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15 Settembre, 2002
Nasce a Cremona il Centro Interculturale
«Promuovere occasioni di conoscenza in prospettiva di un nuovo modello aggregativo»

Promotori il Comune, la Provincia, il Centro Studi e Ricerca sulla Condizione Giovanile e il Disagio Sociale, il Forum del Terzo Settore, la Caritas Diocesana e Migrantes, sorgerà a Cremona il Centro Interculturale che avrà la sua sede in via Speciano 2. La Provincia contribuirà alle spese per l'attività e l'organizzazione di eventi. Il Centro sarà operativo dal prossimo mese di settembre anche se, come iniziative, comincerà ad essere attivo da subito.

Alla base di questa iniziativa vi è la consapevolezza che la rappresentazione sociale degli immigrati, che la cultura predominante connota come soggetti necessari in quanto forza lavoro, ma dai quali è bene rimanere distanti in quanto potenzialmente pericolosi, enfatizzando gli elementi di diversità, rende difficile la comunicazione.

In conseguenza di questo e del fatto che gli immigrati non posseggono piena titolarità dei diritti, il rapporto tra culture diverse che entrano in relazione avviene in maniera asimmetrica, soprattutto nel caso di persone che si trovano in posizione di svantaggio in quanto soggetti deboli e quindi costretti a misurarsi con i rapporti di forza, in una società che fa del migrante una figura che inquieta, carica di simboli destabilizzanti che mettono in discussione la sicurezza della nostra identità e dei nostri confini. D’altro canto, ormai, anche il nostro Paese si sta avvicinando per presenze di immigrati, alle percentuali di altri paesi europei che da decenni fanno i conti con questa realtà.

Che lo si voglia o no la presenza di questi nuovi cittadini è evidente e percettibile in tutti gli aspetti della vita sociale, e ciò è riscontrabile nella quotidianità. Promuovere occasioni di conoscenza in prospettiva di un nuovo modello aggregativo dove la relazione favorisca un rimodellamento delle società locali che, a partire da piccoli obiettivi, si prefiguri una nuova idea di cittadinanza comune, frutto di collaborazione, scambio e contaminazione, è alla base del Centro Interculturale.

Lo strumento più idoneo e immediato è certamente rappresentato dalle espressioni artistiche e culturali che hanno ormai ottenuto un riconoscimento, e ciò lo si può riscontrare anche a livello locale. Le iniziative quali “Mondinsieme” a cura della Provincia, il Festival del cinema latino americano dell’associazione “Latinoamericana” che sono ormai di carattere ricorrente, e le più recenti quali “Raccontaminazioni” del Centro Studi, il progetto “Neruda” della Cooperativa “Battello”, oltre alle numerose iniziative anche se sporadiche, promosse di volta in volta da enti e associazioni, riscontrano il gradimento e l’interesse della popolazione locale.

Anche la curiosità per quanto concerne le tradizioni, la cucina, l’abbigliamento, rappresenta un’occasione di avvicinamento. Prima di tutto però è indispensabile avere chiaro il concetto di intercultura che si vuole condividere. I soggetti promotori del Centro ritengono che ciò debba significare, confronto, scambio, reciprocità fra individui provenienti da contesti culturali diversi, continua ricerca, nel tentativo di migliorare la conoscenza, diffondere una maggiore consapevolezza, sia tra i cittadini immigrati che tra gli autoctoni, dei mutamenti che stanno avvenendo in conseguenza dell’incontro tra persone differenti tra di loro. L’approccio che ci si prefigura è basato sull’auspicio che nel tempo vi sia sempre maggiore contaminazione, ibridazione, mescolamento, quali risultati di un processo di comune condivisione. L’integrazione quindi deve avvenire su un piano di assoluta parità, nel rispetto della dignità degli individui e nella valorizzazione delle diversità.

Il Centro Interculturale nasce come un luogo di progettualità e laboratorio di idee per nuove forme di riconoscimento e cittadinanza sociale che, passando attraverso l’abbattimento delle barriere ideologiche, favorisca modalità di convivenza pacifica tra individui culturalmente differenti. In tal caso la cultura è intesa come qualcosa di fluido, dinamico, che si evolve a contatto con altre culture “contaminandosi” verso un cammino che presuppone la capacità dei soggetti interessati tanto cittadini locali, quanto immigrati, di coinvolgersi in relazioni significative. Obbiettivo principale del Centro sarà il coinvolgimento dei cittadini immigrati, anche attraverso la loro associazione recentemente costituita, sia nella progettazione delle iniziative che nella gestione concreta della struttura. Il Centro potrà divenire anche luogo di incontro e confronto per tutti i soggetti pubblici e privati che promuovono iniziative ed interventi sul tema dell'immigrazione, dei diritti di cittadinanza, della pace fra i popoli.

L’attività del Centro

Le esperienze dei centri interculturali in Italia sono numerose come risulta dagli atti dei convegni che ogni anno, dal 1998 ad oggi sono stati promossi da alcuni dei più conosciuti, quali Torino e Milano, che collaborano con altri centri per la costituzione di una rete nazionale dei centri. Inoltre la Regione Emilia Romagna ha pubblicato nel 2004 un rapporto di ricerca effettuata su scala regionale sulle diverse realtà locali.

Fra le diverse tipologie, analizzando i risultati di tali ricerche, il Centro Interculturale di Cremona si connoterà come luogo dove si progettano attività inerenti:

formazione di insegnati, educatori, operatori, volontari

informazione e consulenza a operatori, enti, associazioni, genitori, cittadini stranieri

documentazione e disponibilità di testi, bibliografie, libri e materiali didattici, raccolta e prestito di materiali (in italiano e in varie lingue)

traduzione e mediazione: servizio di interpretariato, formazione e utilizzo di mediatori culturali e linguistici

sportello e consulenza contro le discriminazioni

attività culturali: mostre, rassegne cinematografiche, feste teatro, viaggi, incontri, riviste, conoscenze delle culture

laboratori di animazione interculturale per alunni italiani e stranieri

sostegno linguistico all’apprendimento dell’italiano per alunni stranieri di recente immigrazione

ricerca: raccolta dati sulla presenza degli alunni stranieri, indagini sulle comunità immigrate, indagini sulle esperienze interculturali condotte nelle scuole, ricerca sul disagio dei minori, coordinamento di attività interculturali presenti sul territorio, collaborazione con altri centri, gruppi e comunità, messa in rete di informazioni e proposte.

attività volte a promuovere la cittadinanza attiva, compresa l'elaborazione di proposte rispetto alla rappresentanza ed al diritto di voto secondo le riflessioni dell'ANCI nazionale

La struttura organizzativa

La struttura organizzativa del Centro è strettamente connessa agli obiettivi e alle attività che vi si svolgono. Il Centro dovrà nascere gradualmente, per fasi incrementali con il contributo di quanti decideranno di coinvolgersi in questa avventura. Inizialmente si tratterà di un tavolo informale nel quale si elaboreranno strategie operative e si cercherà di coordinare le diverse iniziative che i vari soggetti, a diverso titolo, mettono in campo, in prospettiva di un’organizzazione maggiormente strutturata.

Oltre ai soggetti promotori saranno coinvolti i livelli di rappresentanza degli immigrati, le cooperative di mediatori linguistico culturali, le rappresentanze delle associazioni che si occupano di immigrazione e altri soggetti che svolgono attività significative al riguardo.

1) Il tavolo di lavoro dovrebbe assumere una struttura più stabile dopo l’individuazione di obiettivi, modalità operative e risorse economiche e logistiche, attraverso l’individuazione di referenti degli enti e organizzazioni del centro.

La struttura non sarà rigida, ma aperta a nuove realtà che di volta in volta decidano di aggregarsi.

2) Inizialmente si sperimenterà l’avvio di quest’esperienza per la progettazione di corsi di formazione per insegnanti, mediatori e operatori, rassegne letterarie e interculturali.

La programmazione avverrà in maniera coordinata con l’individuazione di compiti e responsabilità dei diversi soggetti.

Il contesto

Qualunque intervento si intenda realizzare e, qualunque sia l’approccio alla progettazione, è necessario prima di tutto ricostruire il panorama generale per poter capire il quadro della situazione.

In questo caso, le informazioni di cui siamo in possesso ci consentono di:

a) mettere in luce l’incidenza del contesto locale sull’immigrazione dal punto di vista sociale ed economico;

b) comprendere sia la dimensione quantitativa: quanti, chi, come sono e dove stanno, che quella qualitativa: come stanno, cioè il loro grado di integrazione, le forme di inserimento sociale, lavorativo, scolastico, le relazioni con i servizi, i loro problemi, le loro esigenze.

Nel 2004, a Cremona, su una popolazione di 71.533 abitanti, gli stranieri erano 4.854, pari al 6,78%. Al 12 maggio 2005, su 71.476 abitanti, gli stranieri sono 4.985, pari al 6,97%.

Secondo le informazioni della Questura di Cremona i soggiornanti regolari al 31.12.2005 sono 20710, con circa 1000 istanze in attesa di rinnovo presentate entro il 2004. La mappa della popolazione straniera nel territorio cremonese si caratterizza per un elevato numero di nazionalità, sono oltre 120 quelle rappresentate. Le nazionalità maggiormente presenti sono: indiana, marocchina, albanese e rumena, con una presenza significativa di immigrati provenienti anche da altri paesi, come si evidenzia nella tabella.

In tutto il territorio provinciale la concentrazione di stranieri è maggiore nei Comuni capo Distretto, che corrispondono ai tre comuni con popolazione residente più numerosa.

Da alcuni indicatori che rivelano il grado di propensione alla stabilizzazione e il modello migratorio adottato, è possibile evidenziare la tendenza ad un insediamento stabile della popolazione immigrata che è caratterizzata da una composizione soprattutto di tipo familiare.

Queste conclusioni si possono trarre osservando l’indice di quasi equilibrio tra i sessi, anche se con differenze sostanziali secondo le nazionalità.

Le nazionalità prevalenti presentano un indice di buon equilibrio, lo sbilanciamento sia al maschile che al femminile riguarda poche nazionalità che sono presenti in maniera numericamente poco significativa.

L’aumento costante dei ricongiungimenti familiari rende ragionevolmente prevedibile una progressiva inversione di tendenza anche per quanto riguarda questi casi.

La struttura della popolazione straniera è profondamente cambiata dagli inizi del manifestarsi del fenomeno migratorio nella provincia cremonese, oggi non si è più di fronte esclusivamente all’immigrato giovane, celibe che vive solo e lavora, ma ad una situazione caratterizzata in larga parte dalla presenza di nuclei familiari che cominciano ad essere integrati, nella loro composizione, anche da familiari anziani.

Anche se l’età media registra un lieve innalzamento rispetto alla rilevazione dell’anno precedente, la popolazione immigrata resta nettamente più giovane di quella autoctona, come dimostra la struttura dell’età lavorativa che mette in evidenza la rilevanza della componente più giovane.

Secondo quanto riferiscono gli studi e le ricerche dell’Osservatorio provinciale sull’immigrazione, si conferma il raggiungimento di uno stadio avanzato di integrazione, anche se non mancano le criticità, che talvolta sono notevoli.

Prendendo in esame le questioni che riguardano la stabilità lavorativa e le condizioni abitative, è stata osservata una situazione che si può definire positiva.

L’inserimento nel mondo del lavoro appare buono, il mercato del lavoro locale offre buone opportunità in termini di domanda di mano d’opera, anche se è quasi nulla la considerazione dei titoli di studio posseduti e gli immigrati occupano i gradini più bassi della scala dei ruoli e mansioni.

Le donne faticano maggiormente ad inserirsi, sono ancora poche coloro che possiedono il permesso di soggiorno per motivi di lavoro, a dimostrazione che la loro presenza è dovuta soprattutto a ricongiungimenti familiari e a progetti migratori legati alle scelte lavorative dei mariti.

Il problema dell’abitazione sembra aver perso il carattere dell’emergenza, nella maggior parte dei casi le condizioni abitative sono stabili con regolari contratti di affitto, nel 12% dei casi l’abitazione è di proprietà. Le condizioni di emergenza di chi vive in strutture di accoglienza o sistemazioni precarie, sono scarsissime.

Un’altra variabile importante nel processo di integrazione è costituita dall’inserimento e dal successo scolastico dei bambini.

Oltre il 43% della popolazione scolastica immigrata è costituita da bambini delle elementari.

Per quanto riguarda il tasso di scolarizzazione, le stime sono approssimative, si valuta il 50% di scolarizzazione materna, e l’85%quello per la scuola dell’obbligo.

La riuscita scolastica sembra dipendere soprattutto dalle competenze linguistiche dei bambini, che presentano ancora un quadro abbastanza critico.

Considerato, tuttavia, che le informazioni su cui si basa l’indagine, sono piuttosto datate, è possibile presumere che vi siano stati dei miglioramenti, anche in virtù dei maggiori interventi che i servizi hanno effettuato in questi ultimi anni per favorire il processo d’inserimento scolastico.

Il grado di istruzione della popolazione immigrata è più che buono, il 54% risulta in possesso di diploma o di laurea, il 40% ha concluso solo il ciclo della scuola dell’obbligo.

Come è stato rimarcato sopra, però, si è ancora di fronte ad una mancata valorizzazione del patrimonio culturale, umano e professionale che l’immigrato porta con sé.

Sembrano essere buone le garanzie di tutela della salute offerte agli immigrati, che, al loro volta, dimostrano un buon grado di conoscenza delle strutture sanitarie a cui ricorrono in maniera adeguata. Lo dimostrano gli accessi alle strutture ospedaliere alle quali si ricorre quasi esclusivamente in casi di effettiva necessità.

Un dato emblematico scaturisce dall’analisi dei numeri che riguardano gli atti criminali le denuncie e gli arresti, che risultano essere di scarsa rilevanza. Esistono alcune sacche di criticità legate a nazionalità precise.

8 giugno 2005

 


       



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