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 Politica

15 Settembre, 2002
No al nucleare. ( di Annamaria Abbate)
Avere o no una centrale nucleare in casa non è precisamente una cosetta da nulla, è una di quelle questioni su cui i cittadini vorrebbero sentire parole chiare e senza equivoci.

No al nucleare. ( di Annamaria Abbate)
Avere o no una centrale nucleare in casa non è precisamente una cosetta da nulla, è una di quelle questioni su cui i cittadini vorrebbero sentire parole chiare e senza equivoci.
Questa interrogazione è stata depositata lo scorso 30 settembre, in seguito alla diffusione di indiscrezioni sulla possibilità della creazione di un sito di raccolta di scorie radioattive nel territorio cremonese. Nasceva dalla necessità di sapere con chiarezza e trasparenza quale fosse la posizione politica del governo locale e quali iniziative intendesse intraprendere per acquisire dal Governo nazionale le informazioni che la cittadinanza tutta ha il diritto di conoscere.
A quasi un mese di distanza l’interrogazione ha assunto ancor maggiore rilevanza perché alle già inquietanti indiscrezioni si sono aggiunte le dichiarazioni del neoministro Romani che ha parlato esplicitamente di nucleare in Lombardia, tra Cremona e Mantova, praticamente in casa nostra.
Avere o no una centrale nucleare in casa non è precisamente una cosetta da nulla, è una di quelle questioni su cui i cittadini vorrebbero sentire parole chiare e senza equivoci.
Dico senza mezzi termini che fin ora la posizione del centrodestra locale ha generato molte perplessità e più di un interrogativo di fondo.
Un anno fa presentammo una mozione contro il ritorno al nucleare perché già allora indiscrezioni di stampa parlavano di una centrale nel nostro territorio che sembra corrispondere all’identikit richiesto: sicurezza sismica, scarsa densità abitativa, notevole disponibilità di acqua per il raffreddamento del processo sull’asta del Po.
La mozione fu bocciata.
Ora che il problema si ripresenta in maniera ben più tangibile, non è più possibile giocare con le parole. E’ giunto il momento che ciascuno si prenda la responsabilità di fronte ai cittadini di dichiarare la propria posizione e di agire coerentemente.
Perché sia chiaro: al di là di tutte le questioni aperte, i costi reali, i rischi per la salute e l’ambiente, lo smaltimento delle scorie, l’approvvigionamento della materia prima, al di là di tutte queste questioni fondamentali che ci interpellano, ce n’è una che precede tutte le altre e che non si può eludere.
Sto parlando della questione democratica, del diritto dei cittadini di concorrere alle scelte che li riguardano senza che queste passino sulla loro testa, tanto più se si configurano come una colossale operazione affaristica a beneficio dei soliti pochi e a danno di tutti.
Sto parlando, caro Sindaco, cari assessori, del vostro dovere di fare prima di tutto gli interesse dei cittadini che hanno messo per cinque anni il loro futuro nelle vostre mani.
Sul nucleare, le amministrazioni locali dell’asta del Po sono chiamate a fare una scelta di campo, e nessuna può chiamarsi fuori. Una centrale a Viadana non è un fatto che non riguarda il comune di Cremona.
Le dichiarazioni da LEI rilasciate il 17 luglio 2009 vanno in tutt’altra direzione e spero che a distanza di un anno abbia avuto modo di rivederle. Allora si dichiarava favorevole al nucleare e disponibile ad accogliere nel nostro territorio nuove centrali. Riporto un suo virgolettato: “ Si tratta di una strada che non sono certo i Comuni a dover decidere, bensì il Governo centrale” (dal Piccolo 17luglio 2009).
Una dichiarazione a mio avviso molto preoccupante che significa una sostanziale acquiescenza di fronte a qualsiasi decisione calata dall’alto. Alla faccia del tanto sbandierato rispetto dell’autonomia dei territori che la sua parte politica predica a chiacchiere in casa e rinnega nei fatti a Roma come in regione.
Perché è bene che si sappia: la tanto decantata in campagna elettorale filiera dei governi dello stesso colore, dal nazionale alla regione, dalla Provincia al Comune, è una truffa bella e buona e ha prodotto un unico risultato: stiamo diventando la pattumiera della regione. Elettoralmente pesiamo poco, è qui che conviene a lor signori fare il lavoro sporco, e i cani da guardia messi in Provincia e Comune rispondono al loro padrone, non ai cittadini.
Il nucleare è un banco di prova cruciale per questa amministrazione. Dovrà dire chiaramente come intende muoversi. Non può eludere il problema nascondendosi dietro le parole come ha fatto Formigoni che dice tutto e il contrario di tutto : E’ per il nucleare, ma non in Lombardia perché è autosufficiente, però, però, però… apriamo i tavoli e parliamone.
Il progetto di ritorno al nucleare di questo Governo è stato concepito e portato avanti come una misura fortemente centralistica che esautora i territori e impone la costruzione di nuove centrali nucleari anche contro la volontà delle popolazioni locali.
La Legge 99/2009 voluta da questo Governo per avviare il ritorno al nucleare è una mostruosità che ha diversi profili di incostituzionalità. L’iter previsto per la realizzazione delle centrali e per individuare i siti di stoccaggio delle scorie,consente di scavalcare completamente il territorio, compresi Regioni e Enti Locali, e di ridurre la possibilità di informazione dei cittadini fino ad arrivare a militarizzare gli impianti, la cui localizzazione sarà proposta da operatori privati.
Faccio a meno di leggervi gli articoli in questione, nella certezza che abbiate letto tutti la legge.
A fronte di questa impostazione governativa, abbiamo il diritto di sapere come, in che misura e con quali strumenti quest’amministrazione intende far valere il diritto d’informazione e di scelta dei cittadini. L’ente locale più vicino ai cittadini ha il dovere di pretendere che i livelli di Governo più alti sciolgano dal segreto la lista dei siti, fin ora tenuta nascosta.
Si avvii un dibattito serio e trasparente come conviene ad una democrazia e non ad una repubblica delle banane.
Noi pensiamo che il ritorno al nucleare non mantiene nessuna delle promesse: non porta vantaggi economici alle famiglie e alle aziende, non aumenta l’occupazione, è fortemente insicuro per la salute dell’uomo e per l’ambiente, pone il paese in una condizione di dipendenza dall’uranio oltre che dal petrolio.
Siamo convinti che la strada maestra sia quella delle energie rinnovabili, fonte pulita anche di occupazione.
L’affare nucleare che ha avviato questo Governo è invece sporco, molto sporco e non solo per le scorie dalla vita millenaria che lasceremo in eredità ai pronipoti dei nostri nipoti, ma soprattutto perché avviato palesemente per gli amici degli amici di qualcuno a danno di tutti gli altri..

Anna Maria Abbate
Consigliere Comunale Cremona PD

 


       



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