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 Cronaca

15 Settembre, 2002
Consiglio Comunale del 18 dicembre 2006
«Regolamento per la concessione di sovvenzioni e del patrocinio»; De.C.O.; indirizzi strategici per Azienda Speciale «Cremona Solidale» 2007 e AEM Cremona S.p.A. ; Patto per lo Sviluppo in Provincia di Cremona e del Piano Strategico del Comune di Cremona

Modifica del “Regolamento per la concessione di sovvenzioni: contributi, sussidii (concorsi finanziari) ed ausilii finanziari e per l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere”. Ridenominazione di tale regolamento quale: “Regolamento per la concessione di sovvenzioni e del patrocinio”.

Si è reso necessario modificare il Regolamento per la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidii (concorsi finanziari) ed ausilii finanziari e per l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere alla luce delle nuove disposizioni di legge in materia, nonché delle deliberazioni consiliari assunte in applicazione dell’art. 96 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 per gli anni 2003, 2004 e 2005. Inoltre si è ritenuto opportuno introdurre, nell’ambito di questo regolamento, il concetto, i principi e le procedure per la concessione del patrocinio che, sino ad ora, non era stato normato in modo organico. A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli espressi dagli organi competenti, il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità le modifiche regolamentari apportate. Tali modifiche entreranno in vigore il primo giorno del mese successivo a quello di esecutività, ad ogni effetto, di questa deliberazione.

Approvazione del regolamento comunale per la tutela e la valorizzazione delle attività agro-alimentari territoriali locali. Istituzione della De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine).

Il Comune di Cremona intende consolidare e rafforzare sempre più il proprio impegno nell’azione di valorizzazione e tutela delle eccellenze imprenditoriali del territorio, nella convinzione che ciò, oltre a contribuire al sostegno e al rilancio economico dei comparti produttivi interessati, costituisce anche un efficace strumento di promozione dell’immagine della Città, da cui possono derivare importanti occasioni di marketing territoriale, con ricadute positive sull’intera comunità. In tale ottica, pur in mancanza di qualsiasi obbligo di legge, l’Amministrazione Comunale ha deciso di avviare concrete iniziative di tutela, a carattere strutturale, e quindi non meramente occasionali od episodiche, anche nel settore delle attività agro-alimentari tradizionali del territorio, che costituiscono una risorsa di sicuro valore economico, culturale e turistico. Al riguardo occorre osservare che, attualmente, né la legislazione nazionale né quella comunitaria in materia di protezione delle produzioni tipiche agro-alimentari attribuiscono specifiche funzioni amministrative ai Comuni. Nonostante questo è possibile dedurre dallo stesso quadro istituzionale generale una sicura ed incisiva competenza comunale anche in tale campo. Il Comune è sicuramente legittimato ad assumere autonome iniziative, anche di tipo regolamentare, a sostegno delle produzioni tipiche locali dell’agricoltura e dell’artigianato, purché, ovviamente, non invadano la sfera di competenza di altri Enti. Sulla scorta di tali considerazioni e di tali presupposti, l’Amministrazione Comunale ha deciso quindi di verificare la possibilità di istituire anche a Cremona, così come già attuato da altri Comuni, la denominazione comunale di origine “De.C.O.”, per i prodotti tipici e tradizionali del territorio. Si tratta di un innovativo strumento, finalizzato a censire e valorizzare quei prodotti agro-alimentari, che sono legati indissolubilmente alla storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio comunale in cui hanno origine, costituendo, quindi, un motivo di sicuro interesse e una fonte importante di attrattiva per il turismo enogastronomico e di qualità, che è in continua crescita. Attraverso la De.C.O. si mira a valorizzare le risorse del territorio (tra queste le risorse economiche indirizzate verso un modello di sviluppo sostenibile) e a salvaguardare le peculiarità produttive locali, nei settori dell’agricoltura e dell’ artigianato, in considerazione della rilevanza pubblica dei relativi interessi. La De.C.O. si pone anche l’obiettivo di dare visibilità all’opera di tutti quei piccoli e piccolissimi produttori presenti nel territorio comunale e a i loro prodotti, spesso veramente unici e straordinari, che, a motivo della limitata estensione geografica dell’area di produzione, non sono sufficientemente conosciuti dal grande pubblico, ma restano confinati in un mercato di nicchia. Inoltre costituisce anche una forma di garanzia per il consumatore, in quanto vale ad attestare l’origine, la genuinità, la composizione e le modalità di preparazione dei prodotti, che vengono codificate da specifici disciplinari di produzione, stabiliti dal Comune, nel rigoroso rispetto degli usi, delle consuetudini e delle tradizioni locali. Sulla base degli indirizzi formulati dalla Giunta Comunale, si è così provveduto ad affidare ad un consulente qualificato l’incarico di effettuare una prima indagine sul territorio, per la rilevazione dei possibili prodotti da candidare alla De.C.O., a partire dal settore della pasticceria tradizionale. Dalla ricerca è emersa la presenza sul territorio di prodotti meritevoli del riconoscimento, anche in settori diversi da quello che si era prefigurato inizialmente. Preliminarmente al passaggio alla fase successiva del percorso, risulta opportuno adottare un apposito regolamento, a carattere generale, che, oltre ad istituire ufficialmente la De.C.O., disciplini anche i requisiti e le modalità per la sua attribuzione. Gli uffici del Settore Legislazione Commerciale hanno predisposto uno schema di regolamento, composto da 20 articoli e allegati, che risponde pienamente, per i contenuti e le diverse strategie d’intervento che in esso vengono individuate, agli obiettivi dell’Ente. In attuazione del regolamento, si procederà al censimento dei prodotti agro-alimentari tradizionali del territorio e alla definizione di un disciplinare di produzione o di una scheda descrittiva per ogni singolo prodotto, con l’obiettivo anche di pervenire all’individuazione di un “paniere ufficiale di prodotti De.C.O. del Comune di Cremona”; all’istituzione e all’aggiornamento costante del registro De.C.O, in cui saranno iscritti i suddetti prodotti, unitamente ai rispettivi produttori; all’istituzione e all’aggiornamento dell’albo comunale delle iniziative e manifestazioni, rivolte alla promozione dello specifico settore; all’istruttoria delle richieste di iscrizione nel registro e nell’albo di cui sopra; all’istituzione di una raccolta pubblica di materiale di interesse sia storico-culturale, che tecnico-scientifico sui prodotti De.C.O., aperta alla libera consultazione dei cittadini; alla concessione della De.C.O. e del relativo logo identificativo ai prodotti e alle attività in possesso dei relativi requisiti, quale segno distintivo, volto ad assicurare l’origine e le caratteristiche del prodotto e/o dell’attività segnalata; alla promozione e al sostegno, compatibilmente con le dotazioni di bilancio di ciascun anno, di iniziative atte a consolidare sempre più il nesso tra lo strumento DE.CO. e la cultura locale. La Giunta Comunale, sulla base dell’istruttoria svolta da apposita commissione, individuerà, con apposite delibere, i prodotti e le iniziative a cui attribuire la De.C.O..

A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli espressi dagli organi competenti, il Consiglio Comunale, all’unanimità, ha deciso di istituire la Denominazione Comunale (De.CO.) del Comune di Cremona e di approvare il regolamento per la valorizzazione delle attività agro-alimentari del territorio.

Sono state prese in considerazione dal relatore, il Vice Sindaco Luigi Baldani, le due osservazioni avanzate dal consigliere Salvatore Carlo Malvezzi (Forza Italia), ovvero che sia prevista all’interno dell’apposita commissione la presenza di un rappresentante delle categorie artigianali e che l’iniziativa sia sostenuta da adeguati investimenti.

Approvazione della bozza di convenzione da stipularsi tra il Comune di Cremona e il Comune di Malagnino per l’affidamento, per il triennio 2007/2009, della gestione del servizio di trasporto con scuolabus degli alunni residenti in Cremona e frequentanti la scuola primaria di Malagnino e degli alunni residenti in Malagnino frequentanti le scuole secondarie di primo grado di Cremona.

Il servizio viene attuato per agevolare il trasporto degli alunni cremonesi residenti nella zona di San Felice in Cremona che hanno liberamente scelto di frequentare la scuola primaria di Malagnino. L’accordo consente di travalicare il limite comunale e di assolvere a quanto stabilito dalla normativa nazionale in materia di trasporto scolastico per quanto attiene al servizio svolto per cittadini non residenti nel territorio del Comune proprietario del mezzo. Il Comune di Malagnino provvederà al trasporto dei bambini cremonesi residenti a San Felice di Cremona e frequentanti la scuola primaria di Malagnino. Nessuna spesa è posta a carico del Comune di Cremona per l’intero triennio. A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli espressi dagli organi competenti, il Consiglio Comunale, all’unanimità, ha approvato la bozza di convenzione da stipularsi tra il Comune di Cremona e il Comune di Malagnino per l’affidamento, per il triennio 2007/2009, del servizio di trasporto scuolabus di cui sopra.

Approvazione del nuovo regolamento per la disciplina del servizio di trasporto scuolabus per gli alunni delle scuole per l’infanzia, primarie e secondarie di primo grado del territorio comunale.

Il regolamento in vigore non risponde più alle esigenze di un territorio radicalmente modificato, di una scuola che ha assunto un marcato carattere di autonomia e di una gestione del servizio che richiede necessariamente una specifica competenza. L’Amministrazione Comunale ritiene pertanto necessario, prima di indire una gara per la gestione pluriennale in appalto del servizio di trasporto scuolabus, adeguare il regolamento per meglio aderire alle esigenze odierne. Il nuovo regolamento entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico 2007/2008. A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli espressi dagli organi competenti, il relatore (Assessore Daniela Polenghi) ne ha illustrato le caratteristiche principali.

Sull’argomento è intervenuto il consigliere Matteo Lodi (Verdi per la Pace) per sollecitare l’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale; il consigliere Salvatore Carlo Malvezzi (Forza Italia) ha formulato due osservazioni: anziché scrivere scuole pubbliche, mettere scuole statali e non statali, per non creare discriminazioni; inoltre l’esponente di Forza Italia ha chiesto di superare la questione dell’ambito territoriale, chiedendo pertanto un rinvio dell’approvazione del nuovo regolamento per dare modo di valutare queste proposte di modifica. Gino Carnesella (DS) ha dichiarato che la competente commissione consiliare ha ampiamente e dettagliatamente esaminato questo oggetto, aggiungendo quindi che le modifiche apportate non vanno ad incidere sul testo in vigore, in ogni caso la situazione attuale è la migliore di quella proponibili. Paola Trombini (Rifondazione Comunista) si è detta d’accordo con il collega Carnesella, soprattutto sulla questione della territorialità. Giorgio Bergonzi (Comunisti Italiani) ha sottolineato la delicatezza del servizio in discussione. Per quanto riguarda le osservazioni del collega Malvezzi, l’esponente dei Comunisti Italiani ha dichiarato che potrebbero essere accolte purché queste misure non si configurino come aumento di contributi del Comune alle scuole private che, in questi anni, sono peraltro aumentati, in ogni caso, se il problema fosse stato sollevato in sede di commissione sarebbe stato affrontato e discusso. Arrigo Frassi (Forza Italia) ha dichiarato che il suo gruppo avrebbe approvato l’oggetto, visto che in commissione non sono state sollevate le osservazioni manifestate in sede consiliare, ma ha chiesto di limitare la validità dell’assegnazione del servizio, dopo l’espletamento della gara, ad un anno, anziché ai due previsti per dare modo di fare poi una riflessione sul servizio. Per Cinzia Zampini (Rifondazione Comunista) il Comune di Cremona eroga già cospicue risorse alle scuole private, nell’ambito del diritto allo studio: le scuole private, utilizzando parte di questi fondi, si organizzino dunque per realizzare un servizio di trasporto. Il dibattito si è chiuso con la replica dell’Assessore Daniela Polenghi che ha dichiarato come sia fuorviante parlare di discriminazione: sono stati seguiti dei criteri, facendo una scelta esclusivamente organizzativa e di modello, seguendo il criterio della territorialità. Altra questione è quella economica per la quale non è possibile allargare il monte chilometri. Per la temporalità dell’appalto, l’Assessore ha detto che già sarà difficile trovare un gestore, se poi gli si offre la gestione per un anno, allora vi è il rischio che la gara vada deserta. Nulla vieta comunque che, in corso d’opera, si possano fare delle modifiche.

Al termine, il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità il nuovo regolamento che disciplina il servizio di trasporto scuolabus per gli alunni delle scuole per l’infanzia, primarie e secondarie di secondo grado del territorio comunale.

Determinazione degli indirizzi strategici nei confronti dell’Azienda Speciale Comunale “Cremona Solidale” per l’anno 2007.

L’art. 3 dello Statuto dell’Azienda Speciale “Cremona Solidale” prevede che il Comune di Cremona determini gli indirizzi strategici cui l’Azienda deve attenersi nella gestione dei servizi alla persona. Da qui la necessità di definire gli indirizzi strategici per l’anno 2007. Il Consiglio Comunale, a conclusione del percorso istruttorio ed acquisiti i pareri favorevoli espressi dagli organi competenti, ha approvato gli indirizzi strategici sotto riportati cui l’Azienda Speciale Comunale per i Servizi alla Persona “Cremona Solidale” deve attenersi nell’anno 2007 nell’espletamento delle proprie attività gestionali. Il Comune trasmetterà al Presidente dell’Azienda Speciale Cremona Solidale la copia del presente provvedimento, sulla base del quale l’Azienda approverà gli atti fondamentali di gestione per l’anno 2007.

Prima di illustrare nel dettaglio il documento, l’Assessore Maura Ruggeri ha spiegato che nel 2006 è avvenuta un’espansione dei servizi dell’Azienda, questo con un grande sforzo ed impegno. Vi è una situazione di sistema, ha quindi aggiunto l’Assessore, particolarmente in movimento per quanto riguarda i servizi riservati all’area anziani: questo ha trovato un momento di verifica in un tavolo interistituzionale. E’ stato inoltre fatto un primo intervento sulla verifica degli accessi alla RSA, così da sistemare alcune distorsioni del passato e così da inserire 120 cremonesi in più nella struttura. Una situazione in evoluzione, che presenta alcuni elementi di criticità, a fronte però di una valutazione costante: l’azione di Cremona Solidale, ha dichiarato l’Assessore Maura Ruggeri, è in ogni caso tesa ad offrire una risposta di alta qualità e di aumento della quantità assistenziale attraverso percorsi il più possibile condivisi dalla rappresentanze dei lavoratori e con un’interlocuzione dei famigliari degli ospiti. Infine l’Assessore ha elencato le principali novità rispetto al passato: letti di sollievo, nuove modalità per la riabilitazione, il consolidamento dei centri diurni integrati, monitoraggio delle nuove modalità introdotte nei centri diurni per disabili. Nessuna novità per quanto riguarda la politica tariffaria e per i rapporti tra Comune ed Azienda, mentre si conferma il coordinamento, mentre si chiede all’Azienda di definire in modo puntuale il controllo di gestione.

A nome della maggioranza, Cinzia Zampini ha presentato il seguente emendamento all’atto di indirizzo articolato in tre punti: 1) Il Comune di Cremona, nell’esprimere condivisione e sostegno all’impegno profuso nel corso del 2006 per lo sviluppo dei servizi erogati da Cremona Solidale, conferma in capo all’Azienda ecc.; 2) Dare piena attuazione al processo di riorganizzazione aziendale finalizzato a migliorare ulteriormente le condizioni di accoglienza, assistenza ed erogazione delle prestazioni, mantenendo il coinvolgimento costante dei famigliari degli ospiti e degli operatori e delle loro rappresentanze; 3) Sviluppare l’offerta IDR in attuazione alle disposizioni previste dal contratto di servizio sottoscritto con l’ASL (in data 29 settembre 2006) in applicazione delle tipologie di offerta di servizi in esso contenute.

Claudio Demicheli (Lega Nord), intervenendo nel dibattito, ha sollevato il problema del clima che si è determinato all’interno dell’Azienda con lo stato di mobilitazione dei lavoratori, tale da dovere ricorrere ad una consulenza esterna per porvi rimedio, nonostante la presenza di un Direttore Generale che percepisce una retribuzione più che congrua. Demicheli, annunciando l’astensione, ha poi espresso, a nome del suo gruppo, perplessità sull’adeguamento del compenso dei componenti del consiglio di amministrazione di “Cremona Solidale”. Sono seguiti gli interventi dei consiglieri Alberto Capellini (DS) e di Maria Rita Balsamo (Cremona Futura), che hanno espresso giudizi positivi sugli indirizzi strategici così come delineati dall’Assessore Maura Ruggeri. Ferdinando Quinzani (Forza Italia), a sua volta, si è soffermato sui servizi offerti, anche alla luce degli emendamenti presentati, esprimendo alcune perplessità sulla capacità dell’Azienda di farvi fronte.

Nella sua replica, l’Assessore Maura Ruggeri ha chiarito che non è compito del Consiglio Comunale entrare nel merito dell’azione del consiglio di amministrazione di Cremona Solidale: in ogni caso la riorganizzazione lavorativa è necessaria per rispondere anche agli elementi di novità che sono stati introdotti dalla Regione Lombardia, fermo restando la fase difficoltosa per quanto riguarda gli orari di lavori. Vi sono stati e sono ancora in corso però momenti di confronto ed è auspicabile che si giunga quanto prima ad un accordo per facilitare l’introduzione le novità previste. La scelta di affidare una consulenza al Direttore del Personale del Comune, che si prefigura più che altro come forma di accompagnamento, si inserisce, secondo l’Assessore, nell’ambito del naturale coordinamento tra Comune ed Azienda, tenendo conto che lo staff dirigenziale di “Cremona Solidale” opera a ranghi ridotti. Per quanto riguarda i contributi dei consiglieri di amministrazione, si tratta di cifre contenute se rapportate ad altri organismi analoghi, soprattutto se si tiene conto dei carichi di lavoro e delle singole responsabilità.

Concluso il dibattito, il Consiglio Comunale ha approvato innanzitutto l’emendamento presentato (con l’astensione di tutti gli esponenti della minoranza presenti in aula). Sempre a maggioranza e con l’astensione dei consiglieri di minoranza, il Consiglio Comunale ha deciso di confermare in capo all’Azienda Speciale Comunale “Cremona Solidale” la gestione dei servizi di cui al contratto relativo all’annualità 2006 con i seguenti obiettivi prioritari:

Servizi residenziali e semiresidenziali

Consolidare il processo di riorganizzazione aziendale finalizzato a migliorare ulteriormente le condizioni di accoglienza e di assistenza mantenendo un coinvolgimento costante degli operatori, delle loro rappresentanze e dei famigliari degli ospiti;

articolare l’offerta residenziale offrendo una quota di letti di sollievo alle nuove condizioni previste dall’accordo quadro territoriale;

sviluppare l’offerta IDR in attuazione delle disposizioni previste dalla riforma secondo criteri di appropriatezza dell’offerta e di continuità assistenziale per garantire una risposta il più possibile integrata ai bisogni del territorio;

consolidare e monitorare il sistema dei centri diurni integrati che ha visto un consistente potenziamento dei posti nel corso del 2006;

monitorare gli effetti connessi all’applicazione dei nuovi criteri di classificazione degli utenti CDD e CSE approfondendo insieme all’Amministrazione Comunale ed alle rappresentanze dei famigliari le eventuali ricadute sul complesso dei servizi relativi all’area handicap.

Servizi domiciliari e territoriali

Consolidare la gestione unitaria ed in “filiera” dell’insieme dei servizi aziendali per qualificare l’offerta anche in relazione a possibili scelte di voucherizzazione dei servizi;

potenziare il servizio di assistenza domiciliare integrata (voucher, credit, credit minor), attraverso una sempre maggiore integrazione con la medicina di base.

Rapporti economici Comune – Azienda

Conferma della diversificazione dei rapporti economici sui servizi trasferiti in gestione dal Comune di Cremona e dalla Fondazione Città di Cremona distinguendo tra i servizi a canone (centro prima accoglienza, comunità alloggio per handicap) e servizi a tariffa (comunità alloggio minori, centri socio-educativi, centri diurni integrati, assistenza alla persona, assistenza domiciliare) per poter meglio realizzare un’azione complessiva di monitoraggio dei volumi dei servizi, per una più efficace programmazione degli interventi erogabili in rapporto al bisogno ed alle risorse comunali disponibili.

Politica tariffaria

Prevedere gli eventuali adeguamenti tariffari nei confronti dei cittadini utenti dei servizi entro il tetto massimo del 2% solo per il recupero delle dinamiche inflazionistiche.

Politiche del personale

Assicurare il necessario coordinamento tra Comune ed Azienda delle politiche del personale, con particolare riguardo all’applicazione dei più importanti istituti contrattuali.

Flussi informativi tra Azienda e Comune

Proseguire nelle collaborazioni tra Comune ed Azienda per garantire la verifica ed il monitoraggio delle attività gestionali e dei risultati di gestione realizzati dall’Azienda secondo quanto previsto dal progetto di governance dell’Amministrazione Comunale.

Rapporti con l’utenza ed il volontariato

Sviluppare le attività dirette al monitoraggio della soddisfazione dell’utenza attraverso gli strumenti della customer satisfaction e del rapporto di dialogo con l’Ufficio Relazioni con il Pubblico;

consolidare l’apporto delle associazioni di volontariato attraverso il rinnovo dei protocolli d’intesa ed il rafforzamento delle forme di collaborazione sussidiaria e solidaristica.

Controllo di gestione

Sviluppare il sistema di programmazione e controllo a supporto delle decisioni del management, anche attraverso l’impostazione del bilancio, da attuarsi nei tempi tecnici necessari, per “centri di costo e di ricavo” coincidenti con i diversi servizi o unità d’offerta gestiti.

Sulla base di questi indirizzi e successivamente all’approvazione da parte del Consiglio Comunale degli atti fondamentali previsti dalla statuto aziendale, il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda provvederà ad elaborare il Piano Tecnico di gestione per l’anno 2007, presupposto necessario per la definizione della struttura organizzativa dell’Azienda stessa.

AEM Cremona S.p.A. - Indirizzi in materia statutaria e di contratti di servizio.

L’Amministrazione Comunale intende mantenere l’alta qualità dei servizi locali offerti alla cittadinanza rafforzando la governance sulle proprie aziende; rendere lo Statuto di AEM Cremona S.p.A. coerente con il rafforzamento della governace sulle aziende tenendo conto della giurisprudenza corrente, della normativa vigente e delle migliori prassi, con riferimento all’approccio “in house” nei rapporti di affidamento diretto di servizi pubblici da parte del Comune; adeguare i contratti di servizio in essere già in capo ad AEM Cremona S.p.A. alle nuove modalità di regolazione dei rapporti definite dall’approccio “in house”. A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli espressi dagli organi competenti, il Consiglio Comunale, a larga maggioranza (con il voto contrario di tutti i consiglieri di minoranza presenti in aula), ha deciso di dare mandato alla Giunta, al Sindaco ed ai dirigenti comunali competenti per materia, di definire le linee di modifica e di integrazione dello Statuto societario come segue al punto A e dei contratti di servizio relativi a servizi affidati “in house” come segue al punto B:

A) Statuto

Prevedere nell’oggetto anche illuminazione votiva e servizi cimiteriali, sviluppo e gestione di forni di cremazione, manutenzioni stradali e marciapiedi, nonché la gestione in senso ampio di immobili di edilizia residenziale pubblica;

prevedere che AEM Cremona S.p.A. possa operare esclusivamente quale soggetto proprietario di reti, impianti ed altre dotazioni infrastrutturali, e/o quale soggetto gestore delle citate reti, impianti, dotazioni e/o quale soggetto detentore di partecipazioni in altre società con riferimento ai servizi già gestiti ed erogati da AEM Gestioni s.r.l.;

prevedere che, oltre a gestire l’affidamento diretto per conto del Comune di Cremona di servizi pubblici, AEM Cremona S.p.A. possa acquisire la proprietà, la gestione, l’erogazione solo da altri enti o soggetti pubblici, mediante affidamento diretto per partecipazione alla società o nelle altre forme consentite dalla legge;

prevedere che, a fronte di deliberazione del Consiglio Comunale, l’assemblea possa autorizzare gli amministratori di AEM Cremona S.p.A. alla partecipazione ed alla costituzione, con altri soggetti pubblici, a società commerciali, consorzi ed associazioni già esistenti, purché le modalità di tali partecipazioni garantiscano comunque la tutela dell’interesse perseguito dalla Società stessa e non consentendo che le società controllate possano a loro volta costituire ulteriori organismi societari senza il previo consenso dell’assemblea di AEM Cremona S.p.A.;

prevedere che AEM Cremona S.p.A. possa autonomamente utilizzare le risorse umane, materiali e finanziarie di cui disponga, fermo restando il vincolo della prevalenza dell’attività svolta all’interno del territorio dei Comuni soci affidanti;

prevedere che la società sia soggetta, da parte degli enti pubblici titolari del capitale sociale, al controllo analogo a quello esercitato sui propri uffici o servizi da parte dei citati enti;

prevedere che possano divenire soci di AEM Cremona S.p.A. esclusivamente enti pubblici affidanti servizi pubblici alla società;

prevedere che la partecipazione del Comune di Cremona debba in ogni caso essere superiore al 50% del capitale sociale e che i quorum assembleari costitutivo e deliberativo siano in ogni caso raggiungibili solo con l’obbligatoria presenza e voto favorevole del Comune di Cremona;

prevedere che il capitale sociale può essere aumentato anche a fronte di conferimenti di beni in natura da parte dei soci;

prevedere che il consenso all’ingresso di nuovi enti pubblici quali soci possa essere negato in modo motivato;

prevedere, tra i poteri dell’Assemblea, la nomina eventuale del Direttore Generale e l’autorizzazione agli amministratori relativamente agli atti di rilevante portata strategico-istituzionale;

prevedere che, sin quando il Comune di Cremona rimanga unico socio, anche il Presidente del Consiglio di Amministrazione ed il Presidente del Collegio Sindacale siano nominati ai sensi dell’art. 2449 del Codice Civile;

prevedere che, nel periodo che intercorre tra la data di decadenza per scaduto triennio e quella dell’accettazione della carica da parte degli amministratori di nuova elezione o nomina diretta, il Consiglio decaduto continui ad esercitare tutti i propri poteri.

B) Contratti di servizio

Prevedere che siano riservate al Comune le funzioni di indirizzo e vigilanza dell’operato di AEM Cremona S.p.A. nell’espletamento dei servizi;

prevedere l’impegno del Comune a sostenere AEM Cremona S.p.A. anche attraverso l’adozione tempestiva dei provvedimenti e la puntuale cura degli adempimenti ricompresi nelle proprie competenze istituzionali, nonché attraverso lo svolgimento delle pratiche amministrative inerenti servizi/attività di sua competenza;

prevedere che AEM Cremona S.p.A. utilizzi le proprie risorse umane, materiali, finanziarie in via prioritaria ai fini dello svolgimento dei servizi nel territorio del Comune di Cremona, e solo in via residuale per prestazioni di servizi a favore di terzi, compatibilmente con le indicazioni della normativa e della giurisprudenza ai fini della conservazione degli affidamenti diretti ricevuti, ed in misura tale da non pregiudicare in alcun modo il servizio alla collettività locale;

prevedere che AEM Cremona S.p.A., nell’individuare e nominare le figure con responsabilità tecniche e gestionali previste dalla legislazione in materia di sicurezza e di antinfortunistica, comunichi tempestivamente al Comune i nominativi dei soggetti responsabili;

prevedere che lo svolgimento imprenditoriale, da parte di AEM Cremona S.p.A., dei servizi affidati debba avvenire secondo economicità di gestione ed ottimizzazione delle risorse, nel rispetto delle problematiche ambientali, ed uniformando l’erogazione ai principi contenuti nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 gennaio 1994 (eguaglianza, imparzialità, continuità, partecipazione, trasparenza);

prevedere che eventuali situazioni di impossibilità di continuità nell’erogazione dei servizi, con particolare riferimento all’accesso da parte dei cittadini e degli altri beneficiari, siano motivate da AEM Cremona S.p.A., e da questa preventivamente comunicate al Comune;

prevedere che AEM Cremona S.p.A. adotti la carta dei servizi che, per singolo servizio, accolga tra l’altro: la tipologia dei servizi/attività offerte; le modalità di comunicazione e diffusione delle tariffe, degli orari di svolgimento del servizio e delle altre condizioni di fruizione; gli standard di qualità; le modalità di presentazione di reclami e suggerimenti, relativi tempi di risposta;

prevedere che AEM Cremona S.p.A. fornisca periodicamente al Comune una relazione riferita alla qualità dei servizi erogati rispetto agli standard contenuti nella Carta dei Servizi;

prevedere, tra AEM Cremona S.p.A. e Comune, procedure di approvazione coerenti, anche dal punto di vista temporale, delle linee di sviluppo dei servizi affidati, dei piani e del budget, di esercizio e di finanziamento/investimento;

prevedere che AEM Cremona S.p.A. assicuri la massima chiarezza e trasparenza nella formazione, predisposizione, divulgazione delle tariffe praticate agli utenti finali dei servizi;

prevedere che, affinché il Comune possa compiutamente esercitare l’attività di vigilanza e verifica degli indirizzi generali per la gestione della società e lo sviluppo dei servizi, nonché la politica tariffaria, AEM Cremona S.p.A. assicuri al Comune adeguati flussi informativi periodici, anche in termini di comparazione fra budget e consuntivo;

prevedere che AEM Cremona S.p.A. debba fornire tutti i dati, i documenti, le attestazioni, le certificazioni e quant’altro necessario al Comune per adempiere ad obblighi di legge e di regolamento, nonché ai fini della programmazione e del controllo, che potrà svolgersi anche mediante verifiche condotte da funzionari o incaricati comunali.

Sarà compito dell’assemblea straordinaria di AEM Cremona S.p.A. sviluppare ed approvare modifiche ed integrazioni statutarie coerenti con l’indirizzo ed il mandato ricevuto. Spetta alla Giunta Comunale, ai dirigenti comunali competenti per materia e al Consiglio di Amministrazione di AEM Cremona S.p.A. sviluppare ed approvare modifiche ed integrazioni ai contratti di servizio, relativi agli affidamenti di servizi “in house”, coerenti con l’indirizzo ed il mandato ricevuto. Non appena approvati, verranno comunicati al Consiglio Comunale il testo dello Statuto modificato ed il testo dell’atto aggiuntivo ai contratti di servizio.

Revoca dell’affidamento dei servizi di gestione delle soste e di sgombero della neve già in capo ad AEM Gestioni s.r.l.. Affidamento ad AEM Cremona S.p.A..

L’obiettivo dell’Amministrazione è di riunificare in capo ad AEM Cremona S.p.A. il servizio di gestione delle soste, il servizio di rimozione forzata, il servizio di mobilità urbana alla luce dell’unificato contratto di servizio vigente, nonché di riunificate sempre in capo ad AEM Cremona S.p.A. il servizio di sgombero neve ai servizi sopra elencati ed agli altri già gestiti/erogati dalla stessa AEM Cremona S.p.A., in relazione alla loro omogenea natura tecnico-operativa, oltre che per essere servizi rivolti alla collettività in senso generale in termini di beneficio, pur in assenza di clienti finali quali singoli pagatori di prezzi o tariffe. A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli espressi dagli organi competenti, il Consiglio Comunale, a larga maggioranza (con voto contrario della Lega Nord e l’astensione di tutti gli altri esponenti della minoranza), ha approvato:

revoca, al termine del regime transitorio previsto dall’art. 113 del Decreto Legislativo 267/2000, comma 15 bis, dei servizi gestione soste e sgombero neve già in capo ad AEM Gestioni s.r.l.;

affidamento diretto “in house” dei servizi gestione soste e sgombero neve ad AEM Cremona S.p.A.;

indirizzo ad AEM Cremona S.p.A. a dotarsi delle risorse necessarie allo svolgimento dei servizi in oggetto, valorizzando per quanto possibile le risorse ed i rapporti già in capo ad AEM Gestioni s.r.l. con riguardo ai servizi stessi;

mandato agli amministratori ed ai dirigenti del Comune competenti per materia, in collaborazione con gli amministratori ed i dirigenti delle due società, ai fini dello sviluppo degli atti in esecuzione della presente deliberazione.

Sarà compito di AEM Cremona S.p.A. sviluppare il più efficace percorso giuridico-amministrativo e societario per realizzare tutto questo.

Affidamento ad AEM Cremona S.p.A. del servizio di gestione delle pavimentazioni stradali e dei marciapiedi comunali.

Tra gli obiettivi istituzionali dell’Amministrazione Comunale vi è quello del pieno utilizzo delle potenzialità imprenditoriali e delle sinergie organizzative proprie di AEM Cremona S.p.A. per consolidare ed ampliare in termini strategici ed operativi, anche in prospettiva futura, le capacità, le esperienze, e la tradizione di positivi comportamenti che nel tempo hanno caratterizzato la Società. A questo si affianca il sussistere di significativi vantaggi tecnico-economici nell’affidamento del servizio ad AEM Cremona S.p.A., come si deduce dalla tabella di confronto tra gestione diretta e affidamento in house sotto riportata. Vi sono inoltre in capo ad AEM Cremona S.p.A. le condizioni previste dalla normativa vigente, dalla giurisprudenza amministrativa corrente, dalla migliore prassi per l’affidamento di servizi pubblici “in house”.

[vedi allegato]

A conclusione del percorso istruttorio, acquisiti i pareri favorevoli espressi dagli organi competenti, il Consiglio Comunale, a larga maggioranza (si sono astenuti tutti i consiglieri di minoranza presenti in aula), ha deciso il superamento dell’attuale gestione diretta comunale, mediante appalti a terzi, con l’affidamento diretto del servizio in oggetto ad AEM Cremona S.pA.; la cessazione dell’attuale gestione diretta al 31 marzo 2007 e la decorrenza dell’affidamento “in house” ad AEM Cremona dal 1° aprile 2007; di dare mandato alla Giunta ed al Sindaco, ai dirigenti comunali competenti per materia di predisporre il relativo contratto di servizio che contenga i termini di regolamentazione delle reciproche prerogative, diritti ed obblighi, in particolare: gli aspetti economico – finanziari (sia per l’esercizio del servizio, sia per il finanziamento degli investimenti); gli aspetti tecnico – operativi; gli aspetti di raccordo temporale, anche ai fini del coerente recepimento negli strumenti di programmazione finanziaria del Comune di quanto di competenza; gli aspetti relativi all’esercizio del “controllo analogo” ex art.113, c.5, lettera c) da parte del Comune rispetto ad AEM CREMONA SpA; l’eventuale identificazione delle unità di personale comunale adibito al servizio, i modi ed i tempi del trasferimento del personale comunale stesso ad AEM Cremona S.p.A. con individuazione, in luogo del CCNL Enti Locali, del CCNL applicabile nell’ambito della società, il relativo inquadramento, trattamento economico e definizione di ogni altra condizioni, ferme restando le tutele a garanzia del personale di cui all’art. 2112 del Codice Civile.

Spetterà alla Giunta Comunale, ai dirigenti comunali competenti per materia e al Consiglio di Amministrazione di AEM Cremona S.p.A. sviluppare ed approvare il contratto di servizio relativo a tale affidamento in house, coerentemente con l’indirizzo ed il mandato ricevuto; orientare questo affidamento nell’ambito degli svolgimenti societari di AEM Cremona S.p.A. nel suo insieme ai seguenti obiettivi: efficacia (miglioramento della qualità dei servizi e delle attività a beneficio dei cittadini e più in generale della comunità locale, anche in termini di massima rispondenza alle aspettative di questi ultimi); efficienza (conseguimento, nel passaggio dalla gestione / erogazione in economia comunale allo svolgimento da parte di AEM Cremona S.p.A. e ferma restando l’efficacia come sopra definita, di obiettivi di convenienza economica per la società e per il Comune); economicità (mantenimento, in capo ad AEM Cremona S.p.A. nel suo complesso, a seguito dell’integrazione del nuovo servizio oggetto di affidamento, di fisiologici parametri di redditività, liquidità, solidità patrimoniale).

Salvatore Carlo Malvezzi, per Forza Italia, ha espresso alcune perplessità: contrarietà ad apportare modifiche allo Statuto di AEM: esiste oggi un’azienda importante, qual è l’ALER, che si occupa della gestione dell’edilizia residenziale pubblica, perché questo compito deve essere affidato ad un’azienda di servizi? Per Forza Italia AEM Cremona S.p.A. deve operare così come fa, evitando di fare di questa Azienda un colosso immobiliare che si sostituisca al Comune. Per quanto riguarda i contratti di servizio, secondo Malvezzi vi è una volontà del Comune a rinunciare alle proprie prerogative istituzionali, con poca possibilità di incidere in futuro. Questi atti di indirizzo sono basati, ha concluso Malvezzi, solo su motivazioni politiche, legittime ma non condivisibili, senza tenere conto di valutazioni tecniche ed organizzative. Sergio Giazzi (DS) ha dichiarato che, con queste modifiche, si rafforza il concetto dell’Azienda come braccio operativo del Comune, mentre il tutto rientra inoltre in un forte impegno a tutela del personale che vi lavora. Positivo per Matteo Lodi (Verdi per la Pace), la riunione delle competenze in capo ad AEM sulla viabilità. Daniele Burgazzi (La Margherita), ha dichiarato che in questo atto di indirizzo vi è rafforzato il controllo sull’Azienda attraverso l’assemblea, verificandone l’adeguata risposta al contratto di servizio. In conclusione l’Assessore Celestina Villa ha replicato che il Comune non si sottrae affatto ai suoi compiti e non rinuncia al suo ruolo: per quanto riguarda le valutazioni economiche, queste sono state fatte e sono presenti nella documentazione fornita ai consiglieri comunali: tali modifiche, come peraltro ha confermato il Presidente Franco Albertoni in sede di commissione consiliare, garantiranno un maggiore introito all’Azienda e non incideranno sul personale.

Presentazione del Patto per lo Sviluppo in Provincia di Cremona e del Piano Strategico del Comune di Cremona.

Intervento dell’Assessore Lorenzo Saradini sul Piano Strategico del Comune di Cremona:

Sull’esempio di quanto attuato da altre città italiane ed europee, quali Barcellona, Lione, Glasgow, Lilla, Torino, Firenze, Verona, La Spezia, Venezia, Trento, Pesaro, Piacenza, e in attuazione di un preciso impegno contenuto nel programma amministrativo del Sindaco, l’Amministrazione comunale di Cremona ha deciso di intraprendere il percorso della pianificazione strategica, avviando uno studio di fattibilità, diretto a verificare, anche attraverso una valutazione di costi e benefici, se l’introduzione del piano strategico può risultare effettivamente utile per promuovere e favorire lo sviluppo socio-economico del territorio, e se vi è interesse da parte degli altri attori locali, la cui condivisione rappresenta un elemento imprescindibile per il buon esito dell’iniziativa, stante il carattere fortemente partecipativo di questo innovativo strumento di programmazione.

Il Piano Strategico è un documento programmatico che disegna le tappe di sviluppo della città e del suo territorio in un arco temporale medio-lungo, attraverso un metodo e un processo finalizzati ad aggregare e coinvolgere tutta la comunità locale in una riflessione sul proprio futuro e sulle azioni e i progetti per realizzarlo. Più precisamente è un nuovo processo di governance che mette in rete attori, politiche, interessi ed obiettivi per individuare una visione di sviluppo condivisa, che sia di lungo periodo e di area vasta, che selezioni obiettivi di governo e avvii processi concertati di trasformazione territoriale, che mobiliti possibili investitori economici in un quadro di competitività sovraccomunale, ed anche internazionale, tra città e territori. Per raggiungere i suoi obiettivi, il Piano costruisce reti e patti tra soggetti nella città e promuove alleanze tra territori, delineando, molto spesso, strategie di respiro internazionale, volte a rafforzare i sistemi locali urbani. Si tratta in sostanza di costruire il piano strategico attraverso il chiarimento delle “ambizioni socioeconomiche” della città, la individuazione della “prospettiva territoriale” entro cui collocare lo sviluppo urbano e la costruzione della “visione strategica” della città nel contesto territoriale di scala vasta. E’ un processo in continua evoluzione, frutto di un lavoro di riflessione strategica svolta da una pluralità di attori locali, che attraverso la progettualità operativa, la condivisione di obiettivi e strumenti, il confronto e la cooperazione, favorisce l’identificazione progressiva e la messa in opera di soluzioni che possono produrre benefici per tutti. Un importante vantaggio è l’acquisizione di un punto di vista comune, e quindi la speditezza nella fase attuativa del processo decisionale. Alle linee-guida del Piano Strategico, si orienteranno le azioni reciproche dei diversi attori, pubblici e privati, destinate a influire sul futuro della città.

Nell’era della globalizzazione e in una dimensione sempre più europea, le città moderne sono sottoposte a profondi cambiamenti, devono far fronte a bisogni sempre più differenziati. Negli ultimi anni, si registra una sempre più spiccata tendenza delle città ad assumere ruoli di "centralità competitiva" nell'ambito del territorio di riferimento: così, le città tornano ad essere poli di attrazione, calamite di funzioni importanti, non solo economiche ma anche, con sempre maggior peso e influenza, culturali. Tale fenomeno è anche riconducibile al progressivo decentramento del potere politico-amministrativo dallo Stato ai governi locali, che diventano così sempre "più responsabili dei propri destini". In questo scenario, si assiste ad un nuovo ed interessante fenomeno nel territorio, rappresentato dalla rinnovata capacità del sistema locale di attrarre nuove attività, saperi tecnici, culture ed economie, ma anche dalla capacità di valorizzare e potenziare le risorse endogene e i talenti locali.

La capacità competitiva di un territorio è legata a fattori cruciali come la capacità di collaborare e cooperare con i territori circostanti: la crescente complessità delle attività sia di ordine economico che sociale che le singole città sono tenute a svolgere è dovuta principalmente al fatto che tali attività si sviluppano su aree territoriali sempre più ampie ed estese, tali da oltrepassare i confini amministrativi della città stessa; la dimensione locale, quindi, non è più circoscritta ai tradizionali perimetri amministrativi. Si impone quindi alle città un nuovo sforzo progettuale e politico, necessario per ripensare le forme di organizzazione e governo del territorio. Oggi è più difficile governare le città, perché le diverse funzioni economiche e sociali diventano più complesse e si sviluppano su aree territoriali e con interdipendenze extra locali più ampie ed estese dei confini amministrativi della città stessa.

Il governo della città non coincide più con i suoi confini amministrativi e richiede il governo di reti sempre più ampie ed affollate di attori pubblici e privati. Inoltre, il ruolo economico dello Stato si riduce e la competizione tra città aumenta. Le forze economiche sono attratte o, in alternativa, respinte o disincentivate, da territori che offrono situazioni ambientali migliori sotto il profilo delle infrastrutture, dei servizi, della qualità della vita, dell’ambiente culturale e sociale. Con la caduta delle barriere protettive (storiche, politiche, geografiche, istituzionali) aumenta la mobilità dei capitali, delle imprese, dei servizi: le rendite di posizione acquisite nel passato sono oggi sfidate da una crescente competizione tra città. Ciò che è stato un fattore di successo nel passato rischia di non esserlo più nel futuro ed anzi può costituire un’immagine di sicurezza che rende difficile il cambiamento, oltre che un’eredità difficile da amministrare. La competizione si misura dunque tra città intese come soggetti collettivi coesi che elaborano ed implementano strategie condivise per acquisire e consolidare “vantaggi specifici”. Non esistono ricette valide per tutti i territori in base alle mode o ai settori emergenti del momento: ciò che è valido in un territorio non è in molti casi applicabile in un altro. Le storie di successo ci insegnano che le strategie vincenti sono quelle che partono dalle caratteristiche specifiche dei sistemi locali, dalla loro storia e dalle risorse – materiali e immateriali – presenti.

Occorre quindi coordinare le diverse funzioni economiche sociali e culturali verso obiettivi condivisi per sviluppare l’insieme di questi aspetti; ma, per far questo non bastano l’azione dell’Amministrazione comunale o gli strumenti tradizionali di pianificazione: è necessario individuare strumenti, come il Piano Strategico appunto, che siano sistemici e sempre più inclusivi, ovvero strumenti che richiedono il crescente coinvolgimento di tutti gli attori presenti sul territorio. Inoltre, i problemi di una città spesso travalicano i suoi confini amministrativi e quindi sempre più occorre parlare di una città “allargata” ai comuni più immediatamente coinvolti nel suo sviluppo: una città allargata a geometria variabile. Lo sviluppo economico e sociale di un territorio non può più basarsi solo su un piano urbanistico che impone regole e vincoli senza definire programmi, attori e risorse. Le città hanno bisogno di fondare il loro programma di sviluppo su un “prospettiva territoriale” di largo respiro e di lungo periodo. Non va poi trascurato che attraverso la pianificazione strategica si apre l'opportunità di accedere a finanziamenti pubblici, visto che alle iniziative di cooperazione territoriale sia l’Unione Europea che la Regione destinato abitualmente specifici fondi.

L’iniziativa del piano strategico, in tutte le città che lo hanno adottato, è stata assunta dal Comune, in virtù del ruolo che istituzionalmente gli compete, ma ha funzionato bene solo dove è stato recepito ed applicato come patrimonio comune di tutti i soggetti che operano nel contesto cittadino. Il Comune svolge un ruolo di: promotore, proponendo e avviando il processo, favorendo il coinvolgimento degli altri attori e creando reti di relazione sistematiche e integrate; facilitatore, mobilitando le competenze specialistiche necessarie nelle diverse fasi della pianificazione strategica; coordinatore, curando l’aspetto dell’organizzazione operativa e della gestione dell’intero processo. Ma l'obiettivo principale del Piano è quello di costruire in modo condiviso il futuro della città. Pertanto, il metodo della pianificazione strategica è orientato ad agevolare la comprensione, il dialogo e la ricerca di soluzioni tramite la continua interazione fra gli attori della città, favorendo e facilitando la creazione di pratiche partecipative strutturate - seminari, tavoli di lavoro, progetti. La dimensione partecipativa non è, dunque, soltanto funzionale ad una domanda di democrazia e di trasparenza, ma anche a rafforzare l'aggregazione fra gli attori e con essa la coesione fra le varie istanze.

L'adozione dello strumento del Piano Strategico comporta una progettazione di lungo periodo: è necessario che il territorio comprenda cosa vuole diventare e dove vuole arrivare, per poter costruire poi i singoli progetti in modo organico e coordinato. Ciò non significa realizzare un piano statico e rigido. Si tratta piuttosto di un processo in continua evoluzione, dove la pianificazione di lungo raggio consente di far muovere singole azioni e obiettivi con la necessaria flessibilità, e quindi di rispondere anche a necessità più contingenti. Guardare a 15 anni di distanza significa riflettere su cosa si vorrebbe per il proprio territorio senza considerare soltanto gli interessi immediati e particolaristici. Individuare questo stato futuro desiderabile è il primo passo; quelli successivi - ossia i singoli progetti e le singole azioni - dovranno collocarsi correttamente in questa visione più ampia.

Le reti di relazioni economiche, politiche e sociali che insistono su una città non sono confinate all'interno dello spazio amministrativo della comunità locale, ma si estendono necessariamente su un'area più ampia. La costruzione di un piano strategico, proiettato su uno spazio temporale ultradecennale, non può prescindere da queste logiche. Proprio per tale motivo l'Amministrazione Comunale ha coinvolto, fin dalle fasi preliminari di studio, i Comuni dell'area vasta che circonda la Città di Cremona, che, per la vicinanza e le comuni radici storiche e culturali, possono condividere comuni prospettive di sviluppo, almeno su alcuni grandi temi. Con tali Comuni, dopo alcuni incontri, è stato raggiunto, il 30 novembre scorso, un protocollo d'intesa per la collaborazione alla progettazione del Piano strategico, che prevede anche la costituzione della Consulta dei Sindaci i dell'area vasta di Cremona, come sede privilegiata di concertazione.

A Cremona la pianificazione strategica non parte da zero, ma si innesta in un contesto culturale evoluto, caratterizzato da una notevole capacità di gestione di politiche complesse, che coinvolgono pluralità di attori sociali, e da una visione consolidata del ruolo che le risorse territoriali possono esercitare nei processi di sviluppo. L’Amministrazione Comunale ha già maturato una consolidata esperienza nel campo della programmazione negoziata, in quanto, ormai da tempo, applica i principi della partecipazione e dell'integrazione, nella predisposizione degli strumenti di governo del territorio, in vari settori di sua competenza. I soggetti istituzionali attivi sul territorio di Cremona si sono fatti da tempo promotori di un processo di riflessione su quale debba essere il destino della città sul piano economico, culturale, sociale. Dalla indagine compiuta dal CENSIS nel 2005 sul territorio cremonese, è risultato che la realtà non è molto diversa da quella delle altre province italiane economicamente mature. Gli asset positivi del territorio si sostanziano negli alti valori del reddito pro-capite, nei tassi di disoccupazione su valori fisiologici e in una capacità produttiva elevata. I punti di debolezza rimangono quelli di sempre: una struttura produttiva relativamente debole, un isolamento geografico dovuto alla distanza dalle grandi direttrici di comunicazione e una cultura imprenditoriale tradizionale poco propensa al cambiamento. Sono, in buona sostanza, le stesse criticità rilevate anche dall’analisi effettuata in epoca più recente dall’Università Cattolica nell’ambito del Patto per lo Sviluppo. E’ possibile, in questo contesto, individuare una specificità della provincia e del comune che possa costituire il punto di partenza per l’individuazione di un nuovo paradigma di sviluppo del territorio? L’evidenza dimostra che a Cremona non si riscontra la crisi dei soggetti intermedi che invece penalizza molte altre province, ma, anzi, una capacità di governo basata su scelte fortemente condivise dai diversi attori locali. E’ quindi importante che queste energie vitali che la città sa esprimere non vengano dissipate ma vengano valorizzate attraverso un processo in grado di identificare un percorso condiviso di intervento. Ora, ricondurre questo processo di ripensamento del territorio, di riprogettazione della città, all’approccio tipico della pianificazione strategica è utile in quanto consente di sfruttare una metodologia ormai consolidata, che consente anche di comunicare meglio il processo in corso sia all’interno del territorio comunale, che esternamente.

Secondo il progetto esecutivo in via di elaborazione, il piano strategico di Cremona dovrebbe essere articolato nelle seguenti fasi principali: analisi delle principali caratteristiche e dinamiche socio-economiche del territorio comunale e provinciale; raccolta ed analisi dei contributi programmatici o di approfondimento prodotti dai diversi soggetti territoriali, al fine di prendere in considerazione tutti i contributi elaborati; elaborazione di un documento analitico che raccolga i diversi contributi emersi; messa a punto di un piano di comunicazione e di informazione al fine di condividere il piano strategico con un numero più ampio di persone. Il piano di comunicazione prevede il ricorso ad una mailing list locale, note stampa e seminari di approfondimento rivolti alle diverse categorie sociali, economiche e professionali territoriali. (questa fase accompagna e sostiene il progetto per tutta la sua durata); organizzazione di un’unità operativa in cui siano rappresentati i principali soggetti dello sviluppo locale al fine di coinvolgere i diversi portatori di interessi presenti sul territorio; definizione di un calendario di incontri dell’unità operativa, al fine di arrivare a definire e proporre una visione unica delle diverse strategie da adottare; costruzioni degli scenari a dieci anni, avvalendosi del metodo EASW (un insieme di tecniche partecipative per creare un ambiente favorevole al cambiamento, all’innovazione e alla creatività, facilitando le decisioni di gruppo, attraverso l’interazione tra vari portatori d’interessi e di competenze); redazione di un primo draft del documento programmatico da sottoporre alle amministrazioni comunale e provinciale; stesura e presentazione ufficiale del documento finale (stati generali); organizzazione di un convegno finale e di una mostra sulla città, con la partecipazione e il coinvolgimento di esperti nazionali.

Dopo l'adozione, nel dicembre 2005, di un atto di indirizzo della Giunta Comunale, che ha promosso ufficialmente l'avvio del processo, è stato formalizzato l'incarico al CENSIS, per l'assistenza nell'elaborazione dello studio di fattibilità. I consulenti hanno quindi condotto una serie di interviste individuali agli Assessori comunali, al fine di individuare i progetti di rilevanza strategica in via di attuazione o in cantiere, mentre tutti i dirigenti comunali sono stati invitati a collaborare, attraverso la predisposizione di schede di rilevazione. I dati raccolti hanno consentito al CENSIS di elaborare un primo documento di analisi, che traccia le possibili linee strategiche del pian, mettendo a sistema le progettualità censite. Naturalmente si è proceduto in piena sintonia e in modo coordinato, con i tavoli dell'Accordo quadro di sviluppo territoriale e del Patto per lo sviluppo, nella consapevolezza di tutti gli Enti interessati che questo tipo di sinergia costituisce un importante valore aggiunto, che può potenziare l'efficacia dei singoli strumenti. Acquisiti così tutti i necessari elementi conoscitivi, si è deciso di organizzare un work-shop, come momento di riflessione, per presentare il progetto agli attori istituzionali, sociali ed economici del territorio, ascoltare le loro opinioni, e verificarne il grado di condivisione. Tale evento, che si terrà il 20 dicembre 2006 nella Sala Maffei della Camera di Commercio di Cremona, consentirà di raccogliere le indicazioni utili alla scelta che questa Amministrazione dovrà compiere in ordine alla prosecuzione e meno del progetto.

*****

Intervento del Presidente della Provincia Giuseppe Torchio sul Patto per lo Sviluppo della Provincia di Cremona (pur seguendo in parte questa traccia, il Presidente Torchio ha saltato vari passi andando a braccio, ed aggiungendo alcune riflessioni che, per motivi tecnici, non è stato possibile riportare in questo resoconto, ndr):

Molto lavoro è stato fatto da quando abbiamo iniziato, nel 2004, a costruire una macchina che oggi inizia a marciare a pieno ritmo. Oggi possiamo dire che il nostro territorio, con tutti i suoi attori, sta iniziando a camminare insieme, superando, non senza fatica, i particolarismi che spesso bloccano i processi di sviluppo.

Alla vigilia del nuovo anno partono infatti tutti i tavoli individuati dal Patto come strumenti fondamentali per individuare i progetti e, soprattutto, la visione che il territorio ha deciso di darsi. Il percorso ha affiancato l’attività ordinaria dei rispettivi enti, che, nel frattempo, hanno ottenuto importanti risultati ed ora, con il varo del patto per lo Sviluppo e con il Piano Strategico del Comune di Cremona, inizia la fase nuova del rilancio economico e sociale della città e della sua provincia.

Sono anni particolarmente complessi questi nei quali siamo chiamati ad operare. La situazione economica italiana è complessa, i fondi agli enti locali vengono ridotti costantemente in nome del Patto di Stabilità. Negli ultimi anni la possibilità di azione degli enti locali si è ridotta sensibilmente non senza polemiche. Di fronte a questa situazione avevamo diverse strade di fronte, da una parte cercando di far valere i nostri diritti di rappresentanza, dall’altra pensando politiche condivise che facessero pesare il territorio della provincia di Cremona a livello regionale, nazionale ed europeo.

Quella che abbiamo dato è una risposta di comunità: abbiamo capito che solo unendoci potevamo far valere il nostro peso, e di questo ringrazio maggioranza e minoranza, enti, associazioni di categoria e corpo sociale in generale. Solo ragionando come una comunità, infatti, con le sue differenze all’interno, ma una linea comune all’esterno, riusciremo a realizzare concretamente progetti che possano innescare il circolo virtuoso dello sviluppo. Non è stato un lavoro da poco, quello di far passare questo messaggio, di far capire che se ognuno continuava a difendere il proprio orticello con una guerra di trincea, saremmo stati spazzati via da realtà più grandi. Ma il nostro percorso è appena iniziato, non sediamoci su quanto abbiamo conquistato fin qui ma ragioniamo come se oggi fosse il primo giorno di questa nuova era.

In questa occasione voglio ringraziare quanti hanno capito che in un mondo che tende alla frammentazione, solo le risposte di comunità sono quelle che riescono ad ottenere i risultati migliori. Perché quando parliamo di sviluppo non ci limitiamo ad una visione economicista, ma anzi partiamo ragionando proprio dal patrimonio di cui disponiamo, che è innanzitutto una ricchezza di storia, di tradizioni e di eccellenze che, prima di tutto, devono renderci orgogliosi della nostra terra. Con questo patrimonio alle spalle affrontiamo quindi insieme uno scenario fra i più complessi, senza indugiare nell’errore di piangere sulle occasioni perdute, ma con la volontà di guardare avanti a quello che potremo essere nel futuro. Il rischio di disperderci nei processi già in atto era e resta molto forte. Poche settimane fa la Provincia di Milano ha presentato uno studio commissionato dall’OCSE che prefigurava la nascita dell’area metropolitana milanese. Ecco, questo è un esempio di fenomeno più grande di noi all’interno del quale dobbiamo capire insieme quale ruolo vogliamo giocare. Se non affrontiamo queste novità insieme, infatti, rischiamo di sgretolarci definitivamente, di venire fagocitati senza tutelare le nostre radici e le nostre specificità.

Il rischio di territori come il nostro, complessi, disarticolati (la nostra provincia è geograficamente lunga e stretta) ma, grazie a Dio, ricchi di storia, è proprio quello di essere marginalizzati. E vi assicuro che chi si lamenta dell’isolamento nel passato, non ha idea di cosa sia la vera marginalizzazione nell’epoca della globalizzazione. Il rischio è quello di diventare la periferia della periferia, il luogo abbandonato e fagocitato e questo nessuno di noi vuole che accada. Abbiamo buoni anticorpi, chiamati storia, tradizioni e identità, ma non sappiamo assolutamente se questi anticorpi bastino di fronte all’ondata omologante e spersonalizzante dei grandi processi di globalizzazione.

Spesso ci siamo lamentati che Cremona aveva perso delle occasioni, che la carenza infrastrutturale ci penalizzava, tutto questo è sempre stato vero. Ma oggi ci siamo attivati per colmare questo deficit: dove non riescono ad arrivare le strade, arriveranno presto le infrastrutture immateriali, la banda larga, Internet. Molto abbiamo già fatto in questi mesi e i risultati si vedranno nel prossimo futuro. Queste sono risposte importanti, sono la dimostrazione che nessu treno è perso definitivamente: nel futuro anzi avremo la possibilità, grazie alle nuove tecnologie, di colmare divari che sembravano incolmabili. Per fare questo ci vogliono due elementi fondamentali: capacità di visione e, lasciatemi usare un termine che può sembrare fuori luogo, ottimismo.

Se avessimo ascoltato i catasrofisti che ci accompagnano dal dopo guerra, avremmo già chiuso la baracca. Ma continuando a lavorare abbiamo mostrato che l’eccellenza può abitare anche qui da noi, gli esempi sono tanti e li conosciamo, dall’agro-alimentare all’artigianato artistico, da avanzati modelli  


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