15 Settembre, 2002
Dico: ma cosa accade nel resto dell'Europa? di G.Carlo Storti
Il matrimonio italiano e le Unioni civili in Europa. Articolo Pubblicato su Il Piccolo Giornale di Cremona il 24 febbraio 2007
Il matrimonio italiano e le Unioni civili
in Europa.
Ogni anno nel nostro Paese circa mezzo milione
di persone sceglie di unirsi in matrimonio.
Sulla base dei dati rilevati presso gli uffici
di Stato civile dei Comuni italiani, nel
2005 sono stati celebrati poco più di 250mila
matrimoni. Un numero in continua diminuzione
dal 1972, anno in cui si sono registrate
poco meno di 419mila nozze, ad eccezione
di un lieve recupero nei primi anni ’90.
Sono infatti sempre più numerose le coppie,
ormai oltre 500mila, che scelgono di formare
una famiglia al di fuori del vincolo del
matrimonio.
Secondo le indagini condotte dall’Istat sulle
famiglie, il fenomeno è in rapida espansione
(solo 10 anni fa erano meno della metà),
anche se in Italia le libere unioni non sono
ancora così frequenti come in altri paesi
europei. L’incidenza di bambini nati al di
fuori del matrimonio è, attualmente, intorno
al 15%, cioè quasi 80mila nati all’anno,
quasi il doppio rispetto a 10 anni fa, quando
questo valore era pari all’8%2. Insieme alla
diminuzione dei matrimoni si è rafforzata
la tendenza alla posticipazione delle nozze
verso età più mature.
Attualmente, gli sposi alle prime nozze hanno
un’età media che è intorno 32 anni e le spose
quasi 30 anni, 4 anni in più dell’età che
avevano in media i loro genitori al primo
matrimonio.
Dallo scorso decennio la tendenza a rinviare
le prime nozze si è ulteriormente accentuata.
Agli inizi degli anni 90, per esempio, la
maggioranza dei 35enni era sposata, solo
il 17% era ancora celibe o nubile; oggi questa
percentuale è salita al 30%. La tendenza
alla diminuzione dei matrimoni e alla posticipazione
delle nozze è diffusa in tutto il Paese,
anche se il fenomeno della nuzialità presenta
delle importanti differenze territoriali.
Ci si sposa più al Sud e nelle Isole (rispettivamente
4,9 e 4,6 matrimoni per 1.000 abitanti nel
2005) che al Nord (3,8 per 1.000 abitanti).
Le regioni dove si registra il massimo e
il minimo dei matrimoni sono rispettivamente
la Campania (5,3 nozze per 1.000 abitanti)
e l’Emilia-Romagna (3,5). Laddove i matrimoni
sono più frequenti, inoltre, l’età media
degli sposi diminuisce: le ragazze campane,
per esempio, hanno in media 27,9 anni alle
prime nozze, mentre in molte regioni del
Nord l’età media delle spose al primo matrimonio
supera i 30 anni.
I dati più recenti mostrano che oltre un
matrimonio su tre è celebrato davanti al
sindaco: il 32,4% di tutti i matrimoni, solo
10 anni fa l’incidenza dei matrimoni civili
non arrivava al 20%. Il restante 67,6 è costituito
dai matrimoni religiosi.
Ecco in questo paese che cambia il Governo
Prodi ha varato la proposta dei DICO che
molto fa discutere. Ma come stanno le cose
in Europa?
Ecco una breve scheda sulla legislazione
sulle coppie di fatto.
storti@welfareitalia.it
fonte: Istat
La legislazione nei paesi dell'UE.
Bulgaria: nessun riconoscimento legale per le coppie
omosessuali.
Belgio: prevede per le coppie dello stesso sesso
medesimi diritti e doveri delle coppie sposate
in materia di pensioni, eredità, tasse, immigrazione.
Repubblica Ceca: prevede per le coppie dello stesso sesso
medesimi diritti e doveri delle coppie sposate
in materia di pensioni, eredità, tasse, immigrazione.
Danimarca: vengono garantiti i diritti e doveri al pari
di un matrimonio. E´ previsto il riconoscimento
e la custodia dei figli avuti da precendenti
partner. Inoltre le coppie omosessuali possono
sposarsi in chiesa, da quando, nel 1997,
i vescovi della chiesa di stato (Chiesa Luterana
Danese) hanno accettato di celebrare i matrimoni
tra persone dello stesso sesso.
Germania: è prevista la registrazione della coppia,
la custodia dei figli avuti da precedenti
partner, il riconoscimento dei diritti in
materia di eredità, il ricongiungimento familiare
e l'assistenza sociale.
Estonia: nessun riconoscimento legale per le coppie
omosessuali.
Grecia: nessun riconoscimento legale per le coppie
omosessuali.
Spagna: vengono garantiti i diritti e doveri al
pari di un matrimonio (inclusa l'adozione).
Francia: attraverso il patto di solidarietà civile
vengono garantiti i diritti per le unioni
omosessuali in materia previdenziale, assistenza
sociale, e fiscale (dopo tre anni di convivenza).
Non è prevista l'adozione e il riconoscimento
dei figli.
Irlanda: vengono garantiti i diritti e doveri al
pari di un matrimonio (inclusa l'adozione).
Cipro: nessun riconoscimento legale per le coppie
omosessuali.
Lettonia: nessun riconoscimento legale per le coppie
omosessuali.
Lituania: nessun riconoscimento legale per le coppie
omosessuali.
Lussemburgo: vengono garantiti i diritti, le responsabilità
e il riconoscimento legale, fiscale, sociale
e previdenziale delle unioni registrate.
Ungheria: prevede per le coppie dello stesso sesso
medesimi diritti e doveri delle coppie sposate
in materia di pensioni, eredità, tasse, immigrazione.
Malta: nessun riconoscimento legale per le coppie
omosessuali.
Olanda: vengono garantiti i diritti e doveri al
pari di un matrimonio (esclusa l'adozione dall'estero).
Austria: l'unione tra omosessuali è equiparata alla
convivenza di una coppia eterosessuale.
Polonia: nessun riconoscimento legale per le coppie
omosessuali.
Portogallo: vengono garantiti i diritti, le responsabilità
e il riconoscimento legale, fiscale, sociale
e previdenziale delle unioni registrate.
Slovenia: vengono garantiti i diritti, le responsabilità
ma non il riconoscimento legale, fiscale,
sociale e previdenziale delle unioni registrate.
Slovacchia: nessun riconoscimento legale per le coppie
omosessuali.
Finlandia: vengono garantiti i diritti e doveri al
pari di un matrimonio (inclusa l'adozione).
Svezia: vengono garantiti i diritti e doveri al
pari di un matrimonio (inclusa l'adozione).
 
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