15 Settembre, 2002
Coldiretti: TASK FORCE COLDIRETTI IN AZIONE SUL PO ed Assemblea Apicoltori
Coldiretti Cremona “Dobbiamo tutelare il nostro fiume. Nel bacino del Po si produce il 40 % del PIL nazionale”
Coldiretti: TASK FORCE COLDIRETTI IN AZIONE
SUL PO ed Assemblea Apicoltori
Coldiretti Cremona “Dobbiamo tutelare il
nostro fiume. Nel bacino del Po si produce
il 40 % del PIL nazionale”
“Coldiretti Cremona, con le sue imprese agricole,
è pronta a stare in prima linea, nell’unità
operativa immediatamente messa in campo dalla
nostra Organizzazione, per contribuire a
fronteggiare l’emergenza. Come avvenuto per
tutte le Federazioni nelle province interessate
dalla vitale presenza del Po, stiamo allertando
le nostre aziende – in una rete che sta coinvolgendo
tutte le imprese agricole presenti in modo
capillare lungo il fiume – con l’obiettivo
di tenere sotto controllo lo stato dell’inquinamento,
verificare il rispetto del divieto di utilizzare
acqua, attuare interventi di prevenzione
e segnalare le situazioni di rischio alle
autorità competenti”. Assuero Zampini, Direttore
di Coldiretti Cremona, illustra così l’intervento
della task force della Coldiretti, entrata
in azione di fronte all’emergenza creata
dallo sversamento nel fiume Lambro da 3 a
5 mila tonnellate di idrocarburi provenienti
da un impianto industriale. Una situazione
che - sottolinea la Coldiretti - mette in
pericolo un intero ecosistema di interesse
agricolo, naturalistico, ambientale ed economico
e solleva delicati problemi per quanto riguarda
la perturbazione degli equilibri ambientali
e idrografici dell’area padana, dove si coltiva
ed alleva un terzo del Made in Italy alimentare.
Nel bacino del fiume Po vive una popolazione
di circa 16 milioni di abitanti. Si tratta
del bacino idrografico più grande d'Italia,
con una superficie che si estende per oltre
71.000 chilometri quadrati, un quarto dell'intero
territorio nazionale, interessando 3.200
comuni, sei regioni (Piemonte, Valle d'Aosta,
Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna)
e la Provincia Autonoma di Trento. In quest'area
- precisa la Coldiretti - si forma il 40
per cento del prodotto interno lordo, il
37 per cento dell'industria nazionale, che
sostiene il 46 per cento dei posti di lavoro
e il 35 per cento della produzione agricola.
Sono pari a 20,5 miliardi di m³/anno i prelievi
idrici totali di cui per usi potabili 2,5
miliardi di m³/anno, per usi industriali
1,5 miliardi di m³/anno (escluso il settore
di produzione di energia elettrica) e per
usi irrigui 16,5 miliardi di m³/anno.
Solo la fase stagionale e l’andamento meteorologico
favorevole hanno evitato, precisa la Coldiretti,
il rischio dell’inquinamento della catena
alimentare. “Fortunatamente non ci sono rischi
per gli alimenti in tavola e danni alle coltivazioni
– conferma il Direttore di Coldiretti Cremona
– perché con il periodo invernale sono ridotte
al minimo le produzioni presenti nei campi,
che peraltro ora non necessitano di irrigazioni
per le intense precipitazioni che si sono
verificate nei giorni scorsi”. Le poche coltivazioni
in campo non chiedono in questo momento di
attingere acqua dai fiumi inquinati grazie
all’inverno piovoso, che ha registrato un
aumento del 43% delle precipitazioni cumulate
in Italia nel gennaio 2010. La situazione
meteorologica risulta favorevole poiché le
forti e persistenti piogge di questi giorni
consentiranno un più veloce deflusso delle
acque verso il mare, evitando - spiega la
Coldiretti - la sedimentazione dei residui
inquinanti nel suolo e soprattutto la percolazione
nelle falde più profonde.
“Quanto accaduto dimostra la necessità di
cambiare l’approccio al rischio ambientale,
in un’area in cui sono presenti insediamenti
caratterizzati da un elevato indice di impatto
ambientale, mentre lo sforzo delle amministrazioni
è stato finora quello di limitarsi a contabilizzare
l’immissione dei nitrati, contando il numero
di bovini per ettari di superficie e perdendosi
in fantasiose affermazioni circa l’inquinamento
delle emissioni gassose delle povere vacche
– evidenzia Zampini –. La gravità dell’evento
deve portare alla razionalizzazione delle
competenze finora frammentate in attesa dell’attuazione
dei distretti idrografici, più volte sospesi,
per rispondere a un’adeguata programmazione
di un utilizzo idrico sostenibile fondata
sulla protezione a lungo termine delle acque
anche attraverso l’adozione di misure specifiche
per prevenire la perdita di sostanze pericolose”.
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Domenica a Cremona apicoltori in assemblea
La Presidente dell’Associazione Produttori
Apistici Cremona: “Svolto un grande lavoro
a tutela dell’apicoltura e dell’ambiente”
Per gli apicoltori del territorio è tempo
di riunirsi in assemblea: è fissata per domenica
28 febbraio a Cremona, alle ore 9 presso
la Sala riunioni dell’Ufficio Zona Coldiretti
in via Ruffini, l’assise annuale dell’Associazione
Produttori Apistici Cremona, unica associazione
degli allevatori di api in provincia, che
riunisce oltre duecento soci (in gran parte
hobbisti, con una quindicina di professionisti).
L’Assemblea, che si aprirà con la relazione
della Presidente Esterina Mariotti, pone
all’ordine del giorno l’approvazione del
bilancio consuntivo 2009, l’analisi del programma
per le attività 2010, quindi l’approvazione
della quota sociale 2010 e del bilancio preventivo
2010.
Per gli apicoltori cremonesi sarà l’occasione
per fare il punto in merito alla situazione
degli alveari, verificare il lavoro svolto
nel corso dell’anno e i risultati ottenuti,
nonché analizzare le problematiche specifiche
del settore e le eventuali soluzioni.
“L’appuntamento di domenica rappresenta l’ultimo
atto a chiusura dell’attività del 2009, e
al tempo stesso segna l’avvio ufficiale di
un nuovo anno d’impegno, peraltro già in
piena attività, visto che proprio in queste
settimane, in collaborazione con il Comune
di Cremona, Coldiretti e l’Istituto Superiore
di Agraria Stanga, stiamo dando vita ad un
corso rivolto agli ‘aspiranti apicoltori’
– sottolinea Esterina Mariotti –. Abbiamo
alle spalle un periodo di grande lavoro.
In sinergia con istituzioni e realtà economiche
del territorio, abbiamo operato per promuovere
il miele prodotto dagli apicoltori cremonesi,
compiendo enormi passi avanti nella garanzia
di qualità del prodotto, e riuscendo al tempo
stesso a far cogliere ai cittadini, che ormai
incontriamo pressoché quotidianamente, il
vitale legame esistente tra l’allevamento
delle api e la tutela del territorio”.
Negli anni, l’Associazione Produttori Apistici
ha, in effetti, rilanciato e rafforzato l’invito
ai cittadini a “portare in tavola il miele
cremonese”, per incentivare l’allevamento
di questo insetto sul nostro territorio e,
così, compiere una concreta azione a difesa
dell’ambiente e della qualità della vita.
“Abbiamo rivolto ai cremonesi, e continueremo
a rivolgere in futuro, un messaggio molto
chiaro, diretto: siamo i primi a riconoscere
il fatto che, sul piano economico, il prodotto
miele non può vantare grande rilevanza nella
nostra provincia e, in generale, nell’agricoltura
italiana – conclude la Presidente degli apicoltori
cremonesi –. Per questo, ben al di là del
discorso economico, abbiamo voluto portare
avanti un discorso ambientale: per noi è
fondamentale riuscire a far capire l’utilità
di questo laborioso insetto, il suo ruolo
imprescindibile nell’impollinazione e quindi
nella salvaguardia del nostro territorio
e del benessere di tutti”. Da qui le lezioni
nelle scuole (nell’ambito dei progetti didattici
“Lo Spaventapasseri” e “Agribenessere…a Scuola
di Salute”), la partecipazione alle tante
manifestazioni proposte in provincia, nonché
l’adesione degli apicoltori ai Mercati di
Campagna Amica.
 
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