15 Settembre, 2002
Licio D'Avossa: All’istituto di Sospiro una vera «mascalzonata»
Apprendo la «bella» notizia degli appannaggi milionari del Consiglio d’amministrazione che governa la Casa di riposo di Sospiro ecc.
Apprendo la «bella» notizia degli appannaggi milionari del Consiglio d’amministrazione
che governa la Casa di riposo di Sospiro, vale a dire € 50.000 per il
presidente Tadioli e €10.000 per i 3 consiglieri.
In tanti anni di militanza attiva, di cui sono orgoglioso, in un partito
politico di sinistra, io e molti altri miei compagni abbiamo cercato di
comprendere e giustificare molte azioni politiche che non ci convincevano. (...)
Oggi però, di fronte a questa notizia così clamorosa, non ho più intenzione
di tacere poiché tacere sarebbe essere complici in quella che io ritengo una
vera e propria mascalzonata, perpetrata ai danni di un luogo di dolore, di
sofferenza, spesso di disperazione per i familiari. Inoltre, è bene ricordarlo
ai nostri concittadini, per poter entrare in questo tipo di
nosocomio, le famiglie devono sborsare circa 3.000 € di retta mensile. Io mi
chiedo con quale coraggio si è potuto assumere una delibera simile. Si è
andati ben oltre il cinismo. Tadioli cerca di giustificarsi in modo quasi
tragi-comico, asserendo che ha solo seguito l’indirizzo della giunta
regionale. A me risulta che la stragrande maggioranza dei presidenti di queste
Fondazioni si sono comportati in modo diametralmente opposto. Ma basta restare a
Sospiro per capire che un’altra strada era percorribile, quella indicata dal
dr. Riccardo Piccioni, il quale ha rinunciato agli emolumenti.
Ho sempre avuto una grande stima per il Dr. Piccioni, pur militando in
formazioni diverse, tanto che l’ho indicato, assieme al prof. Franco Verdi,
come candidato sindaco alle ultime elezioni. Provo grande soddisfazione nel
vedere ben riposta tanta stima, ma le assicuro, sig. direttore, che provo una
rabbia immensa per quello che ha fatto un mio compagno di partito. In sfregio
agli alti insegnamenti morali che hanno caratterizzato le nostre azioni negli
anni. Anch’io, come tanti altri, sono stato presidente o consigliere di enti
di secondo livello.Ma non mi ha mai sfiorato l’idea di accettare l’incarico
in cambio di emolumenti, anche minimi. E tutto questo accade in un momento di
grande difficoltà per gli italiani (...).
A Tadioli rispondo che, se vuole, ci possiamo confrontare in un dibattito
pubblico, anticipando sin d’ora che, se fosse ancora possibile, io mi
candiderei alla presidenza della C.d’A. della Casa di riposo di Sospiro senza
pretendere una lira, nemmeno a titolo di rimborso spese. Sono certo che non
farei peggio di lor signori.
Licio D’Avossa
Presidente del Tribunale dei Diritti dell'Ammalato di Cremona
 
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