E’ stata una bella novità della festa dell’Unità lo spazio multicolore
- nelle proposte musicali come nei sapori - dedicato ma non riservato ai
giovani. E’ stato bello potersi stare all’aperto, ai tavoli del locale 60
gradi, sentire molte lingue e assaggiare il pesce arrostito alla griglia dalla
mamma di Noel, cugina del “nostro pittore” Pacome… Già, questo luogo era
propizio per le amicizie, le ispirava. Era un posto che “sapeva di buono”. E’
stata una magnifica idea.
E’ nata nella testa di Corrado Boni, al quale si sono aggregati con
entusiasmo Marco Pedretti e tanti altri. Così ne parla “l’inventore”:
“Il 60° è un locale kitch realizzato con del materiale povero (lavatrici,
tv fuori uso, bancali in legno ecc.) e reso ancor più gradevole dai girasoli
inseriti in bottiglie colorate e, la sera, dalle candele su ogni tavolo. La
finalità di chi lo ha progettato era esclusivamente di offrire un ambiente
accogliente dove le persone si sentissero a proprio agio. Contribuivano
certamente a creare l’atmosfera anche i profumi degli incensi come gli
splendidi odori della cucina del “Kilimangiaro”; ed è grazie soprattutto a
questa integrazione che la piazza ha potuto animarsi.
E’ stata posizionata anche una macchina per fototessere; i ragazzi durante
l’intera durata della festa erano invitati a contribuire ad una sorta di
collage composto da una infinità di fototessere poste su di una bandiera della
pace.”
Grazie, ragazzi. Speriamo di ritrovare questo angolo anche l’anno prossimo
perché di uno spazio “di tutti i colori”, di una terra di incontro abbiamo
proprio bisogno.