QUESTIONI APERTE NELL’ARTE CONTEMPORANEA
Strumenti conoscitivi, meccanismi creativi e comunicativi
ore 10.50 presso la sala Puerari del Museo Civico Ala Ponzone di Cremona
Mercoledì 18 Aprile
MARCO SENALDI
RAPPORTO CONFIDENZIALE. Percorsi tra cinema e pittura
Per il secondo appuntamento con Questioni aperte nell’arte contemporanea il
CRAC ha invitato il critico e teorico d’arte contemporanea Marco Senaldi
su RAPPORTO CONFIDENZIALE. Percorsi tra cinema e pittura. Senaldi
racconterà degli stretti rapporti che intercorrono tra cinema e arte
contemporanea e in tal senso è illuminante il testo dello studioso tratto da: Il
Marmo e la Celluloide, (Silvana editoriale, Milano, 2006, catalogo della mostra,
in occasione della presentazione tenutasi presso la Villa la Versiliana di
Pietrasanta).
“Ogni discorso sui rapporti tra cinema e arte pare viziato da una forma
particolarmente aggressiva di interpretazione partigiana. Il limite principale
di queste interpretazioni è dovuto al fatto che il rapporto fra arti diverse
viene stabilito a partire dalla reciproca identità di ciascuna delle arti in
questione – lo “specifico filmico”, lo “specifico artistico” – come se il
rapportarsi dell’una all’altra fosse un che di estrinseco a entrambe e non
pregiudicasse l’esistenza che ognuna conduce felicemente di per sé.
E’ prevalentemente per questo motivo che gran parte della critica si schiera
automaticamente dall’una o dall’altra banda dei due corni del dilemma – e così
la critica d’arte, di impostazione storicista, non va molto oltre il rilevamento
nel cinema di elementi dell’iconografia artistica, mentre la critica
cinematografica, al solito disattenta ai fenomeni artistici contemporanei, tende
a ridurre i momenti di scambio con l’arte a fenomeni episodici o a
sperimentazioni senza sostanziale valore “storico”.
Solitamente, insomma, ci si limita a citare la presenza di opere d’arte nel
cinema e di immagini filmiche nell’arte, come se tanto bastasse per definire una
sorta di categoria immaginaria di “film d’arte”, o di arte che si rifà al
cinema. Se questa categoria avesse un senso, occorre spiegare però dove
andrebbero a finire capolavori come Dreams that money can buy di Hans Richter
(1946), Le mystére Picasso di H-G. Clouzot con Picasso (1956), Drawing Restraint
di Matthew Barney (2005) – visto che i loro rispettivi autori si collocano
esattamente nella terra di nessuno fra le arti. Ma l’errore consiste
nell’ostinarsi a pensare alle arti come a nazioni che godono di limiti ben
precisi e che a volte, per caso,finiscono per confinare (o sconfinare) con le
nazioni vicine.
E’ invece evidente ad una osservazione appena più attenta che la realtà è
alquanto diversa. I fenomeni culturali non sono oggetti definibili tramite
criteri estrinseci, perché tali criteri sono già culturali essi stessi; i loro
confini non sono descrivibili, perché ogni descrizione fa già parte
dell’identità dell’oggetto in questione, in un processo ricorsivo, a loop.
Quindi, è vero che arte e cinema non tengono in questo senso due posizioni
esattamente simmetriche – dato che l’arte sembra possedere elementi di
autoriflessione maggiori, mentre il cinema, per ragioni storiche, tende a dare
più peso al contesto sociale di fruizione – ma proprio questa asimmetria
dovrebbe spingerci a considerare con attenzione gli incroci autentici tra queste
arti. Quando artisti come Cocteau, Richter, Dalì, Warhol, Schifano, Schnabel,
Sherman, Barney, ecc. si volgono al cinema, e contestualmente registi come
Bunuel, Hitchcock, Disney, Welles, Tarkovski, Pasolini, Romanek, ecc., si
appellano alle arti, ciò che testimoniano non è solo un incrocio di tendenze, ma
è soprattutto un’insoddisfazione profonda che attiene al proprio campo di
produzione culturale. I casi più fecondi sono anzi quelli in cu non ci si spinge
semplicemente al di là dei propri limiti espressivi, ma si parte già dalla
consapevolezza che non vi è nessun al di qua, nessun ubi consistam operativo.
Si tratta di riconsiderare quindi lo stato delle cose, non a partire dagli
intrecci impropriamente detti interdisciplinari, non a dalle differenze che ogni
campo evidenzia rispetto all’altro, ma dall’inconsistenza che ciascuno dei campi
manifesta già in sé – l’arte per conto suo e il cinema dall’altro lato”.
Promotore:
CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea del Liceo Artistico Statale “Bruno
Munari”
Curatore
Dino Ferruzzi
Con la collaborazione di:
Assessorato all’Istruzione della Provincia di Cremona
COOP Lombardia Centro Sociale Comitato Soci di Cremona
Con il patrocinio di: Comune e Provincia di Cremona
La partecipazioni di:
Comune di Cremona Settore Affari Culturali e Museali, Assessorato alla
Cultura del Comune di Cremona
Museo Civico “Ala Ponzone”
INFORMAZIONI
CRAC Via XI Febbraio 80 – 26100 Cremona
Tel/fax 0372 34190 – cell. 347 7798839
E-mail crac.cremona@artisticomunari.it
MUSEO CIVICO “Ala Ponzone”
Via Ugolani Dati 4 – 26100 Cremona
Segreteria 0372 407269 E-mail museo.alaponzone@comune.cremona.it