Non è buona l’aria che si respira di questi tempi in Sicilia.
I tentativi di scardinamento del Piano Paesistico delle Eolie, e più ancora
le deroghe alle costruzioni in zona agricola, sono preoccupanti indicatori di un
nuovo assalto al territorio, se è possibile, ancora più sfacciato e più
arrogante che in passato.
Ma la distruzione dei valori paesaggistici ed ambientali in nome di un
presunto sviluppo dell’economia si concretizza pure attraverso la
realizzazione di opere pubbliche, progettate e finanziate più per attivare il
circuito degli appalti che per rispondere alle esigenze della collettività.
Un caso esemplare di questo genere è quello della “Grande Muraglia” di
Piraino, paesino in provincia di Messina.
Qui, negli anni ’90, l’amministrazione comunale (poi sciolta per
infiltrazioni mafiose) progettò il consolidamento dell’abitato. Praticamente
un muraglione lungo un chilometro ed alto 8 metri per stabilizzare un versante
dichiarato in dissesto.
Un dissesto solo presunto, dal momento che in questi ultimi 14 anni non è
successo nulla, in realtà solo un alibi per ottenere un finanziamento di 12
miliardi delle vecchie lire da spendere nella progettazione e nella costruzione
di muri in cemento armato dal devastante impatto ambientale.
I primi anni ’90 sono segnati dalle inchieste di tangentopoli, e della
Muraglia non si parla più.
Passano alcuni anni, passa la bufera, si ricompone il blocco di interessi che
spinge per realizzare l’opera, e così, nel 2000, la Muraglia ritorna all’ordine
del giorno.
Legambiente Nebrodi si oppone all’insensato progetto e dimostra l’inutilità
e la dannosità degli interventi avvalendosi di consulenze specialistiche.
Dall’altro lato, a volere l’opera le amministrazioni comunali che si
succedono e l’intero arco delle forze politiche (?): il sindaco con la
giustificazione di dovere portare avanti una pratica amministrativa, anche a
prescindere dalla qualità, le forze politiche (di qualsiasi schieramento)
perché “non si può perdere il finanziamento”.
La battaglia è dura, perché grossi sono gli interessi in gioco, e quando si
è in condizione di mettere in circolazione tanto denaro è possibile coagulare
solidarietà e alleanze di ogni tipo.
Anche Legambiente ha trovato però le sue alleanze, quella parte di opinione
pubblica del paese meno timorosa di esporsi, la CGIL di Messina, alcuni
professionisti motivati dal rigore scientifico e dal senso della cittadinanza,
alcuni parlamentari siciliani del centro sinistra. E, confortata anche da queste
vicinanze, ha presentato un corposo esposto a varie Autorità perché
valutassero la bontà del progetto e la trasparenza delle procedure. Del caso si
sono occupate diverse testate giornalistiche nazionali.
E’ di questi giorni la notizia che l’amministrazione comunale di Piraino
ha annullato la gara di appalto, già avviata, perché non ha ottenuto un atteso
visto dall’assessorato regionale territorio ambiente; già qualche anno fa era
stato lo stesso assessorato a bloccare il procedimento. E’ vittoria
definitiva? Forse no. Ci sarà da combattere ancora, ma certamente questo
secondo stop è un risultato importante, che conforta l’azione di contrasto e
che mostra i primi cedimenti nella Grande Muraglia.
Salvatore Granata (Presidente Legambiente Nebrodi)