15 Settembre, 2002
Imbrocchiamola! Dalle minerali al rubinetto. ( di LUCI)
Piccola guida al consumo critico dell'acqua
Imbrocchiamola! Dalle minerali al rubinetto.
Piccola guida al consumo critico dell'acqua( di LUCI)
(copertina http://img408.imageshack.us/f/imbrocchiamola.jpg )
"Imbrocchiamola!" non è solo un
invito che il Laboratorio Urbano di Iniziativa
di Cremona condivide completamente ma è anche
l'azzeccato titolo di un piccolo fenomeno
editoriale.
Una mini guida, giunta velocemente alla terza
edizione, che ha venduto trentacinquemila
copie dal 2008. Il titolo esteso è per l'esattezza
"Imbrocchiamola.
Dalle minerali al rubinetto. Piccola guida
al consumo critico dell'acqua" edito
da Altreconomia Edizioni ( www.altreconomia.it/libri
) e si può acquistare a soli tre euro presso
il negozio del commercio equo e solidale
di Cremona "Non solo Noi", Corso
Matteotti 40.
L'autore è Luca Martinelli giornalista e
redattore del mensile L'Altreconomia, che
si occupa dei temi dell'acqua come bene pubblico
dal 2005 e per la stessa casa editrice ha
pubblicato nel 2010 il saggio "L'acqua
è una merce". Il libretto è una puntuale
e documentata denuncia di uno scandalo italiano:
la privatizzazione dell'acqua.
Non si tratta del famigerato decreto Ronchi
che sarà fortunatamente sottoposto a referendum
e per cui anche LUCI ha raccolto le firme
( www.acquabenecomune.org/ ).
Qui la privatizzazione è già avvenuta grazie
al vergognoso sistema delle "concessioni"
regionali che per canoni nulli o ridicoli
regalano a poche compagnie il diritto di
appropriarsi ed imbottigliare, guadagnando
milioni, l'acqua di tutti.
Dal rubinetto del 96 per cento degli italiani
esce acqua potabile regolarmente controllata
dalle Asl. Eppure siamo tra i maggiori consumatori
d'acqua minerale.
Ciò contribuisce in modo significativo all'inquinamento
ambientale non solo per la dispersione nell'ambiente
o nelle discariche di milioni di bottiglie
di Pet derivato dal petrolio, ma anche per
l'enorme quantità di tir che intasano le
nostre strade per il trasporto dell'acqua
in bottiglia. La tabella a pagina 15 dimostra
le centinaia di chilometri che le acque commercializzate
devono percorrere per arrivare ai consumatori.
Si tratta quindi di evidenziare una limpida
verità: dagli acquedotti esce un'acqua buona
e sicura ma le aziende imbottigliatrici,
a colpi di spot, impongono ai consumatori
la minerale in bottiglia, cara e poco sostenibile.
Negli ultimi ventotto anni sono quadruplicati i consumi di acqua minerale (nel 2008, 194 litri pro capite) e gli investimenti pubblicitari.
Strano vero? Scheda per scheda nella guida
sono descritte tutte le aziende (5 gruppi
controllano il 60% del mercato) che si spartiscono
una torta da 3 miliardi di euro lasciando
allo Stato le briciole. Per cercare di spezzare
questo meccanismo infernale "Imbrocchiamola!"
allora.
A casa, nelle fontanelle di Cremona (ce ne
sono 66 e sarebbe il caso che AEM le pulisse
con regolarità!) nelle due fonti pubbliche
disponibili Fonte Persico in via Persico
e Fonte Padus al bocciodromo del piazzale
Azzurri d'Italia (rotta da mesi, AEM dovrebbe
ripararla!) ma anche nei locali pubblici.
A pagina 57 la guida ci informa che la Provincia
di Cremona nel 2007 ha chiesto la deroga per il parametro arsenico
rispetto ai valori fissati dal decreto 31/2001
pur restando entro i valori massimi ammissibili
stabiliti dal Ministero della Salute. Nessuna
deroga può rappresentare un pericolo per
la salute umana ma sarebbe il caso che Asl
avvisasse i cittadini (ed anche l'autore
del libro visto che questa edizione è del
marzo 2010! Indirizzo: segreteria@altreconomia.it
) se la deroga sia cessata o sia ancora vigente:
può durare massimo tre anni rinnovabile per
altri tre.
In ogni caso le acque di acquedotto sono
doppiamente controllate (gestore ed Asl) e spesso di qualità superiore a quelle in
commercio. "Imbrocchiamola!" è
dal 2007 anche il nome di una campagna che
invita i cittadini a chiedere acqua di rubinetto
in brocca nei locali pubblici e a segnalare
al sito www.imbrocchiamola.org chi la serve
e chi no.
Proviamo a farlo anche a Cremona: nessun
esercizio può rifiutare l'acqua del rubinetto!
Non esiste assolutamente alcun obbligo di
legge a vendere acqua minerale in bottiglia.
"Imbrocchiamola!" e facciamola
imbroccare allora: risparmieremo denaro e
faremo un gran favore all'ambiente.
Chicca finale. A conferma di quanto scritto
sulla ridicola entità dei canoni di concessione
delle acque minerali (la Regione Lombardia
ha 39 concessioni attive): durante il Consiglio
Regionale Lombardo del 28 settembre 2010,
si è discusso del piano Regionale di Sviluppo
della IX legislatura; i Consiglieri Francesco
Prina, Luca Gaffuri, Fabrizio Santantonio,
Agostino Alloni, Gian Antonio Girelli e Giovanni
Pavesi hanno presentato un ordine del giorno (n.
000148 scaricabile qui http://ff06d02.filefactory.com/dlp/b3c1536/n/consiglio_regionale_odg_148.pdf)
che se fosse stato approvato avrebbe dato
la possibilità a Regione Lombardia di incassare
una cifra pari ad almeno 10 milioni di euro.
L'ordine del giorno riguardava gli introiti
ricavati dai canoni di concessione delle
acque minerali, attualmente la nostra Regione
rispetto a queste concessioni applica un
importo pari a 0,516 euro/mc, cifra molto
inferiore rispetto alla media delle altre
regioni che è di circa 3,00 euro/mc, la proposta
prevedeva l'aggiornamento di questi canoni
portandoli alla suddetta media, ricavando
così una considerevole cifra da destinare
al bilancio regionale.
Così non è andata, la maggioranza di Governo
Regionale ha respinto la proposta. Sarebbe
interessante conoscere dai consiglieri regionali
che hanno votato contro l'ordine del giorno
i perchè di questa incredibile scelta visto
che i proventi derivanti dai canoni di concessione
delle acque minerali vanno alle Province
lombarde per il risanamento idrogeologico
e ambientale dei loro territori.
Non ne abbiamo bisogno? Dobbiamo proprio
regalare l'acqua di tutti a 39 signori che
ci fanno lauti guadagni? Aspettiamo una risposta.
Laboratorio Urbano Civica Iniziativa
www.lucicremona.it
 
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