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 Politica

15 Settembre, 2002
Consiglio Comunale - Seduta del 24 gennaio 2005
Annunciata la preparazione di un Regolamento sui pubblici spettacoli

Prima dell’apertura dei lavori, il Presidente del Consiglio Comunale Mauro Fanti ha rammentato ai consiglieri comunali la ricorrenza del 27 gennaio, Giornata della Memoria, e gli appuntamenti organizzati a Cremona per questa occasione. Successivamente il Presidente del Consiglio Comunale ha invitato l’Assemblea ad osservare un minuto di silenzio quale doveroso segno di rispetto per la morte del maresciallo dell’Esercito Simone Cola ucciso in Iraq.
Interrogazione in data 14 dicembre 2004 presentata dal Consigliere Comunale del Gruppo Consiliare “Democratici di Sinistra” Giuseppe Ghisani in ordine all’assenza di contributo statale rispetto ai notevoli danni, subiti dai cittadini in seguito alla grandinata del 2003
(Testo dell’interrogazione: Chiedo alla Giunta e al Sindaco aggiornamento circa le notizie di stampa inerenti l’assenza di contributo statale rispetto ai notevoli danni, subiti dai cittadini, della grandinata del 2003. Attesa l’eccezionalità dell’evento meteorologico, la dichiarazione ufficiale governativa di riconosciuto stato di calamità naturale, i numerosi e gravi danni materiali subiti da migliaia di concittadini ad abitazioni civili, strutture aziendali, autovetture, si chiede l’impegno, se quanto letto corrisponde al vero, di una pressante richiesta ai parlamentari cremonesi affinché, alla dichiarazione dello stato di calamità naturale, il governo faccia seguire il conseguente adeguato intervento economico verso i concittadini danneggiati).
All’interrogazione ha risposto l’Assessore Stefano Campagnolo: La normativa sulla Protezione Civile distingue gli eventi calamitosi in grandi eventi e piccole emergenze. I grandi eventi sono quelli per i quali viene dichiarato lo stato di calamità da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, come è appunto avvenuto il 31 luglio 2003 per l’accidente atmosferico che ha interessato parte della provincia cremonese e che ha colpito con particolare violenza proprio la città di Cremona il 26-27 giugno 2003. In genere a questa attestazione segue un apposito finanziamento per il risarcimento dei danni da parte del Governo: come giustamente afferma il Consigliere nella sua interrogazione, tale stanziamento di fondi non è però mai avvenuto. La Regione Lombardia, dopo avere sollecitato direttamente l’intervento statale, ha attinto ai propri fondi (quelli ordinariamente disponibili per le cosiddette piccole emergenze) e ha stanziato per coprire questo evento nella nostra provincia € 2.250.000,00. L’erogazione dei contributi e la modalità di gestione degli stessi sono disciplinati dalla Direttiva regionale n. 7/15803 del 23 dicembre 2003. La procedura adottata in questa occasione prescinde però dalle modalità contemplate nella direttiva, avendo la Regione scelto, di fatto, di delegare alla Provincia per stabilire un’equa ripartizione dei fondi. La Provincia ha convocato quindi più volte i Sindaci dei 17 Comuni interessati (7 dei quali hanno dichiarato di non avere subito danni) a partire dal 27 agosto scorso ed ha elaborato una proposta di regolamento, ancora in corso di discussione, da sottoporre loro per ripartire il fondo regionale. L’assemblea dei Sindaci ha convenuto, stante l’esiguità dei fondi a disposizione rispetto all’entità dei danni presunti, di rifondere i soli enti pubblici. Per ricordare le dimensioni dell’evento, basti ricordare i dati relativi al solo Comune di Cremona che riportato danni agli immobili di sua proprietà per € 3.126.231,52, interamente coperti dall’assicurazione, e complessivamente, comprendendo anche i privati cittadini, danni per più di 80 milioni di Euro, con circa 4600 denunce di danno. E’ bene ricordare che in una prima fase la stima del danno è sempre piuttosto grossolana e viene effettuata su apposita modulistica prevista dalla normativa regionale. A tale proposito voglio sottolineare con forza che gli uffici del nostro Comune hanno scrupolosamente seguito le procedure. L’interrogazione del consigliere Ghisani reclama un aggiornamento, ma si conclude richiedendo un impegno per sollecitare un finanziamento statale per risarcire i danni subiti dai privati cittadini. Credo che la Giunta possa fare sua questa richiesta come raccomandazione.
Il consigliere Ghisani si è detto soddisfatto della risposta, che ha definito esauriente.
Interrogazione in data 3 gennaio 2005 presentata dai Consiglieri Comunali del Gruppo Consiliare “Forza Italia” Salvatore Carlo Malvezzi e Carlalberto Ghidotti circa i costi sostenuti dall’Amministrazione Comunale per i festeggiamenti di Capodanno (Testo dell’interrogazione: Premesso che l’Amministrazione Comunale di Cremona ha organizzato, come consuetudine, una manifestazione per i festeggiamenti legati alla fine dell’anno 2004; i tragici fatti accaduti nei giorni scorsi nel sud-est Asiatico con la morte di migliaia di persone, hanno inciso profondamente nella coscienza di tutti i cittadini; da più parti è giunto l’invito a mantenere una giusta sobrietà (moderazione dei modi e dei costi) da tenersi durante i festeggiamenti di capodanno in segno di rispetto per il dolore di tante famiglie; i cittadini e le istituzioni stanno elargendo offerte a sostegno delle popolazioni provate da un evento così grave, affrontando per quanto anche sacrifici personali; da notizie di stampa parrebbe che l’Amministrazione Comunale di Cremona abbia speso per la sola festa di capodanno 2004 avvenuta in Piazza Stradivari oltre 28.000,00 euro ai quali aggiungere altri 14.000,00 euro per altre manifestazioni itineranti tenutesi nei gironi precedenti e per l’illuminazione artistica dei giardini di Piazza Roma, per un totale di 42.000,00 euro; si chiede di voler comunicare al Consiglio Comunale il dettaglio dei costi sostenuti per i festeggiamenti di fine anno, per il noleggio delle illuminazioni e per eventuali altre iniziative).
All’interrogazione ha risposto il Vice Sindaco Luigi Baldani: L’Amministrazione Comunale ha approvato la spesa relativa alle iniziative del Natale e di Capodanno che è specificata in un’apposita detrmina. Il costo complessivo ammonta a poco più di 44 mila Euro con distinzione tra animazione natalizia, pari a 15 mila Euro e 29 mila Euro circa per la festa di Capodanno. Nel 2003 era stata prevista una spesa di 140 mila Euro e l’anno scorso il Comune aveva concesso un contributo di 55 mila Euro, dunque superiore a quello del 2004, quando si è cercato di contenere le spese anche su questo fronte. Va tenuto presente che nel 2003 vi era stato il concorso anche dei privati, cosa non avvenuta nel 2004, anche se però non si poteva non organizzare alcun evento. Nella maggioranza dei capoluoghi di provincia, alla luce di quanto avvenuto nel Sud Est asiatico - è stata comunque mantenuta l’iniziativa, e precisi impegni erano stati assunti con gli organizzatori della Festa e non si poteva recedere dal pagamento delle spese: bloccare ogni iniziativa significava impedire ai cittadini di partecipare ad un evento significativo e perdere i soldi che erano già stati impegnati. In altre città, vicine a Cremona, è stata sostenuta una spesa di gran lunga superiore non solo a quella stanziata per tutte le iniziative natalizie, ma anche per la Festa di Capodanno, per esempio Bergamo, Milano, Parma, Mantova ed altre ancora.
Il consigliere Malvezzi si è detto non soddisfatto per la risposta ottenuta, lamentando lo scontro con l’ASCOM che ha influito in maniera pesante sugli allestimenti. Il consigliere ha stigmatizzato i paragoni con le altre città dove sono state realizzate manifestazioni di spessore ben diverso e ha comunque dichiarato elevata la somma messa disposizione solo per la festa di Capodanno che non ha visto la presenza di complessi musicali di rilievo.
Mozione in data 5 ottobre 2004 presentata dal Capogruppo del Gruppo Consiliare “Partito Comunista Rifondazione” Cinzia Zampini con cui il Consiglio Comunale si impegna a promuovere momenti di confronto con le comunità straniere presenti sul territorio cittadino anche attraverso l’istituzione di specifici luoghi di incontro (Testo della Mozione: Il Consiglio Comunale di Cremona, premesso che già durante lo scorso mandato è stato avviato un dibattito avente come oggetto l’opportunità di individuare i percorsi atti a migliorare l’integrazione dei cittadini stranieri e/o extracomunitari e promuovere la loro partecipazione alla vita pubblica locale, ritenuto che l’estensione del diritto di voto amministrativo attivo e passivo ai cittadini stranieri e/o extracomunitari residente nel Comune di Cremona rappresenta una scelta di civiltà in una società che, anche nella nostra città, assume sempre più la caratteristica della multietnicità, richiamati l’art. 8 comma 5 del T.U. delle leggi sull’ordinamento delle autonomie locali D.Lgs. 18/8/2000 n° 267 che recita “lo Statuto…. Promuove forme di partecipazione alla vita pubblica locale…. Degli stranieri regolarmente residenti, l’Art. 9 comma 4 del D.Lgs. 286/1998 /testo unico sull’immigrazione) che dispone che lo straniero titolare di carta di soggiorno può partecipare alla vita pubblica esercitando anche l’elettorato quando previsto dall’Ordinamento, le recenti modifiche al Titolo V della Costituzione che attribuiscono ruoli e competenze più forti ad Enti Locali e Regioni, l’Art. 2 lettera f del vigente Statuto del Comune di Cremona che recita “opera per il riconoscimento e la tutela dei diritti di cittadinanza degli stranieri residenti nel proprio territorio, nel rispetto delle diverse culture. Ricordato che gli Statuti di altri Enti Locali di grandi e medie dimensioni quali quelli del Comune di Genova o della Regione Toscana sono stati modificati per attuare l’estensione del diritto di voto amministrativo agli stranieri extracomunitari, i diritti di elettorato attivo e passivo ai cittadini stranieri e/o extracomunitari alle elezioni amministrative sono già riconosciuti in Irlanda (dal 1963), in Svezia (dal 1975) in Danimarca (dal 1981) in Olanda (dal 1985) e in Norvegia (dal 1993), in attesa che il Governo emani il provvedimento normativo per l’estensione del diritto di voto amministrativo ai cittadini stranieri e(o extracomunitari più volte annunciato, tutto ciò premesso, il Consiglio Comunale di Cremona si impegna a promuovere momenti di confronto con le comunità straniere presenti sul territorio cittadino anche attraverso l’istituzione di specifici luoghi di incontro così come previsti dal vigente Statuto. Il Consiglio Comunale di Cremona, inoltre, da mandato alla competente Commissione Affari Istituzionali e agli uffici legali del Comune di studiare le iniziative necessarie all’estensione del diritto di voto amministrativo ai cittadini stranieri e/o extracomunitari legalmente soggiornanti in Italia e residenti nel Comune di Cremona).
Il dibattito è stato aperto dall’intervento dell’Assessore Daniela Polenghi che ha comunicato che l’ANCI nazionale ha approvato una mozione nella quale si dice che bisogna porsi un problema di equità, di giustizia, di democrazia: il Comune è pertanto considerato il “luogo che definisce il patto di cittadinanza e le regole democratiche della convivenza nella comunità di riferimento”. Questa mozione è stata presentata anche a Cremona lo scorso mese di dicembre, e l’Amministrazione si è presa la responsabilità di iniziare a parlare di questo patto e partire da un territorio che da tempo lavora per l’accoglienza e l’integrazione, anche se attraversate da vicende difficili. Si tratta di parlare di inclusione, non di colonizzazione. Inclusione è estensione dei diritti nel reciproco riconoscimento. Parlare di voto non significa eludere altri problemi più concreti e materiali: lavoro, casa, permesso di soggiorno. Parlare di voto significa affrontarli in modo all’impianto della Bossi-Fini per la quale immigrato significa “lavoratore usa e getta”. Parlare di voto vuol dire invece partire da un impianto diverso, nel quale l’immigrato è considerato come cittadino soggetto di diritti e doveri, detentore degli strumenti democratici per indirizzare le scelte di chi lo forma. L’Assessore Polenghi ha quindi anticipato che nel Bilancio di Previsione che verrà presentato la prossima settimana, esiste un capitolo dedicato alla promozione dei diritti di cittadinanza. In questo modo il Comune si è posto come finalità l’impegno per la promozione dei diritti di cittadinanza che è supportato da una forte presa di posizione dell’ANCI nazionale, per aprire un percorso che porti alla pienezza dei diritti, compreso l’elettorato attivo e passivo, i cittadini stranieri regolarmente residenti, ad iniziare dal diritto alla salute, al lavoro tutelato, alla casa, all’istruzione, al rispetto dell’identità culturale e religiosa. Ogni diritto riconosciuto e garantito implica l’assunzione di responsabilità da parte di chi lo esercita e reciprocità nel riconoscere il diritto dell’altro: per questo si ritiene che tutto il tessuto sociale possa trarre giovamento e coesione da un’integrazione che viene dall’uguaglianza e dal reciproco riconoscimento. Il percorso, che sarà condotto insieme alla Provincia di Cremona, potrà portare a modifiche degli statuti comunali e provinciali che consentano il voto amministrativo ai cittadini immigrati. Nella consapevolezza della complessità dell’iter e della necessità che esso sia il più possibile discusso e condiviso, in primo luogo con le associazioni degli immigrati si prevede la creazione di un Centro Multiculturale, gestito da Comune, Provincia, associazionismo e volontariato, che divenga sede e strumento di conoscenza, di discussione ed elaborazione sociale e culturale sul tema dell’intercultura e della partecipazione.
Dopo gli interventi dei consiglieri Giuseppe Bosio, Carlo Malvezzi (che ha contestato l’ammissibilità della mozione sostenendo che competente a legiferare sul tema del voto agli stranieri è il Parlamento), Matteo Lodi, Irene Nicoletta De Bona, Goffredo Iachetti e Cinzia Zampini, ed una breve replica dell’Assessore Polenghi sugli aspetti di natura giuridica, la mozione è stata messa ai voti ed è stata approvata con il voto contrario di FI, AN, Lega Nord e UDC.
Mozione in data 9 ottobre 2004 presentata dal Consigliere del Gruppo Consiliare “Gruppo Misto” Matteo Lodi con cui si chiede il riconoscimento della cittadinanza onoraria di Cremona al Premio Nobel per la Pace 2004 Wangari Maathai, esponente ecologista del Kenya (Testo della mozione: E’ stata accolta in tutto il mondo con grande apprezzamento la notizia dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2004 all’esponente ecologista del Kenya Wangari Maathai leader del movimento Green Belt grazie al quale sono stati piantati più di 30 milioni di alberi in tutta l’Africa per frenarne il processo di desertificazione. Il Nobel assegnato a questa donna coraggiosa, Mama Mici, “la madre degli alberi” e al lavoro da lei fatto rappresenta anche una svolta nel modo di intendere l’impegno per la pace poiché si arriva, finalmente, a far emergere le radici profonde dei conflitti che sono sempre più spesso da ricercare nelle condizioni di miseria e di disparità sociale a livello globale su di uno scenario dove le tematiche ambientali assumono una grandissima importanza. Crediamo, infatti, che una delle modalità più incisive per costruire la pace e per la riduzione dei conflitti sia quella di impedire il degrado dell’ambiente, fermare l’avanzata del deserto che produce sconvolgimenti climatici e che spinge milioni di individui ad abbandonare le campagne e ad emigrare forzatamente verso il nord del mondo. Per queste ragioni, e per dar forza e risalto al lavoro fatto in questi decenni da questa donna africana si chiede al Consiglio Comunale di assegnare la cittadinanza onoraria della città di Cremona a Wangari Maathai Nobel per la Pace 200, di comunicare tramite l’ambasciata del Kenya a Roma questo riconoscimento sollecitando una visita nella nostra città del Nobel per la Pace 2004).
Dopo l’illustrazione della mozione da parte del consigliere Matteo Lodi, ha aperto il dibattito il consigliere Pierluigi Rotelli preannunciando l’astensione del suo gruppo per rispetto, in quanto, avendo Wangari Maathai ricevuto il Premio Nobel per la Pace, è automaticamente cittadina del mondo e non ha bisogno di altri riconoscimenti. Voto contrario è stato preannunciato dal consigliere Giovanni Jacini per motivazioni non molto dissimili da quelle espresse dagli esponenti dei DS. Cinzia Zampini, a nome di Rifondazione Comunista, ha invece sostenuto la proposta del consigliere Matteo Lodi. Il Sindaco, a prescindere dal voto del Consiglio Comunale, si è impegnato a fare in modo che il Premio Nobel per la Pace venga a Cremona per un momento di confronto. La mozione è stata quindi messa ai voti ed è stata respinta con soli sei voti favorevoli (Lodi, Zampini, Trombini, Rossetti, Genesi, Bergonzi). I voti contrari sono stati 9 (Carlino, Ceraso, Frassi, Ghidotti, Jacini, Malvezzi, Poles, Quinzani, Vacchelli). Gli astenuti sono stati 22 (Balsamo, Borsella, Bosio, Capelletti, Capellini, Carini, Corada, De Bona, Demicheli, Feroldi, Ferrari, Galletti, Ghisani, Giazzi, Iachetti, Maffini, Manfredini Alessia, Maschi, Fanti, Rotelli, Virgilio, Zaffanella).
Mozione in data 8 novembre 2004 presentata dal Consigliere Comunale del Gruppo Consiliare “Gruppo Misto” Matteo Lodi in ordine alla modifica della segnaletica verticale e orizzontale in via Boldori e in via dei Mille (Testo della mozione: Il Consiglio Comunale, osservato che in via dei Mille da S. Ilario a C.so Garibaldi e invia Boldori la sosta è interdetta su entrambi i lati; osservato che la larghezza della suddetta via è sufficiente; osservato che sono in vigore sensi unici verso il C.so Garibaldi e verso via Tribunali; osservato che tali modifiche agevolano lo spostamento da e verso il centro con le biciclette, delibera di modificare la segnaletica verticale e orizzontale nelle due suddette vie per agevolare il traffico ciclabile). La mozione è stata modificata nella parte finale in questo modo: …”delibera di modificare la fattibilità in tempi brevi di una modifica della segnaletica verticale ed orizzontale nel due suddette vie per agevolare il traffico ciclabile”.
Su richiesta del presentatore, la mozione è stata rinviata ad altra seduta.
Mozione in data 16 novembre 2004 presentata dal Consigliere Comunale del Gruppo Consiliare “Forza Italia” Arrigo Frassi in ordine alla segnaletica di “divieto di fermata” (Testo della mozione: Posto che qualche anno fa è stato introdotto dal codice della strada l’utilizzo del cartello “divieto di sosta e fermata”. Considerato che questa limitazione (finalizzata a maggior tutela della circolazione, dove anche una sosta temporanea sarebbe motivo di intralcio) dovrebbe rappresentare l’eccezione al divieto di sosta. Constatato che nel nostro comune tale prescrizione viene utilizzata in maniera preponderante anche laddove il suo utilizzo non appare giustificato. Considerato inoltre che l’utilizzo ingiustificato del divieto di sosta e di fermata non consente una corretta valutazione delle priorità di intervento da parte della Polizia Municipale,il Consiglio Comunale di Cremona impegna la Giunta e l’Assessore competente ad effettuare un censimento di entrambi i divieti, finalizzato ad un utilizzo mirato e non indiscriminato del “divieto di sosta e di fermata”).
Il consigliere Frassi, dopo i chiarimenti degli Assessori Daniele Soregaroli e Caterina Ruggeri, ha apportato un emendamento alla sua mozione togliendo, nella frase finale, “e non indiscriminata”. La mozione è stata respinta a larga maggioranza.
Ordine del giorno in data 10 novembre 2004 presentato dal Presidente del Consiglio Comunale Mauro Fanti concernente la formazione civile e la gestione dei beni confiscati alle mafie (Testo dell’ordine del giorno: Il Consiglio Comunale di Cremona, Considerato che con la riforma del Titolo V della Costituzione, ed in maniera specifica con l’art. 114, viene riconosciuta a pieno titolo la funzione degli Enti Locali come organi istituzionali costitutivi e fondanti della Repubblica; rilevato che da ciò discende un dovere preciso per gli Enti Locali di promuovere la formazione civile e democratica delle proprie comunità; consapevole che questo processo deve essere favorito non solo con l’accrescimento e l’espansione dei momenti e delle iniziative volte alla promozione della cultura della legalità, ma anche attraverso uno sforzo per il contrasto e la prevenzione di tutti quei crimini mafiosi che, oltre a costituire un’aperta minaccia all’incolumità e alla sicurezza dei cittadini, risultano essere veri e propri ostacoli al libero esercizio dei diritti e dei doveri di cittadinanza di ogni singolo; riconosciuto come il tema della gestione dei beni confiscati alle mafie sia in questo quadro un elemento essenziale in quanto il loro riutilizzo a fine sociali da un lato simboleggia la riconquista da parte della comunità di un bene sottrattole con la violenza e il malaffare e dall’altro lato offre strutture capaci di ospitare importanti iniziative di carattere sociale e formativo per tutto il tessuto civile; rilevato altresì come la presenza di beni confiscati in tutto il territorio nazionale sia una ulteriore testimonianza, se mai ve ne fosse bisogno, del fatto che le mafie ormai hanno interessi che vanno ben al di là dei luoghi di insediamento tradizionale, senza nascondere però che esistono territori dove la presenza mafiosa costituisce un vero e proprio contropotere a quello legalmente costituito; chiede che venga mantenuto il principio cardine della Legge 109 del 1996, ossia l’uso sociale dei beni confiscati, esprimendo fin da ora una profonda contrarietà a qualsiasi ipotesi di vendita dei beni immobili confiscati, a qualsiasi modifica che possa prevedere tra i beneficiari l’introduzione di soggetti privati o cosiddetti profit e a qualsiasi cambiamento del regime di destinazione dei beni che non sia teso ad incrementare l’uso sociale dei beni stessi. Si impegna a promuovere ogni intervento, azione o ipotesi legislativa che possa favorire l’uso sociale di beni confiscati alle organizzazioni mafiose sia nell’ambito delle competenze che delle prerogative comunali, provinciali, regionali o nazionali. A tale scopo dichiara la propria adesione al progetto di legge regionale allegato al presente ordine del giorno. Si impegna inoltre, se nel territorio comunale sono presenti beni confiscati, ad assumere iniziative corrispondenti allo spirito della Legge 109 del 1996 e quindi a promuovere l’uso sociale dei beni confiscati inteso come valorizzazione economica e simbolica degli stessi al fine di una crescita complessiva della coscienza antimafia e dello spirito di legalità democratica nella comunità che questa assemblea rappresenta. Per raggiungere questo scopo ritiene indispensabile assumere le seguenti iniziative: Adoperarsi affinché i beni confiscati alle mafie presenti sul territorio comunale arrivino tutti in modo celere ad una destinazione certa e attiva. Per raggiungere questo obiettivo sia l’Amministrazione che il Consiglio Comunale svolgeranno una attività di scambio di informazioni e di stimolo reciproco con le Amministrazioni dello Stato ed i soggetti coinvolti nel processo di assegnazione del bene. Quindi saranno mantenuti rapporti costanti con la sede territoriale dell’Agenzia del Demanio, con l’Ufficio Territoriale del Governo e con gli Amministratori Giudiziari incaricati della gestione dei beni confiscati presenti sul territorio. Inoltre sia l’Amministrazione che il Consiglio Comunale si impegnano a orientare le proprie scelte, tanto sul piano economico quanto sul piano sociale e culturale, alla eventuale disponibilità di beni confiscati coinvolgibili nei progetti di intervento locale; esprimere il parere all’ufficio Territoriale dell’Agenzia del Demanio, così come previsto dalla legge nel meccanismo di assegnazione dei beni confiscati, in modo da suggerire un percorso di destinazione del bene il più possibile chiaro, trasparente e condiviso dalla comunità. E’ opportuno infatti che tutti i soggetti possibili assegnatari dei beni ed in particolare quelli appartenenti al privato sociale associazioni, cooperative sociali e comunità di recupero per tossicodipendenti siano informati della possibilità di usufruire di un bene confiscato e stimolati a includerlo nella loro progettualità. E’ fondamentale poi che i criteri con cui i beni confiscati disponibili vengono assegnati siano meditati e trasparenti ed immediatamente resi pubblici. A questo scopo è necessario che l’Amministrazione Comunale individui un referente unico della materia che serva da punto di riferimento per quanti intendono ottenere un bene confiscato e come garante della trasparenza nelle assegnazioni; far crescere nel modo maggiore possibile l’aspetto valoriale connesso all’uso sociale dei beni confiscati alle mafie comunicando in modo appropriato, deciso ed evidente ogni attività significativa intrapresa sulla materia. A questo scopo saranno organizzati momenti informativi dedicati all’intera cittadinanza, emesse comunicazioni alla stampa e utilizzati, ove presenti, strumenti informativi prodotti dall’Amministrazione. Decide di inviare il presente ordine del giorno a: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Interno, Ministero delle Finanze, Ministero di Grazia e Giustizia, Presidenza della Commissione Europea, Commissione Parlamentare Antimafia, Agenzia Centrale del Demanio, Presidente della Regione, Presidenza del Consiglio Regionale).

Dopo un breve dibattito, l’ordine del giorno, illustrato dal Presidente del Consiglio Mauro Fanti, è stato posto ai voti ed approvato a larga maggioranza. Hanno votato contrario gli esponenti della Lega Nord, mentre si sono astenuti FI, AN, ed UDC.
Ordine del giorno in data 12 novembre 2004 presentato dal Consigliere Comunale del Gruppo Consiliare “Forza Italia” Laura Carlino in merito all’acquisizione del violino Vesuvius 1727 (Testo dell’ordine del giorno: La notizia del lascito del musicista italo-inglese Remo Lauricella, che permetterebbe a Cremona di entrare in possesso del violino Vesuvius, realizzato nel 1727 da Antonio Stradivari, catalizza da giorni l’attenzione e l’interesse di tutti coloro che, a diverso titolo, hanno a cuore la cultura, l’arte, la storia e le tradizioni della nostra città. Le positive dichiarazioni d’intenti del Sindaco Corada, che si è immediatamente impegnato affinché le difficoltà di ordine economico possano venire superate, fanno onore non soltanto alla sua persona, ma all’intera città che in virtù della sua carica egli rappresenta. La cittadinanza stessa non ha mancato di far sentire il suo completo e generoso appoggio, dimostrando una volta di più la sensibilità dei Cremonesi quando si tratta di sostenere, valorizzare e diffondere il patrimonio artistico della nostra città. Tutto ciò premesso, consapevole dell’importanza civile e del significato politico di un’approvazione unanime, IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA ad attivarsi con ogni mezzo e con qualsiasi iniziativa idonei, al fine di riportare alla città di Cremona lo stradivariano Vesuvius 1727, patrimonio culturale universale e vanto della tradizione liutaria cremonese).
L’ordine del giorno è stato ritirato dalla proponente in attesa di avere maggiori informazioni riguardanti questa vicenda.
Mozione in data 10 novembre 2004 presentata dal Consigliere Comunale del Gruppo Consiliare “Forza Italia” Carlalberto Ghidotti circa il pagamento del canone di manutenzione al servizio di telesoccorso - secondo semestre 2003 (Testo della mozione: Premesso che in data 1 luglio 2003 il Comune di Cremona ha applicato il regolamento approvato il 26 giugno 2003 dal Consiglio Comunale di Cremona, circa l’applicazione del canone mensile di partecipazione ai costi dell’unità di offerta denominata “Telesoccorso”, con il quale si sostituiva alla ditta I.T.G. S.p.A. di Milano nella manutenzione degli apparecchi già in possesso di privati cittadini, per la maggior parte anziani e portatori di handicap; tale regolamento ha previsto l’esenzione dal pagamento del canone mensile di manutenzione per i soli nuclei familiari il sui ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) fosse risultato inferiore a € 5.200; considerato che il 16 luglio 2003 la ditta I.T.G. S.p.A. di Milano, che ha effettuato il servizio di manutenzione degli apparecchi di Telesoccorso negli anni precedenti la presa in carico da parte del Comune di Cremona, ha regolarmente emesso le fatture relative al secondo semestre 2003 a tutti i soggetti beneficiari del servizio di Telesoccorso; tutti i possessori di apparecchi Telesoccorso hanno regolarmente pagato la fattura di € 46,51, relativa al secondo semestre 2003;solo in data 6 ottobre 2003, con lettera a tutti i beneficiari del servizio di Telesoccorso, veniva data notizia della decisione del Comune di sostituirsi alla ditta I.T.G. S.p.A.; preso atto che in data 30 giugno 2004 il Comune di Cremona, incurante dei versamenti già effettuati e dei continui reclami, ha preteso il pagamento della somma di € 42,36, come canone di manutenzione per il secondo semestre 2003 (già pagato alla I.T.G. S.p.A.), a quei nuclei famigliari con ISEE superiore ad € 5.200 (che sono la maggioranza); denuncia la grave omissione commessa dal Comune di Cremona non comunicando il corretto beneficiario della quota del secondo semestre 2003 del servizio manutenzione;il grave ritardo con cui il Comune di Cremona ha comunicato il cambiamento avvenuto ai soggetti che fruiscono di questo servizio; chiede l’immediata restituzione degli importi richiesti nel giugno 2004, per il pagamento dei canoni già pagati nel luglio 2003 alla I.T.G. S.p.A.; chiede, altresì, la presentazione di scuse ufficiali per tutte le difficoltà create con questa vicenda a soggetti che già quotidianamente devono convivere con gravi problemi).
L’Assessore Maura Ruggeri è intervenuta in prima battuta su questa mozione affermando quanto segue: La mozione denuncia un’indebita richiesta di corresponsione del canone di manutenzione per il servizio di telesoccorso, per il secondo semestre 2003, da parte del Comune, ad utenti che avrebbero già versato tale canone nell’ambito di un contratto privato, con rinnovo annuale, sottoscritto dagli stessi, con la ditta fornitrice dell’apparecchio. Mi sono pertanto attivata presso gli uffici per verificare se, effettivamente, quanto denunciato avesse fondamento e pertanto si potessero ravvisare errori gestionali nell’applicazione degli indirizzi approvati all’unanimità dal Consiglio Comunale relativamente all’introduzione del Regolamento del servizio del telesoccorso. I risultati della verifica dimostrano che quanto sostenuto nella mozione è priva di fondamento. Ricostruiamo i fatti. Il Consiglio Comunale il 26 giugno 2003, con l’introduzione dell’ISEE, approva il Regolamento del servizio di telesoccorso. Cosa stabilisce il regolamento approvato dal Consiglio? Stabilisce che: la Giunta Comunale determini annualmente il costo mensile del servizio, ottenuto dividendo il contributo riconosciuto su base annua alla Croce Rossa per il numero delle apparecchiature funzionanti e per 12 mensilità aumentato di una percentuale di costi relativi all’installazione ed alla manutenzione necessaria allo svolgimento del servizio, pure determinato annualmente dalla Giunta Comunale. Nella stessa deliberazione consiliare viene stabilito che il regolamento esplichi la sua efficacia dal 1° luglio 2003. La Giunta Comunale il 16 luglio 2003 in attuazione del predetto Regolamento, oltre a fissare il valore della soglia oltre la quale l’utente è tenuto a pagare il servizio (€ 5.200,00) determina la tariffa mensile così composta: € 7,06 quale costo del servizio in rapporto alle prestazioni effettuate dal Comune attraverso la convenzione con la CRI (costo annuo convenzione € 15.493,71 n. 183 apparecchiature collegate: 12 mensilità); € 0,70 quale costo in rapporto alle prestazioni di installazione e manutenzione assicurate direttamente dal Comune (10% della tariffa). La delibera resta all’albo dal 20 agosto al 3 settembre 2003; nel settembre 2003 viene coinvolto l’Ufficio Anziani che verifica gli elenchi; il 6 ottobre 2003 partono le lettere agli utenti. A proposito dell’incidenza del canone per la manutenzione sulla tariffa definita per il servizio l’Amministrazione Comunale, essendo venuta a conoscenza della sottoscrizione da parte della maggior parte degli utenti di un contratto privato, rinnovabile annualmente, e quindi attivo per il 2003, relativo alla manutenzione degli apparecchi, si è premurata di tenere conto dell’esborso che ogni utente che aveva sottoscritto il contratto aveva già sostenuto, per la manutenzione, nel secondo semestre 2003, addebitandogli per il periodo 1° luglio-31 dicembre 2003 la sola quota dovuta per il funzionamento del servizio (€ 7,06 mensili) senza il canone dovuto per la manutenzione. Al riguardo è stata inviata apposita comunicazione agli interessati consigliando di valutare se rinunciare al contratto con la ditta a partire dall’anno 2004, tenuto conto che il canone determinato dal Comune poteva comprendere anche la manutenzione dell’apparecchio a costi inferiori a quelli proposti della ditta. Si specifica che il contratto con l’ITG prevedeva un rinnovo annuale con facoltà di disdetta entro tre mesi dalla scadenza. Pertanto una comunicazione anche più tempestiva rispetto a quella contestata nella mozione sarebbe risultata inefficace rispetto ai termini contrattuali. Le valutazioni qui espresse trovano conforto anche negli esiti delle disanime effettuate dal Difensore Civico a cui due utenti si erano rivolti per la medesima problematica. Anche il Servizio Anziani ha fornito chiarimenti agli utenti in relazione ai dubbi insorti relativamente al canone del telesoccorso 2° semestre 2003 ed i dubbi sembrano chiariti poiché tale canone è stato regolarmente pagato e risultano inevase solo due fatturazioni emesse.
A fronte di queste spiegazioni, il Presidente del Consiglio Comunale Mauro Fanti ha chiesto al consigliere Carlalberto Ghidotti di trasformare la mozione in raccomandazione. Proposta che il consigliere ha accolto.
Mozione in data 18 novembre 2004 presentata da Consiglieri vari (primo firmatario Salvatore Carlo Malvezzi) in ordine all’utilizzo di Piazza del Comune in occasione di manifestazioni pubbliche (Testo della mozione: Premesso che: frequentemente la Piazza del Comune viene concessa in uso dall’Amministrazione Comunale a diverse organizzazioni per lo svolgimento di manifestazioni pubbliche in occasione di festività civili e religiose; gli allestimenti e le attrezzature installate sulla Piazza in tali circostanze, rendono talvolta difficoltoso l’accesso alla Cattedrale; la presenza di un importante luogo di culto avente grande valenza storica e artistica, meta di molti fedeli, richiede un dovuto rispetto da parte di tutti i cittadini e le organizzazioni indipendentemente dalle convinzioni religiose; in occasione delle recenti manifestazioni tenutesi presso la Piazza, ultima delle quali quella avvenuta nei giorni di sabato e domenica scorsi (13-14 novembre) durante i festeggiamenti del Santo Patrono di Cremona, la sovrapposizione delle manifestazioni e delle esibizioni, talvolta di dubbio gusto, con le celebrazioni liturgiche, ha disturbato la partecipazione dei fedeli a causa del volume degli impianti di amplificazione e del contenuto degli spettacoli; le considerazioni sopra esposte sono già state oggetto di precedenti segnalazioni da parte delle autorità religiose cittadine; Il Consiglio Comunale impegna la Giunta ad inserire nelle future autorizzazioni di utilizzo della Piazza del Comune per manifestazioni pubbliche le seguenti prescrizioni: la garanzia del libero e facile accesso a tutte le entrate della Cattedrale dalla Piazza del Duomo ai fedeli ed ai visitatori;Il rispetto delle celebrazioni liturgiche durante le quali dovrà essere moderato l’utilizzo di sistemi di amplificazione che possano disturbare la partecipazione dei fedeli; la cura dei contenuti degli spettacoli e del gergo utilizzato dagli organizzatori per il dovuto rispetto al luogo di culto e allo straordinario patrimonio storico e artistico rappresentato dalla Cattedrale di Cremona; a vigilare puntualmente affinché tali prescrizioni vengano rispettate).
Sull’argomento è intervenuto il Vice Sindaco Luigi Baldani scusandosi se, in occasione della Festa del Torrone, coincidente con la Festa del S. Patrono, in uno spettacolo tenutosi in Piazza del Comune è stato usato un gergo volgare. Il Vice Sindaco ha annunciato che si sta redigendo un Regolamento sui pubblici spettacoli, che va a toccare tutte le necessità per una migliore organizzazione di queste iniziative. Il Vice Sindaco ha quindi sottolineato che vi è sempre stato la massima attenzione per gli eventi che si effettuano nei pressi della Cattedrale, facilitando l’accesso alle funzioni e mettendo al corrente la Curia di eventuali cambiamenti e modifiche. C’è sempre stata secondo il Vice Sindaco - una sensibilità dell’Amministrazione nei confronti della Chiesa Cattedrale. L’impegno è di portare il prima possibile all’attenzione della Commissione competente il Regolamento in questione che conterrà le sottolineature del consigliere Malvezzi, anche se è obiettivamente difficile chiedere in anticipo il canovaccio di uno spettacolo, quasi si volesse fare una censura preventiva, ma è possibile chiedere che venga evitato un certo tipo di linguaggio. Di fronte ai chiarimenti ottenuti, il consigliere Malvezzi si è detto disponibile a trasformare in parte la propria mozione, trasformando la parte finale in raccomandazione. Messa ai voti, la mozione è stata approvata con il solo voto contrario di Rifondazione Comunista.
Mozione in data 22 novembre 2004 presentata da Consiglieri vari (primo firmatario Alessia Manfredini) con cui si sollecita il completamento degli organici della Polizia di Stato (Testo della mozione: Premesso che la certezza della sicurezza è decisiva per una società democratica, aperta ed ordinata; che vi sono stati episodi di criminalità quotidiana che preoccupano l’opinione pubblica; che la nostra provincia è stata base di sospetti terroristici che impegnano le forze dell’ordine in approfondite indagini; considerato che la situazione dell’organico e dei mezzi in dotazione alla Polizia di Stato sono stati oggetto di una circostanziata denuncia avanzata in forma unitaria da tutti i sindacati degli operatori di Polizia; che la Sesione di Polizia Stradale di Cremona opera sul territorio con 51 operatori anziché i 70 previsti e che la Polfer non riesce ad assicurare una presenza continua 24 ore su 24; denuncia con preoccupazione questa situazione; condivide le preoccupazioni di quanto sostengono che in questa situazione non si sia in grado di assicurare efficienza e qualità dei servizi di ordine pubblico; chiede al Ministero degli Interni di provvedere al più presto perché si ponga rimedio a questa situazione assegnando nuovi organici alla Polizia di stato nella provincia e a Cremona per garantire maggiore sicurezza per i cittadini e migliorare le condizioni di lavoro degli appartenenti alla Polizia di Stato; il Consiglio Comunale impegna il Sindaco a farsi portavoce di tali preoccupazioni e richieste al Questore, al Prefetto ai parlamentari cremonese e al Ministero degli Interni per sollecitare il completamento degli organici della Polizia di Stato; a promuovere quanto prima un incontro anche con il Commissariato di Crema con le autorità competenti per affrontare i problemi esposti e verificare le possibili soluzioni anche per la sempre ventilata nuova Questura di Cremona).
Sullo stesso argomento è stato presentato un ordine del giorno, prima firmataria l’esponente di AN Irene Nicoletta De Bona: “Premesso che agli atti del Comune del Comune è stata depositata una mozione datata 22 novembre 2004 (prima firmataria Alessia Manfredini) con la quale si richiede che il Sindaco si faccia parte attiva nei confronti del Questore e del Prefetto per sollecitare il completamento degli organici della Polizia di Stato; considerato che la Finanziaria prevede l’assunzione di 1324 agenti di Polizia ed include anche il potenziamento del sistema di difesa contro i rischi non convenzionali ed un incremento degli stanziamenti per esigenze straordinarie antiterrorismo; considerato che il parlamentare di FI Giovanni Jacini ha presentato un’interpellanza parlamentare sul tema direttamente al Ministro degli Interni; il Consiglio Comunale impegna il Sindaco a mantenere rapporti di collaborazione con il Questore ed il Prefetto di Cremona, nell’ambito delle proprie competenze istituzionali; a sottoscrivere, se del caso, un documento di richiesta di completamento degli organici della Polizia di Stato, tentando di rispondere alle esigenze eventualmente presentate dal Questore”.
Su questo argomento il Sindaco ha sostenuto che nei due documenti non vi sono elementi tali da essere messi in contrapposizione, pur ammettendo che esiste una scarsità degli organici, peraltro confermata da tutte le forze sindacali di categoria.
Il Presidente del Consiglio Comunale ha invitato a valutare la possibilità di raggiungere l’accordo su un documento comune, accordo che però non è stato trovato.
E’ stata pertanto messa innanzitutto la mozione, prima firmataria Alessia Mafredini, approvata con l’astensione della minoranza e di Rifondazione Comunista. Successivamente è stato messo in votazione l’ordine del giorno, prima firmataria Irene Nicoletta De Bona, che è stato respinto (si sono astenuti gli esponenti della Lega Nord, di Rifondazione Comunista ed il Presidente del Consiglio Comunale).
Mozione in data 24 novembre 2004 dal Consigliere del Gruppo Consiliare “Lega Nord” Claudio Demicheli in ordine alla sentenza emessa dal T.A.R. della Regione Lombardia relativa ai criteri generali per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ALER) (Testo della mozione: Premesso che la Regione Lombardia con il Regolamento Regionale n. 1 del 10 febbraio 2004 “Criteri generali per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica” (A.L.E.R.) ha introdotto, ai fini della determinazione del punteggio e, quindi, della graduatoria, l’ulteriore criterio che tiene conto del periodo di residenza in Lombardia del richiedente l’assegnazione dell’alloggio; con Sentenza n. 4196/2004, la Sezione I^ del T.A.R. della Regione Lombardia ha accolto il ricorso presentato da Cgil, Cisl e Uil e dai sindacati inquilini Sicet e Sunia, annullando gli articoli 9, comma 1 e 10, comma 5, del Regolamento in premessa ed in cui si sostanziava l’avvenuta introduzione del criterio di residenza al fine della assegnazione degli alloggi; evidenziato come l’annullamento delle disposizioni regolamentari richiamate in premessa avrà quale inevitabile conseguenza il perpetuarsi dell’inaccettabile situazione per la quale, con i soldi dei lavoratori residenti in Lombardia e delle istituzioni lombarde, gli alloggi costruiti e da costruirsi continueranno ad essere assegnati soprattutto ad extracomunitari, a detrimento di anziani e giovani coppie; impegna il Sindaco, la Giunta comunale ed il Consiglio Comune di Cremona a compiere ogni atto utile al fine di conseguire, da parte del Presidente della Regione Lombardia, il ricorso in Consiglio di Stato avverso a Sentenza n, 4196/2004, la Sezione I^, del T.A.R. della Regione Lombardia).
La mozione è stata respinta. Si sono espressi a favore solo gli esponenti della minoranza.

 


       



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