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 Lettere a Welfare

15 Settembre, 2002
Riflessioni sugli OGM e la strategia dei brevetti
Una lettera aperta al Governo firmata da Patrizia Pratesi De Ferrariis, Coordinatrice del Comitato Scientifico Equivita

Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi
Al Ministro degli Affari esteri, On. Franco Frattini
Al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali On. Luca Zaia
Al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, On. Stefania Prestigiacomo
Al Ministro dell’Economia e delle finanze, On. Giulio Tremonti

Roma, 6 giugno 2008

Gentile Presidente Silvio Berlusconi,
Gentili Ministri,

vorremmo contribuire alla Vostra riflessione sugli Ogm con alcune spiegazioni che non vengono quasi mai riportate dai media. Siamo convinti che saprete dare loro il giusto peso.

La caratteristica principale e unica delle sementi modificate è di essere coperte da brevetto.

Dovrebbe far riflettere chiunque il fatto che gli Ogm furono varati negli USA (1980), e poi in Europa (1998), insieme ad incredibili nuove leggi brevettuali che, per la prima volta nella storia, consentivano di privatizzare il “bene comune” più prezioso: la materia vivente del pianeta.

Da quel momento è bastato introdurre un gene estraneo in una pianta perché l’intera pianta diventasse proprietà privata, come fosse un’invenzione umana e non un elemento della natura.

Scriveva The Guardian nell’ottobre del ’97: “Con rapidità sorprendente un gruppetto di imprese sta cercando di prendere il controllo di produzione e commercializzazione della merce più importante del mondo: il cibo”.

Negli ultimi venti anni il binomio modifica genetica e brevetto (i cui diritti si riscuotono ad ogni ciclo riproduttivo o risemina) è stato per le aziende biotech, insieme all’acquisto delle aziende sementiere, non strumento di maggiore benessere per agricoltori o cittadini, ma strumento di una guerra economica, sotterranea e di conquista, o, se vogliamo, di una nuova forma di colonizzazione a cui siamo tutti esposti.

Ciò spiega perché ogni strategia sia stata usata per imporci il cibo transgenico:

- nonostante gli Ogm abbiano fino ad oggi tradito tutte le promesse su produttività, sostenibilità, capacità di “sfamare il mondo”;
- nonostante si siano rivelati assai dannosi per l’ambiente, la salute, la sovranità alimentare che sola garantisce la sicurezza alimentare, la libertà di scelta alimentare, la biodiversità e la tutela dei diritti umani;
- nonostante siano stati quasi sempre catastrofici per l’economia dei paesi poveri (vedi Argentina, vedi India);
- nonostante siano una minacca per i paesi che come il nostro puntano sui prodotti di qualità;
- nonostante si siano rivelati un cattivo investimento anche per i paesi produttori.

Charles Benbrook, già direttore Agricoltura della “Academy of Science” statunitense, ha spiegato in occasione di un convegno a Roma alla Camera dei Deputati, il 18/05/03, che gli studi fatti su 8.200 siti sperimentali universitari degli USA dimostrano che gli Ogm non producono di più, ma dal 7 al 10% in meno, mentre inquinano 4 volte di più. Oggi l’imponente studio di Friends of the Earth, “Who benefits from GM crops: the rise in pesticide use” conferma questi dati e li peggiora (l’uso del glifosato, sostanza cancerogena, è aumentato in USA di 15 volte in 11 anni). Il direttore della Soil Association britannica, P. Melchett, dice “i prodotti con i quali le compagnie biotech dicono di poter “sfamare il mondo” non hanno mai recato un aumento di produzione complessivo, ma al contrario una riduzione”.

Certi che terrete nel dovuto conto questi argomenti inviamo i nostri più cordiali saluti.

Per il Comitato Scientifico EQUIVITA
Fabrizia Pratesi De Ferrariis
Coordinatrice

 


       CommentoFonte equivita.it



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