15 Settembre, 2002
Pezzotta: "Con la corsa dei prezzi il Patto per l´Italia non basta più"
La Confindustria bacchetta il governo: i risultati non incoraggiano ad essere troppo ottimisti. Calata di mezzo punto la pressione fiscale
Il segretario Cisl: bisogna trovare un meccanismo per frenare il costo dei beni di prima necessità
Pezzotta: "Con la corsa dei prezzi il Patto per l´Italia non basta più"
La Confindustria bacchetta il governo: i risultati non incoraggiano ad essere troppo ottimisti. Calata di mezzo punto la pressione fiscale
VITTORIA SIVO da Repubblica
ROMA - Con gli ultimi, poco confortanti, dati sul fronte dei prezzi e della bassa crescita del Prodotto interno lordo, i sindacati si trovano sempre più tra l´incudine della perdita di potere d´acquisto dei salari e il martello di una economia in difficoltà. Ne parliamo con il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta.
Può il sindacato rivendicare aumenti salariali quando i dati del Pil dicono che nel 2002 abbiamo avuto la crescita più bassa dal dopoguerra, con incertezze anche nel 2003?
«Certo che può, anzi deve. Rinnovare i contratti di lavoro è la prima cosa da fare. Noi ci atteniamo all´accordo di politica dei redditi del '93, il cui scopo non era la moderazione salariale, ma la garanzia del mantenimento del potere d´acquisto dei salari. Da lì non ci spostiamo».
L´accordo del ´93 sarà pure il Vangelo, ma da allora sono passati 10 anni e lo scenario per i prossimi mesi è grigio. Anche per via degli aumenti del prezzo del petrolio, con rincari già annunciati per le tariffe elettriche e del gas.
«Appunto. L´aumento del prezzo del petrolio è preoccupante, tanto più se ci sarà la guerra contro l´Iraq. Per questo servono politiche anticongiunturali anche sul versante dei prezzi».
Non penserà a politiche dirigistiche o al blocco dei prezzi?
«Penso semplicemente che le famiglie italiane, quelle monoreddito in particolare, non ce la fanno più. E´ molto positivo che con il Patto per l´Italia sia stata allentata la pressione fiscale sui redditi più bassi, ma non basta. Quindi, oltre che rinnovare al più presto i contratti di lavoro, bisogna individuare meccanismi di contenimento dei prezzi di prima necessità. Parlo di quelli che più incidono sui consumi delle famiglie. Si pone anche una questione relative al paniere Istat».
Anche lei critica l´Istituto di statistica?
«Niente affatto. Dico solo che va individuato un meccanismo di rilevamento dei prezzi che sia più orientato ai redditi familiari che non a quelli individuali».
Difficile calmierare le bollette energetiche con il prezzo del greggio che va alle stelle.
«Le tariffe devono stare dentro l´inflazione programmata o comunque non aumentare più dell´inflazione reale. Poi c´è un problema più generale di politica energetica in Italia, che va ripensata».
Intanto poche ore fa è stato firmato il nuovo contratto di lavoro per gli statali, con aumenti medi di 106 euro al mese, che hanno fatto infuriare la Confindustria.
«La Confindustria ha poco da infuriarsi: quel contratto era fermo da troppo tempo e in quel rinnovo non c´è nulla di travolgente».
Il peggioramento della situazione economica rischia di compromettere la trattativa che, su particolare impulso della Cisl, si è avviata martedì scorso fra le tre Confederazioni sindacali e la Confindustria sui problemi della crisi industriale. Ammesso che vi mettiate d´accordo sulle politiche di sviluppo da chiedere al governo, non le sembra difficile ottenere che l´esecutivo si impegni per nuovi investimenti?
«E´ nell´emergenza che si deve reagire. Senza interventi e investimenti nei punti di criticità del sistema produttivo i problemi si aggraveranno. Da parte di tutti, anche del sindacato, ci vuole uno scatto di orgoglio propositivo e riformista. Altrimenti non ne usciamo. Anzi ci avvitiamo nella crisi».
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