilevazione
dei possibili prodotti da candidare alla De.C.O., a partire dal settore della
pasticceria tradizionale. Dalla ricerca è emersa la presenza sul territorio di
prodotti meritevoli del riconoscimento, anche in settori diversi da quello che
si era prefigurato inizialmente. Preliminarmente al passaggio alla fase
successiva del percorso, risulta opportuno adottare un apposito regolamento, a
carattere generale, che, oltre ad istituire ufficialmente la De.C.O., disciplini
anche i requisiti e le modalità per la sua attribuzione. Gli uffici del Settore
Legislazione Commerciale hanno predisposto uno schema di regolamento, composto
da 20 articoli e allegati, che risponde pienamente, per i contenuti e le diverse
strategie d’intervento che in esso vengono individuate, agli obiettivi
dell’Ente. In attuazione del regolamento, si procederà al censimento dei
prodotti agro-alimentari tradizionali del territorio e alla definizione di un
disciplinare di produzione o di una scheda descrittiva per ogni singolo
prodotto, con l’obiettivo anche di pervenire all’individuazione di un “paniere
ufficiale di prodotti De.C.O. del Comune di Cremona”; all’istituzione e
all’aggiornamento costante del registro De.C.O, in cui saranno iscritti i
suddetti prodotti, unitamente ai rispettivi produttori; all’istituzione e
all’aggiornamento dell’albo comunale delle iniziative e manifestazioni, rivolte
alla promozione dello specifico settore; all’istruttoria delle richieste di
iscrizione nel registro e nell’albo di cui sopra; all’istituzione di una
raccolta pubblica di materiale di interesse sia storico-culturale, che
tecnico-scientifico sui prodotti De.C.O., aperta alla libera consultazione dei
cittadini; alla concessione della De.C.O. e del relativo logo identificativo ai
prodotti e alle attività in possesso dei relativi requisiti, quale segno
distintivo, volto ad assicurare l’origine e le caratteristiche del prodotto e/o
dell’attività segnalata; alla promozione e al sostegno, compatibilmente con le
dotazioni di bilancio di ciascun anno, di iniziative atte a consolidare sempre
più il nesso tra lo strumento DE.CO. e la cultura locale. La Giunta Comunale,
sulla base dell’istruttoria svolta da apposita commissione, individuerà, con
apposite delibere, i prodotti e le iniziative a cui attribuire la De.C.O..
A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli
espressi dagli organi competenti, il Consiglio Comunale, all’unanimità, ha
deciso di istituire la Denominazione Comunale (De.CO.) del Comune di Cremona e
di approvare il regolamento per la valorizzazione delle attività agro-alimentari
del territorio.
Sono state prese in considerazione dal relatore, il Vice Sindaco Luigi
Baldani, le due osservazioni avanzate dal consigliere Salvatore Carlo Malvezzi
(Forza Italia), ovvero che sia prevista all’interno dell’apposita commissione la
presenza di un rappresentante delle categorie artigianali e che l’iniziativa sia
sostenuta da adeguati investimenti.
Approvazione della bozza di convenzione da stipularsi tra il Comune di
Cremona e il Comune di Malagnino per l’affidamento, per il triennio 2007/2009,
della gestione del servizio di trasporto con scuolabus degli alunni residenti in
Cremona e frequentanti la scuola primaria di Malagnino e degli alunni residenti
in Malagnino frequentanti le scuole secondarie di primo grado di Cremona.
Il servizio viene attuato per agevolare il trasporto degli alunni cremonesi
residenti nella zona di San Felice in Cremona che hanno liberamente scelto di
frequentare la scuola primaria di Malagnino. L’accordo consente di travalicare
il limite comunale e di assolvere a quanto stabilito dalla normativa nazionale
in materia di trasporto scolastico per quanto attiene al servizio svolto per
cittadini non residenti nel territorio del Comune proprietario del mezzo. Il
Comune di Malagnino provvederà al trasporto dei bambini cremonesi residenti a
San Felice di Cremona e frequentanti la scuola primaria di Malagnino. Nessuna
spesa è posta a carico del Comune di Cremona per l’intero triennio. A
conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli espressi
dagli organi competenti, il Consiglio Comunale, all’unanimità, ha approvato la
bozza di convenzione da stipularsi tra il Comune di Cremona e il Comune di
Malagnino per l’affidamento, per il triennio 2007/2009, del servizio di
trasporto scuolabus di cui sopra.
Approvazione del nuovo regolamento per la disciplina del servizio di
trasporto scuolabus per gli alunni delle scuole per l’infanzia, primarie e
secondarie di primo grado del territorio comunale.
Il regolamento in vigore non risponde più alle esigenze di un territorio
radicalmente modificato, di una scuola che ha assunto un marcato carattere di
autonomia e di una gestione del servizio che richiede necessariamente una
specifica competenza. L’Amministrazione Comunale ritiene pertanto necessario,
prima di indire una gara per la gestione pluriennale in appalto del servizio di
trasporto scuolabus, adeguare il regolamento per meglio aderire alle esigenze
odierne. Il nuovo regolamento entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico
2007/2008. A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli
espressi dagli organi competenti, il relatore (Assessore Daniela Polenghi) ne ha
illustrato le caratteristiche principali.
Sull’argomento è intervenuto il consigliere Matteo Lodi (Verdi per la Pace)
per sollecitare l’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale; il consigliere
Salvatore Carlo Malvezzi (Forza Italia) ha formulato due osservazioni: anziché
scrivere scuole pubbliche, mettere scuole statali e non statali, per non creare
discriminazioni; inoltre l’esponente di Forza Italia ha chiesto di superare la
questione dell’ambito territoriale, chiedendo pertanto un rinvio
dell’approvazione del nuovo regolamento per dare modo di valutare queste
proposte di modifica. Gino Carnesella (DS) ha dichiarato che la competente
commissione consiliare ha ampiamente e dettagliatamente esaminato questo
oggetto, aggiungendo quindi che le modifiche apportate non vanno ad incidere sul
testo in vigore, in ogni caso la situazione attuale è la migliore di quella
proponibili. Paola Trombini (Rifondazione Comunista) si è detta d’accordo con il
collega Carnesella, soprattutto sulla questione della territorialità. Giorgio
Bergonzi (Comunisti Italiani) ha sottolineato la delicatezza del servizio in
discussione. Per quanto riguarda le osservazioni del collega Malvezzi,
l’esponente dei Comunisti Italiani ha dichiarato che potrebbero essere accolte
purché queste misure non si configurino come aumento di contributi del Comune
alle scuole private che, in questi anni, sono peraltro aumentati, in ogni caso,
se il problema fosse stato sollevato in sede di commissione sarebbe stato
affrontato e discusso. Arrigo Frassi (Forza Italia) ha dichiarato che il suo
gruppo avrebbe approvato l’oggetto, visto che in commissione non sono state
sollevate le osservazioni manifestate in sede consiliare, ma ha chiesto di
limitare la validità dell’assegnazione del servizio, dopo l’espletamento della
gara, ad un anno, anziché ai due previsti per dare modo di fare poi una
riflessione sul servizio. Per Cinzia Zampini (Rifondazione Comunista) il Comune
di Cremona eroga già cospicue risorse alle scuole private, nell’ambito del
diritto allo studio: le scuole private, utilizzando parte di questi fondi, si
organizzino dunque per realizzare un servizio di trasporto. Il dibattito si è
chiuso con la replica dell’Assessore Daniela Polenghi che ha dichiarato come sia
fuorviante parlare di discriminazione: sono stati seguiti dei criteri, facendo
una scelta esclusivamente organizzativa e di modello, seguendo il criterio della
territorialità. Altra questione è quella economica per la quale non è possibile
allargare il monte chilometri. Per la temporalità dell’appalto, l’Assessore ha
detto che già sarà difficile trovare un gestore, se poi gli si offre la gestione
per un anno, allora vi è il rischio che la gara vada deserta. Nulla vieta
comunque che, in corso d’opera, si possano fare delle modifiche.
Al termine, il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità il nuovo
regolamento che disciplina il servizio di trasporto scuolabus per gli alunni
delle scuole per l’infanzia, primarie e secondarie di secondo grado del
territorio comunale.
Determinazione degli indirizzi strategici nei confronti dell’Azienda
Speciale Comunale “Cremona Solidale” per l’anno 2007.
L’art. 3 dello Statuto dell’Azienda Speciale “Cremona Solidale” prevede che
il Comune di Cremona determini gli indirizzi strategici cui l’Azienda deve
attenersi nella gestione dei servizi alla persona. Da qui la necessità di
definire gli indirizzi strategici per l’anno 2007. Il Consiglio Comunale, a
conclusione del percorso istruttorio ed acquisiti i pareri favorevoli
espressi dagli organi competenti, ha approvato gli indirizzi strategici
sotto riportati cui l’Azienda Speciale Comunale per i Servizi alla Persona
“Cremona Solidale” deve attenersi nell’anno 2007 nell’espletamento delle proprie
attività gestionali. Il Comune trasmetterà al Presidente dell’Azienda Speciale
Cremona Solidale la copia del presente provvedimento, sulla base del quale
l’Azienda approverà gli atti fondamentali di gestione per l’anno 2007.
Prima di illustrare nel dettaglio il documento, l’Assessore Maura Ruggeri ha
spiegato che nel 2006 è avvenuta un’espansione dei servizi dell’Azienda, questo
con un grande sforzo ed impegno. Vi è una situazione di sistema, ha quindi
aggiunto l’Assessore, particolarmente in movimento per quanto riguarda i servizi
riservati all’area anziani: questo ha trovato un momento di verifica in un
tavolo interistituzionale. E’ stato inoltre fatto un primo intervento sulla
verifica degli accessi alla RSA, così da sistemare alcune distorsioni del
passato e così da inserire 120 cremonesi in più nella struttura. Una situazione
in evoluzione, che presenta alcuni elementi di criticità, a fronte però di una
valutazione costante: l’azione di Cremona Solidale, ha dichiarato l’Assessore
Maura Ruggeri, è in ogni caso tesa ad offrire una risposta di alta qualità e di
aumento della quantità assistenziale attraverso percorsi il più possibile
condivisi dalla rappresentanze dei lavoratori e con un’interlocuzione dei
famigliari degli ospiti. Infine l’Assessore ha elencato le principali novità
rispetto al passato: letti di sollievo, nuove modalità per la riabilitazione, il
consolidamento dei centri diurni integrati, monitoraggio delle nuove modalità
introdotte nei centri diurni per disabili. Nessuna novità per quanto riguarda la
politica tariffaria e per i rapporti tra Comune ed Azienda, mentre si conferma
il coordinamento, mentre si chiede all’Azienda di definire in modo puntuale il
controllo di gestione.
A nome della maggioranza, Cinzia Zampini ha presentato il seguente
emendamento all’atto di indirizzo articolato in tre punti: 1) Il Comune di
Cremona, nell’esprimere condivisione e sostegno all’impegno profuso nel corso
del 2006 per lo sviluppo dei servizi erogati da Cremona Solidale, conferma in
capo all’Azienda ecc.; 2) Dare piena attuazione al processo di
riorganizzazione aziendale finalizzato a migliorare ulteriormente le condizioni
di accoglienza, assistenza ed erogazione delle prestazioni, mantenendo il
coinvolgimento costante dei famigliari degli ospiti e degli operatori e delle
loro rappresentanze; 3) Sviluppare l’offerta IDR in attuazione alle
disposizioni previste dal contratto di servizio sottoscritto con l’ASL (in data
29 settembre 2006) in applicazione delle tipologie di offerta di servizi in esso
contenute.
Claudio Demicheli (Lega Nord), intervenendo nel dibattito, ha sollevato il
problema del clima che si è determinato all’interno dell’Azienda con lo stato di
mobilitazione dei lavoratori, tale da dovere ricorrere ad una consulenza esterna
per porvi rimedio, nonostante la presenza di un Direttore Generale che
percepisce una retribuzione più che congrua. Demicheli, annunciando
l’astensione, ha poi espresso, a nome del suo gruppo, perplessità
sull’adeguamento del compenso dei componenti del consiglio di amministrazione di
“Cremona Solidale”. Sono seguiti gli interventi dei consiglieri Alberto
Capellini (DS) e di Maria Rita Balsamo (Cremona Futura), che hanno espresso
giudizi positivi sugli indirizzi strategici così come delineati dall’Assessore
Maura Ruggeri. Ferdinando Quinzani (Forza Italia), a sua volta, si è soffermato
sui servizi offerti, anche alla luce degli emendamenti presentati, esprimendo
alcune perplessità sulla capacità dell’Azienda di farvi fronte.
Nella sua replica, l’Assessore Maura Ruggeri ha chiarito che non è compito
del Consiglio Comunale entrare nel merito dell’azione del consiglio di
amministrazione di Cremona Solidale: in ogni caso la riorganizzazione lavorativa
è necessaria per rispondere anche agli elementi di novità che sono stati
introdotti dalla Regione Lombardia, fermo restando la fase difficoltosa per
quanto riguarda gli orari di lavori. Vi sono stati e sono ancora in corso però
momenti di confronto ed è auspicabile che si giunga quanto prima ad un accordo
per facilitare l’introduzione le novità previste. La scelta di affidare una
consulenza al Direttore del Personale del Comune, che si prefigura più che altro
come forma di accompagnamento, si inserisce, secondo l’Assessore, nell’ambito
del naturale coordinamento tra Comune ed Azienda, tenendo conto che lo staff
dirigenziale di “Cremona Solidale” opera a ranghi ridotti. Per quanto riguarda i
contributi dei consiglieri di amministrazione, si tratta di cifre contenute se
rapportate ad altri organismi analoghi, soprattutto se si tiene conto dei
carichi di lavoro e delle singole responsabilità.
Concluso il dibattito, il Consiglio Comunale ha approvato innanzitutto
l’emendamento presentato (con l’astensione di tutti gli esponenti della
minoranza presenti in aula). Sempre a maggioranza e con l’astensione dei
consiglieri di minoranza, il Consiglio Comunale ha deciso di confermare in capo
all’Azienda Speciale Comunale “Cremona Solidale” la gestione dei servizi di cui
al contratto relativo all’annualità 2006 con i seguenti obiettivi prioritari:
Servizi residenziali e semiresidenziali
Consolidare il processo di riorganizzazione aziendale finalizzato a
migliorare ulteriormente le condizioni di accoglienza e di assistenza mantenendo
un coinvolgimento costante degli operatori, delle loro rappresentanze e dei
famigliari degli ospiti;
articolare l’offerta residenziale offrendo una quota di letti di sollievo
alle nuove condizioni previste dall’accordo quadro territoriale;
sviluppare l’offerta IDR in attuazione delle disposizioni previste dalla
riforma secondo criteri di appropriatezza dell’offerta e di continuità
assistenziale per garantire una risposta il più possibile integrata ai bisogni
del territorio;
consolidare e monitorare il sistema dei centri diurni integrati che ha visto
un consistente potenziamento dei posti nel corso del 2006;
monitorare gli effetti connessi all’applicazione dei nuovi criteri di
classificazione degli utenti CDD e CSE approfondendo insieme all’Amministrazione
Comunale ed alle rappresentanze dei famigliari le eventuali ricadute sul
complesso dei servizi relativi all’area handicap.
Servizi domiciliari e territoriali
Consolidare la gestione unitaria ed in “filiera” dell’insieme dei servizi
aziendali per qualificare l’offerta anche in relazione a possibili scelte di
voucherizzazione dei servizi;
potenziare il servizio di assistenza domiciliare integrata (voucher, credit,
credit minor), attraverso una sempre maggiore integrazione con la medicina di
base.
Rapporti economici Comune – Azienda
Conferma della diversificazione dei rapporti economici sui servizi trasferiti
in gestione dal Comune di Cremona e dalla Fondazione Città di Cremona
distinguendo tra i servizi a canone (centro prima accoglienza, comunità alloggio
per handicap) e servizi a tariffa (comunità alloggio minori, centri
socio-educativi, centri diurni integrati, assistenza alla persona, assistenza
domiciliare) per poter meglio realizzare un’azione complessiva di monitoraggio
dei volumi dei servizi, per una più efficace programmazione degli interventi
erogabili in rapporto al bisogno ed alle risorse comunali disponibili.
Politica tariffaria
Prevedere gli eventuali adeguamenti tariffari nei confronti dei cittadini
utenti dei servizi entro il tetto massimo del 2% solo per il recupero delle
dinamiche inflazionistiche.
Politiche del personale
Assicurare il necessario coordinamento tra Comune ed Azienda delle politiche
del personale, con particolare riguardo all’applicazione dei più importanti
istituti contrattuali.
Flussi informativi tra Azienda e Comune
Proseguire nelle collaborazioni tra Comune ed Azienda per garantire la
verifica ed il monitoraggio delle attività gestionali e dei risultati di
gestione realizzati dall’Azienda secondo quanto previsto dal progetto di
governance dell’Amministrazione Comunale.
Rapporti con l’utenza ed il volontariato
Sviluppare le attività dirette al monitoraggio della soddisfazione
dell’utenza attraverso gli strumenti della customer satisfaction e del rapporto
di dialogo con l’Ufficio Relazioni con il Pubblico;
consolidare l’apporto delle associazioni di volontariato attraverso il
rinnovo dei protocolli d’intesa ed il rafforzamento delle forme di
collaborazione sussidiaria e solidaristica.
Controllo di gestione
Sviluppare il sistema di programmazione e controllo a supporto delle
decisioni del management, anche attraverso l’impostazione del bilancio, da
attuarsi nei tempi tecnici necessari, per “centri di costo e di ricavo”
coincidenti con i diversi servizi o unità d’offerta gestiti.
Sulla base di questi indirizzi e successivamente all’approvazione da parte
del Consiglio Comunale degli atti fondamentali previsti dalla statuto aziendale,
il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda provvederà ad elaborare il Piano
Tecnico di gestione per l’anno 2007, presupposto necessario per la definizione
della struttura organizzativa dell’Azienda stessa.
AEM Cremona S.p.A. - Indirizzi in materia statutaria e di contratti di
servizio.
L’Amministrazione Comunale intende mantenere l’alta qualità dei servizi
locali offerti alla cittadinanza rafforzando la governance sulle proprie
aziende; rendere lo Statuto di AEM Cremona S.p.A. coerente con il rafforzamento
della governace sulle aziende tenendo conto della giurisprudenza corrente, della
normativa vigente e delle migliori prassi, con riferimento all’approccio “in
house” nei rapporti di affidamento diretto di servizi pubblici da parte del
Comune; adeguare i contratti di servizio in essere già in capo ad AEM Cremona
S.p.A. alle nuove modalità di regolazione dei rapporti definite dall’approccio
“in house”. A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri
favorevoli espressi dagli organi competenti, il Consiglio Comunale, a larga
maggioranza (con il voto contrario di tutti i consiglieri di minoranza presenti
in aula), ha deciso di dare mandato alla Giunta, al Sindaco ed ai dirigenti
comunali competenti per materia, di definire le linee di modifica e di
integrazione dello Statuto societario come segue al punto A e dei contratti di
servizio relativi a servizi affidati “in house” come segue al punto B:
A) Statuto
Prevedere nell’oggetto anche illuminazione votiva e servizi cimiteriali,
sviluppo e gestione di forni di cremazione, manutenzioni stradali e marciapiedi,
nonché la gestione in senso ampio di immobili di edilizia residenziale pubblica;
prevedere che AEM Cremona S.p.A. possa operare esclusivamente quale soggetto
proprietario di reti, impianti ed altre dotazioni infrastrutturali, e/o quale
soggetto gestore delle citate reti, impianti, dotazioni e/o quale soggetto
detentore di partecipazioni in altre società con riferimento ai servizi già
gestiti ed erogati da AEM Gestioni s.r.l.;
prevedere che, oltre a gestire l’affidamento diretto per conto del Comune di
Cremona di servizi pubblici, AEM Cremona S.p.A. possa acquisire la proprietà, la
gestione, l’erogazione solo da altri enti o soggetti pubblici, mediante
affidamento diretto per partecipazione alla società o nelle altre forme
consentite dalla legge;
prevedere che, a fronte di deliberazione del Consiglio Comunale, l’assemblea
possa autorizzare gli amministratori di AEM Cremona S.p.A. alla partecipazione
ed alla costituzione, con altri soggetti pubblici, a società commerciali,
consorzi ed associazioni già esistenti, purché le modalità di tali
partecipazioni garantiscano comunque la tutela dell’interesse perseguito dalla
Società stessa e non consentendo che le società controllate possano a loro volta
costituire ulteriori organismi societari senza il previo consenso dell’assemblea
di AEM Cremona S.p.A.;
prevedere che AEM Cremona S.p.A. possa autonomamente utilizzare le risorse
umane, materiali e finanziarie di cui disponga, fermo restando il vincolo della
prevalenza dell’attività svolta all’interno del territorio dei Comuni soci
affidanti;
prevedere che la società sia soggetta, da parte degli enti pubblici titolari
del capitale sociale, al controllo analogo a quello esercitato sui propri uffici
o servizi da parte dei citati enti;
prevedere che possano divenire soci di AEM Cremona S.p.A. esclusivamente enti
pubblici affidanti servizi pubblici alla società;
prevedere che la partecipazione del Comune di Cremona debba in ogni caso
essere superiore al 50% del capitale sociale e che i quorum assembleari
costitutivo e deliberativo siano in ogni caso raggiungibili solo con
l’obbligatoria presenza e voto favorevole del Comune di Cremona;
prevedere che il capitale sociale può essere aumentato anche a fronte di
conferimenti di beni in natura da parte dei soci;
prevedere che il consenso all’ingresso di nuovi enti pubblici quali soci
possa essere negato in modo motivato;
prevedere, tra i poteri dell’Assemblea, la nomina eventuale del Direttore
Generale e l’autorizzazione agli amministratori relativamente agli atti di
rilevante portata strategico-istituzionale;
prevedere che, sin quando il Comune di Cremona rimanga unico socio, anche il
Presidente del Consiglio di Amministrazione ed il Presidente del Collegio
Sindacale siano nominati ai sensi dell’art. 2449 del Codice Civile;
prevedere che, nel periodo che intercorre tra la data di decadenza per
scaduto triennio e quella dell’accettazione della carica da parte degli
amministratori di nuova elezione o nomina diretta, il Consiglio decaduto
continui ad esercitare tutti i propri poteri.
B) Contratti di servizio
Prevedere che siano riservate al Comune le funzioni di indirizzo e vigilanza
dell’operato di AEM Cremona S.p.A. nell’espletamento dei servizi;
prevedere l’impegno del Comune a sostenere AEM Cremona S.p.A. anche
attraverso l’adozione tempestiva dei provvedimenti e la puntuale cura degli
adempimenti ricompresi nelle proprie competenze istituzionali, nonché attraverso
lo svolgimento delle pratiche amministrative inerenti servizi/attività di sua
competenza;
prevedere che AEM Cremona S.p.A. utilizzi le proprie risorse umane,
materiali, finanziarie in via prioritaria ai fini dello svolgimento dei servizi
nel territorio del Comune di Cremona, e solo in via residuale per prestazioni di
servizi a favore di terzi, compatibilmente con le indicazioni della normativa e
della giurisprudenza ai fini della conservazione degli affidamenti diretti
ricevuti, ed in misura tale da non pregiudicare in alcun modo il servizio alla
collettività locale;
prevedere che AEM Cremona S.p.A., nell’individuare e nominare le figure con
responsabilità tecniche e gestionali previste dalla legislazione in materia di
sicurezza e di antinfortunistica, comunichi tempestivamente al Comune i
nominativi dei soggetti responsabili;
prevedere che lo svolgimento imprenditoriale, da parte di AEM Cremona S.p.A.,
dei servizi affidati debba avvenire secondo economicità di gestione ed
ottimizzazione delle risorse, nel rispetto delle problematiche ambientali, ed
uniformando l’erogazione ai principi contenuti nella Direttiva del Presidente
del Consiglio dei Ministri 27 gennaio 1994 (eguaglianza, imparzialità,
continuità, partecipazione, trasparenza);
prevedere che eventuali situazioni di impossibilità di continuità
nell’erogazione dei servizi, con particolare riferimento all’accesso da parte
dei cittadini e degli altri beneficiari, siano motivate da AEM Cremona S.p.A., e
da questa preventivamente comunicate al Comune;
prevedere che AEM Cremona S.p.A. adotti la carta dei servizi che, per singolo
servizio, accolga tra l’altro: la tipologia dei servizi/attività offerte; le
modalità di comunicazione e diffusione delle tariffe, degli orari di svolgimento
del servizio e delle altre condizioni di fruizione; gli standard di qualità; le
modalità di presentazione di reclami e suggerimenti, relativi tempi di risposta;
prevedere che AEM Cremona S.p.A. fornisca periodicamente al Comune una
relazione riferita alla qualità dei servizi erogati rispetto agli standard
contenuti nella Carta dei Servizi;
prevedere, tra AEM Cremona S.p.A. e Comune, procedure di approvazione
coerenti, anche dal punto di vista temporale, delle linee di sviluppo dei
servizi affidati, dei piani e del budget, di esercizio e di
finanziamento/investimento;
prevedere che AEM Cremona S.p.A. assicuri la massima chiarezza e trasparenza
nella formazione, predisposizione, divulgazione delle tariffe praticate agli
utenti finali dei servizi;
prevedere che, affinché il Comune possa compiutamente esercitare l’attività
di vigilanza e verifica degli indirizzi generali per la gestione della società e
lo sviluppo dei servizi, nonché la politica tariffaria, AEM Cremona S.p.A.
assicuri al Comune adeguati flussi informativi periodici, anche in termini di
comparazione fra budget e consuntivo;
prevedere che AEM Cremona S.p.A. debba fornire tutti i dati, i documenti, le
attestazioni, le certificazioni e quant’altro necessario al Comune per adempiere
ad obblighi di legge e di regolamento, nonché ai fini della programmazione e del
controllo, che potrà svolgersi anche mediante verifiche condotte da funzionari o
incaricati comunali.
Sarà compito dell’assemblea straordinaria di AEM Cremona S.p.A. sviluppare ed
approvare modifiche ed integrazioni statutarie coerenti con l’indirizzo ed il
mandato ricevuto. Spetta alla Giunta Comunale, ai dirigenti comunali competenti
per materia e al Consiglio di Amministrazione di AEM Cremona S.p.A. sviluppare
ed approvare modifiche ed integrazioni ai contratti di servizio, relativi agli
affidamenti di servizi “in house”, coerenti con l’indirizzo ed il mandato
ricevuto. Non appena approvati, verranno comunicati al Consiglio Comunale il
testo dello Statuto modificato ed il testo dell’atto aggiuntivo ai contratti di
servizio.
Revoca dell’affidamento dei servizi di gestione delle soste e di sgombero
della neve già in capo ad AEM Gestioni s.r.l.. Affidamento ad AEM Cremona S.p.A..
L’obiettivo dell’Amministrazione è di riunificare in capo ad AEM Cremona
S.p.A. il servizio di gestione delle soste, il servizio di rimozione forzata, il
servizio di mobilità urbana alla luce dell’unificato contratto di servizio
vigente, nonché di riunificate sempre in capo ad AEM Cremona S.p.A. il servizio
di sgombero neve ai servizi sopra elencati ed agli altri già gestiti/erogati
dalla stessa AEM Cremona S.p.A., in relazione alla loro omogenea natura
tecnico-operativa, oltre che per essere servizi rivolti alla collettività in
senso generale in termini di beneficio, pur in assenza di clienti finali quali
singoli pagatori di prezzi o tariffe. A conclusione del percorso istruttorio,
acquisiti i pareri favorevoli espressi dagli organi competenti, il Consiglio
Comunale, a larga maggioranza (con voto contrario della Lega Nord e l’astensione
di tutti gli altri esponenti della minoranza), ha approvato:
revoca, al termine del regime transitorio previsto dall’art. 113 del Decreto
Legislativo 267/2000, comma 15 bis, dei servizi gestione soste e sgombero neve
già in capo ad AEM Gestioni s.r.l.;
affidamento diretto “in house” dei servizi gestione soste e sgombero neve ad
AEM Cremona S.p.A.;
indirizzo ad AEM Cremona S.p.A. a dotarsi delle risorse necessarie allo
svolgimento dei servizi in oggetto, valorizzando per quanto possibile le risorse
ed i rapporti già in capo ad AEM Gestioni s.r.l. con riguardo ai servizi stessi;
mandato agli amministratori ed ai dirigenti del Comune competenti per
materia, in collaborazione con gli amministratori ed i dirigenti delle due
società, ai fini dello sviluppo degli atti in esecuzione della presente
deliberazione.
Sarà compito di AEM Cremona S.p.A. sviluppare il più efficace percorso
giuridico-amministrativo e societario per realizzare tutto questo.
Affidamento ad AEM Cremona S.p.A. del servizio di gestione delle
pavimentazioni stradali e dei marciapiedi comunali.
Tra gli obiettivi istituzionali dell’Amministrazione Comunale vi è quello del
pieno utilizzo delle potenzialità imprenditoriali e delle sinergie organizzative
proprie di AEM Cremona S.p.A. per consolidare ed ampliare in termini strategici
ed operativi, anche in prospettiva futura, le capacità, le esperienze, e la
tradizione di positivi comportamenti che nel tempo hanno caratterizzato la
Società. A questo si affianca il sussistere di significativi vantaggi
tecnico-economici nell’affidamento del servizio ad AEM Cremona S.p.A., come si
deduce dalla tabella di confronto tra gestione diretta e affidamento in house
sotto riportata. Vi sono inoltre in capo ad AEM Cremona S.p.A. le condizioni
previste dalla normativa vigente, dalla giurisprudenza amministrativa corrente,
dalla migliore prassi per l’affidamento di servizi pubblici “in house”.
[vedi allegato]
A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli
espressi dagli organi competenti, il Consiglio Comunale, a larga maggioranza (si
sono astenuti tutti i consiglieri di minoranza presenti in aula), ha deciso il
superamento dell’attuale gestione diretta comunale, mediante appalti a terzi,
con l’affidamento diretto del servizio in oggetto ad AEM Cremona S.pA.; la
cessazione dell’attuale gestione diretta al 31 marzo 2007 e la decorrenza
dell’affidamento “in house” ad AEM Cremona dal 1° aprile 2007; di dare mandato
alla Giunta ed al Sindaco, ai dirigenti comunali competenti per materia di
predisporre il relativo contratto di servizio che contenga i termini di
regolamentazione delle reciproche prerogative, diritti ed obblighi, in
particolare: gli aspetti economico – finanziari (sia per l’esercizio del
servizio, sia per il finanziamento degli investimenti); gli aspetti tecnico –
operativi; gli aspetti di raccordo temporale, anche ai fini del coerente
recepimento negli strumenti di programmazione finanziaria del Comune di quanto
di competenza; gli aspetti relativi all’esercizio del “controllo analogo” ex art.113,
c.5, lettera c) da parte del Comune rispetto ad AEM CREMONA SpA; l’eventuale
identificazione delle unità di personale comunale adibito al servizio, i modi ed
i tempi del trasferimento del personale comunale stesso ad AEM Cremona S.p.A.
con individuazione, in luogo del CCNL Enti Locali, del CCNL applicabile
nell’ambito della società, il relativo inquadramento, trattamento economico e
definizione di ogni altra condizioni, ferme restando le tutele a garanzia del
personale di cui all’art. 2112 del Codice Civile.
Spetterà alla Giunta Comunale, ai dirigenti comunali competenti per materia e
al Consiglio di Amministrazione di AEM Cremona S.p.A. sviluppare ed approvare il
contratto di servizio relativo a tale affidamento in house, coerentemente con
l’indirizzo ed il mandato ricevuto; orientare questo affidamento nell’ambito
degli svolgimenti societari di AEM Cremona S.p.A. nel suo insieme ai seguenti
obiettivi: efficacia (miglioramento della qualità dei servizi e delle attività a
beneficio dei cittadini e più in generale della comunità locale, anche in
termini di massima rispondenza alle aspettative di questi ultimi); efficienza
(conseguimento, nel passaggio dalla gestione / erogazione in economia comunale
allo svolgimento da parte di AEM Cremona S.p.A. e ferma restando l’efficacia
come sopra definita, di obiettivi di convenienza economica per la società e per
il Comune); economicità (mantenimento, in capo ad AEM Cremona S.p.A. nel suo
complesso, a seguito dell’integrazione del nuovo servizio oggetto di
affidamento, di fisiologici parametri di redditività, liquidità, solidità
patrimoniale).
Salvatore Carlo Malvezzi, per Forza Italia, ha espresso alcune perplessità:
contrarietà ad apportare modifiche allo Statuto di AEM: esiste oggi un’azienda
importante, qual è l’ALER, che si occupa della gestione dell’edilizia
residenziale pubblica, perché questo compito deve essere affidato ad un’azienda
di servizi? Per Forza Italia AEM Cremona S.p.A. deve operare così come fa,
evitando di fare di questa Azienda un colosso immobiliare che si sostituisca al
Comune. Per quanto riguarda i contratti di servizio, secondo Malvezzi vi è una
volontà del Comune a rinunciare alle proprie prerogative istituzionali, con poca
possibilità di incidere in futuro. Questi atti di indirizzo sono basati, ha
concluso Malvezzi, solo su motivazioni politiche, legittime ma non
condivisibili, senza tenere conto di valutazioni tecniche ed organizzative.
Sergio Giazzi (DS) ha dichiarato che, con queste modifiche, si rafforza il
concetto dell’Azienda come braccio operativo del Comune, mentre il tutto rientra
inoltre in un forte impegno a tutela del personale che vi lavora. Positivo per
Matteo Lodi (Verdi per la Pace), la riunione delle competenze in capo ad AEM
sulla viabilità. Daniele Burgazzi (La Margherita), ha dichiarato che in questo
atto di indirizzo vi è rafforzato il controllo sull’Azienda attraverso
l’assemblea, verificandone l’adeguata risposta al contratto di servizio. In
conclusione l’Assessore Celestina Villa ha replicato che il Comune non si
sottrae affatto ai suoi compiti e non rinuncia al suo ruolo: per quanto riguarda
le valutazioni economiche, queste sono state fatte e sono presenti nella
documentazione fornita ai consiglieri comunali: tali modifiche, come peraltro ha
confermato il Presidente Franco Albertoni in sede di commissione consiliare,
garantiranno un maggiore introito all’Azienda e non incideranno sul personale.
Presentazione del Patto per lo Sviluppo in Provincia di Cremona e del
Piano Strategico del Comune di Cremona.
Intervento dell’Assessore Lorenzo Saradini sul Piano Strategico del Comune di
Cremona:
Sull’esempio di quanto attuato da altre città italiane ed europee, quali
Barcellona, Lione, Glasgow, Lilla, Torino, Firenze, Verona, La Spezia, Venezia,
Trento, Pesaro, Piacenza, e in attuazione di un preciso impegno contenuto nel
programma amministrativo del Sindaco, l’Amministrazione comunale di Cremona ha
deciso di intraprendere il percorso della pianificazione strategica, avviando
uno studio di fattibilità, diretto a verificare, anche attraverso una
valutazione di costi e benefici, se l’introduzione del piano strategico può
risultare effettivamente utile per promuovere e favorire lo sviluppo
socio-economico del territorio, e se vi è interesse da parte degli altri attori
locali, la cui condivisione rappresenta un elemento imprescindibile per il buon
esito dell’iniziativa, stante il carattere fortemente partecipativo di questo
innovativo strumento di programmazione.
Il Piano Strategico è un documento programmatico che disegna le tappe di
sviluppo della città e del suo territorio in un arco temporale medio-lungo,
attraverso un metodo e un processo finalizzati ad aggregare e coinvolgere tutta
la comunità locale in una riflessione sul proprio futuro e sulle azioni e i
progetti per realizzarlo. Più precisamente è un nuovo processo di governance che
mette in rete attori, politiche, interessi ed obiettivi per individuare una
visione di sviluppo condivisa, che sia di lungo periodo e di area vasta, che
selezioni obiettivi di governo e avvii processi concertati di trasformazione
territoriale, che mobiliti possibili investitori economici in un quadro di
competitività sovraccomunale, ed anche internazionale, tra città e territori.
Per raggiungere i suoi obiettivi, il Piano costruisce reti e patti tra soggetti
nella città e promuove alleanze tra territori, delineando, molto spesso,
strategie di respiro internazionale, volte a rafforzare i sistemi locali urbani.
Si tratta in sostanza di costruire il piano strategico attraverso il chiarimento
delle “ambizioni socioeconomiche” della città, la individuazione della
“prospettiva territoriale” entro cui collocare lo sviluppo urbano e la
costruzione della “visione strategica” della città nel contesto territoriale di
scala vasta. E’ un processo in continua evoluzione, frutto di un lavoro di
riflessione strategica svolta da una pluralità di attori locali, che attraverso
la progettualità operativa, la condivisione di obiettivi e strumenti, il
confronto e la cooperazione, favorisce l’identificazione progressiva e la messa
in opera di soluzioni che possono produrre benefici per tutti. Un importante
vantaggio è l’acquisizione di un punto di vista comune, e quindi la speditezza
nella fase attuativa del processo decisionale. Alle linee-guida del Piano
Strategico, si orienteranno le azioni reciproche dei diversi attori, pubblici e
privati, destinate a influire sul futuro della città.
Nell’era della globalizzazione e in una dimensione sempre più europea, le
città moderne sono sottoposte a profondi cambiamenti, devono far fronte a
bisogni sempre più differenziati. Negli ultimi anni, si registra una sempre più
spiccata tendenza delle città ad assumere ruoli di "centralità competitiva"
nell'ambito del territorio di riferimento: così, le città tornano ad essere poli
di attrazione, calamite di funzioni importanti, non solo economiche ma anche,
con sempre maggior peso e influenza, culturali. Tale fenomeno è anche
riconducibile al progressivo decentramento del potere politico-amministrativo
dallo Stato ai governi locali, che diventano così sempre "più responsabili dei
propri destini". In questo scenario, si assiste ad un nuovo ed interessante
fenomeno nel territorio, rappresentato dalla rinnovata capacità del sistema
locale di attrarre nuove attività, saperi tecnici, culture ed economie, ma anche
dalla capacità di valorizzare e potenziare le risorse endogene e i talenti
locali.
La capacità competitiva di un territorio è legata a fattori cruciali come la
capacità di collaborare e cooperare con i territori circostanti: la crescente
complessità delle attività sia di ordine economico che sociale che le singole
città sono tenute a svolgere è dovuta principalmente al fatto che tali attività
si sviluppano su aree territoriali sempre più ampie ed estese, tali da
oltrepassare i confini amministrativi della città stessa; la dimensione locale,
quindi, non è più circoscritta ai tradizionali perimetri amministrativi. Si
impone quindi alle città un nuovo sforzo progettuale e politico, necessario per
ripensare le forme di organizzazione e governo del territorio. Oggi è più
difficile governare le città, perché le diverse funzioni economiche e sociali
diventano più complesse e si sviluppano su aree territoriali e con
interdipendenze extra locali più ampie ed estese dei confini amministrativi
della città stessa.
Il governo della città non coincide più con i suoi confini amministrativi e
richiede il governo di reti sempre più ampie ed affollate di attori pubblici e
privati. Inoltre, il ruolo economico dello Stato si riduce e la competizione tra
città aumenta. Le forze economiche sono attratte o, in alternativa, respinte o
disincentivate, da territori che offrono situazioni ambientali migliori sotto il
profilo delle infrastrutture, dei servizi, della qualità della vita,
dell’ambiente culturale e sociale. Con la caduta delle barriere protettive
(storiche, politiche, geografiche, istituzionali) aumenta la mobilità dei
capitali, delle imprese, dei servizi: le rendite di posizione acquisite nel
passato sono oggi sfidate da una crescente competizione tra città. Ciò che è
stato un fattore di successo nel passato rischia di non esserlo più nel futuro
ed anzi può costituire un’immagine di sicurezza che rende difficile il
cambiamento, oltre che un’eredità difficile da amministrare. La competizione si
misura dunque tra città intese come soggetti collettivi coesi che elaborano ed
implementano strategie condivise per acquisire e consolidare “vantaggi
specifici”. Non esistono ricette valide per tutti i territori in base alle mode
o ai settori emergenti del momento: ciò che è valido in un territorio non è in
molti casi applicabile in un altro. Le storie di successo ci insegnano che le
strategie vincenti sono quelle che partono dalle caratteristiche specifiche dei
sistemi locali, dalla loro storia e dalle risorse – materiali e immateriali –
presenti.
Occorre quindi coordinare le diverse funzioni economiche sociali e culturali
verso obiettivi condivisi per sviluppare l’insieme di questi aspetti; ma, per
far questo non bastano l’azione dell’Amministrazione comunale o gli strumenti
tradizionali di pianificazione: è necessario individuare strumenti, come il
Piano Strategico appunto, che siano sistemici e sempre più inclusivi, ovvero
strumenti che richiedono il crescente coinvolgimento di tutti gli
attori presenti sul territorio. Inoltre, i problemi di una
città spesso travalicano i suoi confini amministrativi e quindi sempre più
occorre parlare di una città “allargata” ai comuni più immediatamente coinvolti
nel suo sviluppo: una città allargata a geometria variabile. Lo sviluppo
economico e sociale di un territorio non può più basarsi solo su un piano
urbanistico che impone regole e vincoli senza definire programmi, attori e
risorse. Le città hanno bisogno di fondare il loro programma di sviluppo su un
“prospettiva territoriale” di largo respiro e di lungo periodo. Non va poi
trascurato che attraverso la pianificazione strategica si apre l'opportunità di
accedere a finanziamenti pubblici, visto che alle iniziative di cooperazione
territoriale sia l’Unione Europea che la Regione destinato abitualmente
specifici fondi.
L’iniziativa del piano strategico, in tutte le città che lo hanno adottato, è
stata assunta dal Comune, in virtù del ruolo che istituzionalmente gli compete,
ma ha funzionato bene solo dove è stato recepito ed applicato come patrimonio
comune di tutti i soggetti che operano nel contesto cittadino. Il Comune svolge
un ruolo di: promotore, proponendo e avviando il processo, favorendo il
coinvolgimento degli altri attori e creando reti di relazione sistematiche e
integrate; facilitatore, mobilitando le competenze specialistiche necessarie
nelle diverse fasi della pianificazione strategica; coordinatore, curando
l’aspetto dell’organizzazione operativa e della gestione dell’intero processo.
Ma l'obiettivo principale del Piano è quello di costruire in modo condiviso il
futuro della città. Pertanto, il metodo della pianificazione strategica è
orientato ad agevolare la comprensione, il dialogo e la ricerca di soluzioni
tramite la continua interazione fra gli attori della città, favorendo e
facilitando la creazione di pratiche partecipative strutturate - seminari,
tavoli di lavoro, progetti. La dimensione partecipativa non è, dunque, soltanto
funzionale ad una domanda di democrazia e di trasparenza, ma anche a rafforzare
l'aggregazione fra gli attori e con essa la coesione fra le varie istanze.
L'adozione dello strumento del Piano Strategico comporta una progettazione di
lungo periodo: è necessario che il territorio comprenda cosa vuole diventare e
dove vuole arrivare, per poter costruire poi i singoli progetti in modo organico
e coordinato. Ciò non significa realizzare un piano statico e rigido. Si tratta
piuttosto di un processo in continua evoluzione, dove la pianificazione di lungo
raggio consente di far muovere singole azioni e obiettivi con la necessaria
flessibilità, e quindi di rispondere anche a necessità più contingenti. Guardare
a 15 anni di distanza significa riflettere su cosa si vorrebbe per il proprio
territorio senza considerare soltanto gli interessi immediati e
particolaristici. Individuare questo stato futuro desiderabile è il primo passo;
quelli successivi - ossia i singoli progetti e le singole azioni - dovranno
collocarsi correttamente in questa visione più ampia.
Le reti di relazioni economiche, politiche e sociali che insistono su una
città non sono confinate all'interno dello spazio amministrativo della comunità
locale, ma si estendono necessariamente su un'area più ampia. La costruzione di
un piano strategico, proiettato su uno spazio temporale ultradecennale, non può
prescindere da queste logiche. Proprio per tale motivo l'Amministrazione
Comunale ha coinvolto, fin dalle fasi preliminari di studio, i Comuni dell'area
vasta che circonda la Città di Cremona, che, per la vicinanza e le comuni radici
storiche e culturali, possono condividere comuni prospettive di sviluppo, almeno
su alcuni grandi temi. Con tali Comuni, dopo alcuni incontri, è stato raggiunto,
il 30 novembre scorso, un protocollo d'intesa per la collaborazione alla
progettazione del Piano strategico, che prevede anche la costituzione della
Consulta dei Sindaci i dell'area vasta di Cremona, come sede privilegiata di
concertazione.
A Cremona la pianificazione strategica non parte da zero, ma si innesta in un
contesto culturale evoluto, caratterizzato da una notevole capacità di gestione
di politiche complesse, che coinvolgono pluralità di attori sociali, e da una
visione consolidata del ruolo che le risorse territoriali possono esercitare nei
processi di sviluppo. L’Amministrazione Comunale ha già maturato una consolidata
esperienza nel campo della programmazione negoziata, in quanto, ormai da tempo,
applica i principi della partecipazione e dell'integrazione, nella
predisposizione degli strumenti di governo del territorio, in vari settori di
sua competenza. I soggetti istituzionali attivi sul territorio di Cremona si
sono fatti da tempo promotori di un processo di riflessione su quale debba
essere il destino della città sul piano economico, culturale, sociale. Dalla
indagine compiuta dal CENSIS nel 2005 sul territorio cremonese, è risultato che
la realtà non è molto diversa da quella delle altre province italiane
economicamente mature. Gli asset positivi del territorio si sostanziano negli
alti valori del reddito pro-capite, nei tassi di disoccupazione su valori
fisiologici e in una capacità produttiva elevata. I punti di debolezza rimangono
quelli di sempre: una struttura produttiva relativamente debole, un isolamento
geografico dovuto alla distanza dalle grandi direttrici di comunicazione e una
cultura imprenditoriale tradizionale poco propensa al cambiamento. Sono, in
buona sostanza, le stesse criticità rilevate anche dall’analisi effettuata in
epoca più recente dall’Università Cattolica nell’ambito del Patto per lo
Sviluppo. E’ possibile, in questo contesto, individuare una specificità della
provincia e del comune che possa costituire il punto di partenza per
l’individuazione di un nuovo paradigma di sviluppo del territorio? L’evidenza
dimostra che a Cremona non si riscontra la crisi dei soggetti intermedi che
invece penalizza molte altre province, ma, anzi, una capacità di governo basata
su scelte fortemente condivise dai diversi attori locali. E’ quindi importante
che queste energie vitali che la città sa esprimere non vengano dissipate ma
vengano valorizzate attraverso un processo in grado di identificare un percorso
condiviso di intervento. Ora, ricondurre questo processo di ripensamento del
territorio, di riprogettazione della città, all’approccio tipico della
pianificazione strategica è utile in quanto consente di sfruttare una
metodologia ormai consolidata, che consente anche di comunicare meglio il
processo in corso sia all’interno del territorio comunale, che esternamente.
Secondo il progetto esecutivo in via di elaborazione, il piano strategico di
Cremona dovrebbe essere articolato nelle seguenti fasi principali: analisi delle
principali caratteristiche e dinamiche socio-economiche del territorio comunale
e provinciale; raccolta ed analisi dei contributi programmatici o di
approfondimento prodotti dai diversi soggetti territoriali, al fine di prendere
in considerazione tutti i contributi elaborati; elaborazione di un documento
analitico che raccolga i diversi contributi emersi; messa a punto di un piano di
comunicazione e di informazione al fine di condividere il piano strategico con
un numero più ampio di persone. Il piano di comunicazione prevede il ricorso ad
una mailing list locale, note stampa e seminari di approfondimento rivolti alle
diverse categorie sociali, economiche e professionali territoriali. (questa fase
accompagna e sostiene il progetto per tutta la sua durata); organizzazione di
un’unità operativa in cui siano rappresentati i principali soggetti dello
sviluppo locale al fine di coinvolgere i diversi portatori di interessi presenti
sul territorio; definizione di un calendario di incontri dell’unità operativa,
al fine di arrivare a definire e proporre una visione unica delle diverse
strategie da adottare; costruzioni degli scenari a dieci anni, avvalendosi del
metodo EASW (un insieme di tecniche partecipative per creare un ambiente
favorevole al cambiamento, all’innovazione e alla creatività, facilitando le
decisioni di gruppo, attraverso l’interazione tra vari portatori d’interessi e
di competenze); redazione di un primo draft del documento programmatico da
sottoporre alle amministrazioni comunale e provinciale; stesura e presentazione
ufficiale del documento finale (stati generali); organizzazione di un convegno
finale e di una mostra sulla città, con la partecipazione e il coinvolgimento di
esperti nazionali.
Dopo l'adozione, nel dicembre 2005, di un atto di indirizzo della Giunta
Comunale, che ha promosso ufficialmente l'avvio del processo, è stato
formalizzato l'incarico al CENSIS, per l'assistenza nell'elaborazione dello
studio di fattibilità. I consulenti hanno quindi condotto una serie di
interviste individuali agli Assessori comunali, al fine di individuare i
progetti di rilevanza strategica in via di attuazione o in cantiere, mentre
tutti i dirigenti comunali sono stati invitati a collaborare, attraverso la
predisposizione di schede di rilevazione. I dati raccolti hanno consentito al
CENSIS di elaborare un primo documento di analisi, che traccia le possibili
linee strategiche del pian, mettendo a sistema le progettualità censite.
Naturalmente si è proceduto in piena sintonia e in modo coordinato, con i tavoli
dell'Accordo quadro di sviluppo territoriale e del Patto per lo sviluppo, nella
consapevolezza di tutti gli Enti interessati che questo tipo di sinergia
costituisce un importante valore aggiunto, che può potenziare l'efficacia dei
singoli strumenti. Acquisiti così tutti i necessari elementi conoscitivi, si è
deciso di organizzare un work-shop, come momento di riflessione, per presentare
il progetto agli attori istituzionali, sociali ed economici del territorio,
ascoltare le loro opinioni, e verificarne il grado di condivisione. Tale evento,
che si terrà il 20 dicembre 2006 nella Sala Maffei della Camera di Commercio di
Cremona, consentirà di raccogliere le indicazioni utili alla scelta che questa
Amministrazione dovrà compiere in ordine alla prosecuzione e meno del progetto.
*****
Intervento del Presidente della Provincia Giuseppe Torchio sul Patto per lo
Sviluppo della Provincia di Cremona (pur seguendo in parte questa traccia, il
Presidente Torchio ha saltato vari passi andando a braccio, ed aggiungendo
alcune riflessioni che, per motivi tecnici, non è stato possibile riportare in
questo resoconto, ndr):
Molto lavoro è stato fatto da quando abbiamo iniziato, nel 2004, a costruire
una macchina che oggi inizia a marciare a pieno ritmo. Oggi possiamo dire che il
nostro territorio, con tutti i suoi attori, sta iniziando a camminare insieme,
superando, non senza fatica, i particolarismi che spesso bloccano i processi di
sviluppo.
Alla vigilia del nuovo anno partono infatti tutti i tavoli individuati dal
Patto come strumenti fondamentali per individuare i progetti e, soprattutto, la
visione che il territorio ha deciso di darsi. Il percorso ha affiancato
l’attività ordinaria dei rispettivi enti, che, nel frattempo, hanno ottenuto
importanti risultati ed ora, con il varo del patto per lo Sviluppo e con il
Piano Strategico del Comune di Cremona, inizia la fase nuova del rilancio
economico e sociale della città e della sua provincia.
Sono anni particolarmente complessi questi nei quali siamo chiamati ad
operare. La situazione economica italiana è complessa, i fondi agli enti locali
vengono ridotti costantemente in nome del Patto di Stabilità. Negli ultimi anni
la possibilità di azione degli enti locali si è ridotta sensibilmente non senza
polemiche. Di fronte a questa situazione avevamo diverse strade di fronte, da
una parte cercando di far valere i nostri diritti di rappresentanza, dall’altra
pensando politiche condivise che facessero pesare il territorio della provincia
di Cremona a livello regionale, nazionale ed europeo.
Quella che abbiamo dato è una risposta di comunità: abbiamo capito che solo
unendoci potevamo far valere il nostro peso, e di questo ringrazio maggioranza e
minoranza, enti, associazioni di categoria e corpo sociale in generale. Solo
ragionando come una comunità, infatti, con le sue differenze all’interno, ma una
linea comune all’esterno, riusciremo a realizzare concretamente progetti che
possano innescare il circolo virtuoso dello sviluppo. Non è stato un lavoro da
poco, quello di far passare questo messaggio, di far capire che se ognuno
continuava a difendere il proprio orticello con una guerra di trincea, saremmo
stati spazzati via da realtà più grandi. Ma il nostro percorso è appena
iniziato, non sediamoci su quanto abbiamo conquistato fin qui ma ragioniamo come
se oggi fosse il primo giorno di questa nuova era.
In questa occasione voglio ringraziare quanti hanno capito che in un mondo
che tende alla frammentazione, solo le risposte di comunità sono quelle che
riescono ad ottenere i risultati migliori. Perché quando parliamo di sviluppo
non ci limitiamo ad una visione economicista, ma anzi partiamo ragionando
proprio dal patrimonio di cui disponiamo, che è innanzitutto una ricchezza di
storia, di tradizioni e di eccellenze che, prima di tutto, devono renderci
orgogliosi della nostra terra. Con questo patrimonio alle spalle affrontiamo
quindi insieme uno scenario fra i più complessi, senza indugiare nell’errore di
piangere sulle occasioni perdute, ma con la volontà di guardare avanti a quello
che potremo essere nel futuro. Il rischio di disperderci nei processi già in
atto era e resta molto forte. Poche settimane fa la Provincia di Milano ha
presentato uno studio commissionato dall’OCSE che prefigurava la nascita
dell’area metropolitana milanese. Ecco, questo è un esempio di fenomeno più
grande di noi all’interno del quale dobbiamo capire insieme quale ruolo vogliamo
giocare. Se non affrontiamo queste novità insieme, infatti, rischiamo di
sgretolarci definitivamente, di venire fagocitati senza tutelare le nostre
radici e le nostre specificità.
Il rischio di territori come il nostro, complessi, disarticolati (la nostra
provincia è geograficamente lunga e stretta) ma, grazie a Dio, ricchi di storia,
è proprio quello di essere marginalizzati. E vi assicuro che chi si lamenta
dell’isolamento nel passato, non ha idea di cosa sia la vera marginalizzazione
nell’epoca della globalizzazione. Il rischio è quello di diventare la periferia
della periferia, il luogo abbandonato e fagocitato e questo nessuno di noi vuole
che accada. Abbiamo buoni anticorpi, chiamati storia, tradizioni e identità, ma
non sappiamo assolutamente se questi anticorpi bastino di fronte all’ondata
omologante e spersonalizzante dei grandi processi di globalizzazione.
Spesso ci siamo lamentati che Cremona aveva perso delle occasioni, che la
carenza infrastrutturale ci penalizzava, tutto questo è sempre stato vero. Ma
oggi ci siamo attivati per colmare questo deficit: dove non riescono ad arrivare
le strade, arriveranno presto le infrastrutture immateriali, la banda larga,
Internet. Molto abbiamo già fatto in questi mesi e i risultati si vedranno nel
prossimo futuro. Queste sono risposte importanti, sono la dimostrazione che
nessu treno è perso definitivamente: nel futuro anzi avremo la possibilità,
grazie alle nuove tecnologie, di colmare divari che sembravano incolmabili. Per
fare questo ci vogliono due elementi fondamentali: capacità di visione e,
lasciatemi usare un termine che può sembrare fuori luogo, ottimismo.
Se avessimo ascoltato i catasrofisti che ci accompagnano dal dopo guerra,
avremmo già chiuso la baracca. Ma continuando a lavorare abbiamo mostrato che
l’eccellenza può abitare anche qui da noi, gli esempi sono tanti e li
conosciamo, dall’agro-alimentare all’artigianato artistico, da avanzati modelli  
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