15 Settembre, 2002
Il G8 visto da Benito Fiori
La Rai in occasione del G8 ha schierato un reggimento di 400 persone per dare conto, minuto per minuto, di quanto è avvenuto a L’Aquila
Egregio direttore, le chiedo spazio per una
breve nota sul G8 che oggi si chiude.
La Rai in occasione del G8 ha schierato un
reggimento di 400 persone per dare conto,
minuto per minuto, di quanto è avvenuto a
L’Aquila in questi giorni. Indubbiamente,
dal punto di vista mediatico, un evento che
ha avuto un buon successo. Questo costoso
esercito, in parte pagato da “tutti” gli
italiani, si è speso per celebrare l’evento,
stando attento, ma non è un caso, ad esaltarne
gli aspetti più positivi.
Tralasciando in questa sede qualche osservazione
sulla diversità esistente tra la spettacolarizzazione
di un evento, cosa nella quale il “presidente”
Berlusconi e la cultura “Mediaset” sono maestri,
e la rilevanza dei risultati concreti ottenuti
in quell’evento (ovvero quelli dove al fianco
di obiettivi viene indicata l’entità delle
risorse da impegnare per la loro realizzazione),
mi soffermerò brevemente sul tema dell’ambiente
dove si sono fatti due numeri, che sono sembrati
buttati lì, vista la mancata adesione di
Cina e India, che non fanno parte del G8.
E, senza di loro, è difficile ormai decidere
qualche cosa. I due numeri sono questi: ripeto,
senza fare cenno alle necessarie risorse
economiche, gli otto “Grandi” hanno “deciso”
l’abbattimento del 50% (quelli più ricchi
dell’80%) dell’emissione dei gas serra, ed
il contenimento a non più di 2 gradi C° dell’aumento
medio della temperatura del pianeta: un’aspirina
a fronte di una broncopolmonite.
Su questi, che la Rai ha chiamato traguardi,
per brevità, io mi rifaccio a due giudizi
avanzati da due protagonisti della difesa
dell’ambiente:
Jeremy Rifkin: «Per mettere d'accordo tutti hanno deciso
di andare alla velocità del più lento: così
è facile raggiungere un'intesa». Barak Obama,
il padre della “green economy” e quindi del
New Deal per l’ambiente: «Il pianeta è a rischio, i paesi industrializzati
devono dare l'esempio. Noi, come Stati uniti,
ci assumeremo le nostre responsabilità. Ma
tutti devono dare il proprio contributo,
perché la sfida è centrale ed è impossibile
affrontarla da soli».
Successo mediatico quindi e nulla più. Ma
forse era solo quello che il “presidente”
voleva.
Benito Fiori
(Circolo culturale“AmbienteScienze”)
 
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