15 Settembre, 2002
Progetto “Valle fiume Po” e bonifiche
Tagliati i fondi Fas? Torchio lascia al Ministro Maroni una memoria
Progetto “Valle fiume Po” e bonifiche
Tagliati i fondi Fas? Torchio lascia al Ministro
Maroni una memoria
“Non possono essere messi a rischio gli stanziamenti
per la sicurezza idraulica delle comunità
rivierasche e per la riqualificazione dei
siti inquinati”
Fondi Fas del progetto “Valle fiume Po” a
rischio? Il presidente della Provincia di
Cremona, on. Giuseppe Torchio, ha lasciato
una memoria al Ministro dell’Interno, Roberto
Maroni nel corso dell’incontro promosso dai
giovani dell’Associazione Industriali di
Cremona.
“A seguito delle informazioni che frammentarie
ci giungono relativamente ad una delibera
del Cipe del 6 marzo scorso, seduta in cui
si è deliberato il trasferimento della competenza
per 9 miliardi di euro dei Fondi fas dal
Cipe stesso alla Presidenza del Consiglio,
sono a chiedere un Tuo diretto intervento”
– ha evidenziato Torchio - Al momento non
è dato conoscere se all’interno di tale trasferimento
vi sono anche i fondi Fas legati al progetto
“Valle del fiume Po”, con dotazione iniziale
di 180 milioni di euro, promosso dalla Consulta
delle Province del Po con Regioni e Autorità
di Bacino. Se tali fondi, come ci dicono,
sono già stati tagliati per circa 30 milioni
di euro, causando preoccupazione per le ripercussioni
negative che ricadranno sullo sviluppo e
sugli interventi da attuare già predisposti
in forma preliminare, vorremo sapere se la
parte rimanente, rimane destinata a tale
capitolo, (come da previsione) per la valorizzazione
e sistemazione del Po e del bacino idrografico
padano-veneto”.
Ha continuato Torchio: “Da quanto si evince
da una prima lettura, sulla carta i fondi
non ci sono più, ma sono stati destinati
ad altri tre capitoli: contratti di programma,
sanità, infrastrutture.
Se così fosse, l’azione sinergica interistituzionale,
che ha portato per la prima volta ad avere
un grande progetto sul Po e sul bacino padano,
con un colpo di spugna è stata totalmente
cancellata nonché ignorata, con negative
ripercussioni anche sull’occupazione che
gli interventi avrebbero portato nelle nostre
comunità locali”.
Ha concluso il presidente: “Ma il fatto più
drammatico sono i danni diretti che tali
tagli ai fondi Fas apporterebbero sul nostro
territorio: in primis la sicurezza idraulica
e la difesa spondale, soprattutto del casalasco,
rendendo quindi impossibili gli interventi
per l’argine aperto di Sommo e quelli che
vanno da Torricella a Casalmaggiore, nonché
all’ambiente fluviale, per i progetti di
sviluppo e rinaturazione lungo le golene.
Vi è un’ulteriore apprensione per il probabile
taglio di 400 milioni di euro per le bonifiche
dei siti inquinati a rilevanza nazionale
e regionale, a cui abbiamo candidato un nostro
progetto “golena aperta” della Tamoil”.
 
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