15 Settembre, 2002
Casa - la Corte Costituzionale boccia gradualità degli sfratti per i deboli
La reazione del Sicet-Cisl - le famiglie più disagiate ringraziano il Presidente Formigoni per questa *carognata*
"Mentre una parte dell'Italia festeggia l'abolizione dell'ICI, la
popolazione più povera aggiunge alla pesante instabilità abitativa l'ansia
di poter trovare sull'uscio di casa Polizia e Carabinieri per metterla
fuori".
E' quanto si legge in un comunicato del Sicet, il Sindacato
inquilini casa e territorio della Cisl, che commenta la decisione presa
dalla Corte Costituzionale di bocciare la graduazione nell'esecuzione degli
sfratti per i soggetti più deboli. Una Legge, approvata dal Parlamento a
febbraio 2007, favoriva il passaggio da casa a casa, dando ai Comuni la
possibilità di costituire commissioni per valutare i requisiti delle
famiglie interessate e graduare l'utilizzo della forza pubblica
nell'esecuzione degli sfratti.
Dalla Regione Lombardia, a nome del
Governatore Formigoni, è arrivato un ricorso per l'abrogazione di alcune
parti di questa norma che, secondo Formigoni, avrebbero violato "le
competente esclusive delle Regioni in materia di assistenza sociale e
politiche abitative". E la Corte Costituzionale ha deciso per
"l'illegittimità costituzionale di quella parte della norma".
Il Segretario Generale del Sicet, Guido Piran, ritiene tale decisione
"inaccettabile poiché lascia anziani, invalidi, famiglie numerose, con figli
a carico, privi di ogni tutela in caso di sfratto". Nel proporre al Governo
un provvedimento d'urgenza che assegni il compito di regolare questa
situazione alle Regioni, Piran lancia un appello a tutte le forze sociali e
politiche affinché sostengano questa richiesta e si impegnino a risolvere
questo grave disagio sociale.
 
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