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15 Settembre, 2002
La vita ed il vivere civile (di Mario Superti)
Nessuno può negare che l'atto abortivo sia di per sé un avvenimento che include sofferenza sia fisica che psicologica, soprattutto per la donna.

Nessuno può negare che l'atto abortivo sia di per sé un avvenimento che include sofferenza sia fisica che psicologica, soprattutto per la donna.

La legge dello Stato, una volta che la società ha avuto il coraggio di affrontare la piaga dell'aborto clandestino, ha cercato di porre dei limiti con regole ampiamente condivise anche in campo europeo.

Chi si occupa di statistiche sa bene che così gli aborti clandestini sono quasi scomparsi, o come minimo dimezzati.

La legge può anche non essere perfetta ma sicuramente ha posto fine ad una sconcia pratica di interventi praticati in modo precario da improbabili operatrici clandestine ma anche ad interventi praticati forse da qualche libero professionista all'ombra silenzio garantito, forse, da qualche struttura amica: si dice che fino a non molto tempo fa i famosi "cucchiai d'oro" hanno fatto soldi e strame di ogni etica professionale.

Il tutto con ampi margini di guadagno.

A questo punto va rilevato che, prima della legge, nessuno si era mai accorto del fenomeno e nessuno aveva mai pensato ad offrire il servizio dei "funerali pubblici" riservato ai "prodotti abortivi".

Non c'erano i presupposti politici e nessuno ufficialmente sapeva nulla: non era il caso che alcuno cercasse visibilità con un argomento tanto increscioso ed "inesistente".

Ora c'è ben motivo per distinguersi politicamente ed usufruire dei vantaggi dei voti raccolti sull'onda dell'emozione popolare.

Ogni convinzione, tuttavia, va rispettata, sia politica che religiosa.

Ancor più va rispettata la convinzione religiosa.

Ma anche rispetto deve essere dovuto a chi non ha convinzioni.

I motivi possono essere tanti:

- la legge regionale praticamente impone un rito che in altre regioni non è stato accolto perché: "Compromette il diritto personale dei genitori di scegliere liberamente il destino del prodotto del concepimento"(quindi nessuno può essere obbligato a fare nulla, nemmeno per interposta persona);

- in tempi non lontani anche la Chiesa prevedeva che un neonato non venisse battezzato qualora "ictu oculi" lo stesso non presentasse un "aspetto e sembianze umane";

- ora c'è chi (padre Giacinto Cataldo dal convento di S.Domenico Maggiore di Napoli) propone il battesimo per i bambini nel grembo materno;

- le convinzioni filosofiche laiche e religiose non si trovano d'accordo sul concetto di "persona" e di "individuo": anche in questi concetti bisogna che lo Stato e le sue leggi lascino facoltà di adesione ai singoli convincimenti;

- alcune religioni non cattoliche non hanno lo stesso convincimento del limite di "inizio vita": anche loro devono essere rispettati;

- se è vero ciò che abbiamo appreso dalla stampa (a Udine una bambina mussulmana morta non poteva essere accolta in un cimitero cristiano) io mi domando che cosa ci stia alla base di tanto accanimento verso il "diverso" (sicuramente non la carità cristiana).

Sarà bene quindi che gli amministratori prendano coscienza del loro operare nel rispetto di ogni tipo di scelta da parte dei singoli cittadini.

Un diverso modo di operare, provocatorio e gratuito, può anche togliere autorevolezza a chi è stato investito di "autorità" con libere elezioni: l'autorità non ha mai il diritto di imporre nulla se va contro i principi della libertà individuale di chi non infrange nessuna legge dello Stato.

E infine resta da considerare con quale coraggio un gestore della "cosa pubblica" abbia intrapreso un percorso tanto insidioso nel campo dell'etica e della religione quando lo stesso gestore fa parte di un espressione politica che, all'occasione, mette a pane e acqua dei bambini che non sono in regola con le rate mensili della mensa.

Il tutto genera sospetti e indignazione di chi non intende accettare simili intrusioni a gamba tesa.

Resta salvo il diritto di chi chiede la procedura dell'inumazione dei prodotti abortivi, ma non di più.

Ma poi chi deve accogliere la richiesta, o chi deve fare la domanda agli interessati?

Resta salvo anche il diritto, sancito dalla legge, di chi intende mettere in atto procedure anticoncezionali: sembra che anche questi diritti vengano messi in discussione e osteggiati in diversi modi da chi ha interessi e convinzioni religiose (le sue ovviamente).

Quindi si cerca anche di non favorire la prevenzione dell'aborto: perché?

Cordialità e buon lavoro.

Mario Superti

 


       



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