15 Settembre, 2002
I «volti nuovi» del Pd vanno in ritiro per pensare il partito che verrà
di Francesco Costa da www.unita.it
Ogni squadra di calcio che si rispetti inizia la sua stagione con un ritiro: chiusi in un albergo o in un centro sportivo, i calciatori si conoscono, si parlano, elaborano tattiche e strategie, si confrontano, cercano di amalgamarsi e diventare una squadra. Se non fosse che manca l'allenatore, la tre giorni dei giovani del Pd che prende inizio domani a Piombino assomiglia proprio a questo: un ritiro.
L'organico della squadra è numeroso e frastagliato. Ne fanno parte consiglieri comunali e regionali, parlamentari, sindaci e candidati sindaci, candidati all'europarlamento, giornalisti, dirigenti del partito, tutti in una fascia di età compresa tra i trenta e i quarantacinque anni, tutti considerati a loro modo delle giovani speranze del Partito Democratico. Qualche nome? Giuseppe Civati, consigliere regionale del Pd in Lombardia; Anna Paola Concia, Francesco Boccia e Sandro Gozi, parlamentari del Pd; Ivan Scalfarotto e Debora Serracchiani, candidati del Pd al Parlamento Europeo; Marta Meo, dell'esecutivo del Pd veneto; Federica Mogherini e Maurizio Martina, membri della segreteria nazionale del Pd; Matteo Renzi, candidato a sindaco di Firenze. E poi diversi altri amministratori e dirigenti locali, persone spesso lontane dalle luci dei media e provenienti dalle storie e dai percorsi più disparati. Tutti chiusi per tre giorni nella sala congressi di un hotel a Piombino, senza telecamere, senza slogan, senza comunicati stampa.
Un profilo basso scelto proprio per evidenziare la distanza di questo incontro dai classici eventi di campagna elettorale, ma che aveva preoccupato inizialmente i dirigenti del Pd di Piombino, sorpresi davanti una tale raduno di “belle speranze” della politica convocate nel comune toscano con tale riservatezza. Qualche mugugno, alcuni chiarimenti e poi la polemica è rientrata: la tre giorni di Piombino non è un evento pubblico bensì un vero e proprio ritiro, un seminario con un programma fitto di confronti aperti, sessioni tematiche e gruppi di lavoro. I temi al centro della discussione saranno quattro, tutti generalmente concentrati attorno al nodo dell'autonomia e l'apertura della politica: autonomia dalle religioni, autonomia dalle forze sociali, autonomia dalle forze economiche, autonomia dal sistema dell'informazione. Ci sarà spazio quindi per parlare a lungo di neutralità etica, laicità dello Stato e centralità dell'individuo; di economia di mercato e mobilità sociale, di regole e valori costituzionali, del rapporto tra politica, media e informazione. Della visione di un paese che non c'è.
«L'obiettivo finale dell'incontro – afferma Scalfarotto, tra i promotori dell'iniziativa – è mettere sul tavolo idee e proposte concrete che possano arricchire il Partito Democratico dandogli un profilo realmente alternativo e innovativo rispetto alle ricette del centrodestra e a quelle prodotte dal centrosinistra negli ultimi anni. Serve mettere insieme mondi e generazioni diverse, parlarsi, costruire un progetto attorno ad una nuova proposta culturale e politica». Di nuovo c'è sicuramente il format dell'iniziativa, che in piena campagna elettorale preferisce evitare le passerelle e puntare sul confronto aperto e sull'elaborazione di contenuti originali. Si guarda lontano, magari già al congresso, ma senza dimenticarsi dell'Europa, al centro della prossima competizione elettorale: «La dimensione europea e globale – prosegue Scalfarotto – è troppo rilevante per essere rinchiusa in una casella separata. Le proposte della politica devono essere concepite dentro una dimensione europea e globale». Il punto centrale è sempre lo stesso: la ricerca di una sintesi alta, il rifiuto dei compromessi al ribasso. La nuova classe dirigente del Pd dovrà dimostrare di essere in grado di arrivare a posizioni comuni pur provenendo da strade e percorsi diversi, indicando al partito e al paese una direzione chiara, una visione organica, una proposta nuova. Già a partire dal ritiro di Piombino.
17 aprile 2009
Nella foto: Ivan Scalfarotto
 
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