15 Settembre, 2002
Il significato dei “Viaggi della Memoria” di Giuseppe Torchio
L’impegno per la libertà, anche nell’Est, è nel Dna delle nostre Istituzioni da almeno mezzo secolo
Il significato dei “Viaggi della Memoria”
di Giuseppe Torchio.
L’impegno per la libertà, anche nell’Est,
è nel Dna delle nostre Istituzioni da almeno
mezzo secolo.
Signor Direttore,
dopo il crollo del “Muro”, il presidente
Corada, con 300 ragazzi dei “viaggi della
Memoria”, tenne nella capitale tedesca un
discorso “forte” contro lo “stalinismo”.
Anni dopo, lo feci anch’io con tanti studenti,
al “Muro”ed al “ceck point Charlie”, di ritorno
dal lager femminile di Ravensbruk, nell’ex
Germania Est. E così nel viaggio ad un campo
in Polonia, in cantieri percorsi dal fermento
di “Solidarnosc” di Lech Walesa. Con Corada
e Parmigiani a Praga, dopo l’invasione sovietica,
alle fine degli anni ’70 e controllati per
tutta la missione, non risparmiammo critiche
al “socialismo reale”. L’impegno per la libertà,
anche nell’Est, è nel Dna delle nostre Istituzioni
da almeno mezzo secolo: durante i fatti di
Budapest del ‘58, il capogruppo Pci Bardelli
si associò alla Giunta Ghisalberti nella
condanna con un duro ordine del giorno. Così
per l’invasione sovietica che soffocò la
“primavera di Praga”.
Per tre anni, in preparazione ai “Viaggi
della Memoria”, gli Istriano Dalmati del
M° Ive, lo scrittore Boris Pahor, lo storico
Raoul Pupo e altri testimoni, all’Itis a
Cremona, hanno incontrato migliaia di studenti
per discutere l’aberrazione delle foibe di
Josip Broz Tito, lo sterminio di 12 mila
prigionieri di guerra della milizia anticomunista
slovena e di tantissimi istriani. Nel mio
mandato, insieme al “Pacioli” di Crema, ad
Istituti internazionali ed al governo d’Israele,
ho sostenuto formazione ed interscambio tra
guide italiane dei campi tedeschi e degli
“inghiottitoi” di Bassovizza, Monrupino,
Cernovizza, etc.
Abbiamo coltivato un progetto da 120 mila
€, finanziato al 90% dall’Ifad, per la ripresa
dell’ agricoltura Bosniaca, abbiamo toccato
il pericolo e la miseria di quei luoghi,
siamo andati alla fossa dei 7 mila trucidati
di Srebrenica, sostenuto i progetti di Fabio
Moreni anche a Zavidovici, per uscire dal
totalitarismo e dalle stragi di Radovan Karazic
e Ratko Mladic. E dopo Cefalonia si potrà
andare anche lì, appena le condizioni di
sicurezza lo consentiranno e grazie alle
nostre scuole che han deciso, comunque, di
continuare l’esperienza.
“Me vèn la sanàvra” sui giudizi sommari circa
presunti silenzi o ammiccamenti di miei “compagni”
di viaggio sullo stalinismo: credo che nessuno
abbia bisogno di “prove finestra” e spero
che anche gli uomini della destra europea
che, con i gollisti francesi, militano nel
Ppe e, come dimostra il Presidente Fini,
e noi con lui, ribadiscano di essere contro
fascismo, nazismo e stalinismo. Si tratta
di quella “memoria condivisa” a cui sovente
si riferisce lo stesso Presidente Napolitano.
Cordialmente,
Giuseppe Torchio
consigliere provinciale Cremona
 
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