15 Settembre, 2002
Dura risoluzione delle Nazioni Unite contro l’Iran per le continue violazioni dei diritti umani.
Con 88 voti contro 44, il Terzo Comitato dell’Assemblea ha approvato una risoluzione che esprime profonda preoccupazione
Dura risoluzione delle Nazioni Unite contro
l’Iran per le continue violazioni dei diritti
umani.
L’Assemblea Spirituale nazionale dei Bahá’í
d’Italia ha saputo che ieri un
comitato dell’Assemblea generale delle Nazioni
Unite ha duramente criticato
l’Iran per le continue e crescenti violazioni
dei diritti umani.
Con 88 voti contro 44, il Terzo Comitato
dell’Assemblea ha
approvato una risoluzione che «esprime profonda
preoccupazione per le
continue e ripetute violazioni dei diritti
umani» in Iran. Le astensioni
sono state 57.
Si è votato dopo che l’Iran aveva chiesto
una mozione di «non si
proceda», per bloccare la risoluzione con
la richiesta di aggiornare la
discussione, mozione che è caduta con 51
voti favorevoli, 91 contrari e 32
astensioni.
In particolare, la risoluzione prende nota
dei recenti rapporti sul
continuo uso della tortura in Iran, sull’intensificarsi
dell’azione contro i
difensori dei diritti umani, sulla «diffusa
disparità di genere» e sulla
«violenza contro le donne» e sulla discriminazione
delle minoranze, inclusa
quella baha’i.
«Il testo della risoluzione, che è la ventitreesima
condanna
dell’Iran dal 1985, non lascia dubbi sul
fatto che il mondo intero è
profondamente in ansia per le continue violazioni
dei diritti umani in
Iran», ha detto la signora Bani Dugal, principale
rappresentante della
Baha’i International Community presso le
Nazioni Unite.
Il documento di cinque pagine fa eco alla
preoccupazione espressa
dal Segretario generale delle Nazioni Unite
Ban Ki-moon, che in ottobre ha
stilato un rapporto nel quale critica l’uso
della tortura e della pena di
morte in Iran, il deprecabile trattamento
delle donne e le ripetute
violazioni del giusto processo, nonché la
mancata protezione dei diritti
delle minoranze, come nel caso delle comunità
baha’i, sufi, beluci e curda.
La risoluzione chiede inoltre all’Iran di
cooperare con gli
osservatori internazionali dei diritti umani
e di permettere loro di entrare
nel paese.
«La Baha’i International Community accoglie
con grande favore
questa risoluzione, non solo per la sua chiara
visione di ciò che sta
succedendo in Iran ma anche per la sua richiesta
di un maggiore
monitoraggio», ha detto la signora Dugal.
«Come fa notare la risoluzione,
sono trascorsi più di cinque anni dall’ultima
volta in cui l’Iran ha
permesso ai funzionari delle Nazioni Unite
di entrare nel paese per fare
indagini sulle violazioni dei diritti umani,
un fatto chiaramente
inaccettabile, specialmente da parte di un
paese che dichiara al mondo di
non aver nulla da nascondere».
Sostenuta da 42 sponsor, l’odierna approvazione
della risoluzione
da parte del Terzo Comitato praticamente
garantisce l’approvazione
definitiva da parte dell’Assemblea generale
plenaria di dicembre.
La risoluzione dedica un intero paragrafo
al trattamento riservato
in Iran ai membri della Fede baha’i, riportando
un lungo elenco di recenti
attacchi e incidenti occorsi ai baha’i.
In particolare, la risoluzione sottolinea
«lo sforzo crescente
compiuto dallo Stato per identificare, monitorare
e detenere arbitrariamente
dei baha’i, per impedire ai membri della
Fede baha’i di frequentare
l’università e di mantenersi economicamente,
ricorrendo alla confisca e alla
distruzione delle loro proprietà», e «la
profanazione dei loro cimiteri».
Esprime inoltre preoccupazione per i recenti
processi e per le sentenze
contro sette dirigenti baha’i, affermando
che è stato loro «ripetutamente
negato un equo processo».
 
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