15 Settembre, 2002
A Milano si è svolta la seduta della Consulta nazionale dei Comuni sede di servitù nucleari
“Non si tratta – ha detto Torchio – di emulare i “polli di Renzo” di manzoniana memoria per togliere a chi ha già avuto, quanto, invece, di introdurre un principio di equità nella distribuzione delle risorse, evitando la lite tra poveri”.
A Milano si è svolta la seduta della Consulta
nazionale dei Comuni sede di servitù nucleari
Torchio ribadisce le richieste dei Comuni
contermini
Il presidente della Provincia, Giuseppe Torchio,
nel corso del suo intervento alla Consulta
nazionale dei Comuni sede di servitù nucleari,
tenutasi ieri presso l’Anci Lombardia a Milano,
ha chiarito i termini della questione, che
ha già registrato piena sintonia da parte
di 94 Comuni e 6 Province, con una prima
riunione svoltasi a Cremona, che ha registrato
la presenza di 50 partecipanti ed altre assemblee
tenutesi al Centro e al Sud, con grande presenza
degli Enti interessati.
“Non si tratta – ha detto Torchio – di emulare
i “polli di Renzo” di manzoniana memoria
per togliere a chi ha già avuto, quanto,
invece, di introdurre un principio di equità
nella distribuzione delle risorse, evitando
la lite tra poveri”.
Ha continuato Torchio: “Per quanto riguarda
l’attuale riparto dei fondi esso è fortemente
sperequato, perché esclude Comuni e Province
che si trovano nelle immediate vicinanze
dei siti sede di centrali nucleari ed ignora
gli interventi sviluppati in tema di centri
di decontaminazione di 1° e 2° livello, nel
settore ospedaliero e sanitario, di centri
di prevenzione e di sistemi di protezione
civile presenti nei capoluoghi di provincia
come Cremona”.
“Anche di fronte alla necessità di garantire
un’adeguata struttura di rappresentanza dei
Comuni e delle Province in vista delle decisioni
del Governo in carica sulla reintroduzione
del nucleare nel nostro Paese, è necessario
sviluppare una rete fortemente coesa delle
Istituzioni locali, cosa che l’attuale Consulta
non può onestamente pretendere di rappresentare.
Inoltre – ha concluso Torchio – è giusto
che ognuno guardi a casa propria, pertanto
non può Anci decidere come e dove i singoli
Comuni intendono investire le risorse compensative
così come non può farlo per le Province,
anche in considerazione delle questioni insorgenti
dall’applicazione delle regole stabilite
dal Patto di Stabilità, che deve rispettare
i limiti fissati dal tetto. Pertanto possiamo
riferirci a linee di tendenza dei fondi provinciali
che vadano in grande misura a favore dei
Comuni limitrofi e più direttamente interessati
ai siti nucleari.
Ed è necessario, altresì, pensare alle province
contermini a quelle sede di centrale e comunque
a distanze circoscritte nell’arco di alcuni
chilometri. Siamo pronti a dialogare ed a
rafforzare il sistema delle autonomie senza
discriminazioni od esclusioni”.
Ufficio Stampa
Provincia di Cremona
 
|