Anche per l'anno scolastico 2007/2008, il Comitato Provinciale per la difesa
e lo sviluppo della Democrazia organizza un corso di aggiornamento residenziale
rivolto agli insegnanti aderenti al progetto "Il futuro ha una memoria", con
mete Varsavia, i lager di Treblinka, Chelmo e Sobibor (Lublino) dal
giorno 31 ottobre 2007 al 4 novembre 2007.
Per quanto riguarda il programma e il costo definitivi, saranno comunicati dalla
nostra Agenzia di riferimento (Fabello Viaggi), a partire dal mese di settembre,
con indicati i nominativi dei docenti che aderiranno e quanto utile per la
compilazione degli attestati di partecipazione degli stessi.
Inoltre, si comunica che è necessario far pervenire all'ufficio del Comitato la
propria adesione ENTRO E NON OLTRE IL GIORNO SABATO 6 OTTOBRE 2007, è
perciò utile inviare le schede di adesione sia per fax. al numero 0372-406663,
per mail al seguente indirizzo: comitato.democrazia@provincia.cremona.it
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LA COORDINATRICE DEL COMITATO PROVINCIALE
PER LA DIFESA E LO SVILUPPO DELLA DEMOCRAZIA
prof.ssa Ilde Bottoli
Pamela Amighini
Ufficio del Comitato Provinciale
per la difesa e lo sviluppo della Democrazia
Via Dante 134
26100 Cremona
Tel. 0372-40635
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Operativo voli (disponibilità ad oggi):
31 ottobre 2007 Bologna/Varsavia 12.00/14.00
04 novembre 2007 Varsavia/Bologna 08.50/10.55
PROGRAMMA DI 5 GIORNI:
31 ottobre 2007
1° giorno: Varsavia – arrivo, incontro con la guida polacca e
trasferimento in albergo. Sistemazione nelle camere e giro orientativo nel
centro storico della
Città. Rientro in albergo per la cena ed il pernottamento.
1 novembre 2007
2° giorno: Varsavia giornata intera dedicata alla visita al Lager di
Chelmno, accompagnati da uno storico polacco. Rientro in serata per cena e
pernottamento.
2 novembre 2007
3° giorno giornata dedicata alla visita della parte ebraica di Varsavia
ed visita al Lager di Treblinka. Rientro in serata per cena e pernottamento.
4° giorno: giornata intera dedicata alla visita del Lager di Sobibor
(Lublino). Rientro in serata per cena e pernottamento.
5° giorno: Varsavia – prima colazione e trasferimento in apt.
Quota di partecipazione per persona in doppia: € 370/390
base 29 persone paganti + 1 quota gratuita in singola
La quota comprende:
- il passaggio aereo da Bologna a Varsavia e v.v.
- sistemazione in HOTEL NOVOTEL – 4 stelle centrale
- mezza pensione per tutto il viaggio
- la guida polacca parlante italiano per tutto il viaggio,
- il pullman a disposizione per tutto il viaggio
- visite di città/ai Lager
- assicurazione medico/bagaglio
- tasse e percentuali di servizi
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TREBLINKA
Nell'ansa del fiume Bug, a tre chilometri dal villaggio di
Treblinka, i nazisti istituirono nel 1941 un «campo di lavoro» (Arbeitslager)
riservato a tedeschi e polacchi, elementi sospetti o ribelli al regime, che era
preferibile tenere "al sicuro" ed adibire a lavori utili ai fini della guerra in
atto. Questo campo fu denominato Treblinka I. Era un campo duro, non
dissimile per disciplina da altri analoghi, nel quale ben pochi resistettero
alla fatica, alla denutrizione, alle sevizie ed al clima. Ma non fu nulla a
confronto con Treblinka II, l'agglomerato adeguatamente attrezzato per lo
scopo specifico di tradurre in atto la «soluzione finale» cioè il
genocidio degli ebrei.
I lavori di ampliamento furono iniziati nel maggio 1942. Furono costruite le
baracche, gli uffici, gli alloggiamenti per i reparti di sorveglianza, le
cucine, i depositi, laboratori d'ogni genere, perfino un finto ospedale (Lazaret)
con tanto di croce rossa sul tetto. E furono installate, tanto per cominciare,
tre camere a gas, che si presentavano come docce, con le pareti piastrellate, ma
dai cui tubi, invece dell'acqua, doveva uscire solo il gas di scappamento dei
motori diesel, sostituito poi col biossido di carbonio ed infine col famigerato
Zyklon B. Non bastando i primi impianti, ne furono aggiunti ben altri
dieci, in modo da poter effettuare giornalmente alcune migliaia di «trattamenti
speciali» (Sonderbehandlungen) di uomini, donne, bambini che i convogli
provenienti da Polonia, Germania, Francia, Olanda, Jugoslavia, Belgio, Grecia e
Russia scaricavano giornalmente sulla rampa dello scalo ferroviario che
immetteva direttamente nel recinto del Lager. C'era perfino una finta stazione
le cui porte si aprivano su quella che fu battezzata come la «strada verso il
cielo» (Himmelstrasse).
Prima di avviarsi, ovviamente nudi, verso quello che sembrava un normale
bagno di disinfezione, tutti venivano rasati affinché i capelli potessero essere
recuperati ai fini industriali. Interi treni riportavano poi nel Terzo Reich
vestiti, scarpe, protesi, occhiali, carrozzine per bambini, valigie. Denaro e
gioielli finivano, oltre che nelle tasche dei guardiani, nelle casse centrali
delle SS per costituire un tesoro del quale ancora non si conosce l'entità né la
destinazione finale.
Originariamente i cadaveri venivano interrati in fosse comuni, poi bruciati
su enormi graticole. Secondo accertamenti, a Treblinka furono soppressi
almeno 900.000 ebrei. Non si sa quanti altri, specialmente prigionieri di guerra
russi, furono uccisi, senza alcuna registrazione, prima ancora che essi
entrassero nel campo.
Anche a Treblinka un animoso comitato clandestino di resistenti
organizzò un'insurrezione ed una fuga. Il 2 agosto 1943 circa 600 prigionieri
riuscirono a sopraffare una parte della guarnigione, e, dopo aver incendiato
varie baracche, riuscirono ad aprirsi un varco attraverso le barriere di filo
spinato, i campi minati ed i fossati anticarro. Moltissimi, quasi tutti, furono
ripresi e fucilati. Solo una quarantina riuscì a fuggire alla spietata caccia
delle SS ed a raggiungere le formazioni partigiane che operavano nella zona.
Dopo di che, nell'autunno dello stesso anno, le SS decisero di chiudere il campo
e di sgombrare i deportati ancora in vita verso altri Lager, distruggendo tutto
col fuoco e con la dinamite.
Di Treblinka, oltre al ricordo dello scempio che vi fu commesso, non
rimane più nulla. Un monumento simboleggiato da una foresta di pietre tombali
ricorda i borghi, i villaggi, le città, i paesi dai quali provenivano le vittime
di questo sinistro e terribile luogo di violenza e di morte.
CHELMNO
Costituzione: 8 dicembre 1941
Ubicazione: fra Poznan e Varsavia
Realizzato nelle vicinanze del villaggio di Chelmno nad Nerem,
ribattezzato dai nazisti in Kulmhof, il Lager è stato uno dei luoghi
principali nei quali si perpetrò il genocidio degli ebrei. Un castello, che si
trovava nella vicinanza del villaggio, servì come epicentro della barbara
iniziativa. Intorno a questo castello (Das Schloss) sorsero, negli
immensi boschi che lo circondavano, le baracche del campo ed ivi furono sepolte
in fosse comuni o semplicemente bruciate in immense cataste, le spoglie delle
vittime.
A Chelmno i nazisti sperimentarono la soppressione degli ebrei,
stivati in camion appositamente attrezzati, a mezzo del gas del tubo di
scappamento. Da un rapporto rinvenuto casualmente negli archivi della direzione
centrale delle SS si legge testualmente «nel giro di sei mesi tre di
questi camion hanno "trattato" 97.000 "pezzi" senza inconvenienti di sorta».
Le vittime di Chelmno furono almeno 360.000, in gran parte provenienti
dal ghetto di Lodz. Ma vi furono anche trasferiti ed uccisi i bambini
provenienti da Lidice, il villaggio cecoslovacco raso al suolo per
rappresaglia.
Prima di abbandonare il campo, sotto la pressione dell'avanzata delle armate
russe, i nazisti fecero sparire le tracce delle loro imprese, spianando ogni
cosa, piantando alberi sulle fosse comuni.
Chelmno fu sciolto e sgombrato nel gennaio 1945. All'ultimo momento,
nella confusione generale dell'evacuazione, alcuni deportati riuscirono a
sopraffare le guardie e, impossessandosi delle loro armi, e a tentare di fuga.
Alcuni furono ripresi e fucilati sul posto, pochi altri riuscirono a mettersi in
salvo e furono poi i testimoni d'accusa dei propri aguzzini quando questi
dovettero rendere conto del proprio operato alla giustizia democratica.
SOBIBOR
Costituzione: marzo 1942
Ubicazione: a nord-est di Lublino
La data esatta della costituzione di questo campo non è certa, ma si sa che
esso entrò in funzione il 16 maggio 1942 ospitando i primi convogli di ebrei.
Questo campo fu eretto con lo scopo precipuo di sterminare gli ebrei rastrellati
in Polonia e, più tardi, in Austria, Francia, Olanda
e Cecoslovacchia. Fu costruito a regola d'arte da quell'Einsatzgruppe
Reinhard che aveva già dato prova di capacità e di competenza in simili
imprese.
Il campo era suddiviso in tre sezioni, una delle quali adibita a laboratori
(calzoleria, sartoria, panificio ecc.) che producevano quanto era richiesto
dalla guarnigione di sorveglianza, in gran parte formata da elementi ucraini
aderenti al nazismo. Un'altra comprendeva i baraccamenti, un'altra ancora le
installazioni del massacro: il magazzino nel quale avveniva il taglio dei
capelli, la camera a gas vera e propria, il crematorio.
A Sobibor furono soppresse almeno 250.000 persone, principalmente
ebrei. Ma questo numero è certamente inferiore alla realtà, dato che molto
spesso interi convogli passavano alla gassatura, così come avvenne nell'agosto
1943 quando di un gruppo di 600 ufficiali russi che entrarono nel campo ne
sopravvissero solo 80. Tutti gli altri furono immediatamente soppressi ed i loro
resti bruciati.
Il 14 ottobre 1943 trecento deportati, guidati da un ufficiale russo,
Alexandrei Petchorski, s'impossessarono delle armi delle guardie, dopo
averle sopraffatte, ed evasero dal campo. Una gran parte fu ripresa durante la
fuga, ma una quarantina riuscì a mettersi in salvo, raggiungendo le unità
partigiane che operavano nella zona. Questi furono i testimoni dei misfatti di
Sobibor.
Dopo la rivolta il campo fu sgombrato e distrutto dalle stesse SS.
Oramai non resta più nulla di quello che fu uno dei più efficienti impianti di
soppressione collettiva.
Nel bosco dove, una volta, venivano bruciati i cadaveri che il crematorio non
riusciva a smaltire, un grande tumulo di ceneri umane e di terra intrisa di
sangue ricorda l'efferatezza di quel luogo ed il martirio delle vittime.