15 Settembre, 2002
Carenza di case, Maura Ruggeri risponde all’Uppi
Appartamenti sfitti per le fasce deboli? Convenzione già fatta ma senza successo
Maura Ruggeri, ex assessore ai servizi sociali e capogruppo del PD al Consiglio Comunale di Cremona, interviene
in merito alla proposta dell’Uppi di mettere
a disposizione i numerosi appartamenti sfitti
della città.
“Alcuni interventi di questi giorni sulla
stampa locale (Pelli, Curatti) sottolineano giustamente
l'opportunità di prendere in considerazione
il numero rilevante di alloggi sfitti, presente anche
nella nostra città, per far fronte ad una domanda
abitativa in crescita da parte di coloro:
giovani coppie, studenti, immigrati, anziani, che
spesso non trovano risposta nel mercato privato
delle locazioni, ma neppure riescono ad accedere
all'edilizia residenziale pubblica. Si tratta di un'ipotesi
già presa in considerazione dalla passata
Amministrazione con l'obiettivo di incrementare e
di articolare l'offerta di case in affitto a prezzi sostenibili.
Il primo passo fu la convenzione con
l'UPPI che venne condivisa punto per punto con i
responsabili dell'Associazione, finalizzata ad una
collaborazione pubblico privato che desse garanzie
ai proprietari su eventuali morosità, conservazione
delle unità immobiliari e accompagnamento sociale
degli affittuari, in cambio di affitti a canone concordato.
I proprietari avrebbero avuto ulteriori
vantaggi fiscali e l'azzeramento dell'ICI.
La convenzione non ebbe successo, non per cattiva
volontà delle parti, ma probabilmente perchè
non ne venne compresa l'importanza o non fu
ritenuta sufficientemente vantaggiosa dai proprietari.
Si tratta di una strada comunque da non abbandonare,
anzi da rilanciare, fino all'ipotesi dell'attivazione
di una vera e propria Agenzia sociale
già presente in molte realtà dove da anni i proprietari
hanno compreso i vantaggi di locazione sicure,
garantite dal soggetto pubblico ed agevolate dal
punto di vista fiscale.
Queste forme di housing sociale sono tuttavia
complementari, mai sostitutive di una buona gestione
dell'edilizia residenziale pubblica che deve
comunque proseguire attraverso programmi di riqualificazione
che sfruttino tutte le potenzialità
presenti nel patrimonio esistente ed attraverso il
lavoro di mediatori sociali che agevolino le difficili
convivenze tra persone di diverse culture ed abitudini”.
 
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