15 Settembre, 2002 Le strisce obbligatorie per i TIR Una dichiarazione di Maurizio Longo, Fita Cna - Disagi e proteste anche a Cremona. Solo i tir italiani hanno l’obbligo delle strisce riflettenti
Il 1° gennaio 2007, è entrato in vigore la norma con cui si obbliga i tir italiani ad incollare delle speciali strisce riflettenti sul retro dei mezzi stessi, in modo da renderne visibile la sagoma durante le ore di viaggio notturne. Il provvedimento, teso ad aumentare la sicurezza stradale, esclude i mezzi stranieri che così facendo lo rendono vano, se non addirittura peggiorativo. Si crea infatti una “confusione ottica” sulle strade italiane (fra Tir evidenziati ed evidenziabili con le strisce e Tir in ombra) con pesanti riflessi negativi sulla sicurezza e il rischio incidentalità.
«Infatti – afferma Maurizio Longo, Responsabile Nazionale di Cna Fita – la legge è intempestiva, inapplicabile e disomogenea. Il Ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, si era personalmente impegnato a prorogarne l’applicazione specie in considerazione dell’imminente varo di una direttiva europea in materia che dovrebbe consentire l’adozione di misure uniformi».
«Ma la promessa – ha aggiunto Longo – è stata totalmente disattesa e oggi le aziende non sono tecnicamente pronte ad applicare strisce riflettenti su un parco veicoli esistente, che in molti casi potrebbe non consentire (ad esempio per usura delle superfici o condizioni atmosferiche negative) di installare queste strisce».
Tutto ciò sta creando grossi disagi al settore anche in considerazione del fatto che, in mancanza di istruzioni, gli uffici provinciali della Motorizzazione Civile non sottopongono a revisione i veicoli sprovvisti delle strisce riflettenti.
Va inoltre aggiunto il cospicuo costo che la categoria deve ancora una volta sostenere per adeguarsi ad una norma che riguarda l’Italia. Bisogna considerare infatti che l’installazione delle strisce su ogni automezzo italiano usato comporterà una spesa di circa 300 euro con un onere pari fra i 300 e i 400 milioni di euro (ad esclusivo vantaggio delle aziende produttrici e degli addetti al montaggio).
«Stanti così le cose – ha concluso Longo – l’applicazione della normativa sarebbe oggi un clamoroso autogol»