15 Settembre, 2002
CESSATE IL FUOCO!:12 Aprile 2003: Manifestazione Nazionale per la Pace -Roma - ore 14.00
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 CESSATE IL FUOCO!
12 Aprile 2003: Manifestazione Nazionale per la Pace -Roma - ore 14.00
URGENTE!!!
CESSATE IL FUOCO
Manifestazione nazionale per la pace
Sabato 12 aprile 2003 -Roma- ore 14.00
Caro Presidente,
ti invitiamo ad aderire e ad organizzare la partecipazione alla manifestazione nazionale per la pace che si svolgerà a Roma sabato 12 aprile 2003 alle ore 14.00.
Di fronte ad una guerra che di giorno in giorno diventa sempre più drammatica e devastante, il Comitato nazionale “Fermiamo la guerra”, composto da un vasto arco di organizzazioni della società civile e dalla stessa Tavola della Pace, ha deciso di promuovere una manifestazione nazionale per la pace -nell’ambito di una giornata di mobilitazione mondiale contro la guerra- per dire:
Cessate il fuoco;
Fermare le stragi e la tragedia umanitaria;
In Iraq, come nel resto del mondo, la guerra non porta democrazia;
La guerra uccide persone, natura, civiltà, diritti e democrazia;
Fuori l´Italia dalla guerra nel rispetto dell´Art.11 della Costituzione;
L´Europa ripudi la guerra e agisca per la pace;
L´Onu imponga il rispetto del diritto internazionale e della sua Carta che "rifiuta il flagello della guerra".
Ti invitiamo a inviare subito la tua adesione sollecitando tutti i cittadini, le associazioni, gli Enti Locali, le forze politiche, le scuole, le parrocchie,… a partecipare.
Le adesioni vanno inviate ai seguenti indirizzi:
Comitato “Fermiamo la guerra”: email adesioni@fermiamolaguerra.it
Tavola della Pace: fax: 075.5739337 – email info@perlapace.it .
Per ulteriori informazioni:
www.tavoladellapace.it.
www.fermiamolaguerra.it
Il tempo a disposizione è molto breve. Facciamo ogni sforzo. A ciascuno di fare qualcosa. Cordiali saluti
Flavio Lotti
Coordinatore nazionale
Tavola della Pace
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Diciamo No a tutte le guerre
Mentre siamo ininterrottamente bersagliati dalla eccedenza di notizie che giungono dall’Iraq in guerra, il mio pensiero va agli innumerevoli conflitti in atto sullo scenario internazionale, che nel silenzio e nella dimenticanza del mondo, si stanno trasformando in un olocausto dalle dimensioni incalcolabili.
Penso in particolare ai conflitti che continuano a bagnare l’Africa col sangue dei suoi figli: dalla Sierra Leone all’Etiopia, dalla Somalia alla Costa d’Avorio, dalla Regione dei Grandi Laghi all’Angola. Il numero infinito di morti del continente africano, oggi più che mai, sono la drammatica testimonianza dell’inutilità e assurdità di ogni guerra.
Chi scrive è Lucia Citro, una Missionaria saveriana, che tra poche settimane rientrerà in Congo (RDC) dove, assieme ad altri missionari, è stata testimone del grido di dolore del popolo congolese, costretto da sette anni di guerra a subire violenze di ogni sorta.
Un proverbio africano dice che quando gli elefanti si combattono, chi ne fa le spese è l’erba sotto di loro. In questi lunghi anni di guerra è la popolazione che ha subito la massima parte delle sofferenze. Tra le prime vittime ci sono i bambini e i giovani, privati dei loro diritti più elementari, sfollati, affamati, arruolati a forza o con l’attrattiva del denaro dalle varie fazioni armate.
Un organismo statunitense, l’International Rescue Committee, calcolando, due anni fa l’incidenza della guerra sulla popolazione ha dichiarato che solo nell’Est del Paese, dal 2 agosto 1998 all’aprile del 2001 mancano all’appello 2 milioni e 500 mila persone: uccise dalla violenza, dagli stenti e dalla mancanza di cure.
I drammi del continente africano ci interpellano come ci interpellano tutte quelle situazioni in cui la vita è minacciata, oltraggiata, offesa. Il no alla guerra che in questi giorni ci leva inascoltato da ogni parte del mondo, contro la follia dei bombardamenti in Iraq, non può non essere un no deciso e fermo a tutte le guerre.
L'incontro che si svolgerà a Cremona al Centro Pastorale Diocesano, sabato 5 aprile alle 20.45, che avrà per tema: "Congo: testimoni di Cristo nella guerra” mi pare un modo chiaro per dire opporsi non solo no alla follia della guerra in Iraq ma a tutte le guerre dimenticate. Il prendere coscienza della condizione dei popoli, l’interrogarsi sulle cause di certe situazioni, il mettersi in ascolto, è la strada migliore per offrire una risposta positiva alla sete di dignità e di giustizia degli uomini e delle donne del mondo; un modo concreto per trasformare il non ascoltato no alla guerra in un sì ad una fraternità e una solidarietà universale.
suor Lucia Citro br>
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