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15 Settembre, 2002
La scomparsa di Ermes Gaboardi
Una vita di lavoro come provetto artigiano ciclista, dedicata anche all'impegno civile, politico ed associazionistico - Una persona mite, mossa da grande senso civico e con la schiena diritta

Ermes Gaboardi se n'é andato. Si é potuto godere un solo anno della meritata pensione.

Aveva chiuso il suo "mitico" negozio di biciclette il 30 novembre del 2006. Ci aveva passato l'intera esistenza, si può dire, in quel negozio con annessa officina. *Gaboardi* era noto come la "clinica delle biciclette e dei ciclomotori", perché oltre alla vendita offriva un'assistenza ed una professionalità a 360 gradi nel settore. Un servizio che pochi altri potevano vantare ed offrire.

E grazie a questa sua abilità, Ermes Gaboardi e la moglie Adriana, sua assidua e capace collaboratrice, hanno saputo attirare una numerosa clientela, che nel corso degli anni é rimasta sempre fedele.

Era lì - al numero 45 di Corso Vittorio Emanuele II - da 50 anni, dal 1957, dopo che si era trasferito da via Porta Po Vecchia, strada nella quale era sorto 1933.

Ermes Gaboardi in tutti quegli anni é stato un punto fermo, un "pezzo di storia" della città e del quartiere. Un punto di riferimento ovviamente di carattere artigianale e commerciale, ma anche di scambio di idee, di "dibattito" si può dire, anche per la antica militanza democratica e di sinistra, per la quale per anni Ermes ricoprì l'incarico di segretario della sezione "Parizzi", prima del PCI e poi dei DS. Un punto di riferimento per la democrazia e la crescita civile della città.

Gaboardi é stato per anni anche dirigente apprezzato della CNA, Confederazione nazionale dell'Artigianato, di Cremona. la sua azione, il suo modo di rapportarsi agli altri ed ai problemi della città, rappresentava a tutto tondo quella "politica delle alleanze" alla cui scuola siamo nati e cresciuti in tanti.

Ermes era un compagno attento e disponibile. Sempre presente - e puntuale - alle riunioni alle quali era invitato, sapeva ascoltare con attenzione. Non interveniva spesso, essendo un po' ritroso e fin troppo modesto. Ma le rare volte che prendeva la parola capivi da quel che diceva quanto lucida fosse la sua analisi, e quanto attento fosse a mantenere unita l'elaborazione magari programmatica o di linea politica, alla vita quotidiana, di tutti i giorni, della gente in carne ed ossa e della città vera e concreta.

Era un punto di riferimento, soprattutto per l'attività politica ed amministrativa del quartiere Po. Negli anni '70 ed '80 aveva saputo costruire attorno alla sezione "Parizzi" un gruppo di persone molto attive, disponibili, impegnate. Operai o lavoratori autonomi come Bagni, Ottoli, Domi o Cirano ed altri che sapevano operare fianco a fianco con intellettuali come il dr. Armando Parlato, Elda Turati o Ivana Poggi e altri ancora.

Memorabile, ad esempio, la battaglia politica e culturale per difendere dall'abbattimento e salvaguardare la fornace Frazzi, con la sua ciminiera, simbolo di archeologia industriale cremonese. Un confronto che attraversò il PCI, il suo gruppo dirigente e la sua rappresentanza istituzionale (divennero quasi proverbiali le lunghe ed accese discussioni sul tema) e che mise in qualche contrasto il quartiere Po con il Consiglio Comunale.

Non c'é, tra i protagonisti di quella fase, chi non ricordi i meriti che seppe assumersi Ermes che - con la sua capacità di unire ed il suo forte senso dell'equilibrio - riuscì a condurre in porto il confronto in maniera positiva, portando a casa un risultato tangibile di difesa e di salvaguardia di un importante pezzo della storia economica ed industriale, ma anche sociale ed umana, della città.

Questo é stato Ermes in questi lunghi anni, ricchi di soddisfazioni, di rapporti umani, di vittorie e di sconfitte.

Si, un punto di riferimento che teneva insieme la sua esperienza umana con quella professionale.

Nessuno tra chi lo conosceva poteva e può ancora immaginare Ermes Gaboardi slegato dal negozio di biciclette di Corso Vittorio Emanuele e dall'annessa officina nel retrobottega.

Un vincolo strettissimo che – quando, alla fine di novembre del 2006, é venuto a mancare per l'inesorabile trascorrere degli anni - ha davvero creato un vuoto in quella parte della città. Ed ha indotto una pesante situazione di depressione in Gaboardi, che con molta fatica tentava di superare.

Il male che l'ha colpito gli ha amaramente concesso un solo anno di “pensione”. Troppo presto se ne é dovuto andare.

Ci stringiamo alla moglie Adriana, alla figlia Federica, all'adorato nipote Simone ed alla sorella Luciana e porgiamo sentite condoglianze.

I funerali, in forma civile, si svolgeranno Sabato 19 gennaio alle ore 11 partendo dalla camera ardente dell'Ospedale Maggiore per il civico Cimitero di Cremona, dove Giuseppe Azzoni rivolgerà l'estremo saluto al caro estinto.

Deo Fogliazza

 


       



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