15 Settembre, 2002
Riecco gli stipendi d'oro: il governo della destra elimina il tetto al cachet dei dirigenti
Stipendi d’oro, anzi d’oro zecchino, perfino di platino. Il governo Berlusconi mostra ancora una volta la sua vera faccia, anzi la sua vera natura.....
Stipendi d’oro, anzi d’oro zecchino, perfino di platino. Il governo Berlusconi mostra ancora una volta la sua vera faccia, anzi la sua vera natura, cioè quella di pensare agli interessi personali del premier e della classe cui appartiene. Così, tra un emendamento all’altro, al Senato si è consumata un’altra farsa, l’ennesima, ossia l’ approvazione di un emendamento che annulla una delle norme più severe volute e approvate dal Governo Prodi, cioè quella che prevedeva un tetto per le retribuzioni degli alti dirigenti della pubblica amministrazione, circa 290.000 euro all’anno. Un’altra vergognosa manovra che si aggiunge alle tante delle ultime settimane, e che mostra ancora una volta, tutta l’ipocrisia di questo nuovo governo che da un lato attraverso il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, annuncia di voler procedere al rinnovamento della P.A. attaccando i fannulloni e preparando misure severe e restrittive contro sprechi e contro i dipendenti pubblici, e dall’altro invece cancella questa misura che voleva mettere un freno alle spese folli dello Stato.
Alquanto singolare poi l’inserimento di questo emendamento, quasi di soppiatto, come fa notare il senatore PD Paolo Nerozzi, incastrato così “nel corso delle votazioni sugli emendamenti al Decreto legge 97 in materia fiscale e proroga termini, fra alcuni molto opportuni a difesa del fermo biologico della pesca, della viticoltura colpita dal maltempo e della difesa del novellame". Tra questi appunto a sorpresa “è apparso un emendamento (il 4.0.502) al Dl Fiscale senza copertura finanziaria che toglie il tetto alle retribuzioni dei dirigenti della Pubblica amministrazione a partire dai capi di Gabinetto, ovviamente scelti in base a un rapporto fiduciario con il ministro o il sottosegretario. Il tetto era stato stabilito dalla passata finanziaria del governo Prodi e valutato in un totale di oltre 10 milioni di euro". Tutto annullato così come niente fosse, alla faccia del rigore e della trasparenza. Nerozzi fa notare l’ennesima contraddizione delle politiche della maggioranza perché "l'emendamento, presentato dal governo direttamente in Aula, è stato approvato dal Pdl mentre in Parlamento si sta discutendo del progetto di riforma della Pubblica Amministrazione del Ministro Brunetta, mentre il governo taglia gli incentivi ai dipendenti pubblici e fissa all' 1,7 per cento l'inflazione programmata per il rinnovo dei loro contratti". Una maniera schizofrenica di legiferare che mette al riparo i più privilegiati ai danni come al solito dei più deboli. Nerozzi, infatti, sottolinea che si tratta di “una misura priva di ogni trasparenza- a meno che non si pensi che i capi di Gabinetto siano pesci- priva di rigore finanziario e che non presta la minima attenzione alla produttività e all'efficienza della Pubblica amministrazione". "Purtroppo - conclude Nerozzi - siamo tornati ai peggiori provvedimenti degli anni '80. Non mi pare questo un esempio di grande innovazione, trasparenza e rigore”. Il Governo Berlusconi IV alla fine, dopo neanche qualche mese dal suo insediamento, oltre a sferrare duri e preoccupanti colpi alla democrazia, alla Costituzione, ora sopprime una norma che che metteva un freno agli stipendi d’oro dei manager e che è ancora più scandalosa se si pensa che il governo sta realizzando pesanti tagli alla sanità, alla sicurezza, ai Comuni e alle regioni, tagli che si ritorceranno sugli italiani, specie sulle fasce più deboli.
"E’ uno scandalo", tuona Anna Finocchiaro, presidente dei senatori PD, in un intervista rilasciata all’Unità (edizione del 17 luglio 2008, ndr), "che si materializza mentre si tolgono otto miliardi alla sanità, non si abbassa nemmeno di un punto la pressione fiscale, si tagliano fondi per infrastrutture, colpendo in particolare il Mezzogiorno". "E tutto ciò, tra l’altro – conclude la senatrice PD – mentre viene abolita la Commissione sul controllo della spesa pubblica istituita da Padoa Schioppa, con la scusa che costa troppo”.
Ovviamente dal Pdl non è stato mostrato alcun imbarazzo. nessun imbarazzo per l'economia che va a pezzi, per l'inflazione che sale vertiginosamente e per le famiglie che arrancano, tutti problemi per i quali il governo Berlusconi non sta prendendo alcun provvedimento. Conta solo il premier e l'elite che lo rappresenta. Ovviamente non ci sarà alcun imbarazzo, nemmeno quando ai manager saranno dati stipendi d'oro e profumati, a fronte di quelli striminziti della maggior parte degli italiani, che faticano ad arrivare alla fine del mese e che diventeranno ancora più magri per le politiche non di certo assistenziali di Berlusconi, che toglie ai piccoli per dare ai grandi.
 
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