Il senso della manifestazione organizzata sul Po, a Boretto, dai gruppi
parlamentari dell’Ulivo è stato sintetizzato dall’intervento, applauditissimo,
della senatrice Albertina Sogliano, che proprio di quelle zone è originaria:
“Vorrei che tra un anno si vedesse che oggi qui abbiamo fatto sul serio”. Un
concetto ribadito da Pierluigi Castagnetti: “Dobbiamo parlare poco ma dire cose
che vanno molto lontano”.
Una manifestazione che ha voluto dunque essere l’inizio di un percorso fatto
di impegni concreti, di risposte dovute a un territorio, come quello padano,
dove vivono 16 milioni di persone ma nel quale viene prodotta oltre la metà del
prodotto interno nazionale.
E alcune risposte, almeno in termini di impegni, sono venute dallo stesso
presidente del consiglio Romano Prodi il quale, riprendendo molti degli
interventi che lo avevano preceduto, ha affermato che il Po e il suo territorio
sono un sistema, oggi in una fase critica, che deve essere ripreso in modo
integrale: “O riprendiamo insieme le condizioni economiche, a partire dalla
navigabilità – ha detto – e non economiche, come la qualità dell’aria,
dell’acqua, addirittura la balneabilità, oppure è difficile che si possa parlare
di rinascita del Po”. Il problema è, ha proseguito il premier, che “dobbiamo
riprendere il discorso daccapo”, perché al di là di opere di sicurezza,
soprattutto dopo l’alluvione del 1951, non è stato fatto nulla, anzi si è
frammentata la filiera decisionale con risultati che non potevano che essere
negativi.
Nel suo intervento, ma anche nel colloquio che ha avuto con il presidente
Giuseppe Torchio, Prodi ha mostrato interesse per le proposte che vengono dal
territorio, assicurando tutto il suo interesse e la disponibilità per uno
sblocco dei fondi Fas e per la ricerca delle risorse necessarie.
Da parte sua, Torchio ha ribadito al premier che è necessario riprendere lo
spirito che nel 1996 portò alla grande manifestazione di 500 sindaci, partita
proprio da Cremona, per la “Padania di civiltà”, per legare sempre più
l’attivitàpolitica al territorio e alle sue espressioni democratiche.
Soprattutto, però, ha proseguito Prodi, è il tempo che “Alla generazione
della mancanza di controllo segua una generazione dotata di senso della politica
e della responsabilità”, il tempo nel quale ciascuno deve superare le proprie
resistenze, perché esse creano paralisi, e si assuma le responsabilità che
questo territorio chiede”, rifacendosi in questo all’appello lanciato dal
sottosegretario Guido Tampieri, che citando don Milani ha detto che “di fronte a
un grande problema, sortirne da soli è l’avarizia, sortirne insieme è la
politica”.
L’appello alla concretezza, all’esigenza di passare dalle parole, dagli
studi, dalle tavole rotonde ai fatti è stato il leit motiv del pensiero di
Giuseppe Torchio. “Progetti e azioni strutturali già ve ne sono – ha detto –
come quelli proposti dalla Consulta delle Province del Po, già candidabili alla
programmazione dei fondi comunitari 2007-2013 per il Po Distretto fluviale
europeo”. Molti, secondo Torchio, sono i fattori critici: l’andamento carsico
del Po, le escavazioni abusive, la piorrea dei ponti, l’impossibilità di
trattenere acqua a fini irrigui a garanzia di riserve idriche o per produrre
energia pulita tramite centrali idroelettriche nel medio tratto del Po, le
difficoltà dell’avvio di una reale politica trasportistica intermodale lungo il
fiume. Buttiamo risorse per fare conche ed avanconche quando non vi è acqua né
tantomeno una regimazione dell’alveo che la trattenga.
Torchio ha ricordato la recente audizione davanti alla XII Commissione in
Senato, durante la quale è stato chiesto un impegno corale per dare un futuro al
Po, incominciando proprio da qui, tra Cremona e Boretto, da foce Adda a foce
Mincio, con opere di regimazione che porterebbero a un aumento delle quote di
portata, garantirebbero la navigazione, l’irrigazione e contestualmente opere di
risanamento ambientale lungo le fasce golenali.
“Certamente anche il progetto in cantiere da almeno 50 anni sulla navigazione
interna ci può aiutare in questo e speriamo nei fondi del governo ed europei per
realizzarlo”.
I francesi della Compagnie Nationale du Rhone, prosegue Torchio, hanno già
presentato un progetto per la regimazione del Po. Un’attività normale per loro,
che hanno applicato le teorie alla pratica. “Così in Francia, Germania e in
tutta Europa, meno che da noi, dove assistiamo alla cancellazione di decenni di
impegni finanziari, al ritiro delle grandi navi turistiche e di molte altre
iniziative, accompagnate da una forte delusione di molti operatori turistici.
E’ indispensabile agire per cogliere ogni opportunità: la regimazione,
insieme al distretto agroenergetico che il ministro Bersani vedrebbe con sede a
Cremona, consentirebbe di superare l’infrazione europea nei confronti
dell’Italia per inadempienza nello sviluppo di energie alternative.
“Saprà l’Ulivo, saprà il Governo coinvolgere, ad esempio, l’Enel in un
progetto idroelettrico della media valle del Po, oppure difendere concretamente
in sede europea la posizione di Paolo Costa per il distretto fluviale padano o
assicurare compartecipazione con fondi Fas al progetto europeo?”.
Torchio ha concluso con la rivendicazione del forte ruolo degli enti locali
nella governance del distretto padano, insieme a Regioni e Stato, che deve
scaturire dalla modifica della legge 152, all’interno dell’Autorità di bacino,
cui deve essere affidato tale compito come elemento di coesione territoriale e
di decisione sinergica. Queste sono le risposte alle domande del Nord, il cui
malessere è avvertito da tutto il centro sinistra dopo i recenti risultati
elettorali.
Al convegno hanno partecipato:
Maria Gavetti,sindaco di Boretto; Gianluigi Boiardi, presidente della
Provincia di Piacenza e coordinatore della Consulta delle Province del Po;
Pierluigi Castagnetti, vicepresidente della Camera; Raffaella Mariani,
capogruppo dell’Ulivo in commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici
della Camera, Ermete Realacci, presidente della medesima commissione; Roberto
Passino, presidente del Comitato di vigilanza Risorse idriche del Ministero
dell’Ambiente; Alessandro Bratti,direttore dell’Arpa Emilia Romagna; Filippo
Bubbico, sottosegretario allo Sviluppo economico; Elena Montecchi,
sottosegretario ai Beni culturali; Ettore Rosato, sottosegretario all’Interno;
Gian Piero Scanu, sottosegretario alle riforme e innovazione nella pubblica
amministazione; Guido Tampieri, sottosegretario alle Politiche agricole.
Hanno concluso Dario Franceschini, capogruppo dell’Ulivo alla Camera, e il
presidente del consiglio Romano Prodi.
Curiosità
Dopo il convegno, i partecipanti si sono imbarcati sulla motonave Stradivari
per una breve crociera sul Po. La sicurezza dalla parte del fiume è stata
assicurata da una lancia dei carabinieri proveniente da Cremona, che al momento
dello sbarco hanno voluto salutare il presidente della Provincia Giuseppe
Torchio.