15 Settembre, 2002
Ustica, l'isola che c'é (di Antonio V. Gelormini)
Errare è degli uomini. Perseverare, invece, è opinione diffusa che risenta di una decisa influenza diabolica.
Errare è degli uomini. Perseverare, invece, è opinione diffusa che risenta di una decisa influenza diabolica. Da qualche mese le espressioni più alte dell’ordinamento giudiziario italiano continuano a sfornare sentenze sorprendenti e a dar vita a forme originali di disobbedienza civile, in chiara e paradossale contraddizione con la funzione nobile di terzo potere costituzionale di uno Stato moderno come la Repubblica Italiana.
Dopo il singolare colpo di spugna della sentenza della Corte di Cassazione, che ha annullato le condanne di primo e secondo grado del processo Sme per “incompetenza territoriale”. Dopo l’iniziativa senza precedenti della Corte dei Conti di non approvare il proprio bilancio 2007 per disaccordo con le norme introdotte dalla Finanziaria (ma ai giudici non spetta applicare le leggi?). Oggi, ancora la Suprema Corte di Cassazione, con un colpo di bacchetta degno del miglior Harry Potter, dopo 27 anni di inutile lavoro, lascia senza colpevoli una delle più grandi tragedie italiane: l’esplosione in volo, nei cieli di Ustica, del DC9 dell’Itavia diretto a Palermo. Una sentenza che dissolve, in uno scoppio senza boato, anche le speranze dei familiari delle 81 vittime di un indennizzo per risarcimento civile da parte dello Stato.
Il muro di gomma è rimasto impenetrabile. Il fatto non sussiste. Da oggi la Magistratura è inevitabilmente ancora più sola e ancora più ricca di imbarazzanti contraddizioni. C’è da chiedersi con quale dignità, fra qualche settimana, toghe, parrucche e tocchi si accingeranno ad inaugurare il nuovo anno giudiziario e a sfilare in processione con ermellini e collari? C’è da chiedersi se non siano maturi i tempi per chiedere conto delle indennità spropositate, riconosciute a queste nicchie di privilegiati, dato che i loro colleghi, in altri Paesi anche più ricchi del nostro, fanno lo stesso lavoro e svolgono le stesse funzioni con almeno pari dignità, ma con emolumenti dieci volte inferiori.
Il fatto non sussiste. Il Parlamento ci ha messo una pezza, assicurando il riconoscimento di un indennizzo come parenti di vittime del terrorismo. Di quale però non è dato sapere. Hanno cancellato tutto. Se potessero cancellerebbero anche l’isola. Ma Ustica, fino a quando Poseidone non deciderà di farla inghiottire dal Mediterraneo, rimarrà sinonimo indelebile di un “fenomeno” misterioso e di una vergogna troppo disonorevole per questo Paese.
gelormini@katamail.com
 
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